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Analisi delle trascrizioni

Nel documento UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TRIESTE (pagine 117-122)

3.5.1. Sintesi del percorso di analisi

Per l’analisi dei testi ho ritenuto più consone agli obiettivi conoscitivi della ricerca le modalità proprie dell’analisi tematica ermeneutica.

Nel lavoro interpretativo mi sono riferita ai suggerimenti di Montesperelli per l’interpretazione dei trascritti, ed in particolare ho svolto (Montesperelli, 2010):

- la rilettura del trascritto per cogliere il significato del testo e raffrontarlo con i contenuti dell’intervista orale;

- l’interpretazione letterale del testo come primo passaggio irrinunciabile. In un secondo momento, con riferimento al circolo esegetico-ermeneutico, ho ripreso ogni singolo trascritto rivedendo la forma generale allo scopo di individuare l’architettura del testo ma anche i passaggi controversi. Ho cercato di interpretare i passaggi controversi rileggendoli alla luce del contesto generale.

E’ stato utile inoltre soffermarsi sulle contraddizioni: alcune volte le persone rispondevano negativamente alle domande e poi nei successivi passaggi del discorso, all’interno di altri argomenti, riproponevano temi o suggerimenti riferiti alla prima domanda in contraddizione con quanto richiesto nell’attuale domanda. Si sono rilevati dei processi di apprendimento maturati nel corso dell’intervista stessa. Si è avuto modo di riscontrare che in alcune interviste l’intervistato, nelle domande finali riprendeva alcuni termini introdotti con le prime domande dell’intervista stessa (ad es. situazione inedita, analogie, costruzione di un modello).

Con il procedere del lavoro di analisi ho colto, per ciascun testo, la presenza di modalità differenti di “lettura” dei dati, ma allo stesso tempo si sono profilati degli elementi comuni. Si è notato come le stesse informazioni, rispetto ad esempio ai dati anamnestici, sociali oppure alle evidenze delle problematiche raccontate, venissero gestite in modo diverso. Mi è sembrato di cogliere che tali differenze potessero afferire non solo alle caratteristiche personali dell’intervistato e alle caratteristiche dell’intelligenza di ognuno (Gardner, 1983/1987) ma rispondessero a degli altri processi, come se venissero inserite in un dialogo interno condotto secondo differenti processi di modellizzazione. Queste sensazioni mi hanno portato a focalizzare le prime osservazioni, la ricorrenza di elementi comuni che poi mi hanno guidata nei processi di tipizzazione.

Per il principio di economia delle risorse ermeneutiche ho dovuto limitare lo studio e l’analisi all’interpretazione che sembrava più centrata rispetto all’obiettivo conoscitivo della ricerca, ho dovuto scartare delle ipotesi scegliendo il percorso che mi sembrava più coerente (Montesperelli 1997, 42). Ho quindi ipotizzato delle categorie di interpretazione dei testi che potessero essere estese ad un collettivo di soggetti.

Attraverso un processo di tipizzazione, ho proceduto alla costruzione di tipologie che mi hanno portato a delineare tre stili conoscitivi differenti: approccio dialettico-ermeneutico, approccio analitico-selettivo, approccio saggio-pratico. Oltre alle osservazioni già esposte, sono state molto utili in questo lavoro le immagini che gli assistenti sociali andavano descrivendo del loro lavoro e che in parte ho riportato per ciascuno stile.

Mi sono posta alcuni interrogativi sul rapporto tra stile conoscitivo e contesto lavorativo, nonché relativamente ai contributi teorici presentati nei primi capitoli, ho quindi elaborato alcune riflessioni che presento nelle conclusioni del lavoro di tesi. Ho sottoposto il lavoro di analisi svolto ai docenti che hanno seguito la ricerca dall’inizio per un confronto sulle modalità e sui contenuti che si profilavano dallo studio delle trascrizioni42.

3.5.2. Categorie elaborate dalla prima analisi letterale delle trascrizioni

Dallo studio delle trascrizioni ho individuato alcune categorie relative agli stili conoscitivi degli assistenti sociali, per operare l’analisi del testo ho preso come riferimento “gli strumenti concettuali della conoscenza: pre-asserti, asserti e spiegazioni” proposti da Marradi (2007, 45). Questo primo lavoro di analisi mi ha consentito di suddividere il materiale in tre macro-aree: elementi di acquisizione di conoscenza, apprendimenti, spiegazioni. Ho aggiunto in un secondo momento un’altra area relativa alle modalità di acquisizione della conoscenza. Ho mantenuto nel corso della lettura particolare attenzione alle immagini, cercando di cogliere nei racconti e quindi successivamente nelle trascrizioni le potenzialità euristiche che le stesse assumessero nel testo.

Ho considerato gli elementi di acquisizione di conoscenza che nascono dalla pratica professionale degli assistenti sociali, come pre-asserti, e per la loro individuazione ho fatto riferimento al criterio dell’utilità rispetto al lavoro professionale. Ho quindi proceduto all’individuazione di categorie generali degli elementi conoscitivi:

- le emozioni - i pregiudizi

- le storie delle persone che si rivolgono ai servizi - i dati ritenuti strategici dagli assistenti sociali - le interpretazioni dell’assistito

42Stimolata dalla lettura di Schütz, in merito alla restituzione ai “nativi” dei risultati della ricerca, ho chiesto ad alcuni soggetti intervistati di leggere i risultati dell’analisi svolta e mi hanno restituito un’impressione favorevole nel senso che si riconoscevano negli elementi che erano emersi dall’analisi.

- interventi pregressi di altri servizi sociali e/ socio-sanitari

Ho quindi proceduto con la stessa modalità rispetto all’area degli apprendimenti, che ho considerato come asserti. Per la loro collocazione nell’area apprendimenti mi sono riferita al criterio della veridicità, ovvero alla loro formulazione in termini di conoscenze e competenze maturate nel corso dell’esercizio professionale.

Le categorie generali possono essere così sintetizzate: - importanza di riconoscere nell’altro se stessi

- consapevolezza della necessità di apprendere dalle emozioni e di riuscire a trattarle

- riconoscimento della centralità della persona

- asserzione di principi e valori del codice deontologico

- convinzioni rispetto alle strategie da porre in essere per la soluzione dei propri problemi professionali e delle situazioni in carico

- acquisizioni di competenze in merito ad una migliore gestione del tempo lavoro

- maturazione di consapevolezza rispetto alle responsabilità professionali - elaborazioni di contenuti critici in merito ai temi di giustizia sociale ed equità - consapevolezza rispetto alla necessità di operare un lavoro di “costruttività

sociale”

- consapevolezza della necessità di collocare il problema della persona assistita rispetto al suo contesto sociale, familiare, alla sua storia, ai servizi che

l’hanno presa in carico

- declinazioni del concetto di “rischio”

- elaborazione di modalità di utilizzo degli strumenti della comunicazione e sviluppo di particolare sensibilità rispetto alla connotazione semantica dei termini

- acquisizione di competenze rispetto all’uso dei metodi e delle tecniche professionali

Rispetto alla macro area delle spiegazioni possibili ho inserito gli stralci delle interviste che rispondessero al criterio della plausibilità, ma anche le inferenze, le analogie, ho operato in questo modo solo per finalità pratiche di suddivisione dei testi trascritti.

Le categorie generali che sono emerse possono essere così espresse: - processi di analisi delle situazioni o dei problemi

- analogie

- processi di astrazione

- processi di spostamento dell’attenzione da-a

- integrazione di differenti componenti della situazione (particolare/generale, esterno/interno, singolo/collettivo, …)

- inferenze induttive (generalizzazioni a partire da situazioni singole) - inferenze deduttive ( con riferimenti espliciti a teorie di riferimento) - inferenze abduttive

Restavano esclusi dallo studio i contenuti relativi alle modalità di acquisizione di conoscenza, e quindi, più per curiosità personale, ho cercato di individuarli nel testo e raggrupparli in categorie, che si elencano di seguito:

- ascolto;

- non verbale (da sentire e osservare); - immagini

- dinamiche relazionali; - osservazione dei contesti - lettura

- confronti monoprofessionali e non con i colleghi - riflessività rispetto all’azione (presente, passata, futura)

Successivamente ho rivisto nuovamente gli stralci suddivisi per categorie e a partire da questi ho delineato per tipizzazione i tre approcci conoscitivi degli assistenti

sociali: dialettico-argomentativo, analitico-selettivo, saggio-pratico, che illustrerò in modo dettagliato nel successivo capitolo.

3.6. Approfondimento metodologico dei differenti approcci conoscitivi

Nel documento UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TRIESTE (pagine 117-122)