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Una specie di “design linguistico” non sembra avere alcun ruolo pratico nella linguistica. Nell’ambito delle prove orali si è sviluppata in Germania una disciplina – con ciò toccata – particolare: la scienza della parola (Gutenberg 1998). Ma anche nell’ambito della scrittura la riflessione del design linguistico prolunga un’esistenza oscura. Questo ha una serie di fondamenti. Ma mi sembra sia importante che al design linguistico venga in sostanza riconosciuta solo una funzione estetica. Le seguenti indicazioni devono altrimenti qui proporre altre funzioni della lingua, che questo modo di considerare sbaglia per difetto: il design del testo. In seguito vorrei spiegare brevemente la funzione epistemica, motivazionale, sinottica e quella che ricontestualizza:

2 Come mostra Illich, già la rivoluzione medievale dell’organizzazione del testo porta oltre al

cambiamento della produzione, la ricezione così come per l’organizzazione del testo che ne dipende a ogni “rivoluzione in testa” (Illich 1991, 126), che viene descritta erroneamente dalla stampa più tarda.

Nel suo libro “Im Weinberg des Textes. Als das Schriftbild der Moderne entstand“ Illich (1991) ha riprodotto in maniera plastica la formazione del moderno significato del testo nella scolastica. Egli mostra come si modifica anche la nozione di testo con un cambiamento rivoluzionario del layout. Nei tempi dello scripto continua fino al VII sec i testi venivano scritti di regola nel modo in cui si parlava (o si leggeva ad alta voce), - infatti, p. es. senza intervallo tra le parole o con l’interpunzione (Raible 1991). Dietro a ciò c’era un concetto d’equivalenza tra discorso e scrittura. Nell’era scolastica cresce il bisogno di rendere visibile la struttura e il riflesso dell’organizzazione interna di un testo. Raible riunisce le innovazioni nel significato del testo dall’anno 1200 nel seguente modo:

Adesso ci sono i titoli, i riassunti, i titoli di colonna vivaci, i contrassegni dei passi dell’argomentazione sotto forma di piccoli riassunti, le note a piè di pagina che arricchiscono gli usi di colori differenti. Il lettore può così riconoscere in ogni tipo di testo articolato gerarchicamente in quale parte del tutto si trova esattamente. Egli inizia di nuovo con la lettura e si può informare in un sommario particolareggiato (Raible 1991, 10).

Non viene più perseguita l’equivalenza a livello del suono, ma a una veloce ricezione l’organizzazione applicata al testo varia anche il significato del testo abituale (cfr. Raible 1997).

Ivan Illich richiama l’attenzione ancora su un secondo aspetto, sull’emancipazione del testo del “libro”, in altre parole la Bibbia:

Dalla partitura per il povero Murmler il testo viene costruito in modo conforme e ottico per il pensiero logico. Secondo quest’immutabilità la nuova forma della lettura legata al libro diventa una metafora predominante per la forma più alta dell’agire sociale (Illich 1991, 8).

Per raggiungere l’ottimizzazione più raffinata dell’organizzazione del testo attraverso la stampa, il testo diventa nel corso dell’ultimo secolo il portatore preferito del sapere: “Il testo come oggetto si trova adesso al posto del libro, nel quale vengono raccolti e rispecchiati i pensieri” (Illich 1991, 127). Un ruolo determinante lo ha il processo per rappresentare i testi come ideogrammi (Raible 1997)3. Ne dipende che il “testo di riferimento per il libro” può diventare il paradigma centrale e moderno per costituire e rappresentare il sapere (cfr. Antos 1997).

Risultato finale: guardando al processo di formazione di una moderna comprensione del testo ha un ruolo centrale l’organizzazione del testo e quindi il “design linguistico”. Il ruolo del design del testo esce, inoltre, dalla funzione estetica che normalmente si unisce alla tipografia e al layout di un testo. Un motivo decisivo: al design del testo e qui in particolare all’organizzazione del testo può essere anche ascritta una funzione epistemica. Essa abbraccia, tra le altre cose, la visualizzazione dell’architettura del sapere di un testo, come può essere manifestata nei titoli, nella struttura della costruzione, della tipografia del layout ecc.

Accanto alla funzione estetica e a quella epistemica del design del testo un ruolo centrale lo ha la funzione motivazionale del design testuale. Compito del design del testo sotto questo aspetto è quello di portare lo sguardo sul testo, di agevolare la lettura attraverso una tipografia adeguata, di portare con il rilievo la focalizzazione alla lettura e alla comprensione e

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Con Raible, all’organizzazione del testo viene perfino assegnata la funzione di una “teoria del testo avant la lettre”: “Noi riconosciamo che qui si è preparata da lungo tempo una teoria del testo. Essa trae la sua origine nel layout di testi della scolastica, dove già si riflette la presenza del testo scritto ininterrottamente, stampato con il mezzo ideografico, cioè l’ordinatio del testo. Allo stesso modo essa proviene dalla rappresentazione bidimensionale ancora improntata localmente dal tipo

dell’arbor porphyriana di Petrus Hispanus. Entrambi i modi di rappresentare sono combinati e

costituiscono un tipo di ideogramma per un intero testo. Da questo processo di sviluppo verrebbe fuori la concezione della memoria locale già attraverso la combinazione del principio dell’ordinatio del testo, […] una rappresentazione diversamente somigliante, vale a dire razionalistica della memoria. Questa è una tappa importante per arrivare alla moderna teoria del testo” (Raible 1994, 39f).

di incatenare il lettore al testo, in breve: di produrre attenzione per la lettura e di dominare il lettore con il leggere.

Inoltre con i nuovi tipi di testo sembra avere un senso vedere altre due funzioni per l’organizzazione del testo. Dovrei menzionare le funzioni sinottiche e di ricontestualizzazione. Il primo riferimento alla funzione sinottica: nei nuovi mass-media escono testi sempre più come “testi-puzzle” (Püschel 1997) cioè – p. es. sulle pagine dei quotidiani – come “testi- cluster” (Bucher 1996). Dunque diventano contemporaneamente evidenti a prima vista molti testi o rapporti del testo con l’immagine. Questo lo vorrei denominare funzione sinottica del design del testo. Perciò gli esempi si possono trovare già nei glossari medioevali. Ma già nei nuovi mass-media – alla televisione come nelle pagine internet (Schmitz 1997, Storrer 2001) – questa funzione giunge giustamente ad una spiegazione. Alla differenza fondamentale della funzione sinottica sono legati i vincoli specifici (constraints) per la lunghezza e l’organizzazione del testo. In base alle pagine dei giornali Bucher distingue (1996) tre forme centrali di segmentazione per il nuovo design testuale, cioè la segmentazione tematica, funzionale e prospettiva. Attraverso un’adeguata organizzazione del testo un tema può essere “risolto” quasi come un resoconto di un incidente in diversi articoli che segmentano e “dividono” il tema in diverse prospettive (e tra gli usi dei diversi tipi di testo). Sembra che con la diffusione delle forme del design testuale aumenta l’informazione (gruppo, diagrammi, grafici, ipertesti, ecc., cfr. Storrer 2001) e non aumenta solo l’effetto della funzione sinottica. Anzi qui si delinea una separazione dal paradigma del “testo relativo al libro”.

La funzione di ricontestualizzare i testi si può illustrare in modo evidente come “testi sulla merce” (Antos 2000). Questo mostra tra l’altro le lettere d’amore da “Jacobs Krönung”, testi di “poesie della natura” sullo shampoo “Timotei” o il collagene naturale sul giornale scientifico “Galileo” sul retro dei “Crunchy Nut” della Kellog’s. La particolarità di questi testi è

che si staccano da contesti abituali e si collocano in nuovi ambiti e sono quindi “ricontestualizzati”. Con questo si può avere un cambiamento comprensibile della funzione, come quello che è conosciuto dalle forme di rimando intertestuali (parodie, anti-proverbi, cfr. Jakobs 1999). Ciò vale soprattutto per i nuovi contesti “transemiotici”, che vengono soprattutto scoperti in una società come portatori di segni (accanto agli antichi graffiti, la pubblicità e le sentenze sugli abiti e gli autoadesivi, cfr. Blühdorn 1995).

I testi sulle merci sono un altro esempio per una tale contestualizzazione transemiotica dei testi. Sembrano avere nello stesso tempo la tendenza a trasformare gli artefatti (qui: le merci) in segni. Questi con i passaggi collegati tra i testi e i loro “portatori” risultano tra le altre cose dall’economizzazione di altri settori di vita: una quantità crescente degli odierni testi non viene stampata solo sulle merci, sono piuttosto le stesse merci (p. es. i libri, i giornali, ecc.) a trovare uno specifico cambiamento nei loro confronti (i servizi, i manuali di servizio, le indicazioni giuridiche). Questa tendenza si dimostra anche dall’economizzazione che si vede nei mezzi d’informazione con la pubblicità alla televisione o con internet.

Senza la pretesa di arrivare alla completezza, le funzioni qui menzionate dimostrano che l’organizzazione dei testi nel senso del design testuale non viene troppo trascurato sia da parte del produttore di testo sia anche da parte del ricevente. Questo porta la domanda a una più vicina destinazione che qui viene chiamata “design del testo”.