3.1 Le analisi di bilancio: concetti introduttivi 75
3.1.3 Analisi per flussi 91
Le analisi per flussi sono intimamente legate all’analisi per margini ed all’analisi per indici. Se l’analisi per margini e per indici dicono qual è la struttura di un’azienda in un dato istante, e come si è evoluta da un anno all’altro, l’analisi per flussi indica perché è intervenuta tale variazione. Per esempio, il margine di struttura (o il corrispondente indice di copertura delle immobilizzazioni con il capitale proprio) peggiora: l’indagine per flussi evidenzia le cause di tale peggioramento. Quando il capitale circolante netto (o
73 In altre parole, ad esempio, diventa difficile analizzare i risultati di un’azienda che ha completamente modificato, nel corso di un decennio, il proprio mercato di riferimento. Oppure, considerando archi temporali estesi, i valori delle voci contabili possono essere distorti da dinamiche inflazionistiche, in modo non trascurabile.
74 Sosterò Ugo, Ferrarese Pieremilio, Analisi di bilancio, strutture formali, indicatori e rendiconto
finanziario, Giuffrè editore, 2000, pag. 146
75 Ci si riferisce, in particolare, agli indici di disponibilità e liquidità che rappresentano, in forma di rapporto ciò che emerge da uno stato patrimoniale classificato secondo il sistema finanziario, con l’esposizione degli aggregati principali in termini di valori assoluti e percentuali.
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l’indice di liquidità secondaria) migliora, l’analisi dei flussi evidenzia i motivi del miglioramento. Ancora: se la redditività operativa peggiora l’analisi dei flussi consente di stabilire le cause economiche di detto peggioramento.
L’analisi dei flussi può essere condotta attraverso uno strumento, denominato rendiconto finanziario76. Il rendiconto finanziario, al pari del conto economico, può essere impiegato per indagini sia retrospettive sia prospettiche. Nel primo caso si devono impiegare i bilanci consuntivi e nel secondo caso quelli simulati relativi a periodi successivi.
I collegamenti tra i vari tipi di analisi sono riassunti nella figura seguente.
Figura 3.5: Collegamenti tra i vari tipi di analisi.
Fonte: Facchinetti Imerio, Le analisi di bilancio, Il Sole 24 ore, Milano, 2004, pag. 262
76 Pavarani E., Analisi finanziaria, Milano, McGraw-Hill, 2002
Analisi di struttura Analisi di flusso Analisi di struttura
Situazione patrimoniale al tempo tx Situazione patrimoniale al tempo tx+1 Gestione del periodo tx-tx+1 AF PC LI CN PF MA LD PF MA CN PC LD LI AF RN Flussi economici Flussi finanziari + = Modificazioni struttura patrimoniale
Indagini sui caratteri di struttura del patrimonio al tempo tx mediante: - costruzione di indicatori semplici; - rappresentazione di sintesi in forma numerica e in forma grafica della struttura patrimoniale;
- costruzione di indici composti
Indagini sulla composizione del risultato di periodo tx-tx+1 mediante:
- costruzione di indicatori reddituali semplici;
- rappresentazione di sintesi in forma numerica e in forma grafica dei caratteri di formazione del reddito.
Indagini sulla composizione dei flussi finanziari mediante la tecnica specifica di analisi dei flussi finanziari.
Indagini sulla redditività dei mezzi investiti nell’impresa a titolo di credito e a titolo di proprietà mediante la costruzione di indicatori composti.
Indagini sui caratteri nuovi della modificata struttura del patrimonio mediante tecniche usate nel tempo tx.
Indagini sulla programmabilità della gestione futura (per i periodi tx+1-tx+2…)in base ai caratteri di quella passata (periodo tx-tx+1)
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Le analisi di struttura accertano la situazione patrimoniale in due momenti diversi, in conformità a dati storici o a quelli previsionali. Con la costruzione di appositi indici, o di margini, è possibile ottenere informazioni aggiuntive di struttura. Si tratta, ad esempio di indici di solidità patrimoniale o di liquidità. Le analisi di flusso giustificano i cambiamenti intervenuti, e quindi sono di tipo dinamico. Le indagini dinamiche sono completate con la formazione di appositi indici semplici o composti, si utilizzano in questo caso indici di turnover, quelli di redditività, quelli di rinnovamento e quelli di efficienza.
La costruzione di un sistema di flussi finanziari, aggregati in un prospetto unitario (rendiconto finanziario) rappresenta lo sbocco necessario di tutte le analisi di bilancio che si propongono di esaminare il documento di sintesi della gestione d’impresa non solo in un’ottica “contabile” e di “redditività”, ma anche in una prospettiva di lettura della dinamica finanziaria.
Per comprendere i vantaggi legati all’utilizzo dell’analisi per flussi, si deve osservare che i flussi finanziari intendono mostrare come, nel corso dell’esercizio, sono andate a mutare le grandezze patrimoniali di un’azienda: tale variazione non si limita a confrontare i valori che una voce assume nel corso dell’anno, ma istituisce le aggregazioni necessarie tra le voci che compaiono nel bilancio al fine di evidenziare i movimenti che risultino effettivamente espressivi della dinamica finanziaria dell’impresa.
In secondo luogo la costruzione di un rendiconto consente di ricondurre all’unità le operazioni di gestione nella loro sequenza, in modo da far emergere la continuità del ciclo economico finanziario, seguendo, in un unico prospetto, la generazione di fonti di finanziamento e il successivo impiego, il loro consumo e l’ottenimento di nuova ricchezza dalla produzione e vendita dei prodotti/servizi. Quest’ultima categoria di operazioni deve a sua volta saldarsi circolarmente con la generazione dei flussi finanziari che costituiscono nuovi fonti di finanziamento per l’impresa. Solo passando da un concetto contabile di reddito (quale emerge dalla sintesi di valori del conto economico) ad un concetto finanziario in termini di cash flow si riesce a saldare la gestione economico-reddituale con quella finanziaria a rendere esplicito il meccanismo dell’autofinanziamento dell’azienda
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tramite la sua attività.77 Il rendiconto finanziario, con l’evidenziazione del flussi di capitale circolante e con il flusso monetario della gestione operativa consente di collegare, in termini finanziari, la gestione economico-reddituale con quella finanziaria e mettere in evidenza la capacità dell’azienda non solo di creare nuova ricchezza ma di renderla monetariamente disponibile per successivi investimenti.
Infine, il rendiconto raggiunge la finalità di aggregare la dinamica dei valori economici e finanziari secondo comune aree gestionali, sia per l’aspetto economico, sia per aspetto finanziario (e monetario), in modo da far emergere l’apporto dato dalle diverse gestioni alla generazione /assorbimento di risorse finanziarie78.
In conclusione il rendiconto finanziario è uno strumento indispensabile per attuare le analisi di bilancio, perché il tradizionale bilancio d’esercizio è insufficiente a fornire informazioni complete di tipo finanziario, e soprattutto a consentire di conoscere le cause prime delle modificazioni intervenute79. Inoltre è poco o nulla influenzato dalle stime di valori che portano alla definizione della misura di reddito dell’esercizio, e quindi rappresenta uno strumento informativo prezioso, oltre che per gli amministratori, anche per i soci e per i terzi.
Nonostante tali vantaggi, l’analisi per flussi presenta alcuni limiti, legati principalmente alla procedura di costruzione del rendiconto finanziario. Infatti l’analisi di bilancio per flussi prevede le seguenti fasi:
1. rielaborazione di due stati patrimoniali consecutivi in termini finanziari, mettendo in evidenza le poste rettificative dell’attivo; 2. rilevazione delle differenze contabili tra le varie poste di stato
patrimoniale;
3. effettuazione di rettifiche alle variazioni contabili per determinare le variazioni operative od effettive;
77 Si veda Coda V., Brunetti G., Analisi, previsioni, simulazioni economico finanziarie d’impresa, Etas Libri, Milano, 1984
78 Sosterò Ugo, Ferrarese Pieremilio, Analisi di bilancio, strutture formali, indicatori e rendiconto
finanziario, Giuffrè editore, 2000
79 Basettoni Arleri Alberto, L’analisi dei flussi e degli indici finanziari nella valutazione della capacità
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4. formazione del prospetto delle variazioni finanziarie e interpretazione dei dati.
L’analisi richiede, quindi, la disponibilità di due stati patrimoniali consecutivi rielaborati in termini finanziari, del conto economico che li collega e le informazioni che integrano o accompagnano il bilancio (nota integrativa, relazione sulla gestione e relazione del collegio sindacale) e altre informazioni aggiuntive dedotte da altri strumenti informativi disponibili (esempio relazione della società di revisione, se disponibile), utili per determinare le rettifiche che devono essere effettuate.
È chiaro che, soprattutto, quando si intendono effettuare confronti temporali per più esercizi oppure confronti spaziali, per evidenziare le differenze tra l’azienda ed il resto del settore, diventa notevolmente complessa l’elaborazione e l’interpretazione dei dati. Inoltre, occorre evidenziare che non sono sempre ed immediatamente disponibili le informazioni necessarie all’effettuazione delle rettifiche delle variazioni delle aziende con cui si effettua il confronto, soprattutto quando il loro numero è considerevole.
L’analisi per indici è, al contrario, più immediata, non richiedendo particolari elaborazioni delle poste di bilancio, se non il calcolo di semplici quozienti. Quindi è più facilmente applicabile per confrontare l’evoluzione della stessa azienda nel tempo oppure per analizzare le imprese concorrenti.
Inoltre, è da apprezzare la notevole capacità segnaletica degli indici di bilancio, che pongono in luce aspetti diversi di gestione: solidità, liquidità, redditività, rinnovamento ed efficienza. In particolare, se l’analisi per flussi pone l’attenzione sulla dinamica finanziaria e considera l’aspetto reddituale in virtù delle modifiche che esso apporta sulle grandezze finanziarie, l’analisi per indici consente di approfondire meglio l’aspetto della competitività aziendale, ad esempio, calcolando la composizione del magazzino, gli indici di rotazione dei crediti e delle scorte.
Proprio l’enorme diffusione dell’analisi per indici giustifica l’utilità di questa tecnica che, pur essendo di semplice applicazione consente di approfondire in modo soddisfacente i vari aspetti della gestione aziendale.
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Il limite principale, come è già stato detto, è rappresentato dalla tendenziale staticità dell’analisi: esso, tuttavia, può essere corretto considerando indici calcolati su diversi bilanci di esercizio, in modo di evidenziare l’evoluzione temporale aziendale. Inoltre, per permettere una migliore evidenziazione degli scostamenti, variazioni, differenze ed incidenze è possibile ricorrere alla tecnica delle percentuali: scelto come base di riferimento il valore dell’indice più anteriore o il dato di partenza, si calcola il rapporto tra ciascuno dei valori dell’indici determinati ed il dato base e successivamente si moltiplica per 100. In altre parole è sufficiente applicare la formula seguente:
Valore indice percentualizzato (Ip) 1 •100 ⎟⎟ ⎠ ⎞ ⎜⎜ ⎝ ⎛ = + x x V V V = valore del quoziente
x = anno base
x+1= anno successivo
In questo modo sono facilitati i confronti nel tempo, per verificare le variazioni intervenute su uno stesso fenomeno, dal momento che il valore dell’anno base risulta pari a cento ed il valore degli anni successivi evidenzia eventuali incrementi e diminuzioni. Infatti:
- se Ip = 100, allora non c’è stata nessuna evoluzione; - se Ip>100, allora l’indice ha subito un incremento; - se Ip<100, allora l’indice è diminuito.
Attraverso l’impiego di questa tecnica è anche possibile effettuare confronti spaziali, ponendo come base i dati di una certa azienda ed esprimendo i dati delle altre in funzione di questa.
Allo scopo di evidenziare ancora più chiaramente la tendenza all’evoluzione di un determinato quoziente, è possibile costruire grafici sui valori percentualizzati.
È evidente che tutte le tecniche e gli strumenti di analisi a disposizione dell’analista vanno intesi non come fine a se stessi, bensì come elementi di supporto all’acume ed all’esperienza di chi conduce l’analisi. Infatti, una serie
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anche nutrita di indici, rapporti percentuali, grafici, confronti e scostamenti e variazioni non è di per sé significativa (può al limite rivelarsi dispersiva e controproducente) se non è corroborata da un’attenta e consapevole scelta e da una serie di commenti e giudizi di valore da parte dell’analista stesso, sulla base delle proprie sensibilità ed esperienze, in relazione al caso in esame.