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Le basi: l’etica nel fare

Nel documento UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TRIESTE (pagine 161-165)

4.3. Approccio saggio-pratico

4.3.1. Le basi: l’etica nel fare

L’ascolto acquista un valore conoscitivo fondamentale in questo approccio teso a cogliere l’essenzialità dell’evento. Si possono tratteggiare alcuni tipi di ascolto: l’ascolto dell’altro come entità diversa da se stesso, l’ascolto del proprio stato d’animo, come campanello d’allarme rispetto a dei sospesi o ad aspetti da approfondire

Adesso si tratta proprio di andare incontro all'altro, al diverso oltre a me, questo è quello che faccio nel quotidiano, cercare di ascoltare queste esperienze così lontane, così diverse rispetto alla mia (at point 7913) 21 F 42 Sp

Ascolto anche molto il mio stato d'animo, se c'è qualcosa che pur avendolo affrontato non mi fa star tranquilla devo tornarci su. (at point 7448) 18 F 56 LM G

Il non verbale fornisce ulteriori elementi conoscitivi che portano l’operatore a dare più risalto a certi aspetti piuttosto che ad altri anche attraverso il non verbale l’assistente sociale incontra l’altro nella propria fragilità

D. E che cosa osservi? R. Osservo come si atteggiano, il tono di voce che hanno, come si rapportano tra di loro, come si rapportano con me, come si rapportano coi bambini. Osservo tutto. (at point 14150) 21 F 42 Sp C

A volte le persone fanno un racconto verbale che non corrisponde a... magari cercano di mitigarlo, magari raccontano una situazione dove effettivamente l'espressione del viso rimanda ad un altro significato, solitamente più doloroso di quello che raccontano. (at point 12532) 26 F 34 L S

L’attenzione ai contenuti non verbali della comunicazione può facilitare la comprensione di empasse o difficoltà comunicative e portare a successive considerazioni in merito all’opportunità di affrontarle o meno

D. Nella tua esperienza quando hai confronti strutturati ad esempio in équipe che ci sono più professionalità che cosa ti rimane? R. Se penso a delle riunioni dove c'è il pm, altri servizi, etc… sento comunque una difficoltà di comunicazione che è sempre un po' più difficile da superare, soprattutto i contesti più vicini, in contesti più defilati è più facile. (at point 10915) 18 F 56 LM G

L’ascolto è finalizzato alla comprensione del punto di vista del soggetto e alla ricollocazione di emozioni, vissuti, eventi nella storia della persona, al riconoscimento della specificità della parola raccolta

Se dobbiamo andare su che cosa imparo normalmente...ti porti sempre a casa, comunque, il modo che loro hanno di vedere una cosa, no? Nel senso che un fatto che può essere oggettivamente in un certo modo è sempre carico di vissuti e di emozioni collegate alla storia della persona, assume un certo tipo di valore, per cui nei colloqui ti porti sempre a casa quello che la persona dice, il pezzetto di storia che lei ti porta con quell'opinione. (at point 3781)

Per me è importante acquisire più elementi possibili che la persona stessa ti riporta come aspetti dello stesso problema per capire un pochino. (at point 9770) 3 F 29 L S

L’approfondimento dei primi elementi raccolti può essere momentaneamente sospeso, allo scopo di controllare i requisiti minimi richiesti per l’attivazione di un progetto. L’operatore verifica quali siano i requisiti di partenza: la strumentazione normativa in termini di “leggi e regolamenti” che disciplinano la materia, i requisiti amministrativi e organizzativi previsti dall’ente, lo stato delle risorse attivabili e successivamente inizia a formulare ipotesi di sviluppo della situazione

Prima ascolto la domanda, poi analizzo le risposte che ci sono, mi informo anche sulle normative e i regolamenti che possono esserci per rispondere a quella domanda, vedo le risposte che ho o che non ho; se con la normativa che c'è, posso rispondere alla sua richiesta; se la risposta è sì, cerco di costruire qualcosa, (at point 8890) 9 F 45 LM S

L’utilizzo del colloquio, come strumento della pratica professionale, non è scambio di informazioni ma acquista valenza strategica all’interno del progetto di presa in carico

E poi gestire i colloqui: che cosa dire, che cosa non dire, che intervento fare in quel momento, e lì ti giochi tanto e non sempre ci azzecchi oppure la telefonata al momento opportuno o la non telefonata per non mettere in moto delle cose anziché altre (at point 11111) 7 F 42 L S

Rispetto all’evento improvviso la valutazione viene operata su più dimensioni e in più fasi per giungere comunque ad una sintesi di quanto accaduto e per orientarsi in merito alla decisioni da prendere. Vengono utilizzati come criteri valutativi delle decisioni da assumere: la coerenza dell’ipotesi di intervento rispetto all’interpretazione della situazione e la “linearità” dell’intervento. Forse con il termine ‘linearità’, in questo caso l’assistente sociale, intende la ‘consequenzialità logica’ della decisione da prendere.

Dipende tanto dalla situazione che mi capita davanti, però devo capire che cosa è successo, se il bambino/ragazzo... come sta, come stanno i genitori, se sono loro la causa di questo avvenimento, ... devo valutare cosa si può fare per la miglior tutela-protezione del minore, e poi devo anche valutare gli aspetti dal punto di vista giuridico, se bisogna segnalare o no, se bisogna segnalare in Questura o Procura e fare dei passi che abbiano coerenza e una certa linearità. (at point 5313) 7 F 42 L S

Valuto più dimensioni riferite ad aspetti personali dell’assistito e dati concreti di realtà sugli impegni rispettati. 32 F 44 L G

Poi una cosa importante è vedere il livello di partecipazione che una persona ha: a volte un livello può anche essere basso, io credo che la valutazione sia sempre sul singolo, non può mai essere in generale e quindi la valutazione è su più parametri: quello della partecipazione secondo me è un parametro importante, poi nulla toglie che in situazioni in cui il livello di partecipazione, per

incapacità della persona o culturale o altre, è più basso rispetto ad altri, non vengono fatti paragoni tra affidamenti che sono andati al cento per cento bene e altri (at point 10277) 32 F 44 L G

L’impatto emotivo è molto forte soprattutto in situazioni in cui la persona assistita è un bambino o manifesti dei comportamenti che risultano minacciosi per l’assistente sociale

A me è successo di non dormir di notte, ad esempio quando ci sono casi di tutela o allontanamenti e pensi di aver sbagliato… vivi i sensi di colpa o il responsabile che non ti permette di intervenire magari rispetto ad un 403 (at point 9180)20 F 38 L S

Certe volte devo trattenere la rabbia in sede di colloquio, è mi devo portare l'angoscia dell'utente anche a casa. E' faticoso. (at point 12561) 30 F 49 LM G

Il passaggio introspettivo aiuta a chiarire se si tratti di aspetti personali dell’operatore o di impliciti professionali o se effettivamente il dato di realtà presenti delle caratteristiche preoccupanti

Se è più una preoccupazione mia, se è una mia ansia che mi spinge a fare le cose o se è il dato di realtà che mi comporta questo, cerco di fermarmi un attimino a pensare questa cosa prima di intervenire. (at point 5299) 3 F 29 L S

D. Di fronte a situazioni inedite? R. Vado in ansia, in uno stato di agitazione, poi comincio a realizzare e poi mi dico "Hai affrontato situazioni anche peggiori sicuramente di questa...", il mio meccanismo di difesa è quello della razionalizzazione e somatizzo poi...ma in genere affronto (at point 9980) 30 F 49 LM G

Dalle interviste risulta la richiesta degli operatori di avvalersi della supervisione professionale

D. L'implicazione emotiva come ti aiuta? R. Secondo me dovrebbe essere previsto un supporto alle persone che lavorano con i problemi degli altri, sarebbe indispensabile. Una giovane collega mi ha chiesto poco tempo fa "Ma veramente tu riesci a staccare quando esci dal lavoro?" e io ho detto "In realtà non sempre riesco a staccare, un po' con l'esperienza, un po' leggendo forse riesci a mettere un

limite, anche dire ‘Ci penso domani’, ma ci vuole un esercizio di anni, anni" (at point 3342) 37 F 55 LM C

I pregiudizi, se non riconosciuti, possono essere visti come “rischio di non pensare in modo evolutivo” rispetto alle situazioni. Il pregiudizio accentua la lettura negativa della situazione senza lasciare la possibilità di individuare aspetti positivi o risorse presenti nella situazione per quanto complicata possa essere

Tu pensi all'inizio quando inizi a lavorare che magari non ci siano quelle risorse in quella famiglia però intuisci che forse qualcosa si può fare. (at point 7730)

Per una situazione, ad esempio, all'inizio pensavo magari ad un allontanamento, magari addirittura a un'adozione invece lavorando sodo questa famiglia è arrivata ad essere una famiglia “quasi normale". (at point 8131) 7 F 42 L S

Si impara a non credere a nessuno o a credere a tutti fino a prova contraria, tantissime persone mentono sulla propria situazione, bisogna verificare sui dati oggettivi, redditi, anche quelli non dichiarabili per legge. Un altro aspetto è: dobbiamo credere loro all'inizio, in quanto è il loro punto di vista e va rispettato, ma viene poi riportato alla realtà. (at point 3587) 16 M 59 L C

Emerge in modo significativo la necessità degli operatori di trovare, elaborare, sviluppare strumenti che consenta loro di affrontare il dipanarsi degli aspetti emotivi così importanti nel lavoro sociale.

Nel documento UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TRIESTE (pagine 161-165)