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4.2. Conclusioni dello studio

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PSQI – qualità di sonno

I due gruppi non risultano differire particolarmente sulla base dei valori medi di qualità di sonno, seppur si riscontri una condizione di maggiore gravamento nei soggetti con disturbi del sonno. Tale similarità risulta rilevante in funzione del fatto che il gruppo dei controlli dovrebbe fortemente differire dal gruppo dei soggetti con disturbi del sonno; pertanto, tale riscontro mette in luce quanto la pandemia abbia determinato conseguenze lesive nella qualità e salute di sonno anche nella porzione di popolazione che precedentemente godeva di un sonno di buona qualità e privo di disturbi.

Nel complesso però è presente una differenza significativa nella distribuzione dei punteggi relativi alla qualità di sonno nel gruppo dei soggetti con disturbi del sonno pregressi rispetti ai soggetti di controllo (p-value= 0.001). Tra i punti di similitudine tra casi e controlli si riscontrano item rilevanti: qualità di sonno percepita, presenza di disturbi del sonno (sebbene si constati come prevedibile una prevalenza di disturbi medi nei soggetti con disturbi del sonno pregressi. Tale constatazione evidenzia come nei soggetti di controllo siano stati effettivamente riconosciuti dei fattori di compromissione del sonno e, conseguentemente, della qualità di sonno precedentemente delineata quale non significativamente diversa da chi aveva già precedentemente dei disturbi di sonno conclamati) e presenza di disturbi diurni (risultano di gravità similare tra i due gruppi. Tale riscontro è rilevante in quanto la presenza di compromissioni diurne dovute al sonno comporta una compromissione rilevante del benessere e della qualità della vita).

Una differenza significativa tra casi e controlli si riscontra in: latenza di sonno mediamente maggiore dei soggetti di controllo (p-value= 0.0018), durata di sonno minore nei soggetti con disturbi del sonno (6 ore nei casi, 7 ore nei controlli) (p-value: 1,242e-05), efficacia abituale di sonno minore nel gruppo dei casi rispetto ai controlli (p-value: 0.005002). Si constata inoltre una differenza significativa anche nell’ uso di ipnotici, maggiore nei soggetti con disturbi del sonno rispetto ai soggetti di controllo (p-value: 1.466e-12). Tale constatazione acquisisce rilevanza in funzione della congiunta alterazione della dose farmacologica assunta per cause relative alla pandemia, significativamente diversa tra casi e controlli (p-value < 2.2e-16).

Un ulteriore differenza significativa relativa alla qualità di sonno si riscontra tra i generi (p-value= 0.001), a sfavore del genere femminile sia nel gruppo dei casi che dei controlli.

Lo studio fornisce un’evidenza di ulteriore vulnerabilità determinata dalla compresenza di disturbi del sonno e genere femminile.

Sebbene non sussistano differenze significative tra casi e controlli, né prima né durante la pandemia nelle abitudini di alimentazione notturna, nel gruppo dei controlli si riscontra una differenza significativa tra le abitudini di alimentazione e di sonno prima e durante la pandemia (p-value < 2.2e-16), con annessione di fattori motivazionali emotivi durante la pandemia. Tale constatazione, unita al gravamento sulla qualità di sonno precedentemente introdotto, evidenzia come la considerazione di norme di igiene del sonno - tenuta maggiormente in considerazione dai soggetti con disturbi del sonno in funzione del fatto che siano effettivamente seguiti da un centro per tali disturbi - abbia fatto sì che nei soggetti di

P a g . 187 | 233 controllo si presentassero ripercussioni in cui l’istaurarsi di abitudini alimentari notturne ha comportato un ulteriore gravamento sulla qualità di sonno. Sul piano emotivo tale constatazione risulta gravata dal diverso vissuto pandemico tra i due gruppi – come illustrato dai dati relativi alla componente emotiva della qualità della vita (SF36) o di sintomatologia riconducibile ad ansia disfunzionale (CAS) - che appare maggiormente gravoso nei controlli.

Lo studio evidenzia una peggiore qualità di sonno nei soggetti aventi pregressi disturbi del sonno e risultati positivi al COVID-19 rispetto al gruppo dei controlli. Anche in questo caso si riscontrano differenze significative tra i soggetti con disturbi del sonno pregressi sulla base del genere (p-value= 0.001), che evidenziano un maggiore gravamento nei casi risultati positivi al COVID-19 congiuntamente di genere femminile.

La qualità di sonno risulta essere significativamente diversa anche in base all’eventuale cambiamento lavorativo esperito a seguito della pandemia (p-value < 0.001): nei soggetti che hanno subito un cambiamento lavorativo dovuto alla pandemia si evidenziano delle ripercussioni sulla qualità di sonno che determinano una condizione di similarità tra casi e controlli.

Attività onirica

Nei soggetti con pregressi disturbi del sonno, rispetto ai soggetti di controllo, si constata inoltre una minore compromissione dell’attività onirica a seguito della pandemia, sia in termini di contenuto che di emozioni oniriche, cui si affianca una minore presenza di sogni ricorrenti. La tendenza di variazione delle emozioni oniriche risulta infatti più frequentemente volta ad un peggioramento in termini di malessere emotivo nei controlli rispetto ai soggetti con disturbi del sonno pregressi. In entrambi i gruppi le emozioni oniriche più frequenti sono state, l’ansia, la paura, la preoccupazione e la tristezza.

P a g . 188 | 233 Quanto osservato risulta rilevante quando confrontato con il riscontro relativo alla percezione di limitazione dovuta al vissuto pandemico e alle conseguenze emotive ad esso dovute. Intatti, confrontando l’alterazione delle emozioni oniriche e la percezione di limitazione nella prima e seconda fase della pandemia, è stato possibile constatare una differenza significativa tra soggetti con pregressi disturbi del sonno e soggetti di controllo:

l’alterazione dell’emotività onirica risulta infatti correlata significativamente all’alterazione della percezione di limitazione, con particolare enfasi nel gruppo dei controlli sia durante la prima ondata (p-value= 0.007) che seconda ondata (2021) (p-value < 0.001).

Qualità della vita

Si evidenzia una differenza rilevante, seppur prossima alla soglia di significatività, nella qualità della vita tra soggetti con disturbi del sonno pregressi e soggetti di controllo (p-value= 0.041). Tale differenza inoltre risulta accentuata in misura maggiore sulla base del genere (p-value < 0.001), con condizione di vulnerabilità per il genere femminile.

Un ulteriore elemento differenziante risulta dal discernimento tra parametri riferiti alla salute fisica ed emotiva-mentale. Nello specifico, nei soggetti con disturbi del sonno, il valore medio relativo alla qualità della vita dovuta alle sfere di benessere emotivo-mentale risulta maggiore rispetto ai soggetti di controllo, viceversa il parametro relativo alla qualità della vita dovuta alla sfera di benessere fisico risulta inferiore rispetto ai controlli.

Ripercussioni psicologiche

Per quanto concerne l’ansia disfunzionale legata al COVID-19 non si registrano differenze significative tra gruppo di soggetti con pregressi disturbi del sonno e soggetti di controllo, né durante la prima ondata (2020) né durante la seconda (2021). Differenze significative sono

P a g . 189 | 233 state invece riscontrate tra soggetti di genere femminile e soggetti di genere maschile durante la prima ondata (p-value < 0.001) e seconda ondata (p-value = 0.002) (si constata un gravamento accentuano nei soggetti femminili afferenti al gruppo dei controlli rispetto a quelli del gruppo dei casi). Ponendo l’attenzione esclusivamente nei soggetti nei quali è possibile ipotizzabile la presenza di ansia disfunzionale legata al COVID-19 si constata una frequenza maggiore degli stessi nel gruppo dei soggetti privi di disturbi del sonno pregressi rispetto ai soggetti con disturbi del sonno pregressi e un miglioramento dalla prima alla seconda ondata. L’osservazione degli item riferiti alle singole sintomatologie ansiose scaturite a seguito dell’esposizione a informazioni o pensieri riconducibili al COVID-19, evidenzia come lo stato di confusione, frastuono e indebolimento sia risultato la sintomatologia maggiormente impattante in entrambi i gruppi, specialmente durante la prima ondata.

Per quanto riguarda la percezione di limitazione dovuta alla pandemia e alle conseguenze psicologiche da essa derivate è stato possibile constare una differenza significativa tra soggetti con disturbi del sonno pregressi e soggetti di controllo (p-value < 0.05). Ponendo l’attenzione sul genere di appartenenza, inoltre, non si riscontrano differenze significative tra i soggetti di genere femminile e di genere maschile durante la prima ondata. Differenze significative di genere si riscontrano invece durante la seconda ondata (p-value < 0.001), con gravamento nel caso dei soggetti di genere femminile afferenti al gruppo dei controlli (p-value < 0.003).

Infine, volgendo l’attenzione ai casi con polipatologie del sonno, la percezione di limitazione dovuta alla pandemia (PCFS) durante la prima ondata (2020) che risulta significativamente più compromessa nei soggetti con polipatologie del sonno rispetto ai casi con singolo disturbo del sonno.

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