Grafico 4.5 Percentuale occupati maschi e femmine nell’industria 76,8%
4.3 Analisi territoriale
In questa sezione analizziamo con maggiore attenzione il ruolo del mercato del lavoro nel processo di creazione della ricchezza e di crescita economica. A questo scopo esprimiamo il prodotto pro capite come moltiplicazione della pro- duttività media del lavoro e del tasso di occupazione. I fattori alla base della crescita della produttività media del lavoro sono stati discussi e analizzati nel capitolo 2 di questo Rapporto, mentre gli andamenti dei tassi di occupazione sono stati studiati nei paragrafi precedenti a questo. In questa sezione vogliamo utilizzare la nostra scomposizione per analizzare i processi di sviluppo locale a livello regionale ponendo una particolare enfasi sui diversi contesti territoriali.
Focalizziamo la nostra attenzione sulle diverse realtà dell’isola tramite l’uti- lizzo di mappe che rappresentano la distribuzione territoriale del tasso di occu- pazione e del prodotto pro capite per il 2003. Una scomposizione territoriale ba- sata sulle province amministrative non permetterebbe un’osservazione esaustiva e approfondita dei mercati locali del lavoro. Utilizziamo dunque come unità di analisi i Sistemi Locali del Lavoro (SSL) definiti dall’ISTAT. Questi sono indi- viduati in base ai dati relativi agli spostamenti quotidiani per ragioni di lavoro, rilevati in occasione del 14° Censimento generale della popolazione. Si tratta di unità territoriali costituite da più comuni vicini fra loro, geograficamente e stati- sticamente comparabili.
La scomposizione del Pil reale pro capite (espresso in termini di valore ag- giunto) nel prodotto tra produttività media del lavoro (valore aggiunto per occu- pato) e tasso di occupazione (occupati su popolazione totale) permette impor- tanti considerazioni sul processo di sviluppo regionale. La quantità di beni e servizi che ciascun individuo può consumare dipende da quanto ciascun lavo- ratore è in grado di produrre e quanti di questi individui risultano occupati in percentuale della popolazione. La relazione statica è inoltre valida in termini di tassi di crescita, per cui il Pil reale pro capite può crescere solo nella misura in
cui si registrano incrementi di produttività dei lavoratori e/o si verifica un innal- zamento della quota di occupati sulla popolazione totale44.
Diversi patterns di specializzazione produttiva possono aiutare a spiegare gli andamenti delle variabili discusse sopra. Aree con forte concentrazione di atti- vità produttive ad alto valore aggiunto, generalmente associate ad attività indu- striali ma ad alta intensità di capitale, mostreranno elevati valori di prodotto pro capite e della produttività, ma probabilmente livelli più bassi del tasso di occu- pazione. Dall’altra parte, aree con specializzazione in settori turistici con bassa produttività ma elevato tasso di occupazione, potranno ugualmente esibire una forte capacità di creare ricchezza.
La figura N riporta la distribuzione del valore aggiunto pro capite per i 45 Sistemi Locali del Lavoro individuati in Sardegna.
Figura N Valore aggiunto per abitante nei SLL. 2003
Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati ISTAT, “Indagini sulle forze di lavoro”
44 Ad esempio, la crescita del prodotto pro capite negli ultimi cinquanta anni negli Stati Uniti è dovuta
ad una contemporanea crescita dei due fattori, mentre per l’Italia la produttività del lavoro è cresciuta in misura molto maggiore rispetto al tasso di occupazione.
La ricchezza pro capite è fortemente concentrata nelle aree urbane di Caglia- ri, Oristano, Nuoro e Sassari con l’aggiunta di Olbia e di altri territori del Nord Sardegna. Alcune altre zone costiere presentano valori elevati, come ad esempio l’area di Villasimius e Muravera o il Medio-Campidano. Le aree più depresse sono invece localizzate nella zone Sud-Occidentali della Sardegna. In particola- re, nella zona di Carbonia e Iglesias e l’area a sud di Oristano, il valore aggiunto pro capite è pari circa ad un terzo rispetto al valore delle aree più ricche della regione.
Il quadro presentato nella figura precedente cambia quando consideriamo un indice di produttività media del lavoro. Nella figura O presentiamo la mappa relativa alla distribuzione del valore aggiunto per occupato.
Figura O Valore aggiunto per occupato nei SLL. 2003
Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati ISTAT, “Indagini sulle forze di lavoro”
Anche in questo caso le aree che presentano i valori più elevati (più scure nella mappa) sono rappresentate dall’area metropolitana di Cagliari, e dalle pro- vince di Nuoro, Oristano e Sassari. Osserviamo invece che i sistemi locali della Gallura e di Arzachena, aree a forte vocazione turistica, mostrano valori molto bassi dell’indice. Allo stesso modo, la zona meridionale dell’ isola è caratteriz- zata da valori medio-alti dell’indice di produttività. Le altre zone ad alta pro-
duttività sono sostanzialmente legate alla presenza di alcune aree industriali, quali Ottana nella Provincia di Nuoro (polo chimico, produzioni di gomma e plastica e prodotti in metallo); il polo industriale di Macchiareddu nella provin- cia di Cagliari (alimentare, chimica e fibre, gomma e plastica, minerali non metalliferi, prodotti in metallo, macchine) e di Porto Torres nella Provincia di Sassari (chimica e fibre, gomma e plastica, minerali non metalliferi, prodotti in metallo).
Figura P Tasso di occupazione per SLL. 2003
Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati ISTAT, “Indagini sulle forze di lavoro”
Osserviamo inoltre che il tasso di occupazione complessivo calcolato tenen- do conto della sola popolazione potenzialmente attiva è pari al 52%, mentre con il campionamento realizzato per i SLL scende al 42%45. Come possiamo osser-
45 Le stime del tasso di occupazione divergono da quelle presentate nella prima parte in quanto gene-
ralmente l’ISTAT calcola il tasso di occupazione come rapporto tra occupati e la popolazione dai 15 ai 64 anni che viene convenzionalmente individuata come la popolazione potenzialmente attiva, mentre in questo caso viene utilizzata al denominatore la popolazione dai 15 anni in su. La ragioni di questa scelta riguardano le procedure di campionamento. La dimensione campionaria è sufficiente a fornire stime di
vare dalla figura P tra le aree con il tasso di occupazione più alto troviamo, oltre al capoluogo (48%), zone a vocazione turistica del Nord-Sardegna: Orosei (44%), Olbia (49%), Arzachena (47%) e Santa Teresa di Gallura (44%). Nella seconda classe troviamo SLL che ricadono nelle province di Oristano e di Nuo- ro. Osserviamo infine che le zone del Sud-Ovest sono caratterizzate da tassi di occupazione molto bassi. Per queste aree, un tempo sostenute dalla ricchezza proveniente dall’industria estrattiva, le possibilità di crescita e sviluppo sembra- no essere precluse sia dal lato della crescita della produttività che da quello dell’occupazione.
In conclusione, l’analisi di scomposizione del valore aggiunto pro capite in produttività del lavoro e tasso di occupazione, evidenzia alcune regolarità inte- ressanti. La prima riguarda la forte concentrazione della ricchezza nei vecchi capoluoghi e nel Nord della Sardegna. Dall’altra parte, abbiamo osservato come questo risultato possa essere l’esito di diversi modelli di specializzazione. Da una parte la concentrazione di attività industriali con elevati indici di produttività ma un tasso di occupazione ridotto (ad eccezione del sistema locale del lavoro di Cagliari); dall’altra invece una forte vocazione nel settore turistico e quindi nei servizi, con tassi di occupazione più elevati ma con bassa produttività.