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Antonio cianflone

ci sono poi tre nomi che tornano più volte, sia nelle carte dell’inchiesta che nella deposizione del Maresciallo calì: si tratta di domenico Mesiano, Maurizio cavedo e Antonio cianflone. È proprio quest’ultimo che, in una conversazione intercettata dai carabinieri, rassicura Giuseppe Giglio dicen-dogli: “se c’è qualche problema chiamami subito che io chiamo o la Questura di Parma o la Questura di reggio emilia e ti metto in contatto con qualcuno di loro, hai capito?“. un “investigatore qualificato“, così come de-finito dagli inquirenti, un ispettore superiore in servizio presso la Questura di catanzaro, impegnato nell’indagine Pandora che, come detto in preceden-za, ha toccato personaggi appartenenti a due gruppi contrapposti: da un lato i Grande Aracri, insieme ai nicoscia, ai capicchiano e ai russelli, dall’al-tro lato gli Arena, insieme ai trapasso, ai dragone e ai Megna.

I rapporti dell’ispettore Antonio cianflone con Giuseppe Giglio e Palmo Vertinelli sono finiti nelle carte dell’inchiesta Aemilia: rapporti strettissimi, così come documentato dagli inquirenti, che lo vedono a totale disposizione di Giglio e Vertinelli; essi a loro volta faranno di tutto per ricambiare attraver-so regali e favori vari. Il rapporto tra l’ispettore cianflone e Giuseppe Giglio emerge a partire dalla primavera del 2010: Giglio, venuto a conoscenza di un’ indagine nei confronti della sua azienda, la Giglio S.r.l., nel frattempo estromessa dai lavori sulla tangenziale Sud di Brescia, chiede aiuto all’ispet-tore cianflone che, dopo avergli promesso di informarsi a Bologna, dove di-ce di avere delle conosdi-cenze, si didi-ce disposto a parlarne anche con il dott.

Salvatore dolce della ddA di catanzaro, titolare dell’indagine Pandora (“parlo io col Magistrato... tranquillamente, senza problemi e la... e quello che deve fare glielo faccio fare subito, immediatamente...“).

Pochi giorni dopo, il 17 maggio 2010, la ddA di catanzaro rilascia una dichiarazione, a firma del dott. Salvatore dolce, in cui Giuseppe Giglio è ri-conosciuto, nell’ambito dell’indagine Pandora, “persona offesa rispetto al

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reato di estorsione aggravata e continuata“. l’avvocato di Giglio allegherà tale documento ad una istanza ed invierà tutto alla Itinera S.p.A. e al centro Padane Autostrade S.p.A., richiedendo l’immediata riammissione della Giglio S.r.l. ai lavori di realizzazione del raccordo autostradale. Ma non è questa l’unica vicenda che vede uno scambio di favori tra i due. cianflone ad esempio, dopo aver anticipato a Giglio che ci sarebbero stati degli arresti in emilia romagna, lo rassicura in merito al massimo riserbo sulla sua posi-zione (“ho dato disposizioni proprio al collega che opererà là, di non divul-gare sulla stampa in modo particolare la tua posizione…“).

Giglio, per ricambiare gli innumerevoli favori dell’ispettore, lo delizierà con regali e favori non indifferenti: due televisori da 36 e 22 pollici, due net-book da regalare alle figlie, una casetta al mare per le vacanze a capo colonna, cene gratis nel suo agriturismo (“sarebbe meglio non farlo paga-re…“, dice Giglio in una telefonata intercettata con il padre), camere pagate in vari alberghi dell’emilia romagna, porchetta, salame, prosciutto e for-maggio in grandi quantità, nintendo Wii, un furgone con relative tessere per il pagamento dei pedaggi autostradali e dei rifornimenti di gasolio, no-leggio di automobili, biglietti aerei.

Questi regali sono indirizzati anche ad un collega di cianflone, Francesco Matacera; egli riuscirà ad aprire un ristorante a catanzaro anche grazie all’a-iuto di Vertinelli e Giglio, che procureranno gratuitamente, secondo un’in-formativa del comando Provinciale dei carabinieri di Modena, la cucina, il mobilio e le piastrelle. dal 12 al 19 giugno 2011 inoltre, su indicazione di cianflone, Giglio ospita nel suo agriturismo il sostituto commissario roberto dall’Ara, della Questura di Bologna. Ma non finisce qui. Secondo gli inqui-renti, l’ispettore avrebbe passato a Giuseppe Giglio informazioni inerenti le dichiarazioni dell’allora neo collaboratore di giustizia Giuseppe Vrenna, ca-po dell’omonima cosca Vrenna-Bonaventura-corigliano, operante nella provincia di crotone.

Il legame instaurato con Giglio non è esclusivo perché, come detto, cianflone dimostra di avere un rapporto, forse ancora più confidenziale, con Palmo Vertinelli. Questo legame si fa palese soprattutto nel 2011 quan-do sono pubblicati alcuni articoli definiti “denigratori“ nei confronti di Vertinelli. Saranno proprio questi articoli a innescare un meccanismo malato

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che vede cianflone e Vertinelli attivare tutti i loro contatti, sia all’interno del-la cosca che all’interno delle forze dell’ordine, sia a catanzaro che a reggio emilia, per opporsi alle interdittive antimafia emesse dal Prefetto di reggio emilia nei confronti di Palmo Vertinelli. Interdittive che, come vedremo, pro-cureranno grande preoccupazione per la riuscita di alcuni affari. Ma proce-diamo con ordine. nel luglio del 2011 la Questura di crotone revoca il con-tratto di affitto alla persona a cui Vertinelli aveva locato alcuni suoi apparta-menti nella frazione le castella, in provincia di crotone.

Vertinelli si rivolge all’ispettore cianflone che mostra subito la sua piena disponibilità ad aiutarlo (“...l’importante è volersi bene... poi il resto è secon-dario...“). Attraverso numerose telefonate e spostamenti tra l’emilia romagna e la calabria, l’ispettore cianflone farà di tutto per arrivare a parla-re diparla-rettamente con il Pparla-refetto di parla-reggio emilia, per compparla-rendeparla-re quali sia-no i criteri attraverso cui sosia-no emesse le interdittive antimafia. Si mette in contatto con l’ispettore Francesco Strada, in servizio presso la Questura di crotone, e con due colleghi della Questura di reggio emilia, l’assistente ca-po Angelo Gennaccaro e il sostituto commissario Felice caiazzo. Sarà quest’ultimo a spiegargli che il Prefetto di reggio emilia ha istituito un comi-tato interforze, che si riunisce ogni qualvolta giungono richieste connesse con la certificazione antimafia e decide sulla base delle informazioni acquisi-te da tutti gli organi di polizia.

una volta acquisite queste importanti informazioni, cianflone suggerisce dunque a Vertinelli di “sanare la parte relativa alla Prefettura“, cercando di capire il motivo per cui le informazioni erano redatte in modo negativo. In questo complesso mosaico non può mancare il tassello politico. cianflone infatti consiglia a Vertinelli di interessare anche donato Alfonso Proietto, consigliere della Provincia di crotone, eletto nella lista udc, definito “un amico nostro“, per acquisire presso il comune di crotone una copia della documentazione trasmessa da reggio emilia. cianflone allarga gli orizzonti ad altre conoscenze politiche, mettendosi in contatto anche con l’assessore lorenzo costa, del comune di catanzaro, chiedendogli il nome di qualche politico di area Pdl da avvicinare. la strategia è ben chiara: acquisire trami-te donato Alfonso Proietto la nota giunta dalla Prefettura di reggio emilia e, una volta ottenuta la documentazione, agire su reggio emilia attraverso la

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figura del commissario caiazzo. con la mediazione di Alfonso Paolini, con-tattare domenico Mesiano per arrivare direttamente in Prefettura e infine, grazie all’assistente capo Angelo Gennaccaro della Questura di reggio emilia, risalire direttamente al funzionario della Prefettura che ha redatto le informazioni ed eventualmente contattarlo. Gennaccaro spiega a cianflone che le attività che riguardano soggetti calabresi, su disposizione del Prefetto, sono espletate dall’ufficio Anticrimine della Questura e che le informazioni sul conto di Vertinelli sono state confermate soprattutto dalle segnalazioni registrate nella Banca dati delle Forze di Polizia, riguardanti le indagini Scacco Matto e Pandora. A questo punto cianflone spinge Vertinelli a pre-sentare un ricorso contro il provvedimento prefettizio e un’istanza volta a cancellare le segnalazioni di Banca dati. Ma la vicenda degli immobili a le castella non è l’unico scenario in cui sono messi in moto tutti i contatti di cianflone e Vertinelli.

durante i primi mesi del 2012, Vertinelli fa sapere a cianflone di aver vin-to una gara d’appalvin-to nel comune di vin-torre Melissa, in provincia di crovin-tone, ma la Prefettura di crotone non ha depositato l’informativa necessaria per poter formalmente iniziare le opere. Anche questa volta cianflone si mobili-ta chiamando il collega eugenio lucente, della Questura di crotone, segna-lando la problematica di Vertinelli. lucente garantisce il suo pronto interven-to e, una volta fatti i dovuti controlli, riferisce a cianflone che ha verificainterven-to negli uffici competenti di Questura e Prefettura e non risulta alcuna istanza inerente a Vertinelli, perché probabilmente le informazioni erano state re-datte dalla Prefettura di reggio emilia, dove ha sede la ditta e dove Vertinelli è stato residente fino a qualche mese prima.

Il contatto alla Questura di reggio emilia è divenuto ormai l’assistente Gennaccaro che anche questa volta si informa presso la Sezione Anticrimine della Questura reggiana. cianflone informa immediatamente Vertinelli che lo ringrazia per l’interessamento. cianflone ribatte: “ma di che, ti meriti que-sto e altro tu Palmì“. “Il principale carattere dell’attività di cianflone è stato quello di rafforzare e mantenere nel tempo quell’ambiguità tra la figura di imprenditore-vittima e imprenditore-colluso che ha costituito l’habitat di sviluppo e consolidamento del sodalizio - si legge nelle motivazioni della sentenza di primo grado -. la lunga esperienza investigativa e la profonda

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conoscenza delle dinamiche di ’ndrangheta che l’ispettore vantava fanno intendere come lo stesso fosse perfettamente consapevole dell’importanza della figura di Giuseppe Giglio all’interno del sodalizio emiliano“. cianflone, optando per il rito abbreviato, viene condannato in primo grado e secondo grado a 8 anni e 6 mesi di reclusione.