3.1 Le analisi di bilancio: concetti introduttivi 75
3.1.2 Analisi per indici 86
L’analisi per indici è la tecnica d’analisi di bilancio più utilizzata.64 Fin dagli albori dell’utilizzo della tecnica in oggetto, vale a dire dalla seconda metà del diciannovesimo secolo, presero corpo, all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, i due approcci che hanno caratterizzato gli sviluppi successivi dell’analisi per quozienti: le analisi dall’esterno, realizzate prevalentemente dai fornitori e dalle banche, si concentrarono sullo studio della solvibilità a breve termine dell’azienda, mentre le analisi realizzate dal management si rivolsero alla misurazione della redditività e alla ricerca dei fattori che concorrono a determinare le variazioni. Sempre all’inizio del XX secolo si delinearono gli indirizzi tipici della letteratura in tema di indici di bilancio, indirizzi tuttora riconoscibili in questo filone di studi: la selezione di nuovi indicatori costruiti
62 Il quoziente primario di struttura è rappresentato dal rapporto tra attivo fisso e mezzi propri.
63 “In altre parole, un quoziente primario di struttura pari a 0,90 significa che il 90% dell’attivo fisso è
finanziato con i mezzi propri. Il margine primario di struttura rappresenta, invece, in valore assoluto la parte delle immobilizzazioni non finanziata con i mezzi propri (esempio -1500€/migliaia). Il quoziente primario si struttura, anche in assenza del corrispondente margine, fornisce all’analista l’informazione desiderata: <i mezzi propri finanziano quasi totalmente le immobilizzazioni>. Il margine primario di struttura, da solo, non sarebbe invece in grado di fornire informazioni utili per l’analisi della gestione. Le conseguenze sulla solidità di un margine negativo di 1500€/migliaia non possono essere apprezzate finché non si rapporta tale margine al totale dell’attivo fisso, cioè, in altre parole, finchè non si calcola il complemento ad uno del quoziente di struttura.”
Caramiello C., Di Lazzaro F., Fiori G., Indici di bilancio, strumenti per l’analisi della gestione aziendale, seconda edizione, Milano, Giuffrè editore, 2003, pag. 148
64 La diffusione dell’indice di liquidità (current ratio) risalirebbe negli Usa attorno al 1870. (J.O. A short
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sulla falsariga di uno schema di relazioni funzionali tra le poste del bilancio; la ricerca di valori normativi di taluni quozienti, che avrebbero dovuto fungere da termini di riferimento per analisti; la costruzione di quozienti di settore alla luce dei quali interpretare la situazione economico finanziaria aziendale. Del 1919 è l’introduzione, da parte della società Du Pont, del noto “triangolo” di indici che spiega il livello di redditività delle vendite e la rotazione delle attività operative e che costituisce il nucleo di tutti i successivi sistemi di bilancio destinato allo studio della redditività65.
Attorno agli anni ’20 si consolidarono negli Usa due filoni di ricerca ricordati, tra l’altro in aperta antitesi: da una parte la realizzazione di estese indagini empiriche finalizzate a raccogliere i valori del maggior numero di quozienti; dall’altra il tentativo di elaborare una teoria degli indici con l’obiettivo di individuare un insieme di quozienti legati da nessi logici, la cui validità fosse nota a priori.66 Si comprese, infatti, l’utilità di cercare di interpretare i principali indici secondo uno schema di lettura che consentisse di organizzarli in relazioni più esplicative dei fenomeni rappresentati. Il più utilizzato schema di coordinamento degli indici è riportato nella figura seguente. Esso aiuta a stabilire in una visione d’insieme le principali relazioni logiche e matematiche che si possono stabilire fra alcune delle principali quantità oggetto di indagine67.
65 La redditività del capitale investito è espressa dall’indice Roi, dalle iniziali della locuzione inglese “return on investiment”. Il Roi esprime appunto il tasso di ritorno sul capitale investito della gestione caratteristica. La redditività del capitale investito dipenderebbe, in base alla relazione espressa dal triangolo Dupont, da due fattori: lo scarto costo-prezzo ed il numero di volte che l’impresa ha investito moneta, sostenendo un costo e conseguendo successivamente un ricavo. Il primo aspetto è espresso dall’indice Ros (dalle iniziali della locuzione return on sales) che indica, appunto, il tasso di ritorno dei realizzi corrispondenti alle vendite; il secondo dall’indice di produttività del capitale investito (detto anche turnover degli investimenti) che esprime la capacità del capitale investito di produrre ricavi. In termini matematici, dal momento che il Roi si ottiene applicando la formula seguente:
Roi = I o C U
Moltiplicando numeratore e denominatore per l’importo delle vendite ottenute nell’esercizio (che si indicano con il simbolo V), la formula si trasforma nella seguente:
Roi= I o C V V U ∗ ,
dove il primo termine rappresenta l’indice Ros, mentre il secondo il turnover degli investimenti.
66 Giorgio Pivato ( acura di), Bretoni A. Brugger G., jovenitti P., Massari M., Pivato G., Scognamiglio C., Vander J., Trattato di finanza aziendale, Franco Angeli editore, Milano, 1990, pag. 370
Capitolo 3 Analisi di bilancio Figura 3.4: Lo schema Dupont per il coordinamento degli indici di bilancio.
Fonte: R. Rizzini , Bilancio e analisi finanziaria delle imprese, Milano, Franco Angeli, 2000, pag. 171
L’enorme diffusione dell’analisi per indici è giustificata dagli innumerevoli benefici legati al loro utilizzo.
In primo luogo la costruzione di quozienti, rispetto al calcolo dei margini, ha il vantaggio di trasformare i numeri assoluti in numeri relativi, consentendo raffronti sia nel tempo che nello spazio. Mentre i margini possono essere impiegati utilmente per le analisi statiche e per quelle temporali riferite alla stessa azienda, gli indici possono, infatti, essere impiegati anche nei confronti con le altre aziende (bechmarking). In questo modo, comprendendo le differenze tra le proprie caratteristiche strutturali e di gestione e quelle che caratterizzano la
Roe Roi Indice di indebitamento Incidenza gestione non operativa Ros Reddito operativo Turnover Rotazione del circolante Struttura investimenti Struttura finanziamenti
Costi fissi Margine di contribuzione Vendi te Struttura operativa Prezzi Quantità Indice di liquidità Indice di disponibilità Ind. copertura immob. Costi variabili
Durata crediti Durata magazzino
Durata debiti
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concorrenza, è possibile evidenziare eventuali aspetti di criticità, che devono essere tenuti in considerazione, per evitare la generazione ed il persistere di pericolosi squilibri ed inefficienze.
I quozienti agevolano, inoltre, i confronti tra bilanci successivi di una medesima azienda e, considerando anche indicatori di settore e indicatori macroeconomici, permettono la percezione dei collegamenti tra performances aziendali, andamento dei settori e profilo congiunturale.
In terzo luogo l’analisi per indici può essere facilmente impiegata per la programmazione ed il controllo dal momento che i quozienti possono essere calcolati anche su bilanci preventivi o impiegati quali termini di riferimento per la rilevazione di scostamenti tra risultati previsti e risultati conseguiti68.
Un indubbio vantaggio derivante dall’impiego di indici di bilancio, è la semplicità di calcolo anche per un analista esterno. La costruzione dei quozienti costituisce, infatti, il punto di partenza più comune delle analisi condotte dall’esterno dall’azienda. Il bilancio è proprio il documento principale di comunicazione tra azienda ed ambiente che la circonda.
Infine è importante sottolineare come la tecnica dell’analisi di bilancio per indici tenda a mettere in luce sia aspetti finanziari, sia aspetti economici e patrimoniali della realtà aziendale69. Si possono individuare cinque raggruppamenti di informazioni:
1. la solidità, intesa come la capacità dell’azienda di perdurare nel tempo, adattandosi alle mutevoli condizioni esterne ed interne. Essa viene in genere accertata mediante gli indici che evidenziano la correlazione tra fonti e impieghi e l’indice di dipendenza da terzi. 2. la liquidità, intesa come la capacità dell’azienda di far fronte,
tramite la liquidità esistente e le entrate attese per il breve periodo, alle uscite attese per il breve periodo. È accertata mediante
68 Ariano Nunzio, L’analisi di bilancio come forma di controllo interno, Azienditalia: rivista per gli enti locali e le loro aziende, 8(5), 2001, pp.241-247
Solbiati Massino, L’analisi di bilancio per la pianificazione, Amministrazione & finanza, 10(21), 1995, pp.1177-1183
69 Noferi, Luca; Parrini, Lorenzo, Analisi di bilanio: sotto esame la situazione patrimoniale e finanziaria, PMI, 5(17), 1999, pp.27-31
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quozienti di disponibilità, tesoreria e tramite gli indici di rotazione70.
3. la redditività in senso stretto, intesa come la capacità dell’azienda dei remunerare tutti i fattori di produzione. Si provvede a ciò mediante gli indici di redditività operativa, di redditività globale e di redditività delle vendite.
4. il rinnovamento, inteso come la capacità dell’azienda di svilupparsi per effetto della capacità di creare risorse finanziarie al suo interno, ossia di creare risorse legate alla redditività. Esso è accertato mediante una serie di indicatori basati anche sul grado di ammortamento e di autofinanziamento.
5. l’efficienza, intesa come premessa logica alla redditività, poiché tende al razionale utilizzo delle risorse.71
L’analisi per indici presenta, tuttavia, alcuni limiti che è opportuno sottolineare. Anzitutto, come si può facilmente comprendere, la sua validità è legata all’attendibilità dei valori di bilancio su cui viene sviluppata72 ed ai requisiti che devono essere soddisfatti dai valori a disposizione. È opportuno, infatti, predisporre una serie di bilanci riclassificati per minimo tre esercizi (massimo cinque), accertando, preliminarmente, che i principi adottati per la loro formazione si siano mantenuti costanti durante il periodo esaminato. Considerare periodi inferiori non permette di comprendere l’evoluzione dell’andamento aziendale in relazione ai condizionamenti esterni e finisce per ridurre l’analisi per quozienti ad una esercitazione povera di contenuti. Tuttavia, anche considerare archi temporali maggiori di cinque esercizi può essere fuorviante perché l’evoluzione delle voci finisce per essere fortemente condizionata dai
70 Caramiello C., Di Lazzaro F., Fiori G., Indici di bilancio, strumenti per l’analisi della gestione
aziendale, seconda edizione, Milano, Giuffrè editore, 2003, pag. 180
71 Sosterò Ugo, Ferrarese Pieremilio, Analisi di bilancio, strutture formali, indicatori e rendiconto
finanziario, Giuffrè editore, 2000, pag. 59
72 Non bisogna dimenticare che il bilancio d’esercizio è influenzato in larga misura da grandezze stimate e che, conseguentemente, possono essere effettuate distorsioni dei valori, in modo fraudolento o meno. La discrezionalità e, talvolta, l’arbitrarietà di talune valutazioni di bilancio sono dunque fenomeni che non sono frequenti soltanto per la malafede dei redattori, ma perché rappresentano la conseguenza naturale dei bilanci e dei valori ad essi connessi.Per un’analisi dei vincoli all’attendibilità dei risultati si vede: Capodoglio Gianfranco, Considerazioni generali sulle analisi di bilancio, Rivista italiana di ragioneria e di economia aziendale, (10/11), 1986, pag. 442
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cambiamenti avvenuti nell’ambiente esterno. Una condizione basilare per formulare corretti giudizi è rappresentata, infatti, da una accettabile stabilità delle condizioni esterne in cui si opera.73.
In secondo luogo, la classificazione dei valori di bilancio e l’applicazione di un sistema di indici a tali grandezze, nonostante permetta di comprendere approfonditamente la dinamica reddituale (espressa da una serie di risultati che illustrano compiutamente la capacità dell’azienda di creare nuova ricchezza), non è in grado di catturare in modo analogo la dinamica finanziaria.74 In altre parole, gli indicatori non aggiungono informazioni ulteriori rispetto a quelle derivanti da una classificazione delle voci a valori percentuali.75Allo scopo di estendere l’analisi alla situazione patrimoniale iniziale, e non solo a quella finale, ed allo scopo di cogliere la dinamica finanziaria dell’impresa, combinando dati patrimoniale e reddituali, è possibile utilizzare l’analisi per flussi finanziari, aggregati in un prospetto unitario, il rendiconto finanziario.