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Il metodo di analisi degli strument

6.2 L’analisi dei questionari degli studenti CLIL

6.2.2 L’analisi della Scala 2 del Questionario dello Studente CLIL

I 14 item costituenti la Scala 2 del questionario dello studente (Mi impegno a studiare la materia in lingua straniera (in CLIL) perché…) sono stati sottoposti ad analisi esplorativa dei componenti principali, utilizzando il software SPSS. Lo scopo di questa analisi è quello di capire quali siano le principali dimensioni (i.e. i diversi tipi di motivazione) sottostanti i dati raccolti con questa scala. Prima di effettuare l’analisi, è stata verificata l’idoneità dei dati raccolti258: un’attenta ispezione della matrice di correlazione ha rivelato la presenza di non

molti coefficienti pari a .3 o superiori; tuttavia, il valore dell’indicatore di adeguatezza del campione Kaiser-Meyer-Olkin (KMO) è .838, superiore al valore consigliato di .6 (Kaiser, 1970, 1974); infine, il test della sfericità di Bartlett (Bartlett, 1954) ha raggiunto

256 La sigla A7 indica l’ALLEGATO 7. 257Trasformazione reflect & square root.

258 A questa scala ha risposto il 99.3% del campione (N=678). Le risposte mancanti sono dovute al fatto che 5

rispondenti hanno dato risposta negativa alla domanda precedente (Mi impegno a studiare la materia in lingua straniera (in CLIL)...) e quindi sono stati automaticamente indirizzati a rispondere alla Scala 3 (cfr. § 5.4.1.2).

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significatività statistica (Sig. .000), supportando così la fattoriabilità della matrice di correlazione (Tabella A7.2.1).

L’analisi dei componenti principali ha rivelato la presenza di tre componenti con autovalori superiori a 1, i quali spiegano rispettivamente il 33.9%, il 17.3% e il 8.8% della varianza. Sia l’analisi parallela che lo screeplot suggeriscono di mantenere tutti e tre i componenti. In particolare, i risultati dell’analisi parallela individuano tre componenti con autovalori superiori ai corrispondenti valori criterio della matrice di dati (14 variabili x 678 rispondenti) generata casualmente dal software (Tabella A7.2.2). Dall’ispezione dello screeplot (Catell, 1966) (Figura A7.2.1) si individua un gomito evidente dopo il terzo componente: l’interpretazione del grafico suggerisce di mantenere tre componenti. D’accordo con quanto suggerito dalle analisi effettuate e dallo screeplot, si è deciso di mantenere tutti e tre i componenti individuati. La soluzione a tre componenti spiega complessivamente il 60% della varianza.

Per facilitare l’interpretazione di questi quattro componenti, è stata effettuata la rotazione obliqua (Direct Oblimin). La soluzione ruotata ha rivelato la presenza di una struttura in cui tutti e tre i componenti presentano pesi fattoriali piuttosto alti (tutti superiori a .3) e tutti gli item pesano sostanzialmente su un solo componente (Tabella A7.2.3). Esiste una minima correlazione negativa tra i tre componenti individuati (Tabella A7.2.4). I risultati di questa analisi preliminare, supportano la decisione di scomporre la scala in 3 subscale separate. Inoltre, dal momento che ciascuna subscala individua un tipo diverso di motivazione, i totali di ciascuna subscala non verranno sommati in un totale unico.

Le tre subscale individuate sono le seguenti:

subscala 2.1 (alfa di Cronbach= .859), costituita dagli item riferiti al primo componente (i.e. 2a, 2c, 2e, 2f, 2g, 2m, 2n);

subscala 2.2 (alfa di Cronbach= .719), costituita dagli item riferiti al terzo componente (i.e. 2d, 2h, 2i);

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subscala 2.3 (alfa di Cronbach= .724), costituita dagli item riferiti al secondo componente (i.e.2b, 2l, 2p)259.

Sommando i punteggi dei singoli item di ciascuna subscala sono stati computati i relativi totali i quali, come vedremo a breve, rappresentano le tre variabili continue indicanti tre tipi di motivazione. Ciascuna variabile è stata sottoposta al controllo della normalità della distribuzione, allo scopo di verificare che i parametri per poter applicare le tecniche statistiche parametriche siano rispettati.

Per quanto riguarda la variabile individuata dal totale della subscala 2.1 (TOT Subscala 2.1: P.Max=42; Media=30.7; Dev.St.=6.3; N=678), il test di normalità di Kolmogorov-Smirnov ha significatività inferiore a .05 (circostanza frequente in campioni numerosi) e il Q-Q plot (Figura A7.2.4) non permette di affermare che la distribuzione sia normale. Per risolvere questo aspetto problematico, la variabile è stata trasformata matematicamente260 e si è

ottenuta una nuova variabile. Osservando l’istogramma (Figura A7.2.3) e il Q-Q plot

(Figura A7.2.5) si può ragionevolmente affermare che la distribuzione sia normale, anche se il test di normalità di Kolmogorov-Smirnov ha significatività inferiore a .05 (circostanza frequente in campioni numerosi).

Invece, per quanto riguarda la variabile individuata dal totale della subscala 2.2 (TOT Subscala 2.2: P.Max=18; Media=10.1; Dev.St.=3.6; N=678), osservando l’istogramma (Figura A7.2.8) e il Q-Q plot (Figura A7.2.9) si può ragionevolmente affermare che la distribuzione sia normale, anche se il test di normalità di Kolmogorov-Smirnov ha significatività inferiore a .05 (circostanza frequente in campioni numerosi).

Infine, per quanto riguarda la variabile individuata dal totale della subscala 2.3 (TOT Subscala 2.3: P.Max=18; Media=8.3; Dev.St.=3.7; N=678), il test di normalità di

259 Dalla subscala 2.3 è stato eliminato l’item 2o perché abbassa il coefficiente di affidabilità (alfa di Cronbach=

.691). Si è dunque preferito eliminare l’item e le relative risposte dal dataset per evitare di abbassare troppo l’affidabilità della subscala.

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Kolmogorov-Smirnov ha significatività inferiore a .05 (circostanza frequente in campioni numerosi) e l’istogramma (Figura A7.2.11) non permette di affermare che la distribuzione sia normale. Per risolvere questo aspetto problematico, la variabile è stata trasformata matematicamente261 e si è ottenuta una nuova variabile. Osservando il Q-Q plot (Figura

A7.2.14) si può ragionevolmente affermare che la distribuzione sia normale, anche se sia l’istogramma (Figura A7.2.12) che il test di normalità di Kolmogorov-Smirnov indicano il contrario. Questa variabile, dunque, potrebbe non essere adatta alle tecniche parametriche e si dovrà contemplare l’adozione delle corrispondenti tecniche non parametriche.

Per riassumere, le tre variabili continue rappresentate dai totali di subscala individuano tre tipi diversi di motivazione. In particolare:

la variabile TOT Subscala 2.1 individua la motivazione intrinseca262: essa caratterizza la

scelta autonoma da parte dello studente di impegnarsi nell’apprendimento in CLIL. Due sono le principali ragioni alla base di questa scelta: da un lato, l’interesse verso il CLIL, la soddisfazione derivante dall’affrontare una sfida, il piacere legato

all’apprendimento in modalità CLIL; dall’altro, il desiderio dello studente di crescere e svilupparsi sotto il profilo personale, cognitivo-intellettivo e linguistico;

la variabile TOT Subscala 2.2 individua la regolazione esterna263: essa caratterizza la

decisione dello studente di impegnarsi nell’apprendimento in CLIL quando questa è interamente controllata da fattori che sono esterni all’individuo, nel nostro caso la prospettiva di trovare un lavoro più prestigioso e remunerativo in futuro e il fatto di non venir meno alle aspettative dei propri genitori;

261Trasformazione nr.1 square root; trasformazione nr. 2 square root.

262Gli item che contribuiscono maggiormente al punteggio di subscala sono quello relativo allo sviluppo della

propria competenza in LS (2m), quello relativo allo sviluppo delle proprie capacità intellettive (2g) e quello relativo alla dimensione dell’interesse (2f).

263Gli item che contribuiscono maggiormente al punteggio di subscala sono quello relativo al desiderio di

trovare un lavoro futuro più prestigioso (2i) e quello relativo al desiderio di ricevere uno stipendio futuro maggiore (2d).

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la variabile TOT Subscala 2.3 individua l’amotivazione (non regolazione)264: essa

caratterizza un comportamento – l’apprendimento in CLIL – che non è motivato, non è auto-regolato (Ryan & Deci, 2000). Lo studente non è spinto265 ad apprendere in CLIL

da alcuna ragione o intenzione specifica ma risponde passivamente alla situazione esistente (cfr. § 1.2.3).

L’espressione-ombrello di motivazione degli studenti CLIL che abbiamo utilizzato nella formulazione delle domande di ricerca (cfr. § 5.2) comprende, dunque, tutti e tre i tipi di motivazione che sono stati appena descritti.