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Titolo originale: WALL•E

Titolo italiano: WALL•E

Anno: 2008 Durata: 98 minuti Tecnica: Animazione

Soggetto: Andrew Stanton e Pete Docter Sceneggiatura: Andrew Stanton e Jim Reardon

Musiche: Thomas Newman, con la collaborazione di Peter Gabriel Produzione: Pixar Animation Studios,Walt Disney Pictures

SINOSSI

Prologo

Ci troviamo nell’anno 2105. A furia di consumare e produrre rifiuti, l’umanità ne ha riempito il pianeta e rendendolo inabitabile. La Buy N Large Corporation (BnL), l’azienda a che governa il mondo, ha deciso di evacuare la Terra, trasferendo tutti i suoi abitanti su di una flotta di astronavi, la cui nave ammiraglia è l’Axiom. Nel frattempo, un esercito di robot spazzini, denominati WALLE

(Waste Allocation Load Lifter Earth-Class, trad. “sollevatore terrestre di carichi di rifiuti”), sono stati messi in funzione allo scopo di ripulirla, in attesa del loro ritorno.

Ma qualcosa va storto: nel 2110 il livello di sostanze tossiche è troppo alto e la missine di rientro non ha luogo. I robot spazzini vengono lasciati al lavoro e si disattivano uno dopo l’altro, ad eccezione di uno, che continua ininterrottamente, per settecento anni, la sua opera di pulizia, compattando l’immondizia in cubi e formandone interi grattacieli.

Il prologo si può evincere dai numerosi riferimenti presenti nel film, ma è raccontato nel trailer.

L’azione vera e propria del film si svolge nel 2805. La scena si apre sullo spazio, per zoomare poi sul pianeta Terra, un ambiente ancora arido e inospitale dove WALLE continua a formare torri

altissime con i suoi cubi d’immondizie.

Tuttavia, dopo tutto questo tempo, il piccolo robot non è più una macchina che esegue asetticamente il suo compito: ha sviluppato un carattere, una personalità, che lo rende in grado di provare sentimenti ed emozioni e comportarsi in modo giocoso e fuori dal comune. Come un bambino, è incuriosito da tutti gli oggetti che, ignaro di come fosse la vita sulla Terra prima del suo arrivo, sono per lui insoliti e per questo affascinanti. Li raccoglie e li colleziona nel rimorchio di autotreno che è divenuta la sua casa, dove torna la sera a riposarsi insieme a Hal, il suo piccolo amico scarafaggio. Un robot che si è, a tutti gli effetti, antropizzato. E come un uomo che torna stanco dal lavoro, ci chiede? C’è altro, c’è un’altra ragione nell’esistenza? WALLE si sente solo,

quello che desidererebbe di più è una compagna accanto a lui.

Un evento inaspettato è destinato a turbare la sua routine. È l’arrivo di EVE (Extra Terrestrial

Vegetation Evaluator) un robot sonda con il compito di passare in rassegna la superficie terrestre e individuare la presenza di vegetazione per scoprire se il pianeta Terra è tornato abitabile. A differenza di WALLE, EVE è un robot che non ha ancora nulla di emotivo, la sua ragione d’essere è

l’apparenza diffidente e minacciosa di EVE, in grado di volare a velocità supersonica e di

polverizzare qualsiasi cosa con il suo laser, WALLE riesce ad avvicinarla, fare amicizia con lei e

perfino condurla nel suo autotreno. Qui la rende partecipe del suo hobby preferito: danzare, mano nella mano, trasportato dalle musiche della videocassetta di Hello Dolly.

Ma soprattutto, WALLE fa dono a EVE di una piantina, trovata per caso durante le sue opere di

pulizia: alla sua vista EVE, programmata per fungere da sonda, acquisisce al suo interno la pianta e

rimane in una sorta di stand by. WALLE non si dà per vinto e continua a prendersi cura di lei,

sperando che si riaccenda. Finché un giorno l’astronave che l’aveva depositata sulla Terra torna a riprendersela. WALLE però è ben deciso a non lasciar andare l’unica amica che abbia mai avuto: ha

inizio la seconda è più dinamica sezione del film, durante la quale ha luogo l’odissea nello spazio di WALLE allo scopo di riprendersi EVE, oramai sua unica ragione di vita.

Aggrappato alla navicella spaziale, WALLE giunge sull’Axiom, l’enorme astronave ammiraglia

dentro la quale l’umanità vive una vita totalmente alienata dalla realtà: ossa ridotte e corpi resi flaccidi e obesi dalla vita sedentaria, fino a non essere più in grado di muoversi senza delle apposite poltrone fluttuanti; una vita del tutto omologata, nella quale gli umani sono privi di qualsiasi contatto fisico, e hanno delegato tutti i compiti della loro esistenza, anche i più banali, alle diverse tipologie di robot che sono al loro servizio.

Qui WALLE segue il cammino di EVE che viene condotta con il suo prezioso contenuto al capitano

Mc Crea, che incredulo assiste per la prima volta al ritorno di una sonda risultata positiva.

I computer parlano chiaro: la presenza di vita vegetale indica che il pianeta è tornato abitabile, e che l’umanità può farvi ritorno. Tuttavia Auto, il robot che pilota l’astronave, non è della stessa idea: sulla base delle istruzioni fornitegli nel 2110 da Shelby Forthright, presidente della BnL, che aveva ritenuto le condizioni della terra insostenibili e dato indicazione di rimanere indefinitamente nello spazio, cerca di dissuadere e poi di impedire al comandante l’operazione di ricolonizzazione. Ma il comandante, resosi conto della posta in gioco, fa forza su sé stesso fino a rimettersi in piedi, lottare e riprendere il controllo su Auto, mentre WALLE e EVE combattono per recuperare la pianta contro

un esercito di robot che li ha ormai identificati come ribelli. Alla fine Mc Crea, ripreso il controllo della sua astronave, fa rotta sulla terra: e mentre EVE, dopo mille peripezie, arriva a invertire le

priorità con le quali era stata progettata e ricambia finalmente l’amore di WALLE, gli uomini, nel

giubilo collettivo, ritornano sulla Terra, piantandovi nuove e rigogliose piante, simbolo della vita che finalmente ha vinto.