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3. SLEEP-IMPACT – studio sull’ “Impatto psicologico della pandemia da COVID-19 in una

3.3. Risultati

3.3.3. Analisi comparativa della qualità di sonno

3.3.3.3. Valutazione della qualità di sonno (PSQI)

Il valore dell’utilizzo del PSQI durante la situazione pandemica è stato sottolineato dalla costatazione di maggiore sensibilità e aumentata possibilità di cogliere un’ampia gamma di problemi sonno-correlati che permettano di spiegare i diversi tassi di prevalenza rispetto ad altre misure di sonno meno informative (Jahrami et al., 2021). Considerando che il cut-off del questionario indicante buona qualità di sonno è riferito a punteggi inferiori a 5, risulta rilevante constatare (Tab. 13) che nell’intero campione la media supera la soglia sia nei controlli, con una media risultante di 6.3 +/- 3,54 (range 0-18), che ovviamente nei casi, in cui risulta una media di 8,36 +/- 4,09 (range 1-18). Da tale riscontro risulta rilevante notare, non solo dalle medie ma anche dai range di variazione del punteggio che risultano pressoché gli stessi, quanto la qualità di sonno sia stata inficiata indiscriminatamente nella popolazione campionaria, a prescindere dunque dalla presenza di pregressi disturbi del sonno.

Tab. 13

CASI CONTROLLI

P a g . 130 | 233 Pittsburgh Sleep Quality Index -

PSQI

Media: 8,4 +/- 4,09 (range 1-18)

Media: 6.3 +/- 3,54 (range 0-18)

Confrontando nel dettaglio casi e controlli sulla base delle singole componenti è possibile constatare:

Tab. 14

CASI CONTROLLI

PSQI – QUALITA’ DI SONNO 0: 20 (10.5%) 1: 92 (48.4%) 2: 58 (30.5%) 3: 20 (10.5%) Media: 1.4 +/- 0.8

0: 35 (13.2%) 1: 130 (49%) 2: 84 (31.7%) 3: 16 (6%)

Media: 1.3 +/- 0.8

Casi: Il gruppo dei casi riferisce in media di avere una qualità di sonno abbastanza buona. Nell o specifico: 20 pazienti (11% dei pazienti) riferiscono di avere una qualità di sonno molto buo na, 92 (48%) abbastanza buona, 58 (31%) abbastanza cattiva e 20 soggetti (11%) molto cattiva .

Controlli: Il gruppo dei controlli riferisce in media di avere una qualità di sonno abbastanza bu ona. Nello specifico: 35 soggetti di controllo (13% dei soggetti di controllo) riferiscono di ave re una qualità di sonno molto buona, 130 (49%) abbastanza buona, 84 (32%) abbastanza cattiv a e 16 soggetti (6%) molto cattiva.

Come constatabile in Tab. 14, in entrambi i gruppi la maggior parte dei soggetti ritiene che la propria qualità di sonno sia abbastanza buona (circa il 48.5% di ciascun campione) o abbastanza cattiva (circa il 31% di ciascun campione). Sebbene si notino delle leggere differenze tra casi e controlli nelle valutazioni qualitativamente estreme: qualità di sonno molto buona (10,5% dei casi vs 13,2% dei controlli) e molto cattiva (10,5% dei casi vs 6% dei controlli), i due gruppi non evidenziano differenze significative sulla qualità di sonno percepita. Tale riscontro risulta rilevante in quanto i soggetti di controllo non dovrebbero presentare una valutazione della qualità del sonno prossima a soggetti con conclamati disturbi del sonno.

P a g . 131 | 233 Tab. 15

CASI CONTROLLI

PSQI – LATENZA DI SONNO 0: 59 (31%) 1: 55 (28.9%) 2: 36 (18.9%) 3: 40 (21%) Media: 1.3 +/- 1.1

0: 103 (39.9%) 1: 90 (34%) 2: 49 (18.5%) 3: 23 (8.7%) Media: 1.0 +/- 1.0

Casi: 59 pazienti (31% dei pazienti) riferisce i valori più positivi di latenza di sonno – indicant i un tempo di addormentamento inferiore ai 15 minuti e nessun episodio di necessità di un tem po di addormentamento superiore ai 30 minuti nell’ultimo mese, 55 (29%) valori medio-positi vi, 36 (19%) valori medio-negativi e 40 soggetti (21%) valori negativi – indicanti la necessità di un tempo di addormentamento tra i 30 e 60 minuti o superiore i 60 minuti almeno 3 volte a settimana.

Controlli: 103 soggetti di controllo (40% dei soggetti di controllo) riferisce i valori più positivi di latenza di sonno, 90 (34%) valori medio-positivi, 49 (19%) valori medio-negativi e 23 sogg etti (9%) valori negativi.

Come visibile in Tab. 15, nel caso della latenza di sonno si constatano differenze significat ive (p-value= 0.0018) tra casi e controlli, evidenziano come la latenza di sonno risulti media mente peggiore dei soggetti con disturbi del sonno.

Tab. 16

CASI CONTROLLI

PSQI – DURATA DI SONNO 0: 45 (23.7%) 1: 87 (45.8%) 2: 33 (17.4%) 3: 25 (13.2%) Media: 1.2 +/- 0.9

0: 114 (43%) 1: 109 (41.1%) 2: 30 (11.3%) 3: 12 (4.5%) Media: 0.7 +/- 0.8

Casi: 45 pazienti (24% dei pazienti) riferisce di dormire più di 7 ore a notte, 87 (46%) tra le 6 e le 7 ore a notte, 33 (17%) tra le 5 e le 6 ore, e 25 (13%) meno di 5 ore.

P a g . 132 | 233 Controlli: 114 soggetti di controllo (43% dei soggetti di controllo) riferiscono di dormire più d i 7 ore a notte, 109 (41%) tra le 6 e le 7 ore a notte, 30 (11%) tra le 5 e le 6 ore e 12 soggetti (5

%) meno di 5 ore.

Come esplicitato in Tab. 16, anche nel caso della durata di sonno sono riscontrabili differe nze significative tra casi e controlli (p-value: 1,242e-05) per le quali, in media, i soggetti co n disturbi del sonno hanno una durata di sonno minore dei soggetti di controllo.

Tab. 17

CASI CONTROLLI

PSQI – EFFICACIA ABITUALE DI SONNO

0: 98 (51.6%) 1: 41 (21.6%) 2: 29 (15.3%) 3: 22 (11.6%)

Di cui misperception:

8 (4.2% dei casi) Media: 0.8 +/- 1.1

0: 178 (67.2%) 1: 46 (17.4%) 2: 21 (7.9%) 3: 20 (7.5%)

Di cui misperception: 19 (7.2% dei controlli) Media: 0.5 +/- 0.9

Casi: In merito all’efficacia abituale di sonno (data dal rapporto tra le ore di sonno medie dorm ite e il numero delle ore passate a letto), 98 pazienti (52% dei pazienti) riferisce un’efficacia a bituale di sonno >85% - di questi però, 8 soggetti (4% dei pazienti) hanno una misperception r itenendo di dormire più tempo di quello effettivamente passato a letto, 41 pazienti (22%) riferi scono un’efficacia di sonno tra 75-84%, 29 pazienti (15%) riferiscono un’efficacia di sonno tr a 65-74% e 22 soggetti (12%) <65%.

Controlli: 178 soggetti di controllo (67% dei soggetti di controllo) riferiscono un’efficacia abit uale di sonno >85% - di questi però, 19 soggetti (7% dei soggetti di controllo) hanno una misp erception ritenendo di dormire più tempo di quello effettivamente passato a letto, 46 soggetti c ontrollo (17%) riferiscono un’efficacia di sonno tra 75-84%, 21 soggetti controllo (8%) riferis cono un’efficacia di sonno tra 65-74% e 20 soggetti (8%) <65%.

P a g . 133 | 233 Come indicato in Tab. 17, la differenza tra casi e controlli sull’efficacia abituale di sonno r isulta anche in questo caso significativa (p-value: 0.005002) a favore di una migliore effica cia di sonno media nel gruppo dei controlli.

Tab. 18

CASI CONTROLLI

PSQI – DISTURBI DI SONNO 0: 6 (3.2%) 1: 112 (58.9%) 2: 69 (36.3%) 3: 3 (1.6%) Media: 1.3 +/- 0.6

0: 10 (3.8%) 1: 176 (66.4%) 2: 75 (28.3%) 3: 4 (1.5%) Media: 1.2 +/- 0.6

Casi: Dall’eventuale presenza e relativa frequenza di disturbi del sonno (risvegli notturni e ant icipati, difficoltà di respiro durante il sonno, russare o tosse, percezione di eccessivo caldo o fr eddo, presenza di brutti sogni, dolori e disturbi di altra natura indicati dal soggetto): 6 pazienti (3% dei pazienti) non riferisce di riconoscere sulla sua persona la presenza di uno dei disturbi i ndicati [è opportuno tenere in considerazione che alcuni disturbi possono essere non percepiti i n prima persona ma bensi rilevati da eventuali altre persone che possono assistervi – a riguard o ci si riferisce agli item 10a-e],

112 pazienti (59%) riferiscono una presenza medio bassa di disturbi del sonno, 69 pazienti (36

%) riferiscono una presenza medio alta di disturbi del sonno e 3 soggetti (2%) riferiscono un’a lta presenza di disturbi del sonno

Controlli: 10 soggetti di controllo (4% dei soggetti di controllo) non riferisce di riconoscere su lla sua persona la presenza di uno dei disturbi indicati [è opportuno tenere in considerazione c he alcuni disturbi possono essere non percepiti in prima persona ma bensi rilevati da eventuali altre persone che possono assistervi – a riguardo ci si riferisce agli item 10a-e],

176 soggetti di controllo (66%) riferiscono una presenza medio bassa di disturbi del sonno, 75 pazienti (28%) riferiscono una presenza medio alta di disturbi del sonno e 4 soggetti (2%) rifer iscono un’alta presenza di disturbi del sonno.

P a g . 134 | 233 Dai dati, riscontrabili in Tab. 18, sebbene si noti una leggera prevalenza di riscontro di disturb i medi nei casi, non si riscontrano differenze significative tra casi e controlli: ciò indica co me anche nel gruppo dei soggetti senza disturbi del sonno conclamati siano stati effettiva mente riconosciuti dei disturbi che hanno compromesso la qualità di sonno percepita, come notato in precedenza.

Tab. 19

CASI CONTROLLI

PSQI – USO DI IPNOTICI 0: 107 (56.3%)

1: 4 (2.1%) 2: 6 (3.1%) 3: 73 (38.4%) Media: 1.2 +/- 1.4

0: 208 (78.5%) 1: 21 (7.9%) 2: 11 (4.1%) 3: 25 (9.4%) Media: 0.4 +/- 0.9

Casi: 107 pazienti (56%) riferisce di non far uso di farmaci prescritti o da banco per migliorare il sonno, 4 pazienti (2%) riferisce di farne uso meno di 1 volta a settimana, 6 (3%) pazienti di f arne uso 1 o 2 volte a settimana e 73 pazienti (38%) di farne uso più di 3 volte a settimana Controlli: 208 soggetti di controllo (78%) riferisce di non far uso di farmaci prescritti o da ban do per migliorare il sonno, 21 soggetti (8%) riferisce di farne uso meno di 1 volta a settimana, 11 (4%) soggetti di farne uso 1 o 2 volte a settimana e 25 (9%) soggetti di farne uso piu di 3 v olte a settimana.

Tra i due campioni si riscontra una differenza significativa sull’uso di ipnotici (p-value: 1 .466e-12): in media i soggetti con disturbi del sonno fanno un uso maggiore di ipnotici.

Nello specifico, come osservabile in Tab. 19, si riscontra una distribuzione diversa dell’uso di ipnotici che incide in particolare per le frequenze degli indici estremi indicanti frequenze setti manali di non impiego e massimo uso di ipnotici.

Tab. 20

P a g . 135 | 233

CASI CONTROLLI

PSQI – DISTURBI DURANTE IL GIORNO

0: 62 (32.6%) 1: 81 (42.6%) 2: 35 (18.4%) 3: 12 (6.3%) Media: 0.9 +/- 0.9

0: 65 (24.5%) 1: 140 (52.8%) 2: 50 (18.9%) 3: 10 (3.8%) Media: 1 +/- 0.8

Casi: In merito ai disturbi impattanti durante il giorno (sonnolenza durante le attività e difficol tà di mantenimento dell’entusiasmo, rispettivamente valutati in termini di frequenza ed entità d el disturbo) 62 pazienti (33%) riferisce di non recepire disturbi durante il giorno, 81 pazienti ( 43%) riferisce di recepire modesti problemi durante il giorno, 35 pazienti (18%) riferisce di re cepire discreti problemi durante il giorno e 12 pazienti (6%) riferisce di recepire seri problemi durante il giorno.

Controlli: In merito ai disturbi impattanti durante il giorno (sonnolenza durante le attività e dif ficoltà di mantenimento di entusiasmo, rispettivamente valutati in termini di frequenza ed entit à del disturbo) 65 soggetti di controllo (25%) riferisce di non recepire disturbi durante il giorn o, 140 soggetti di controllo (53%) riferisce di recepire modesti problemi durante il giorno, 50 s oggetti di controllo (19%) riferisce di recepire discreti problemi durante il giorno e 10 pazienti (4%) riferisce di recepire seri problemi durante il giorno.

Tra casi e controlli non si riscontra una differenza significativa sulla base dei disturbi du rante il giorno, che risultano di gravità similare tra i due gruppi (Tab. 20).

3.3.3.3.1 PSQI – gruppo di appartenenza

Differenze significative nei dati indicanti la qualità di sonno, derivati dal punteggio del questionario Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI), sono riscontrabili sia tra il gruppo dei casi e il gruppo dei controlli (p-value < 0.001), sia sulla base del genere di appartenenza (p-value < 0.001) (Tab. 21). Come ipotizzabile la qualità di sonno differisce a seconda che i soggetti appartengano al gruppo dei casi, dunque, abbiano già in maniera pregressa dei disturbi del sonno, o al gruppo dei controlli. Già precedentemente nell’analisi descrittiva sono state

P a g . 136 | 233 individuate delle medie diverse tra i due gruppi – rispettivamente di 8,4 +/- 4,09 (range 1-18) nei casi e di 6.3 +/- 3,54 (range 0-18) nei controlli – e si era già sottolineato che il cut-off indicante scarsa qualità di sonno fosse stato superato in media anche nei controlli. Sebbene entrambi i gruppi abbiano valori medi indicanti scarsa qualità di sonno, i due gruppi differiscono significativamente a sfavore del gruppo dei soggetti con disturbi del sonno.

Tab. 21

3.3.3.3.2 PSQI – genere di appartenenza

Analizzando nello specifico, sulla base dell’appartenenza al gruppo dei casi, dunque tra i soggetti con disturbi del sonno pregressi, si riscontra che le donne presentano in media punteggi significativamente maggiori degli uomini (p-value < 0.001), con una differenza media di 1,67 punti (Tab.22).

Tab. 22

Le donne afferenti al gruppo dei soggetti con disturbi del sonno risultano inoltre avere punteggi significativamente diversi anche rispetto alle altre donne e agli uomini afferenti al gruppo dei controlli (p-value < 0.001) (Tab. 23). Significativa, ma più prossimo alla soglia rispetto ai valori

P a g . 137 | 233 di significatività precedenti, risulta anche la differenza tra casi e controlli sulla base del genere maschile (p-value= 0.032), completando in questo modo l’informazione relativa alle differenze significative sulla base del genere femminile per evidenziare una differenza significativa tra il gruppo dei casi e dei controlli per entrambi i generi di appartenenza (Tab. 23).

Tab. 23

Le donne appaiono la categoria più vulnerabile sia nei casi che nei controlli, presentando i punteggi più alti di PSQI (rispettivamente nei casi: 10 ± 3.8 nelle donne vs 7.3 ± 3.9 negli uomini; nei controlli: 6.6 ± 3.6 nelle donne vs 6.0 ± 3.4 negli uomini) (p-value < 0.001) (Tab. 22).

Come illustrato anche dal grafico, la condizione di genere implica delle differenze significative sulla qualità di sonno. Risulta già nota in letteratura una predisposizione di vulnerabilità sulla base del genere femminile nei confronti del vissuto pandemico e conseguenti ripercussioni. Il dato in esame fornisce un riscontro di ulteriore criterio di vulnerabilità determinato dalla compresenza di disturbi del sonno e genere femminile cui prestare la dovuta attenzione.

Differenza tra i valori del questionario PSQI tra casi e controlli, distinti sulla base del genere

PSQI

P a g . 138 | 233 3.3.3.3.3. PSQI – genere e infezione da COVID-19

L’esser risultati positivi al COVID19 non sembra essere un fattore che determini delle differenze significative sulla qualità di sonno stimata mediante il PSQI (p-value 0.680) (Tab.

24).

Tab. 24

Permangono, anche in questo caso, delle differenze di genere che evidenziano nuovamente una maggiore vulnerabilità nei soggetti di genere femminile (p-value = 0.002), con differenze medie di 1,41 punti (Tab. 25).

Tab. 25

Differenze significative si riscontrano specificatamente nel gruppo dei casi tra i soggetti di genere femminile e maschine (p-value= 0.001) e tra i sogetti con disturbi del sonno di genere femminile e i controlli di genere maschile e femminile (p-value < 0.001). In questo caso non si evidenzia una differenza significativa sulla base del genere maschile tra i due gruppi (Tab. 26).

P a g . 139 | 233 Tab. 26

Come descritto graficamente, i soggetti con disturbi del sonno di genere femminile presentano una condizione di scarsa qualità di sonno molto accentuata (superiore al cut-off di 5 punti) rispetto ai soggetti di genere maschile e ai soggetti di genere femminile o maschile afferenti al gruppo dei controlli. Le maggiori differenze di genere e punteggi PSQI si riscontrano tra i soggetti che non sono mai risultati positivi al COVID-19 (0). In particolare, osservando la distinzione tra soggetti che hanno contratto l’infezione da COVID-19 (1) rispetto a quelli che non vi sono mai entrati in contatto si notano dei valori medi di qualità di sonno piu prossimi nei soggetti con disturbi del sonno tra uomini, in cui la media dei punteggi di PSQI subisce un aumento, e donne, in cui la media presenta una riduzione. Anche nel caso dei controlli afferenti al gruppo dei soggetti aventi avuto un infezione da COVID-19, si nota un’approssimazione dei punteggi medi di PSQI tra uomini e donne. A prescindere dal genere però, nei soggetti risultati positivi al COVID-19, si conferma una qualità di sonno piu scarsa nei soggetti con disturbi del sonno.

Differenza dei punteggi di qualità di sonno (PSQI) tra casi e controlli - distinti sulla base del genere - a seconda di avvenuta infezione (1) o non avvenuta infezione (0) da COVID-19

P a g . 140 | 233 3.3.3.3.4. PSQI – genere e ricovero per infezione da COVID19

Differenze di punteggio significative relative alla qualità di sonno (PSQI) si riscontrano tra gruppo di casi e di controlli nei casi di ricovero a seguito di positività COVID-19 (p-value <

0.001). La significatività risulta invece a soglia nel caso della considerazione del genere di appartenenza con effetto di interazione al ricovero a seguito di positività COVID-19 (p-value = 0.005) (Tab. 27).

Tab. 27

Nei soggetti ricoverati a seguito dell’infezione (1) si riscontrano punteggi indicanti una qualità di sonno piu scarsa nei controlli rispetto ai casi.

L’esiguo numero di soggetti di controllo ricoverati non permette tuttavia una stima accurata di tale differenza. Dal punto di vista descrittivo è possibile notare che nel campione, sulla base dell’avvenuto ricovero, si constata una qualità di sonno migliore nei casi che nei controlli. Addirittuta il punteggio medio dei soggetti femminili risulta nel cutoff di 5 punti e prospetta una condizione di minore vulnerabilità ai disturbi del sonno nelle donne ricoverate rispetto agli uomini ricoverati. La medesima

Differenza dei punteggi di qualità di sonno (PSQI) tra casi e controlli - distinti sulla base del genere - a seconda di avvenuto ricovero (1) o non avvenuto ricovero (0) a seguito di infezione COVID-19

P a g . 141 | 233 condizione di svantaggio apparente per gli uomini si riscontra anche nei controlli. Il riscontro appare speculare a quanto riscontrato fin ora ma l’esigua presenza di soggetti di controllo ricoverati non consente di rendenre la stima statisticamente rilevante ed è pertanto attribuibile a fattori casuali. Tali differenze di genere tra casi e controlli non risultano però statisticamente significative (Tab. 28).

Tab. 28

3.3.3.3.5. PSQI – cambiamento lavorativo

Il cambiamento lavorativo ha determinato una differenza significativa nel punteggio PSQI tra i due gruppi in esame (p-value= 0.001) (Tab. 29), con una differenza media di 2,65 punti (Tab. 30).

Tab. 29

P a g . 142 | 233 Tab. 30

Nello specifico è possibile constatare che tale differenza significativa di punteggio PSQI si riscontra tra i soggetti con disturbi del sonno che hanno cambiato lavoro e i controlli che non l’hanno cambiato (p-value < 0.001, con un’accentuata differenza di media di 4.859 punti) e tra i soggetti con disturbi del sonno che non hanno cambiato lavoro e i controlli che non hanno cambiato lavoro (p-value < 0.001, con una differenza di media di 2.358 punti) (Tab. 31). A soglia risulta la differenza all’interno del gruppo dei casi tra i soggetti che hanno e che non hanno cambiato lavoro (p-value= 0.056) (Tab. 31). Mentre l’assenza di cambiamento lavorativo non evidenzia delle ripercussioni sulla qualità di sonno, nei soggetti che hanno subito un cambiamento lavorativo dovuto alla pandemia si evidenziano ripercussioni sulla qualità di sonno, sia nei casi che nei controlli.

Tab. 31

3.3.3.4 Valutazione dei casi di alimentazione notturna

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