e utilizzo razionale degli antibiotici
11. Principi di terapia delle infezioni
11.2 LA TERAPIA ANTIBIOTICA PARENTERALE DOMICILIARE La Terapia Antibiotica Parenterale Domiciliare (Outpatient Parenteral
Antibiotic Therapy – OPAT), intesa come somministrazione di farmaci an-timicrobici attraverso la via intramuscolare o endovenosa, rientra a tutti gli effetti nel quadro più ampio del sistema di cure domiciliari.
L’aumento dell’invecchiamento della popolazione sta modificando in modo progressivo i bisogni di salute e la richiesta di prestazioni sanitarie a domicilio.
Tale tipologia di pratica assistenziale è nata in risposta alla necessità di ridurre:
• I costi di gestione delle infezioni non critiche grazie a una ospedaliz-zazione più breve;
• Il numero dei possibili traumi e disagi derivanti dalla ospedalizzazio-ne ospedalizzazio-nei pazienti pediatrici;
• La sindrome da immobilizzazione nell’anziano e le relative conse-guenze (lesioni da pressione);
• L’incidenza di ICA (Infezioni Correlate all’Assistenza) occorse in ospedale, spesso sostenute da batteri multiresistenti.
Il modello OPAT in Italia prevede che:
• Il medico di famiglia può prescrivere antibiotici iniettivi;
• La somministrazione per via endovenosa può essere effettuata solo dal medico, anche a casa del paziente;
• Gli antibiotici per via intramuscolare possono essere autosomministrati.
Le principali patologie a eziologia infettiva batterica trattate domici-liarmente in Italia risultano esser le infezioni delle basse vie respiratorie di grado moderato, le infezioni della cute e dei tessuti molli e alcune forme di infezioni osteoarticolari.
Gli adulti e gli anziani sono i maggiori fruitori degli antibiotici iniettabili, mentre in età pediatrica la via parenterale viene usata raramente e solo nei casi strettamente indispensabili.
È opportuno ricordare che a domicilio è preferibile utilizzare la via orale, riservando la prescrizione della terapia parenterale solamente ai casi più ostici.
A tutt’oggi, per i casi più critici, in Italia, in assenza di programmi tera-peutico-assistenziali ben definiti, ci si basa soprattutto sul modello ben strutturato di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI).
Tale modello, per definizione, è rivolto a persone in situazioni di fragi-lità, senza limitazioni di età o di reddito, caratterizzate dalla presenza di:
• Una situazione di non autosufficienza parziale o totale di carattere temporaneo o definitivo;
• Una condizione di non deambulabilità e di non trasportabilità presso i presidi sanitari ambulatoriali.
Nonostante il modello OPAT risulti ormai ben avviato, in Italia esistono due differenti note AIFA che vincolano la prescrizione a carico del SSN limitatamente a specifiche condizioni cliniche (vedi Tabella 7).
La stesura delle due note AIFA è stata effettuata al fine di razionalizzare l’uso degli antibiotici sul territorio, contenere la spesa farmaceutica pub-blica, limitare il rischio d’insorgenza e la diffusione di nuove resistenze agli antibiotici, e di riservare la prescrizione di alcune tipologie di antibiotici
mento antibiotico parenterale, possono attuarlo totalmente o continuarlo al proprio domicilio.
Tabella 7. Nota AIFA 55 e Nota AIFA 56.
Nota AIFA 55 :
Antibiotici iniettabili per uso territoriale
Nota AIFA 56:
Antibiotici per continuità ospedale-territorio La prescrizione a carico del SSN degli
an-tibiotici iniettabili per l’uso comunitario, è limitata alle seguenti condizioni:
1. trattamento iniettivo di infezioni gravi delle vie respiratorie, delle vie urinarie, dei tessuti molli, intra-addominali, ostetrico- ginecologiche, ossee e articolari;
2. trattamento iniettivo delle infezioni causate da microrganismi resistenti ai più comuni antibiotici, particolarmente nei pa-zienti immunocompromessi.
La prescrizione a carico del SSN è limitata al trattamento iniziato in ambito ospedaliero e al successivo utilizzo in ambito territoriale da parte del Medico di Medicina Generale per garantire la continuità terapeutica.
Un razionale utilizzo degli antibiotici per-mette di preservare l’ambiente territoriale extra-ospedaliero dalla diffusione delle resistenze batteriche, mantenendolo se-parato da quello ospedaliero ed evitando il ricorso all’ospedalizzazione per trattare in-fezioni risolvibili efficacemente al domicilio del paziente.
Tali farmaci non dovrebbero rappresentare, di norma, la prima scelta terapeutica, ma vanno riservati a casi selezionati, anche allo scopo di prevenire l’insorgere di ceppi re-sistenti sul territorio; ciò vale in particolare per gli antibiotici impiegati nei confronti di Pseudomonas aeruginosa contrassegnati da asterisco (*).
Per gli aminoglicosidi in particolare è indica-to l’impiego in associazione con ß-lattamine, in pazienti anziani che vivono in RSA o strut-ture protette, in pazienti defedati o immu-nocompromessi o recentemente dimessi dall’ospedale e/o sottoposti a trattamenti protratti con antibiotici a largo spettro, allo scopo di potenziare o ampliare lo spettro d’azione antibatterica.
La prescrizione a carico del SSN è limitata al trattamento iniziato in ambito ospedaliero e al successivo utilizzo in ambito territoriale da parte del Medico di Medicina Generale per garantire la continuità terapeutica.
La prescrivibilità esclusiva in ambito ospe-daliero è finalizzata al mantenimento dell’efficacia e alla contemporanea preven-zione dell’insorgenza di resistenza batterica ai principi attivi.
La scelta di iniziare un trattamento ospe-daliero con tali farmaci dovrebbe essere riservata alle infezioni gravi e in assenza di alternative terapeutiche.
Ciò non impedisce, tuttavia, dopo la dia-gnosi e l’inizio del trattamento, il manteni-mento della continuità assistenziale ospe-dale-territorio a carico del SSN, ove fosse necessario proseguire la terapia a domicilio.
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