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4. Discussione…………………………………………………………....………………………p. 185

4.3. Analisi critica

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P a g . 191 | 233 ipersonnolenza (Nigam et al, 2022), contrastando il disturbo mediante il maggior tempo di riposo disponibile, nel presente studio si riscontrano contrariamente alti livelli di ansia, riduzione dello stato funzionale, minore qualità del sonno e della vita. Probabilmente le ripercussioni conseguenti all’isolamento, alla quarantena e alle nuove abitudini sociali e quotidiane hanno determinato maggiori esiti favorevoli durante la prima fase esperienziale della pandemia (2019-2020) e non nel periodo successivo di adattamento e convivenza con la stessa (2020-2021), esaminato nel presente studio.

Il ruolo del genere femminile nell’aumento delle ripercussioni conseguenti a vissuti critici, traumatici e stressanti (Liu et al., 2020) è stato confermato dallo studio, sia nei soggetti di controllo che nei soggetti con disturbi del sonno. Tale conferma è stata riscontrata inoltre trasversalmente nelle variabili in esame, individuando ripercussioni nella qualità di sonno, qualità della vita, ansia e percezione di limitazioni dovute a pandemia e condizioni di malessere fisico ed emotivo ad essa correlate.

In conclusione, lo studio ha permesso di constatare che i soggetti con pregressi disturbi del sonno effettivamente riferiscono una minore variazione delle abitudini di sonno e di durata dello stesso per cause direttamente riconducibili alla pandemia rispetto ai soggetti di controllo. Come si evince, dunque, oltre ad un gravamento della qualità di sonno nei soggetti di controllo che comporta una condizione non significativamente differibile dai soggetti con disturbi del sonno pregressi in termini di qualità e presenza di disturbi notturni e diurni – associati ad alterazioni di durata e abitudini di sonno direttamente dovute alla pandemia -, è stato possibile constatare che nei soggetti con pregressi disturbi di sonno la pandemia non ha comportato significative alterazioni nelle abitudini di sonno. Tale constatazione si associa al riscontro di minore impatto nei soggetti con disturbi del sonno pregressi sull’attività onirica, in termini di contenuto, emotività e presenza di sogni ricorrenti. L’alterazione dell’emotività onirica risulta correlata significativamente all’alterazione della percezione di limitazione dovuta alla pandemia e alle

P a g . 192 | 233 conseguenze emotive ad essa riconducibili, sia durante la prima (2020) (p-value= 0.007) che seconda ondata (2021).

L’alterazione delle abitudini di sonno, congiuntamente all’alterazione della qualità dello stesso in termini di ristoro e presenza di disturbi notturni e diurni, congiuntamente all’esperienza di un’alterazione dei contenuti, della ricorrenza e dell’emotività – riconducibile a toni di paura, ansia, angoscia, preoccupazione e tristezza - in una condizione esperita nel complesso quale diversa dalla condizione pre-pandemica, sembra aver comportato ripercussioni emotive determinanti nei controlli. Tali ripercussioni risultano aver gravato o esser state alimentate dalla presenza di maggiore ansia disfunzionale. Sebbene nei casi sussistano, seppur in misura minore, qualità oniriche simili, il riscontro di minore alterazione rispetto alla condizione pre-pandemica e la minore ricorrenza di sogni emotivamente impegnativi corrisponde ad un minore impatto emotivo e, nel complesso, una minore alterazione e sofferenza rispetto al vissuto pre-pandemico e alle conseguenze ad esso dovute. I soggetti con disturbi del sonno, già soliti affrontare difficoltà simili e probabilmente anche in funzione della maggior attenzione alle norme di igiene del sonno, evidenziano un riscontro effettivamente di minore impatto emotivo e di circuiti emotivi negativi e di malessere autoalimentati legati a compromissioni improvvise o forzate della salute, tra cui quella del sonno. La compromissione della salute del sonno determina un’alterazione della salute emotiva, e viceversa. La determinazione a sua volta comporta una condizione di malessere che risulta aggravata, al punto da discostarsi mediamente dai parametri normativi relativi ai medesimi item, nei controlli a causa dell’esperienza di una condizione di compromissione significativamente diversa rispetto a quella esperita prima della pandemia. Nei soggetti con disturbi del sonno pregressi, la condizione di compromissione non risulta esperita come totalmente e gravemente discostante dalla precedente.

Le ripercussioni maggiori sui soggetti con disturbi del sonno sembrano riversare sul piano della salute fisica. Le differenze constatate nell’uso di farmaci con alterazioni dovute

P a g . 193 | 233 specificatamente al vissuto pandemico, la maggiore compromissione della qualità della vita e di sonno in caso di infezione COVID-19 rispetto ai controlli, la maggiore propensione a infezione e ricovero rispetto ai controlli e la maggiore compromissione in termini di salute fisica ne sono esempi.

Ponendo come riferimento esplicativo i diversi disturbi del sonno, in funzione delle loro caratteristiche e di come esse possano interfacciarsi diversamente con le alterazioni dovute al vissuto pandemico, risulta esemplificativa innanzitutto la constatazione di maggiore vulnerabilità a riscontro di infezione e ricovero nei soggetti con disturbi respiratori in sonno. I soggetti con disturbo del ritmo circadiano, dunque aventi pregresse difficoltà nella regolazione del ciclo sonno-veglia, risultano essere il disturbo maggiormente compromesso in termini di qualità del sonno, qualità di vita, percezione di condizione di limitazione dovuta alla pandemia e alle conseguenze emotive ad essa derivate e sintomatologia di ansia disfunzionale. Per meglio specificare: sono state riscontrate problematiche similari a quelle riscontrate e delineate precedentemente nel gruppo dei controlli. Tale riscontro sembra sostenere quanto ipotizzato fin’ora: la presenza di condizioni alteranti le abitudini di sonno laddove esso sia un fattore di vulnerabilità del disturbo o di insorgenza dello stesso, determina una percezione di compromissione della qualità di sonno, qualità della vita, ansia disfunzionale e percezione di limitazione dovuta a cause esterne e all’impatto emotivo che esse hanno determinato.

La presenza di disturbi del sonno sembra dunque configurarsi come un fattore di carico che coesiste con fattori compensatori. Sebbene la pandemia abbia impattato più fortemente nei soggetti con disturbi del sonno in termini di salute fisica, dal punto di vista di impatto differenziante dalla condizione pre-pandemica, vissuto emotivo e mentale, la presenza di disturbi del sonno pregressi risulta aver determinato una compromissione minore rispetto ai soggetti di controllo.

P a g . 194 | 233 Lo studio sottolinea la necessità di sensibilizzare l’attenzione sui pazienti con disturbi del sonno, in modo particolare di genere femminile, in quanto maggiormente vulnerabili in caso di vissuti traumatici, stressanti o drammatici come testimoniato dalle ripercussioni su benessere e stato clinico dovute al vissuto pandemico. La cronicizzazione dei vissuti di distress emotivo in popolazione è di rilevante importanza in quanto può predisporre lo sviluppo di disturbi psicopatologici di diversa natura, come il Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS), Disturbo d’Ansia Generalizzato (DAG) o disturbi di natura Depressiva (Antonicelli et al., 2020;

Santomauro et al., 2021), ad esordio a breve o lungo periodo rispetto l’evento (Cantelmi et al., 2020; Dubey et al., 2020).

In merito alle limitazioni dello studio, in fase di progettazione è stata prevista una differenza nel rapporto di genere tra gruppo dei casi e gruppo dei controlli, nello specifico prevedendo un numero maggiore di soggetti di genere femminile nel gruppo dei controlli (tale limite è di frequente riscontro negli studi che prevedono l’arruolamento di volontari sani) e modeste differenze in termini di età’. Il presente studio, inoltre, si basa sulla raccolta indiretta di informazioni mediante questionari validati, somministrati in modalità di contatto telefonico o via mail, al pari di numerosi studi simili disponibili ad oggi in letteratura. La scelta metodologica è stata determinata dalle norme di distanza sociale vigenti durante la pandemia.

Al fine di garantire la replicabilità dei risultati, i contatti telefonici sono stati effettuati dallo stesso ricercatore e la scelta dei questionari è stata volta alla selezione esclusiva di questionari validati e standardizzati.

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