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APPENDICE E – LUTERO E LA SOGLIA DELL’ETA’ MODERNA

Nel documento Compagni !! tutti insieme cresciamo. (pagine 70-73)

PARTE II – UN LUNGO CAMMINO VERSO LA MODERNITA’ (PORRE CORRETTAMENTE SOLO DOMANDE PENULTIME)

APPENDICE E – LUTERO E LA SOGLIA DELL’ETA’ MODERNA

La figura di Lutero è d’importanza fondamentale, per definire la soglia dell’età moderna. E’ altresì nota la controversia tra il filosofo tedesco, Georg Wilhelm Friedrich Hegel, e lo storico della letteratura italiana, Francesco Saverio de Sanctis, sulla maggiore importanza di Niccolò Piero Machiavelli, rispetto a Lutero (dove il primo lo presenta, quale soglia della modernità, ed il secondo gli contrappone Machiavelli). Tuttavia pur essendo il Principe, per portata culturale (ovvero con l’autonomia della politica dalla morale), superiore alla Prefazione all’Epistola ai Romani ed alle 95 Tesi, affisse sul portone della chiesa di Wittenberg, le conseguenze della Riforma sono maggiori. Infatti la Riforma determina una scissione (successiva allo scisma d’oriente) nell’Europa occidentale che contribuisce all’avvio d’uno straordinario sviluppo economico e sociale, favorito dalla scoperta dell’America 100. La fase capitalista, successiva a quella mercantile d’allora, dura tuttora, pur con i prefissi neo e post, e nonostante le sue crisi strutturali ricorrenti.

Una rilettura dei testi di Lutero e, prima ancora, dell’Epistola ai Romani di Saulo di Tarso (detto San Paolo) permette di evidenziare alcuni punti salienti e molte altre curiosità, affatto secondarie. In primis, nei saluti iniziali, Gesù di Nazaret è chiamato nato dalla stirpe di Davide e costituito Figlio di Dio, con la resurrezione. Questo passo, identico al discorso di Simone Pietro (detto San Pietro apostolo) nel giorno di Pentecoste, ai cittadini di Gerusalemme (Atti 2, 22-24), parla di un uomo buono, resuscitato ed asceso al cielo, come altre divinità dell’antichità, quali Orione, Ercole, Romolo, Castore e Polluce (con lo scambio, a giorni alterni, della regalità divina), ed Enoc, Elia e Maria, nella tradizione ebraica ed ebraico/cristiana. Dopodiché con lo stile letterario dell’epoca, per altro comune a molti autori greci e latini (con la sola eccezione degli epicurei e degli scettici, e parzialmente degli stoici), parla di una: “ira di Dio che si rivela … contro ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità”.

Tuttavia anche gli epicurei, gli scettici e gli stoici si pronunciano, in modo lapidario, contro l’ingiustizia degli uomini, come pure in favore di un (anche evangelico) non giudicare per non essere giudicati. A favore di Paolo, gioca il suo riconoscere l’esistenza di pagani che “per natura, operano secondo la legge” (quasi come secondo un imperativo categorico kantiano). Invece qui come altrove, si erge il suo lanciarsi, con un’invettiva fortissima, contro tutti i vizi possibili, che fa dubitare dell’effettiva sua tolleranza e denuncia, sempre qui ed altrove, una buona dose di misoginia. Dopodiché l’epistola sviluppa un lungo ragionamento sulla prevalenza della fede, rispetto alla legge ed alle opere di chi rispetta la legge. E’ il centro della controversia tra Lutero e la cattolicità romana, ed il punto di svolta, con Huldrych Zwingli (italianizzato in Ulrico Zuinglio), Jehan Cauvin (italianizzato in Giovanni Calvino), i riformati olandesi, i puritani ed i quaqueri inglesi 101, per l’avvio del suddetto straordinario sviluppo economico e sociale.

Nei passi successivi dell’epistola paolina, prevale un’enfasi teleologica, con l’annuncio di un punto omega cui tutto tende. E’ una figura retorica cui non sfuggono tutti quelli che vogliono proporre visioni totalizzanti e non accolgono la struttura della libertà. Fedi religiose, ideologie laiche, aspettative economico/commerciali capitaliste e moderne utopie scientiste sono prove provate, ancora purtroppo oggigiorno attuali. Un altro punto stupefacente è la lunga polemica antiebraica, pur riconoscendo la propria parziale origine (Paolo è anche cittadino romano). E’ molto difficile capire la reale situazione d’allora, politica e culturale, ma è certo che una lettura interessata di questi passi ha favorito, in tutto il cristianesimo europeo (soprattutto dopo il

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La scoperta dell’America è fondamentale anche per la Spagna ed il Portogallo cattolici, ma i due paesi non partecipano poi allo straordinario sviluppo economico e sociale, proprio dell’Inghilterra, dei Paesi Bassi e, in minor misura, della Francia (paese di frontiera).

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Diverso è il discorso per gli anabattisti tedeschi ed i livellatori inglesi che, sorti rispettivamente a valle della guerra dei contadini tedesca e della rivoluzione inglese, costituiscono movimenti estremisti, guardati con sospetto anche dalle chiese riformate e, solo molto più tardi, partecipi degli stessi sviluppi.

passaggio all’islam delle popolazioni cristiane del Medio Oriente e del Nord Africa), la formazione ed il radicamento di, profondi ed incontrastati, sentimenti antisemiti che hanno fatto da vero e proprio incubatore all’antisemitismo nazista e fascista.

Seguono buoni consigli, cosiddetti pastorali, tra cui famoso è il passo “ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite, poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio 102: chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio e quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna”. Anche questo passo è stato utilizzato, almeno fino a tutta la Restaurazione, ma spesso anche oltre, per giustificare l’assolutismo, fino al punto che, nel ‘600, i gesuiti ammettono il tirannicidio, davanti all’arbitrio ed all’oppressione del tiranno, perché non hanno mezzi democratici a disposizione. Tuttavia occorre osservare come, nel mondo antico, nessuno abbia sollevato istanze democratiche. Infatti la democrazia cittadina ateniese e quella repubblicana romana, in realtà, sono solo ristrette oligarchie, mentre le rivolte degli schiavi non istituiscono alcuna democrazia, ma sono solo tumulti, prodromi ad una diversa dittatura (come quella di un ottimate, anticipazione di un impero aristocratico o militaresco).

I saluti di commiato mettono in evidenza anche grandi viaggi, fatti e progettati. Questo fatto è certamente più che positivo, si riscontra anche per altri personaggi del mondo antico e poi, in seguito, per tutto il medioevo e l’età moderna. Forse solo la formazione e/o il consolidarsi ottocentesco/novecentesco degli stati nazionali fa diminuire questa tradizione, nonostante il prodigioso sviluppo e la diffusione dei mezzi di comunicazione. Viaggi si fanno, ma soprattutto per affari e turismo, mentre la circolazione culturale sembra più limitata. In particolare, vere e proprie barriere sono spesso frapposte ai movimenti di persone provenienti dal terzo e quarto mondo, per motivi di studio, se queste non dispongono di mezzi e/o appoggi adeguati: certamente è o comunque dovrebbe essere una grande vergogna collettiva! Marginalmente coloro che scrivono hanno avuto modo di conoscere, frequentare e condividere, in parte, l’esperienza di queste ottime persone. Forse non hanno visto tutto, ma capito benissimo le loro enormi difficoltà ed i loro ingenti sforzi.

La prefazione di Lutero è scritta da un credente, moderato (anche rispetto agli esiti inattesi della Riforma 103). A parte il sostegno alle tesi teologiche della Riforma, il testo è apologetico e non presenta particolari novità, se non un lungo e dotto commento all’epistola paolina. Più interessanti sono le conseguenze politiche, perché la Riforma, come già detto in precedenza, determina una scissione (successiva allo scisma d’oriente) nell’Europa occidentale che contribuisce all’avvio d’uno straordinario sviluppo economico e sociale, favorito dalla scoperta dell’America. Sua diretta conseguenza è la fase capitalista, successiva a quella mercantile d’allora, che dura tuttora, pur con i prefissi neo e post, e nonostante le sue crisi strutturali ricorrenti. L’Umanesimo ed il Rinascimento italiano illuminano l’Europa con lo splendore delle arti e delle lettere 104, ma

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Una domanda sorge spontanea a conferma dell’evidente errore concettuale: anche Hitler, Stalin e Pol Pot? … e, rimanendo ai tempi di Saulo di Tarso, anche Caligola (che vive malamente nella Suburra, fa uccidere suo zio, il vecchio imperatore Tiberio, per essere sicuro di succedergli nell’impero, e nomina senatore il suo cavallo, in spregio ad un Senato romano, imbelle che lo accoglie imperatore, invece di processarlo come mandante del delitto commesso).

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Le 95 tesi sono soprattutto una disputa teologica, oggigiorno completamente datata, tra monaci agostiniani, neoplatonici come Lutero, e frati domenicani, aristotelico/scolastici, come i suoi oppositori. Gli argomenti sono ancora tardo-medioevali e non hanno il respiro nuovo, proprio dell’Umanesimo e del Rinascimento. Eppure questi sono fermati dalla controriforma, mentre la Riforma è un grande avvio.

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L’Umanesimo ed il Rinascimento italiano hanno un precedente illustre nel basso medioevo fiorentino e toscano (fino alla grave cesura, prodotta dalla peste nera, nella seconda metà del ‘300), dove primeggiano scrittori come Dante, Petrarca e Boccaccio, ed artisti come Cimabue e Giotto. Circa l’Umanesimo ed il Rinascimento, bastano i nomi di scrittori come Machiavelli, Ariosto e Tasso, ed artisti come dapprima Brunelleschi, Donatello, Masaccio e Piero della Francesca, e successivamente come Leonardo, Michelangelo, Raffaello e Tiziano. In particolare il Rinascimento italiano contribuisce ad una diffusione di cultura nuova per tutta l’Europa, a partire dalle Fiandre (per altro già vivaci nel tardo medioevo), per poi estendersi dapprima alla Germania ed alla Francia, e successivamente alla Spagna ed all’Inghilterra. Invece nell’età della controriforma, i paesi cattolici, direttamente soggetti al dominio dell’inquisizione, subiscono un lungo periodo di decadenza, con l’eccezione delle arti (principalmente l’architettura, la pittura e la musica, ad esempio, con il Bernini ed il Borromini, Monteverdi e Pierluigi da Palestrina, i Carracci e Caravaggio), comunque sempre asservite alle esigenze dogmatiche della

naufragano nella controriforma. La Riforma precede invece la nuova scienza del Secolo d’Oro, l’Illuminismo, il Romanticismo, il Positivismo e la Modernità.

La diffusione della Riforma non è comunque indolore, anzi è portatrice di lunghe guerre che coinvolgono il confronto tra l’impero ed i principati tedeschi (fino alla sanguinosa e lacerante guerra dei trenta anni 105), gli equilibri franco-spagnoli, l’indipendenza olandese, il predominio inglese ed altre controversie scandinave minori. Nel contempo, la Francia subisce la strage degli ugonotti, con la notte di San Bartolomeo, prima di chiudersi in un assolutismo che la conduce alla rivoluzione francese, l’Inghilterra passa attraverso due rivoluzioni e la Germania rimane viepiù scomposta in una miriade di entità autonome e contrapposte tra loro, fino alla seconda metà dell’’800. Nei paesi mediterranei dell’Europa occidentale, il dominio assoluto dell’inquisizione cattolica chiude invece ogni discorso progressista, pur limitando il conflitto tra le diverse componenti religiose, al prezzo comunque di alcuni roghi e molte condanne tra i quali spiccano quello di Giordano Bruno e quelle di Galileo Galilei e Tommaso Campanella 106.

La sete di lucro, l’aspirazione a guadagnare denaro più che sia possibile non ha di per sé nulla in comune con il capitalismo. Questa aspirazione si trova presso camerieri, cocchieri, cocottes, ..., impiegati corruttibili, soldati, banditi, presso i crociati, i frequentatori di bische ed i mendicanti, ... L’impresa che lavora per l’accumulazione del capitale funziona invece secondo una razionalità burocratica (Max Weber, L’etica protestante e lo spirito del capitalismo 107).

Bolla papale contro Lutero

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Con il trattato di Westfalia, a metà del diciassettesimo secolo, una guerra civile, innescata da conflitti religiosi, si conclude con la separazione tra stato e religioni. Pertanto uno stato non-religioso rende possibile la pratica di religioni diverse, reprimendo la teologia cristiana all’inizio dell’era moderna. Questa tesi è invece categoricamente esclusa, fino alla metà del diciassettesimo secolo, da una prospettiva teologica ed addirittura paragonata alla fine del mondo.

106 Durante tutto il lungo periodo che va dalla Controriforma, passando per la Restaurazione ed il Sillabo, fino almeno al Concilio

Vaticano II, chi fa scienza, dall’interno del mondo cattolico, lo fa a proprio rischio e pericolo di essere bollato come eretico, non mancando numerosi esempi eloquenti a supporto di questa affermazione.

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Il testo di Weber è del 1904 e, di conseguenza, è una riflessione ex-post e non un manifesto ex-ante. Tuttavia esso è importante perché mette in evidenza lo spirito originario del capitalismo ed il suo diretto discendere dalla Riforma, in particolare, superata la fase severa iniziale, dalle sue componenti più aperte, come il calvinismo, soprattutto nella Svizzera romanza, in Francia (seppure sconfitto con la strage degli ugonotti), nei Paesi Bassi, in Inghilterra (seppure minoritario con i puritani) e negli Stati Uniti d’America (con i battisti). Da questo punto di vista, forse le fasi neo e post del capitalismo (e soprattutto l’ultima, con l’economia di carta, il turbo-capitalismo e la globalizzazione selvaggia) non sono più capitalismo, ma qualcosa d’altro, anche se non ancora ben definito. Infatti non l’accumulazione, ma la rapina, non l’onestà, ma la menzogna, e non la libertà, ma l’oppressione, sono caratteristiche precipue attuali, in netto contrasto con la sullodata etica protestante.

Nel documento Compagni !! tutti insieme cresciamo. (pagine 70-73)