• Non ci sono risultati.

che le antìcliotribù, ctio pigliati tutti gli aditi <Ie' monti,

simantennero libere e inviolate dai Cartaginesi, daiRo-mani,e«luiSaracini,consìpiegaroao mai nò anco alla possessione di Fisa. Ebbcviquesta diOcrenEa tuttavia, che francali dalle leggi e daglistatuti de'Pisani, comu-nicavanoconessinellocosoche riguardano la religione, professandoogni osaervanza ai Vescovi^ed accettandoda essiipreti,e tutte le ecclesiastìche onQaaiize,riti,1^^

c discipline.

Oltrea questo,sebbenel'Isolafosseasignoriadi Fisa,aveanon dimeno qualche sembiantedi ljl)erLà ri-spettoaiGiudici;iqualitenendogran cortecomei Si-gnorid'Italia;e appressoreggendo le giudicature per comuni e coi patri statuti eleusanze sardescho,aveaoo ariadistatoe di franchezza cittadina:laddoveiFisam guardando le maslte città,tuttoìlcommerciodell'Isola faceano in loroprò,presso'apoco aHa guisa che adope-rano 9I preseàlegliinglesineiregnidell'Indie.Epui^

ch6giùdas8ero infetto a lot sennoigrandi negozi delre-gna,poco loro caleva delT estrìnseca corteccia delle usaa-se mimicipali.

-Hacol girare dcTtempmolte nvolturà di Stati succe-dono.Ecosiavvenne in Sardegna:chi vdltaalbagia potenza de' Pisani per vittorie do' Genovesi-,anche lad-gnorìa loronell'Isolaa'ebbe a provareilcrolloe laiUo piùforte,perchèÌlIted'Aragona mosse ohi es^a fierìs-sima concorrcoza d'impalo.Fuallorache perle

pesti-'76' commi lenze,fecarestie,cleguerreciviliche travagliaronoil regno per olire un eccolo, scemaronosigrandementegli abitatori,cholaSardegnanon ripopoli mai piùcome per loinnanzi.Imperocchédimolte nobilicittànon rimasero cheifrantumi, d'altrel'indiziodiqualche torre, e d'al-treappenaitnome. Tante popolatissimc terre e castella vennerosialniente, che oieni'i tempisi conta-vanolefamiglioa parecchieeenlinaiii,orasiveggon casali dipochissimi fuochi. I Pisani messiinisconiìtta ecaccia-ti;ilgovernode'Giudici quandointuttocessatoquanJo risurloabrevevita ,non reggcntesi a virtù cittadina e infermo pei maliumori delle parti, ricadeva edinuovo miseramente periva.Ilsolo Marianod'Arborea con olli-mi provveaimenti di guerra, con altezzadiBenno, e COR vigore di braccio,per lamorente libertàdiSardegna la fbrtanad'Aragona aspramente combattea.Nòdi'sfrancato perliabbandonain'eDtì di prèsso che lametà de' Sardi al-leatina propria raina ct^liAragoneù,nè superato dal-l'ossidionod*prìstano,nè disanimato da mille avrersiti della patria,resse feilna I»mente e la ìbtìi del cuore a pii^avrentmvse speranze.Maquesto Principe,che sarà sempreno nobfle e chiaro trofeo della prodezzade'Sardi; cuinon valse a frangorc nèlaguerra,nè la fame,nèla ribellione de'suoi,nS un intero reame navigatoa*suoi danni, peri vittima dellapes^enza che nel1366desoli laSardegna.Se non che morendo trasfuseimagnanimi spiriti,eilvigor delsuo braccio in Ugone suo figliuolo

,

SBLUSAUESIU 77 eitesoridellaaapìeniacivilenellagrande Eleonora sua figliuola,laquale,spailo da' soldatiUgone fratello, con ottime leggi) eoa savio reggimento, e con felìccconsiglio, BUnlenne sinché visse intemerata la signorìa, elagloria della casad'Arborea, o del sardo valore.

Per ultimo dopo tanti accidenti di battaglie,ditregue edipacirimase ai red'AragonailpadGoo possesso del-l'Isola;iqualisistudiarono'diristorariadai Imighi dìsen siricolfavonr grandemente la religione, le l^ggiji coat-merci, l't^Goltura, e le patrieistituzionied usanze.

Questa nobileGonna, congtoidasi col processo de' tempi

« quella di CasUglia, resse perben quattro secolii dettv-nidiSard^iM} eincìA al comiiuùare del secido trascorso pass& felicemente aldominio dèll'augustàCasa di Savoia, cbe dalreame sardoHa diadema etitolo ,egrandezia reale.

Narrateco^ le diverse invasioni e conquistedipopoli forestiericbe s'avvicendarono dagli antichissimi tempi in-sinoa noi sovraJ'isola, ioho per costante cheiprischi abitatori,iqnalìperamore di libertàsitennero ostina-lissimameote sceverali, e remoti dalle altre genti soprav»

venutea popolaila, serbarono a guardaron saldi per ìn-Dumerabilidiscendenze inaino adinostrilanatara,i mo-di,lepralLche,iritidomeslici,e pubblici de'popoli

primi-tivimigratidall'oriente,iquali sottoilnome di Fenici furono dappoi conosciuti daglistorici.Esiccome laCa-nanilide verso.il nostromare fu detta più

individoabnen-78 casnmt teFemóa,cosiiLibici,iBalarì,iCorsi,gliIbcri,eì Cartag^nen, che tnUÌ vonnerodiFenicia epopolarono in vane guist, e per lunghissimi tempi la Sardegna,vi la-sdàrouo tracce fenicie più insigni c distinlcd'ogni altro popolo.

Chesceglinon è sicuro, secondo alcunistorici, chlEn-risteoe lolao con loro Jmgate piglìasser terra e poi stati-zain Sardina, ^lì è però da non porre in dubbio che EUeni, a Lidt,.o Dort,o Ioni , o brevemente una o più gentigrecanichesiconducesseroda lontanissime eli in Sardegna,com'% chiarito non solo da' monumenti degli idolie delle armature,masibene dalle Fogge del vestire muliebrechesivede durar tuttaviainalcune regìoiù del-l'Isola,appunto quale noi lovcggìamoinmolti greci bafr-sìrilierì,e nelle descrizioni omeriche ed'altripoeti.

-Coloronon dimanco,iqualitramandarono ai Sardi lingna,artie costnmì più cheglialtri conquistatorifuro-noiRomani;poiclitrecalul'IsolaaPro\incia,la rifor-nironodicolonieitaliche, e,ligorìronlai;olla?;ipitn7,a (lol-leleggi,collamaestàde'magistrati, e colni'rltod'ultime islilitzioni,innestandovi vivacissima,e vittoriosasoprai

noderosi esilvestrici^ppidegli agresticostumi,laromana civiltà.Indineveggiamo ancoradìmolti,ciliarie aperti segninell'Isola,siarispettoallinguaggio Calarìtanoco-meaiLogodoresc,che serba intatta la parte costitutiva dell'idioma de'Sardl nellospiritolatino;sianelle arU che s'attengonoaibisogni della vita,com'èilmodo di

maci-DigitcedtiyGiX^le

DELLA SAnDEGNA 79 aireilgiano,<lislacciarlo,d'impastarlo, Ai cuocerlo.

Ancora almodoromano reggiamo aggiogareibuoi,tira^

re i solchi, apparcccliiare itcrreni:romat>o schietto è tnt-tarial'aratro,romaniicarri,eleruote; romanelepale, lemarre,ibidenti,icofTani,leasde, e parecchialtri arnesidomestici,e rurali.

I Saracini,a cagione che non T'ebbero mai posta dn-rcTole,mapossedeano leeabvnùtàpiitagaÌ4ii dimas-nadierie di pirati,che di riposati edirittiSignóri,non lasciarono di«è nelV isola altre "vestigia che le rapino, lo anioni,leruine delle cittàe de' borghi,lasoUtodinee lamorte.Unmal peccato resta nientedimeno ancora in Sai^^ajintromesso rurlivamentcda quo' barbai,edi iltristoseme della superstizione quasi ridotta anorme

d'artemaligna,perl'astrologia e l'artemagica onde gU arabi erano ioiamie disonesti. Perchèiloro presb'^atori, arloli,e Etregooi d'ognifalla,messisidifrodoperle vil-ledelcontorno, con loro fascini etrappoleriedavanle viste(lifarmiracoli,e per viail'incantamenti promolleano tesori,piaceri,evcndcHeagliincaniic creduli paesani.

Che cotesle alìbomincvoli,ainuno sciocclicartidei maliardiprocedanoinSardegna singolarmente Ja'Saraci-ni,egliè manifesto perlescritte Ioquali coloro che più perfidiano negli od) e nelle vendette cercano c comperano.

secretamcDte a gran prezzo. Di che poscia, tornati a co-scienzapelridestamcnto della fede operato nelle missioni, le recano vergt^osìe pentiti a'missionari:ond'io,che

80 COSTDUI molte ne yidi,ebbia conoKere} cbe la maggior parte d'esse scritte magiche sodocomposte di scongiuraziom

, pcrìnri, proTOcameoU,e sacramentali e misteriosi bisbi-glidilocuzione arabica,(oliialCorano eda'superstiziosi trattatidinecromanzìa, e d'altre maleGchearti.

Pertanto, eccetto le deplorevoli malìe, nnU'altTO's'ap-{ùgliò degliArabisiSardi,madimollibeniebber essi jpa lo contrario dal concorso e dall'asar cotidiano prima.

co'Pisanie poscia cogli Aragonesi.Imperoccbò nella Gal-lurarimaseuna tinta dell'antico Tolgare toscano che tì aiparlada qoe' pastoricon tutte le natie toc!,e dirioni, e contutti imodi el'arditoe scUeUa vigore deium^di RicordanoHale^ini e di Dante.Daqnel d'Aragona poi AdiOnse in tattoilcolor latino dellinguag^o sardoima Telaturadispagnuolocbe traspare dalle cadenze, dai co-struttie da parecchie voci naturalidiquella favella.Il che avvenne precipuamente dal costumare nellecittàe nellovilleche fecerosia lungoimagistraticivili,le corti digiustizia,e più assaiipreti parrocchiani;e dallo stu-diode'cherici,clicprima aveasiinitaliano, e poscia in ispagnuolo.

Talché quasi ogni cosa che s'attenevaalla religionede-rivavadall' ItaliaquandoiPisaniavcano slato nell'Idola, edi làlevcniano in gran parteallecattedraliiVescovi, a'bcnciìztc allecommendegliAbbati,eledignità del cle-ro:£aliorclièlacasad'Aragonatenneilpaesepersi lun-go corsoditempo,laChiesa diSardt^oa ebbe Primati

,

SELLA SAIIDEGNA 81 Vescovi,e Prelati venutile per lo piùdiSpagna, e me-dianlosigrannumero di eherid vennero osi e ceremonie eritiloletani,che òggi in Sardegna sono aocoia in pieno grado net pontiGcali, nei capitoli, e nelle collegiale.

Ila seBÌvogliarinmoTere tutto ci& chedoveadisua rdgioDe innestarri nell'Isola' da' forestìerì sopraTrenuti&

•dominarla,itrimanente d^li antichissimi costumi sarde-schià duralosenza mescoUnia straniera asommostupore dichiunque, comparando fìstalnlità delle umane condii zioni]scorge ib quéll' Isola un miracolo nuovo e nugola^

rissimoperogni rispetto.Io credo eh' ellasiaopera de-gna de' filosoG l'Indagare le occulte cagionidì si altoav-venimento,lequa]!hanno profODde radici nell'indole dei popoli, nelle condizioni domestiche, nella virtù delle pa-trieistituzioni, de' sili,dell'aere; nelle impressioni dell'in-fanzia, nellememorie etradizioniinvoltefralanebbia de'tempi circaleoriginiloromanon neglieffetti,iquali scesero via via perlegenerazionicon piò fraaco e riso-lato insinoa'presenti.

Eragionando de' Sardi,cisentiamo occupati da mag-giormaravigliaquando consideriamocome cotesto popolo passò dal gentilesimoallasanta fedediCristocon tante sue costumanze pagane:Cleseppi;silenaceincutecon essa congiungere pertantisecoli,senzo maifallire allafe-do cattolica. Gonciossiacbò per sovrano privilegiodc'cLeli ninna eresìa o scisma divelse mai quelpopolo dalla Chie-sa lODuma nè coll'arianesimo,nèconaltride'mille errori

82 COiTL-llI che pullularonoJall'orienle e dall'occidentead infaUare l'elettocampodiCristo.Nètutte leaatichisaime pratiche di:Sardiìntantosono paganeperche rivolte GÌeno a con-taminare la chiarezza e mondezza del culto cristiano,ma sonpaganoinsoloquesto che eranolauso fra essi pri-mache lenissero alla Tede. Pel resto siccome lenon ap-pattengonopunto alla religione, cosi sodo maniereed os-aerranzepuramente arilie iamigliari, sebbene alcimatoU laprecedano,-0Tengano dopoisacririti nelleoccorren-ze dei maritaggi,o ddle esequie deictefonti,oper lo nn-sc«rede'prùnogenili,edaltrettali.Che se alciue d'ease usanze avesieroosinistriefietti^comeicarmi mortaarì, iqualipossono eccitare a Tendella; o4eog(Hio a consn^

tudini dicnltopagano,come le nenie delle preBche;od hanno aria di superatizÌone,come certe lustrazioniami!, ivescovi ediprelati nonriTinano di querelarsenea' ret-tori,e curati, e con penali divietisibrigano di sredicarie da quel popolo fedele, Q quale, o perchèglivengono dai mag^ori,nonsipoi^inquestosempre docile ed ob-Iiediente.

.£questa loro ostinatezzaèsìanticachein sulloscor-cio del sesto secolo, essendosi finalmente convertitialla fedeancheiBarbaricini,GregorioMagno Sommo Pon-tefice silagnava e rammaricava grandementecoli" Arci-lescuìodiCagliariacagionecliccolestipopolinonsi partianoda molte pratiche pagane,che tanto eranopiii p^colose quanto eranoessipiù treschi

nellaconrerùo-DigifoedbyGoOglc

DELLAaABDERKA 83 ne/Maeglinon pare cheilsanto FonleOce f<nse godro-lalo diloroobbedienza,dacché appnntofaimonlanarì ddla Barbogiaalbile usanzedonnoIntteTÌa piùche a1-troTe.Em! narrav» l'anno passalo monsignor Pinna Vi-carioGennale della diocesi di Naoro^ che avendoil Te-scoTo jnSitla lapena di caso riservato a -coloro che so-praidefontichiamasseroicompìuili delle prefidie^ad ognicorso dipostagligfnngerano fosci dì lettere da'con-Tessoiiperlafacoltà dissolvereidelinquenti.Tanto sono tenacide'lon antichi costami!Anche nn altro Vescovo a questianni trascoraebbe dnrissimi scontri coi popoli di parecchi villaggiamare,perchè volendo diverre certi cotaliusiloroche putianodigentilesimo,non apparec-chiò Torseidurianimi de'villanicon quella soave destrez-zache riesce a capo delle piùdiOlciliimprese. Ondechi pigliaronoisaoi santiammonimentiinsinistro,quasi ten-tassedìtrasnaliirarlaSarilcgnaconduncntlolaadusi fo-restieri;e desseInrnoiadipococristiani,quand'essi giuravano altamente a Dio, ea'Santidesser buoni fede-li,e d'incontaminatacredenzaquanto ogn'allro popoloil

più riverente edevoto allaSanta Onesaromana.

Ancheledonne,s\mutabili per natura,non vogliono essereivimeno tenaci de'maritì:nèmaterebbcro maion'ar pice degliusi,e dellefogge loroper ninna cagione ch'es-ser volesse.Chinavigaoggimai in Sardegnaalporlo dì Cagliari,enne chiaritoalprimo por piedemsol molo,e per le rie, abbaltendoai nelle foren del contado.Le

doit-8i COSIDMI nedell'isola , nell'incredibilequieti delle fogge de' loro veslimeol), inquesto sole conrengono d'aver InEteilseno aperto. E«liiiidaDeuelayilainimbusd,o in foscetle, oinserrino ài qoalonqae foggia «Ile sieno,lotte baonp dinanzi lo aparato larghissimo,onde le (òrme del petto appùono sottolefineecandide camicie. Di cbei forestie-ri,iqiialinon 430nosconolasemplicità,lapudicizia,e la naiuraiczu dei costunndell'isola,ne pigliano

ammira-Esicconieda qualche anno in qnailfrequente arrivo daGenova dei legni a vapure accresce Rrandemenlcil nu-merod,.-1iii-i^iloil .eh;foresidevil!^it-Ìdel Campiik-ni>asccnduiiu cdiiliiiuamenli?ollaCitta,tivsiimisfionari eiitriironnmj)cii:,icri)ili[Iran rdci ealiiiifeimilEi

deglioc-chislraiiiei i.L;ioiidelepregarono perliulnioJoed elh-cnciragioni<limularclofoggia degliimbusti,odi chiu-dersiItiun gamiirnno accollato,onoro d imbracciare un faraetlocui|n.tliincavalcali,o culle rivolto a svolazzo, l.cdonneinpniiiarimasero iluperatlo che altn potessero

recarsi a fareniiincasodiciò ch'elleno,egliuomini del paese non aveano mai posto mente,nulladimeno one-stissime criscrbatissime donne, vollero porgersi obbedienti a'saccrdoli nel coprirsiquando vannoin cittàcogli erbag-gi-,e collefiullealmercato;ma nonvifumai perìcolo cirelli!siconducessero a cangiarleforme del vestire.Per

laqualcosa, serbandointatti glispari de'gìubbclll,enon volendo serrare mi punto più io snle slrìnglic,o crescero

DigilizedliyGoogle

DEI-ULSARflEGNA 85 d'un occhioigangberelli,pensarono a un nuovo modo'dì coprirsi,che £ in anirca usanza presso ieville

dolla.Tre-IvisoliTfanciullf;rilevanoilisnvcrcliio, frnmmi'tlon ne-glis|)nllar:c,iilfll.iln'rcUiimip;ii}iinlimi<'liiipemlt;loro

inmirui n[luisa ili ciirliiìii,ii|j()tiiiluimiiun:i;;;ÌLimoRsserc ni'gliariticliibassirilii'iile vcr|;iiiidi Vl^I.i,cle saccrJo-(ojisedi Cilx;le.Perlaiilo leihmKdi'!(.'.ani pi ria [ledi

Ca-gliarida parecchi anniinqua vannoaluicrealoco' faz-zolettispiegatidal eolio ollacintura,-eseilvento soUìa, come avvien colàdiTreijncnlc,soltcntranoglialtridue becchi nel doppio scheggialechelericinge.Usciteposcia dallacittàper tornarealla villa,non soniteoltreun mez-30 miglio, chelamaggior partesitolgono dinanziil pen-done, evannoinpettosecondo loro usanza.Kciòeh'v vie pilida notare, coleste Tcmminc non vivonoreci.^edai forestiericome quelle dell'OIeastra, della Uorlxigia, o del Goceauo,masipuò dire che alberghino sotto l'ombra dui Caalello diCegHori,e {Hressschfr ogtù d) viaicODdactHw a brille e s'ag^inmo fra le cittadine, leipiali vestODOco-menelle città d'Italia,e le pib vanno-in velicandidissi-mi, e trasparenti aHaTom»diquellediGenova. Nulla ostanteilgenie^lle Sardesi non è rivolto a togliere od alterare lefi^ge loro,siperìspiritodipatria,esiper ri-verenza alleistìtuziòiHiiaesane.Segno manifesto d'animo liberoe grande, che pagoalla«nmodesta fortunanon cura di piegarsi all'iraitazianedicivilli forestiera.

CAPOIV.

DBIXBUGIOKI FEBCUB1SARDI TENITERObìfbuuimjum SBCOU LE C0STUMU1U FBUUTIVE.

Trimieramentee'i diecoreo a lungo nel capo addietro, riccoBHipiÌDii.GidoiddiSardegna Tenutid'Oriente,al opraggtugnere di novelle genti cedettero lorole terreoc-cupate,e pernonsì'mescolarecon essesiridussero alle parti centraliemontane delFisola.Ipq»Ii,che in soli--cosopravveonero ai primi, recarono aaàt' essilor-modi e usanze nazionali;ecome portara la natura di quelle prìsdie famiglie,cìascmu genie lenea strette le sue tra-dizioni,né per casi o con^mitivredìmntazion di paese,o d'estema dominazione, od anclicdìservitù,silasciavano rapirediroanoIavitorclaggiode'lorocostaminatii.

Laondeinquelleremole stagioni,incuilemigranti plebi navigavano ad ignolc contrade,non per vaghoua o lil»-dine d'imperio,maper cessarsidareitidni,o per sover-chio dipopolo,o sospinti e incalzai da novc^ avvenlo-rieri, ilpiù delle volle pacificamente chicdoaiio ai vecchi

DELLASARDEGNA 87 abitatolilaterra e l'acqua perivitrapiantarelapatria,e inessa la religioneeglistatutide'padri.Se lasciavano nelpaesedondepartitieranounacittà,una reggia,un tempio,peramore del luogo natale e sTÌcordanzadiloro stirpiassegnavanoinomistessiallenovellecittà,

allecu-rie,aitempli eallerocche.Similmente apponeanoai colli, ai monti,ailaghi,aifiumilepatrie oppdlaziuni quasi dol-cemente illudendo l'animo passionato per Tabbandono dei suoi.Perchèlefontane dellanuova religione zampillava-no colnome di quelle che nutrianoteacque d^pritnieri loro casali,quelleacque rinsciano peressipiù chiare,pi&

liete,piacevolie refrigeranti. Perchèilbosco età sacro alloIddìoreùeralonegUombron recessi ddla patria aede, qndbosconeHea per esn ombra[uikamica, pt{ios|Htale e sacra. Tanto l'uomosilasciaingannaleai.nomi defle còt9!tantoBCcareEzarimmagine perhrealtà!

InSardina poi coteste prime genti, da chelecolonie diIJbia,ea|^resso quelle diCarta^nepiJi.particolirmente rooseero d' Arricaùlordanni, oltre allii^re di tntlo loro potereil«msorxio de'viocitori, ebbero nella cornane sven-tnnimi altro minor male. Ciò è a dire, che eziandio me-scolaodod àlqaanto con essi,ilorocostuminon poteat»' granlatto alterarsi.Impcrocchòlelibiche popolazioni era-no anch'esse la ma^ior parte d'originefenicia,ei Carta-ginesipii^chealtri.Laonde avveniva che lingua, usi e re-ligione eranoperpoco a guisadiquellede'Sardi, popolo ingran parte,comasidisse,difeniciagenerazione.Ed

88 COSTUMI ecco siccomul'bbi'roàimolto agio amantaierc ìntaUi coElmni loro,iuiclieposteleitircrscinvasioiiiabicaiKt, insinoaldominio romano.

Dc'ltoniani,dd' Gri.'ci, (le'Saracinie degliAragonesisi favellò giù nei capo untdccdcnie;perchè egli èda ragio-naremlomoalleallrecagioni che originaronolosaldezza de'Sardine'lorousie costumanze anticbc.

Ivisiporgoali'osservazione del Glosoro quali vie di trafficofossero sinoda Inugbissimi tempi addietro aperte allaSardegna, eftx estc al connnercìo co'foreitieri. Sotto iromani le ciui erano fVeqneiitìssime e popirfoBe nell'iso-la;manonsisa per le storieclievi fiorisseroarti spe-cialie sovrane,leqosliattraesserogliestemi pojlolia

mercsiare;poiché selogligrano, tìboe bestiame, dt che eottoilromano imperiol'isolafa licdiissima,poc" altro aveanoiSaidiche allettasse e invitasseimercatanti.E ne avessero o no,ilcommercio èra pur sempre coi roma-ni, Iquali giireggeanl'isolacome Signori.

Madopo diel'Ìsolafiidesolata da' Saracini, pochissi*

meeranlenavichevivenissero da'litid' Italiaa cagion dicommercio,clièpovero era e Bcarsissimoper ogni conto.

SollolasignoriapisanalaSardegna non eravisitalache dai legnidiPisa,poco dai legnidiGenova,meno da quei diSpagna; nògliAmalfitani,Siciliani ,Veneziani e Greci Nanodaidominatorilasciatiapprodaresileggermente pergelosia ditralfico ,onde fisa ritraeva riccheize e

SollolasignoriapisanalaSardegna non eravisitalache dai legnidiPisa,poco dai legnidiGenova,meno da quei diSpagna; nògliAmalfitani,Siciliani ,Veneziani e Greci Nanodaidominatorilasciatiapprodaresileggermente pergelosia ditralfico ,onde fisa ritraeva riccheize e