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I RISULTATI DELLA RICERCA

7.2.1 Domanda 2: variabili utilizzate, analisi effettuate e risposta

Le variabili utilizzate nelle analisi statistiche condotte al fine di rispondere alla domanda di ricerca 2288 sono state ottenute a partire dall’analisi preliminare delle risposte alla Scala 1

(cfr. § 6.1.1), alla Scala 5 (cfr. § 6.1.5) e alle domande aperte conclusive (cfr. § 6.1.11) del Questionario dell’Insegnante CLIL. Esse sono le seguenti:

1. motivazione intrinseca, ricavata a partire dalla trasformazione del totale della subscala 1.1 (TOT Subscala 1.1);

2. regolazione identificata, ricavata a partire dalla trasformazione del totale della subscala 1.2 (TOT Subscala 1.2);

3. regolazione esterna, corrispondente al totale della subscala 1.3 (TOT Subscala 1.3); 4. amotivazione, corrispondente al totale della subscala 1.4 (TOT Subscala 1.4); 5. consapevolezza linguistica, corrispondente al totale della Scala 5 (TOT Scala 5); 6. consapevolezza metodologica, corrispondente all’insieme dei punteggi ottenuti dagli

insegnanti nelle domande aperte (TOT Risp 13 e 14).

Per quanto riguarda la distribuzione dei dati delle variabili relative ai diversi tipi di motivazione, le prime tre – motivazione intrinseca, regolazione identificata e regolazione esterna – sono distribuite in modo normale, mentre la quarta – amotivazione – non lo è. Per quanto riguarda, invece, la distribuzione dei dati delle due variabili relative alle due diverse forme di consapevolezza – linguistica e metodologica – essa è normale in entrambi i casi. Nelle analisi statistiche riguardanti le variabili distribuite in modo normale vengono

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utilizzate le tecniche parametriche, mentre in quelle riguardanti le variabili non normali vengono adottate le corrispondenti tecniche non parametriche, come vedremo a breve. Per rispondere alla domanda di ricerca 2, sono state condotte delle analisi di correlazione289

in modo da calcolare l’entità e la direzione della relazione290 fra ciascuna delle quattro

variabili continue indicanti i diversi tipi di motivazione con ciascuna delle variabili continue indicanti le due forme di consapevolezza, linguistica e metodologica291. Nella

Tabella 11 sono indicati in maniera riassuntiva tutti i coefficienti di correlazione ottenuti, a seguito delle analisi effettuate. Andremo ora a spiegare i risultati più significativi.

Tabella 11. Coefficienti di correlazione fra le quattro variabili relative alla motivazione e le due variabili

relative alla consapevolezza

Consapevolezza linguistica (TOT Scala 5)

Consapevolezza metodologica (TOT Risposte 13 e 14)

Motivazione intrinseca (TOT Subscala 1.1) r=.56 ** r=.28 **

Regolazione identificata (TOT Subscala 1.2) r=.64 ** r=.35 **

Regolazione esterna (TOT Subscala 1.3) r=.06 r=.02

Amotivazione (TOT Subscala 1.4) rho=-.36 ** rho=-.17 *

* p<.05 (two-tailed) ** p<.01 (two-tailed)

Come possiamo osservare in Tabella 11, esiste una relazione importante tra il grado di motivazione intrinseca degli insegnanti CLIL e la loro consapevolezza, sia linguistica che metodologica:

• la relazione tra motivazione intrinseca e consapevolezza linguistica è stata investigata utilizzando il coefficiente di correlazione r di Pearson. Sono state condotte analisi preliminari per assicurare che non vi sia violazione dei parametri di normalità (cfr. §

289Per le variabili distribuite in modo normale, il coefficiente parametrico calcolato è il Pearson product-

moment correlation coefficient (r). Il suo corrispondente non parametrico, calcolato per le variabili distribuite in modo non normale, è lo Spearman rank-order correlation coefficient (rho).

290La correlazione non misura rapporti di causa-effetto tra variabili: si limita ad indicare ‘quanto’ due variabili

variano insieme (i.e. entità, forza della correlazione) e in quale direzione, positiva (i.e. aumentano o diminuiscono entrambe) o negativa (i.e. una aumenta e l’altra diminuisce, o viceversa).

291Tutti i grafici e le tabelle relative alle analisi statistiche a cui facciamo riferimento in questa sezione (i.e. §

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6.1.1 e § 6.1.5), linearità e omoschedasticità (Figura A10.1292). C’è una correlazione

positiva di elevata entità293 tra le due variabili, r=.56 (N=187; p<.01 two-tailed)294: ad

elevata motivazione intrinseca corrisponde elevata consapevolezza linguistica, e viceversa. In particolare, le due variabili analizzate condividono il 31.36% della loro varianza295;

• anche la relazione tra motivazione intrinseca e consapevolezza metodologica è stata investigata utilizzando il coefficiente di correlazione r di Pearson. Sono state condotte analisi preliminari per assicurare che non vi sia violazione dei parametri di normalità (cfr. § 6.1.1 e § 6.1.11), linearità e omoschedasticità (Figura A10.2). C’è una correlazione positiva di medio-bassa entità tra le due variabili, r=.28 (N=159; p<.01 two-tailed)296: ad

elevata motivazione intrinseca corrisponde elevata consapevolezza metodologica, e viceversa. In particolare, le due variabili analizzate condividono il 7.84% della loro varianza.

292 La sigla A10 indica l’ALLEGATO 10.

293 Cohen (1988) propone le seguenti linee-guida per l’interpretazione dei valori del coefficiente r di Pearson:

da r=.10 a r=.29 bassa correlazione da r=.30 a r=.49 media correlazione da r=.50 a r=1 elevata correlazione

294 Il coefficiente di correlazione r ottenuto è negativo (r=-.56; Tabella A10.1): questo è dovuto al fatto che

sono state messe in relazione due variabili di cui una, i.e. motivazione intrinseca, ottenuta da trasformazione matematica della variabile di partenza TOT Subscala 1.1 (trasformazione reflect and logarithm, cfr. § 6.1.1) e l’altra, i.e. consapevolezza linguistica, non trasformata (cfr. § 6.1.5). Per effetto della trasformazione reflect, i punteggi della variabile di cui sopra vanno interpretati in modo inverso (Tabachnick & Fidell, 2014: p. 122): ne consegue che la correlazione tra le due variabili è positiva, non negativa. La positività della relazione tra le due variabili è inoltre confermata dal segno del coefficiente rho di Spearman ottenuto mettendo in

correlazione le due variabili non trasformate (rho=.55; Tabella A10.2).

295 Se due variabili A e B condividono, ad esempio, il 30% della loro varianza significa che la variabile A aiuta a

spiegare il 30% della variabile B, e viceversa.

296 Il coefficiente di correlazione r ottenuto è negativo (r=-.28; Tabella A10.3): questo è dovuto al fatto che

sono state messe in relazione due variabili di cui una, i.e. motivazione intrinseca, ottenuta da trasformazione matematica della variabile di partenza TOT Subscala 1.1 (trasformazione reflect and logarithm, cfr. § 6.1.1) e l’altra, i.e. consapevolezza metodologica, non trasformata (cfr. § 6.1.11). Per effetto della trasformazione reflect, i punteggi della variabile di cui sopra vanno interpretati in modo inverso (Tabachnick & Fidell, 2014: p. 122): ne consegue che la correlazione tra le due variabili è positiva, non negativa. La positività della relazione tra le due variabili è inoltre confermata dal segno del coefficiente rho di Spearman ottenuto mettendo in

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Osservando la Tabella 11, possiamo inoltre notare che esiste una relazione importante tra il grado di regolazione identificata degli insegnanti CLIL e la loro consapevolezza, sia

linguistica che metodologica:

• la relazione tra regolazione identificata e consapevolezza linguistica è stata investigata utilizzando il coefficiente di correlazione r di Pearson. Sono state condotte analisi preliminari per assicurare che non vi sia violazione dei parametri di normalità (cfr. § 6.1.1 e § 6.1.5), linearità e omoschedasticità (Figura A10.3). C’è una correlazione positiva di elevata entità tra le due variabili, r=.64 (N=187; p<.01 two-tailed)297: ad elevata

regolazione identificata corrisponde elevata consapevolezza linguistica, e viceversa. In particolare, le due variabili analizzate condividono il 40.96% della loro varianza; • anche la relazione tra regolazione identificata e consapevolezza metodologica è stata

investigata utilizzando il coefficiente di correlazione r di Pearson. Sono state condotte analisi preliminari per assicurare che non vi sia violazione dei parametri di normalità (cfr. § 6.1.1 e § 6.1.11), linearità e omoschedasticità (Figura A10.4). C’è una correlazione positiva di media entità tra le due variabili, r=.35 (N=159; p<.01 two-tailed)298: ad elevata

297 Il coefficiente di correlazione r ottenuto è negativo (r=-.64; Tabella A10.5): questo è dovuto al fatto che

sono state messe in relazione due variabili di cui una, i.e. regolazione identificata, ottenuta da trasformazione matematica della variabile di partenza TOT Subscala 1.2 (trasformazione nr.1 reflect and square root; trasformazione nr. 2 square root, cfr. § 6.1.1) e l’altra, i.e. consapevolezza linguistica, non trasformata (cfr. § 6.1.5). Per effetto della trasformazione reflect, i punteggi della variabile di cui sopra vanno interpretati in modo inverso (Tabachnick & Fidell, 2014: p. 122): ne consegue che la correlazione tra le due variabili è positiva, non negativa. La positività della relazione tra le due variabili è inoltre confermata dal segno del coefficiente rho di Spearman ottenuto mettendo in correlazione le due variabili non trasformate (rho=.61; Tabella A10.6).

298 Il coefficiente di correlazione r ottenuto è negativo (r=-.35; Tabella A10.7): questo è dovuto al fatto che

sono state messe in relazione due variabili di cui una, i.e. regolazione identificata, ottenuta da trasformazione matematica della variabile di partenza TOT Subscala 1.2 (trasformazione nr.1 reflect and square root;

trasformazione nr. 2 square root, cfr. § 6.1.1) e l’altra, i.e. consapevolezza metodologica, non trasformata (cfr. § 6.1.11). Per effetto della trasformazione reflect, i punteggi della variabile di cui sopra vanno interpretati in modo inverso (Tabachnick & Fidell, 2014: p. 122): ne consegue che la correlazione tra le due variabili è positiva, non negativa. La positività della relazione tra le due variabili è inoltre confermata dal segno del coefficiente rho di Spearman ottenuto mettendo in correlazione le due variabili non trasformate (rho=.29; Tabella A10.8).

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regolazione identificata corrisponde elevata consapevolezza metodologica, e viceversa. In particolare, le due variabili analizzate condividono il 12.25% della loro varianza.

Osservando la Tabella 11, possiamo inoltre notare che esiste una relazione importante tra il grado di amotivazione degli insegnanti CLIL e la loro consapevolezza linguistica: questa relazione è stata investigata utilizzando il coefficiente di correlazione rho di Spearman, in quanto la variabile amotivazione non rispetta il parametro di normalità della distribuzione (cfr. § 6.1.1). C’è una correlazione negativa di media entità tra le due variabili, rho=-.36 (N=187; p<.01 two-tailed): ad elevata amotivazione corrisponde bassa consapevolezza linguistica, e viceversa. In particolare, le due variabili analizzate condividono il 12.96% della loro varianza. Invece, per quanto riguarda la relazione tra l’amotivazione e la

consapevolezza metodologica, essa è negativa ma di bassa entità, rho=-.17 (N=159; p<.05 two-tailed): le due variabili analizzate condividono solo il 2.89% della loro varianza. Infine, per quanto riguarda la relazione tra la regolazione esterna e la consapevolezza sia linguistica che metodologica, i coefficienti di correlazione calcolati hanno valori molto bassi e statisticamente non significativi.

7.2.1.1 Risposta alla domanda di ricerca 2

Alla luce delle analisi effettuate, alla domanda C’è correlazione tra la motivazione

dell’insegnante CLIL e la sua consapevolezza linguistica e metodologica? rispondiamo che esiste una relazione positiva importante e significativa soprattutto fra regolazione

identificata e consapevolezza linguistica (che condividono il 40.96% della loro varianza) e motivazione intrinseca e consapevolezza linguistica (che condividono il 31.36% della loro varianza), ossia fra le due forme più interne e personali di motivazione con la

consapevolezza rispetto all’uso della lingua come strumento di insegnamento all’interno della classe. Esiste inoltre una relazione positiva significativa ma di minore entità fra le stesse due forme di motivazione – regolazione identificata e motivazione intrinseca – e la consapevolezza metodologica, ossia delle caratteristiche della metodologia CLIL (che condividono, rispettivamente, il 12.25% e il 7.84% della loro varianza). Vi è, infine, una

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relazione negativa significativa fra l’amotivazione e la consapevolezza linguistica (che condividono il 12.96% della loro varianza).

Questi risultati confermano, dunque, quanto ipotizzato: maggiore è il livello delle due forme più interne di motivazione (i.e. motivazione intrinseca e regolazione identificata) maggiore è la consapevolezza dei docenti sia rispetto al ruolo della lingua che rispetto al ruolo della metodologia, e viceversa. A ciò si aggiunga la relazione tra amotivazione e consapevolezza linguistica: maggiore è la prima, inferiore è la seconda, e viceversa. Tra le diverse variabili messe in relazione, tuttavia, quelle che appaiono essere più strettamente collegate sono la regolazione identificata e la consapevolezza linguistica.