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A Saarbrücken si ha una “Strada del 13 Gennaio”. Nel campo antistante, il 13 gennaio 1999 l’artista Mia Unverzagt attuò un’esibizione sull’argomento “arte in strada contro l’oblio”, ella completava un cartello di divieto d’accesso della Strada del 13 gennaio con uno vuoto e uno di senso unico messo a gomito. Una foto di quest’opera fu attaccata su 41 facciate grandi del cartello nei dintorni della città di Saarbrücken, ed era completata dalla frase: il 13 gennaio 1935 votarono più del 90% degli abitanti della regione Saarland per il “ritorno” al Terzo Reich. Una delle facciate del cartello si trovava nelle immediate vicinanze della “strada del 13 gennaio”. Il motivo esibito anche su diverse cartoline. La fig. 2 mostra uno dei tre diversi motivi leggeri (v. pag. 34).

Il 13 gennaio 1999 il giornale di Saarbrücken fece il resoconto di quest’esibizione e commentò: si doveva provocare “la fine della tranquillità” (titolo), poi “il nome di una strada, su cui non si è mai indagato, celebra ancora oggi l’annessione della Saarland al Reich di Hitler” (sottotitolo) e questo anche durante il periodo del governo francese nella Saarland, sebbene la strada dal 1949 al 1957 abbia avuto un altro nome. La campagna deve anche avere un altro effetto: con la figura, con le parti linguistiche e con la combinazione di entrambi come testo complessivo, cfr. il “significato del testo allargato”di Spillner (1982, 92).

Innanzi tutto l’opera mostra con una fotografia il cartello stradale della “Strada del 13 gennaio”, per distoglierlo è stato completato da un cartello stradale “vuoto” e da un cartello: “Senso unico posizionato in controsenso”, a questo punto non esiste più nella “realtà”, poiché la strada è percorribile in entrambi i sensi di marcia. Esiste, dunque, una particolare relazione tra l’illustrazione e la riproduzione, anche per quanto riguarda il tema.

Quali sono le altre relazioni in gioco? Quale è il fatto mostrato da interpretare? E quale parte di tutto questo si può interpretare come lingua e/o come figura?

Van Dijk (1980, 158) distingue tra il “canale” tecnico, che qui permette la relazione di parte del testo linguistico e la figura, e il “portatore del testo”, cioè il cartello o la cartolina. Noi riconosciamo i cartelloni come portatori di un messaggio pubblicitario: innanzi tutto per Van Dijk (1997) propongono con la prima ricezione il modello del contesto della “pubblicità”. In relazione all’uso convenzionale del portatore di testo qui non si tratta di pubblicità; ma deve produrre sorpresa, sbalordimento, come si inteso spesso anche nella pubblicità.

In relazione con il tipo d’azione pubblicitaria, che è solita per questo detentore di testo, sono anche da accertare i tratti comuni: il fatto creduto deve prima essere decifrato nei processi chiave. La diversa critica politica

(come tipo d’azione) si estende come di consueto ad altri portatori di testo come i cartelloni pubblicitari.

Il tema è sorprendente per un cartellone pubblicitario, anche per questa relazione. Questo si ottiene sia nella lingua che nella figura e certamente così che questo provoca una tale sorpresa: la figura non riproduce oggetti usuali per la pubblicità e anche in caso contrario non sembra “sobrio per la pubblicità” nel colore e nella forma (fino ad arrivare al cartello stradale di senso unico in bianco e nero). A proposito dell’oggetto di presentazione la figura, inoltre, è stata arricchita da parti rese estranee (il cartello stradale vuoto, il cartello stradale di senso unico). Anche la parte linguistica del testo è stata arricchita. Poi, in relazione agli slogan del trentesimo anno Casa nel Reich! si trovano due campi tematici molto differenti Ritorno (a casa) nel Terzo Reich (modelli mentali per eventi dopo Van Dijk 1997). Ci sono due diversi casi di intertestualità.

Ritorno (a casa) è connotato come semanticamente “positivo”, e Terzo Reich in una visione attualmente semanticamente “neutra”, ma d’altra parte si può anche valutare “negativamente” (secondo il contesto). Queste valutazioni inconciliabili sono collegate direttamente l’una all’altra all’interno del testo (come una relazione interna al testo), e così sono collegate insieme due prospettive contrastanti: quella del 1935 (Casa nel Reich) e quella del periodo seguente la fine del Terzo Reich, per cui la relazione sintattica rimane in sospeso, quanto nel 1935 si poteva riconoscere grande il Reich come già “Terzo Reich”. Inoltre, il tema viene arricchito da un’espressione che rappresenta la mentalità, e viene fatta arrivare metaforicamente attraverso il cartello stradale di senso unico: “L’adesione al Terzo Reich condusse nella direzione sbagliata, ed ebbe delle conseguenze spaventose”, ma anche la figura dell’odierno nome della strada e il suo referente vengono interpretate con il cartello di senso unico- cartello stradale: “ Ancora oggi si va nella direzione sbagliata”.

Con Kress/Van Leeuwen (1996) l’interpretazione va oltre: entrambi i cartelli stradali, quello reale e quello vuoto, “corrono” come “vettori” obliqui “sul cartello di senso unico”, ciò mette in mostra il “legame” e chiude la “dinamica”. Inoltre sul bordo inferiore sinistro della figura il cartello vuoto è parallelo al tetto di una casa moderna con il tetto a terrazzo: entrambi “stanno bene” insieme e distinguono il cartello munito di dicitura. La “modalità” della figura è “realmente” una foto invernale, nonostante (in relazione a) il contenuto della foto sia riprodotto e reso estraneo.

Tuttavia tutte queste qualità fissano nuovamente la vicinanza con la pubblicità (come relazione particolare): il cambiamento di una rappresentazione fotografica e il cambiamento linguistico come tecnica comune (caratteristiche strutturali nel fascio delle caratteristiche); l’effetto deve essere lo stesso come in parte della pubblicità: il rimanere attaccato alla memoria è alla base del lavoro con le offerte. Ma al cospetto di questa vicinanza con la pubblicità diventa comprensibile anche la differenza.

La relazione tra la lingua e la figura come mezzo per realizzare l’azione e la trattazione dei temi esiste in una “integrazione alternata” (Spillner 1982, 92): la figura indica l’oggetto della referenza Strada del 13 gennaio, che viene divulgato attraverso le parti della figura (cartello vuoto e cartello di senso unico). La parte linguistica dell’intero testo fornisce la MOTIVAZIONE della figura, così la figura viene completata (1982, 94). Inoltre, viene determinata (1982, 94) in modo che viene RICHIESTO di sostituire il nome della strada, mentre il cartello vuoto viene riempito con un altro nome. Al contrario la dichiarazione ha la sua importanza prima nel contesto della figura, che commenta la dichiarazione suddetta (1982, 92): “Strano a dirsi questo viene celebrato ancora oggi”. Il cartello stradale a senso unico riempie (1982, 94) la parte linguistica con l’espressione di una valutazione: “Un movimento nella direzione sbagliata”. Spillner (1982) mostra in base ad altri esempi come può essere difficile da interpretare la relazione lingua-figura con questi “testi allargati”.

La relazione tra i fatti manifestati e gli agenti può mostrare – con un sapere corrispondente – in primo luogo l’artista come persona che si esprime in modo politicamente sveglio e consapevole, come individuo con una propria impronta (stile individuale) rispetto ad altri artisti. Per quanto riguarda i destinatari si deve presupporre che abbiano un sapere determinato – condizionato regionalmente –, p. es. devono conoscere lo slogan casa nel Reich, essi forse sapevano perfino che nel castello di Saarbrücken una cella serviva ai prigionieri politici e che al confine di Saarbrücken si trovava un campo di concentramento (la cui dimensione nel 1999 era ancora praticamente sconosciuta). Il testo è indirizzato ai cittadini politicamente responsabili, e anche per questo motivo si potrà appena giustificare. Viene anche stabilito un modo particolare di relazione. Nell’ambito di un molteplice indirizzo questo testo-lingua-figura si rivolge naturalmente in particolare ai membri della città, che sono responsabili dell’assegnazione del nome della strada.

La relazione sulla situazione d’uso consiste di molte sfaccettature. Innanzi tutto su questo punto la “situazione” viene interpretata “localmente”: la cerchia della città di Saarbrücken, poiché deve essere gradita agli abitanti di Saarbrücken, e specialmente solo la vicinanza logistica di una facciata del cartello alla strada, a cui si fa riferimento. La situazione è anche da interpretare “in modo temporale”, nel frattempo viene scelto l’anniversario di ogni avvenimento storico per comunicare la campagna. Infine, la “situazione” è – con il sapere corrispondente, che fornisce p. es. il quotidiano nel suo articolo – anche da capire in modo che il nome della strada ancora esistente viene visto in rapporto con il campo di concentramento di Saarbrücken, che si è cercato da lungo tempo di “dimenticare”.

In relazione al tempo storico vengono illustrati anche in modo critico i due motivi (1935 e 1957) dell’assegnazione del nome di questa strada. È implicito: “Che dopo tanti anni la fine del terzo Reich e dopo il ritorno del

Saarland alla Germania dell’ovest ci sia ancora l’importanza del dato storico che si denota chiaramente”.

Relativo alla cultura del tempo in questo testo-lingua-figura è anche interessante, come contesto-modello allargato, il fatto che l’arte, anche “l’arte di strada”, per lo più non voleva intervenire criticamente nella vita politica, mentre qui viene espresso un messaggio critico. Si tratta di un caso relativamente raro di arte impegnata: la cartolina come portatrice di testo per questo è stata p. es. pubblicata per la prima volta verso la fine degli anni ’60 da Klaus Staek. Il cartello è come un portatore di testo per questo completamente inusuale: questa strana relazione chiude il “fascino” di questa azione.