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L’ORDINE DI S ANTONIO DI VIENNE IN SARDEGNA

1. Storici antonian

Gli ordini ospedalieri medievali, rispetto ad altre congregazioni, hanno sempre riscosso meno successo tra gli studiosi. Un interessante saggio di Andreas Rehberg, una decina di anni fa, metteva in luce le criticità della ricerca ma offriva, al contempo, importanti spunti di riflessione su vari aspetti ancora poco studiati, come le vie di comunicazione fra le singole case, la divulgazione delle conoscenze mediche, gli scambi fra i diversi ordini ospedalieri130. In anni recenti, forse sulla scia della giornata di studio su Gli ordini ospedalieri tra centro e periferia, organizzata proprio da Rehberg, insieme ad Anna Esposito, presso l’Istituto Storico Germanico di Roma, si sono moltiplicati gli studi, da parte di dottorandi e ricercatori in particolare, su diversi aspetti dell’attività degli ordini ospedalieri, e questo è stato anche per gli antoniani, tanto con un interesse locale o regionale131 quanto con un interesse di più ampio respiro e focalizzato su tematiche particolari come l’assistenza o i contributi artistici e architettonici132. Con ciò non si intende asserire che la ricerca sugli antoniani sia materia recente ma, piuttosto, che sia un percorso ben lungi dall’essere concluso.

Tra i motivi che hanno allontanato l’attenzione dalla storia ospedaliera vi era, per Rehberg, l’assenza di fonti, in particolare di fonti narrative133. Significativo il fatto che il compilatore della prima storia dell’ordine ospedaliero del Delfinato, il

130

A. REHBERG, Una categoria di ordini religiosi poco studiata: gli ordini ospedalieri. Prime

osservazioni e piste di ricerca sul tema ‘Centro e periferia’, in A. ESPOSITO,A.REHBERG, Gli ordini

ospedalieri tra centro e periferia, Giornata di studio (Roma, 16 giugno 2005), Istituto Storico

Germanico di Roma, 2005, p. 15-70, p. 66-67.

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VILLAMENA, Religio Sancti Antonii Viennensis. Gli Antoniani a Perugia e in Umbria, op. cit.; EAD., Religio sancti Antonii Viennensis: i canonici di sant’Antonio di Vienne tra basso Medioevo e

prima età moderna, con nuovi contributi circa la presenza antoniana a Perugia, Tesi di dottorato in

Scienze storiche dal Medioevo all’età contemporanea, XVII ciclo, Università degli Studi di Perugia, direttore prof.ssa Carla Frova; E. FILIPPINI, Questua e carità. op. cit.; TESTOLIN, La precettoria

veneziana dell’ordine di S. Antonio di Vienne, op. cit.

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VILLAMENA, Religio sancti Antonii Viennensis. Gli Antoniani tra medioevo ed età moderna, op. cit.; EAD., I Cerretani come intermediari degli Antoniani: a proposito di due documenti del 1315 e del

1492, in ESPOSITO, REHBERG, op. cit., p. 211-230; FENELLI, Dall’eremo alla stalla, cit.; EAD.,

Sant’Antonio Abate, op. cit.; EAD., Il Tau, op. cit.; EAD., Porci per la città. Statuti urbani e privilegi

papali per la circolazione dei maiali di sant’Antonio (secc. XIV-XV) in A. CAMPANINI,R.RINALDI

(cur.), Laboratorio sulle fonti d’archivio. Ricerche su società e istituzioni a Bologna nel tardo

Trecento, Bologna 2005; A.FOSCATI, Ignis sacer, op. cit.; EAD., I tre corpi del santo, op. cit.

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37 canonico antoniano Aymar Falco134, lamentasse la stessa cosa al principio del XVI secolo.

Dedicando la sua opera a Antoine de Langeac, abate generale dal 1529 al 1537, Aymar Falco realizzava ciò che fino a quel momento, secondo lui, era mancato: una storia monumentale dell’ordine nei suoi primi 4 secoli di vita. Probabilmente si dedicò anche a un certo riordino dell’archivio dell’abbazia, o quantomeno cercò di ispirarlo, perché scrisse di aver riscontrato non poche difficoltà nel suo tentativo di ricostruzione della storia antoniana, trovandosi di fronte a una documentazione sparsa et inordinata135.

Sicuramente, tra queste fonti disperse e di difficile coordinamento, non dovette reperire numerose notizie relative alla Sardegna: scrisse infatti che fu eretta una precettoria sull’isola al tempo del gran abate Artaud de Grandval (1418-1427), ma non fornì nessuna informazione136.

Victor Advielle, nella sua Histoire de l’ordre hospitalier de Saint-Antoine de Viennois del 1883, non parlava di Sardegna, e si riferiva esclusivamente alle case antoniane piemontesi del Regno di Sardegna137.È stato Luc Maillet Guy, nei primi decenni del Novecento, a dare maggiori notizie sui rapporti dell’ordine con la Sardegna. Interessatosi alla ricostruzione della storia delle varie precettorie antoniane del Delfinato, e attingendo dagli Archivi Dipartimentali di Lione e Grenoble, pubblicò, tra le altre, la storia della precettoria generale di Gap. Il suo saggio, Les Commanderies de Saint-Antoine de Vienne en Dauphiné, apparve in più parti sulla «Revue Mabillon» fra il 1926 e il 1928, e in edizione integrale nel 1928138.

Il primo riferimento che il Maillet-Guy fa alla Sardegna è fondato su un errore di lettura o di interpretazione della fonte, scriveva infatti:

En 1286, l’Ordre reçut de l’archevêque d’Arborée ou Oristagno en Sardaigne la maison ou l’église de Saint-Antoine de Mestaran, mais on ignore quelle

134

FALCO, Antonianae Historiae, op. cit.

135

Ivi, f. 55r.

136

Ivi, f. 91r.

137

ADVIELLE, Histoire de l’ordre hospitalier, op. cit.

138

MAILLET-GUY, Les commanderies de l’ordre, op. cit. Il capitolo IX, Commanderie de Gap, si trova alle p. 90-131.

38 fut la suite de cette donation et où la maison se trouvait située, il en est fait

ici mention d’après le registre de 1339139.

Riprendeva a parlare della Sardegna qualche pagina dopo, riportando che il 25 giugno 1322, sotto il governo di Guillaume d’Hauteville, la precettoria di Gap riceveva da Jean de Servas, precettore della casa e baillivia di Sardegna, l’impegno al pagamento di una pensione annua di 40 fiorini d’oro, della quale il precettore di Marsiglia, Jean Guarin, si faceva garante. Aggiungeva semplicemente «on a vu qu’il a été question déjà de la Sardaigne en 1286»140.

Il Maillet-Guy, probabilmente, non fu in grado di approfondire lo studio sui rapporti tra la precettoria di Gap e la Sardegna, ma nel suo saggio si sforzò di fornire alcuni elementi, evidentemente gli unici rinvenuti. Queste difficoltà sono chiare nel passaggio in cui riporta la sintesi del canonico Autin, il cronista seicentesco dell’ordine141, il quale, sforzandosi di dare un elenco completo delle case subalterne a Gap, estrapolava Nizza e la Sardegna da fonti più tarde, senza però avere chiaro il percorso di affiliazione di queste, «il ne donne pas d’autres indications, n’étant, semble-t-il, pas mieux renseigné que nous à leur sujet»142. Tuttavia, l’obiettivo di ricostruzione della storia di Gap spinse il Maillet-Guy a riportare tutte le notizie rinvenute: l’affitto della precettoria di Sardegna a quella di Marsiglia nel 1330143, e l’affitto delle case di Sardegna e Corsica a Benoît, precettore antoniano di Pisa, da parte del precettore delle due isole, Berton Jean, per 100 fiorini d’oro di Firenze, nel 1365144.

Soffermandosi infine sugli Statuti riformati dell’ordine (1478), Luc Maillet- Guy illustrava il ruolo ricoperto dalla Sardegna in questa fase, mettendo in luce che l’isola era ancora una precettoria semplice sottoposta alla casa di Gap e, pertanto, era tenuta a pagare un canone annuale; che le erano stati assegnati in tutto sei canonici145; che nel 1537 il capitolo generale dell’ordine dava mandato a Pierre Bertal, precettore di Gap, di riunire sotto la sua autorità di superiore tutte le case e le

139

MAILLET-GUY, Les commanderies de l’ordre, op. cit., p. 98. Cfr. infra, Cap. IV, § 1 e Appendice, doc. 1 (1286 gennaio 3).

140

Ivi, p. 105. Cfr. infra, Cap. IV, § 1 e Appendice, doc. 3 (1322 giugno 25).

141

Cfr. supra, cap. I, § 1.

142

MAILLET-GUY, Les commanderies de l’ordre, op. cit., p. 106.

143

Ibidem.

144

Ivi, p. 109.

145

39 chiese di S. Antonio in Sardegna rispondenti alla regola dell’ordine e alle bolle apostoliche146.

Altri studiosi di storia antoniana facevano brevi cenni alla presenza dei canonici in Sardegna. Il tedesco Jacob Rauch, nel 1957, riportava che nella seconda metà del XV secolo l’ordine contava 365 case, tra queste elencava le precettorie generali italiane: «Ranvers (bei Turin), Florenz, La Pouille bei Neapel, Sardagna in Sizilien und das Haus in Rom»147. Non è chiaro se l’individuazione della Sardegna come località siciliana sia da attribuirsi a un palese errore presente su una fonte consultata o a un refuso dell’autore.

Negli stessi anni, un altro tedesco, Adalbert Mischlewski, consacrava i suoi studi all’ordine ospedaliero di Vienne. Decenni di importanti studi monografici sui vari aspetti della storia antoniana (le precettorie tedesche, le biografie dei precettori, l’attività ospedaliera, la presenza delle donne nell’ospedale, etc.) sono confluiti in un’importante sintesi che resta per molti aspetti insuperata: Un ordre hospitalier au Moyen Age, les chanoines réguliers de Saint-Antoine-en-Viennois, pubblicato a Grenoble nel 1994148. In quest’opera, Mischlewski menzionava pochissimo la Sardegna: ricordava che nella metà del Trecento era compresa, insieme alla Corsica, tra le pertinenze dell’ordine149, ma la sua opera è fondamentale soprattutto per le tavole riassuntive elaborate sulla base degli Statuti riformati dell’ordine. Da questo approfondito lavoro, compiuto attraverso la collazione di due manoscritti riportanti i capitoli della riforma (il primo, copia coeva conforme, conservato a Grenoble150, il secondo, risalente al 1661, corrotto e incompleto, custodito a Francoforte), e attraverso il raffronto con più esemplari di estratti151, lo studioso ha elaborato la prima tavola sinottica delle precettorie, suddivise in generali e semplici, del numero dei canonici assegnato, e di quanto da esse dovuto alla casa madre, al precettore generale, all’abate dell’ordine e all’ospedale152. Per quanto riguarda la Sardegna, si

146

Ivi, p. 119.

147

J. RAUCH, Der Antoniterorden, «Archiv für mittelrheinische Kirchengeschichte», 9 (1957), p. 33- 50, p. 43. Rauch si occupò della storia antoniana in Germania. Questo suo articolo, come il secondo,

Geshichte des Antoniterhauses Rossdorf-Höchst, «Archiv für mittelrheinische Kirchengeschichte», 11

(1959), p. 75-179, furono pubblicati postumi, cfr. RUFFINO, op. cit., p. 142.

148

MISCHLEWSKI, Un ordre hospitalier au Moyen Age, op. cit.

149

Ivi, p. 50.

150

ADI, 10H 4.

151

Cfr. MISCHLEWSKI, Un ordre hospitalier au Moyen Age, op. cit., p. 157 e n. 4.

152

40 riproduce qui un estratto della tavola sinottica del Mischlewski. La prima precettoria indicata è Gap, la 22° precettoria generale dell’ordine, le successive sono le precettorie semplici da essa dipendenti, e vanno dalla 137° alla 142° precettoria semplice presente negli Statuti153:

PRECETTORIE