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Gli antichi archivi antonian

FONTI PER LA STORIA ANTONIANA DI SARDEGNA

1. Gli antichi archivi antonian

Secondo quanto stabilito dal Breve di soppressione dell’ordine di S. Antonio di Vienne, le 26 case francesi ancora attive furono incorporate all’ordine di Malta della Lingua d’Alvernia; nel Regno di Piemonte, Torino e Ranverso furono affidate all’ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, mentre Chambéry seguì il destino delle altre case francesi; le due case esistenti nel Regno di Napoli vennero unite all’ordine costantiniano; delle tre case esistenti nello Stato Ecclesiastico, invece, la sorte fu decisa un anno dopo, e furono assegnate all’Accademia de’ Nobili Ecclesiastici248.

Conoscere questo Breve è fondamentale per comprendere l’iter seguito dai fondi archivistici. La maggior parte della documentazione un tempo conservata presso l’abbazia di Saint-Antoine si trova ora presso gli Archives Départementales du Rhône a Lione, capoluogo dell’antica Lingua d’Alvernia dell’ordine di Malta. Numerosi documenti, però, sono rintracciabili presso altri Archivi perché in origine custoditi dalle precettorie locali, o perché all’inizio del XIX secolo, in applicazione del principio di appartenenza, furono estratti dai relativi fondi per essere affidati agli Archivi dipartimentali corrispondenti alle antiche precettorie: una piccola parte del fondo originario della casa madre è così rintracciabile a Grenoble presso gli Archives Départementales de l’Isère; la documentazione di Gap, invece, è custodita presso gli Archives Départementales des Bouches-du-Rhône (Marsiglia) insieme a quella dell’antico priorato di Saint-Gilles di S. Giovanni in Gerusalemme, anch’esso con sede nel territorio di Gap249.

Per quanto riguarda l’attuale territorio italiano, l’archivio della precettoria di Ranverso è custodito presso l’Archivio Storico dell’ordine mauriziano, ma alcuni faldoni sono confluiti all’Archivio di Stato di Torino. Nel Regno di Napoli una parte dei beni dell’ordine era già stata incamerata nei secoli precedenti dalle diocesi, e i rimanenti furono assegnati all’ordine costantiniano che custodì l’archivio della precettoria napoletana fino all’unità d’Italia250. L’importante precettoria generale di

248

ASV, Ordini religiosi, Antoniani ; Archivio della Pontificia Accademia Ecclesiastica (da qui APAE), n. 41, cfr. VILLAMENA, Religio sancti Antonii Viennensis. Gli Antoniani tra medioevo ed età

moderna, op. cit., p. 89 e n. 33.

249

R.LACOUR, Ordre de Saint-Antoine en Viennois, 49 H 1-1332. Répertoire numérique, Lyon 1973.

250

L’archivio dell’ordine Costantiniano, e con esso le carte della precettoria antoniana di Napoli, confluirono presso l’Archivio di Stato di Napoli (da qui ASNa), nel fondo deominato Sacro Reale

59 Firenze invece fu assegnata dal Granduca al Magistrato del Bigallo, e la sua documentazione fu successivamente versata all’Archivio di Stato di Firenze251. Le proprietà delle case dello Stato Ecclesiastico, infine, furono trasferite all’Accademia de’ Nobili Ecclesiastici, ora Pontificia Accademia Ecclesiastica, che ne custodisce l’archivio e la biblioteca252.

Gli archivi dipartimentali francesi sono stati ampiamente vagliati dagli studiosi che hanno ricorstruito la storia dell’ordine, più volte menzionati nel corso di questo lavoro: Luc Maillet-Guy, Adalbert Mischlewski e Italo Ruffino. Un importante lavoro di censimento archivistico, invece, è stato eseguito da René Lacour negli anni ’70 del Novecento, ed è stato inserito come introduzione nel suo Répertoire de la série H degli Archives Départementales du Rhône253:

Tout le fonds n’est cependant pas conservé dans le Rhône. Plusieurs documents, qui avaient été envoyés dans les préceptoreries locales, ne purent être réintégrés avant la Révolution. Par ailleurs, l’ordre déclinait depuis le XVI s. et de nombreuses préceptoreries conservaient leurs propres archives, sans lien avec la maison-mère. Enfin, pendant la

première moitié du XIXs., en application du principe de pertinence, de

nombreux documents furent extraits de ce fonds pour être adressés aux Archives des différents départements dans lesquels existaient des préceptoreries254.

Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, http://patrimonio.archiviodistatonapoli.it/xdams-

asna/public/application/jsp//titoli.jsp?titolo=soggetti&qrId=3se05290c932524c&toElement=0&fromE lement=2&db=asnaAutherEnti (ultimo accesso: 17 luglio 2014).

251

AS FI, Precettoria di Sant’Antonio di Firenze e IVI, Diplomatico – Sant’Antonio Abate. La

compagnia del Bigallo sorse nel XIII secolo con scopi di assistenza e beneficenza. Nel 1542 il duca Cosimo I de’ Medici la sostituì con il Magistrato di nuova istituzione, che ne prese il nome nella consuetudine popolare e cancelleresca. Il Magistrato del Bigallo fu soppresso nel 1776 e sostituito con un istituto omonimo al quale, nel 1778-1785, passarono gli archivi e i patrimoni del monte di pietà, delle compagnie e delle corporazioni religiose soppresse, tra le quali la precettoria di Sant’Antonio, le cui pergamene furono versate nel Diplomatico del Pubblico Archivio istituito dal Granduca Pietro Leopoldo nel 1778. http://guidagenerale.maas.ccr.it/GuidaGenerale.aspx?dns=hap:localhost/repertori/SP200790 (ultimo accesso: 15 luglio 2014).

252

Il Fondo Antoniano è stato inventariato da Ragna Enking negli anni 60 del secolo scorso, e recentemente studiato da Raffaela Villamena. È stato svolto uno studio sull’inventario, pubblicato nel 1967 su «Archivio della Società Romana di Storia Patria» (III s., vol. XXI, A. XC, fascc. I-IV), e sulla pubblicazione di Raffaella Villamena (Gli Antoniani tra medioevo ed età moderna, in «Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria», CIV- I, 2007), che non ha portato alcun risultato relativamente ai rapporti tra la Precettoria de Urbe e la Sardegna.

253

LACOUR, Ordre de Saint-Antoine en Viennois, op. cit.

254

60 René Lacour riporta poi tutte le unità archiviste relative agli antoniani conservate presso gli altri archivi dipartimentali francesi (Bouches-du- Rhône; Charente; Dordogne; Doubs; Drôme255; Isère; Meurthe-et-Moselle; Meuse; Moselle; Nord; Haute-Saône; Savoie; Haute Vienne), presso gli Archivi Nazionali di Parigi, e presso le Biblioteche municipali di Lyon e Grenoble256. Le fonti custodite presso gli Archivi dell’Isère (Grenoble) sono inoltre impreziosite da due collezioni private: quella dello studioso Victor Advielle (1833-1905)257 e quella di Eugène Chaper (1827-1890), proveniente dal castello di Eybens e acquisita dagli Archivi Dipartimentali dell’Isère dopo la II Guerra Mondiale258.

Incrociando le informazioni reperite in bibliografia con questo repertorio, è stato dunque possibile avviare un’indagine archivistica partendo proprio dalle fonti francesi relative alla casa madre e alla precettoria generale di Gap, dalla quale la Sardegna dipendeva, presso gli archivi dipartimentali del Rhône, delle Bouches-du- Rhône e dell’Isère. La ricerca ha consentito lo spoglio di numerose pergamene recanti benefici, procure, processi, obligazioni; un certo numero di minutari notarili dell’abbazia e numerosi estratti; antichi inventari; registri e memorie. Solo un esiguo numero di queste fonti si è rivelata utile alla ricerca. Tuttavia, lo spoglio delle fonti antoniane ha consentito l’analisi della stratificazione archivistica ma soprattuto ha portato a meglio comprendere la tradizione dei documenti dell’ordine, individuando volta per volta la presenza dei regesti delle pergamene negli inventari e nei repertori, riuscendo a volte a individuare l’iter percorso dall’originale dal soggetto produttore al soggetto conservatore, o trovando in altri casi la descrizione di questo iter nelle memorie.

255

La ricerca sugli inventari di questo Archivio non ha scaturito alcuna fonte utile alla ricerca.

256

Il Lacour spiega anche che molti documenti relativi sia all’ordine Saint-Antoine che alla sua presenza in Germania sono conservati presso gli Archivi Statali di Monaco di Baviera, Würzburg, Marburg, Wiesbaden e Karlsruhe, gli Archivi municipali di Memmingen, Francoforte e Mavence, nonché presso gli Archivi diocesani di Limburg-Lahn e Vienna, cfr. LACOUR, Ordre de Saint-Antoine

en Viennois, op. cit.

257

Membro e corrispondente della Société des Beaux Arts, nel corso del XIX secolo si impegnò a raccogliere documenti e notizie di varia provenienza sull’ordine, auspicandone la rifondazione.

258

Deputato dell’Isère, fu un grande bibliofilo. Ha pubblicato pochissimo ma si è speso soprattutto nel recupero e nella diffusione del contenuto di documenti rari e antichi. Purtroppo la sua collezione di libri sembra essersi dispersa con la II Guerra Mondiale, ma poco prima della morte, nel 1887, Chaper aveva donato 80 volumi di scienze naturali al Museo di Storia Naturale di Grenoble, mentre altri volumi poco a poco rinvenuti sono stati acquisiti dalla Biblioteca Municipale della stessa città o venduti all’asta.

61 È stato possibile, ad esempio, rilevare che un buon numero di originali procedenti dalla precettoria di Gap, e qui sempre custoditi, sono confluiti alla fine del Settecento negli archivi del priorato di Saint-Gilles dell’ordine di Malta, che si trovavano ad Arles dal 1615 a causa delle devastazioni compiute dagli Ugonotti a Saint-Gilles. Parallelamente, presso l’archivio della casa madre, dovevano essere conservati altri esemplari originali dei documenti più importanti emanati dai precettori di Gap, in quanto si trovano menzionati negli inventari seicenteschi. Nel 1791 l’ordine di Malta, in Francia, fu abolito, e i documenti dell’antico priorato furono così versati a Marsiglia, dove oggi sono classificati nella serie H (Clero regolare), al numero 56, divisi in 4 sezioni ordinate alfabeticamente secondo le precettorie: registri e carte, cartulare dell’ospedale, cartulare del Tempio, e case di Saint-Antoine-en Viennois (che vanno dal numero di corda 56 H 5326 al 56 H 5407)259.