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Questioni epistemologiche intorno all’esercizio del potere

Nel documento Compagni !! tutti insieme cresciamo. (pagine 48-50)

PARTE II – UN LUNGO CAMMINO VERSO LA MODERNITA’ (PORRE CORRETTAMENTE SOLO DOMANDE PENULTIME)

3. Questioni epistemologiche intorno all’esercizio del potere

Gli sviluppi recenti dell’epistemologia, dopo Karl Raimund Popper, si articolano secondo i diversi percorsi seguiti dai post-popperiani. Infatti Popper propone la falsificazione come metodo per verificare le varie affermazioni scientifiche, andando oltre la tradizionale induzione scientifica, ma arrestandosi davanti alla potenza esplicativa della storia di ciascuna scienza. Thomas Samuel Kuhn distingue la scienza normale dalle rivoluzioni scientifiche, Paul Karl Feyerabend sostiene l’irrazionalità anarchica della ricerca ed Imre Lakatos raccomanda l’aderenza alla storia delle scienze, dove anche la matematica è in crescita. Infatti la crescita della conoscenza è in un processo dialettico con l’agire, in quanto ogni scienza nasce, cresce e si sviluppa, in un mare d’anomalie, in grado di falsificare ogni teoria. Precedenti rilevanti sono presenti in Francis Bacon, con la raccomandazione di liberarsi degli idoli, lasciati in eredità dalle religioni monoteiste, e Giambattista Vico, con la parificazione tra scienze esatte e scienze umanistiche 45.

Le leggi, nelle mani dei produttori associati, possono essere trasformate da demoniache dominatrici in docili servitrici. E’ questa la differenza tra la forza distruttiva dell’elettricità del lampo nella tempesta e l’elettricità domata del telegrafo e della lampadina ad arco; la differenza tra l’incendio ed il fuoco che agisce al servizio dell’uomo (Friedrich Engels, Anti-Dühring).

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Un discorso sugli dei dell’Olimpo vuole infatti sorridere su ogni costruzione intellettuale, relativizzandone sempre il valore, l’impatto e la portata. Infatti anche le leggi della scienza e le conquiste della tecnica, così come gli insegnamenti della storia ed i prodotti delle lettere e delle arti hanno valore, impatto e portata, limitatamente alle conferme e falsificazioni che ogni epoca è capace di concepire, mettere in atto e sottoporre a critica. Gli dei dell’Olimpo sono ormai persi in un lontano passato, ma in quel lontano passato sono stati oggetto di un dibattito che ha sempre oscillato tra devozione ed irrisione. Proprio per questo, essi possono essere sommessamente presi ad esempio di come debba essere possibile dibattere liberamente, senza accuse d’empietà e con il massimo rispetto reciproco.

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Il paragrafo a seguire è liberamente ripreso e riassunto da: Questioni epistemologiche e potere accademico, di Marco Canesi (Edizioni Punto Rosso, Milano, 2008).

In questo contesto, non si ha alcuna reductio ad unum, come nella logica aristotelica, ma l’adozione d’un paradigma probabilistico neo-leibniziano cultura – civiltà che parte dalla genetica e dalla biologia per arrivare all’antropologia ed alla linguistica. A riguardo, il precedente più importante è dato nel passaggio dall’analisi matematica con la meccanica razionale, costruita in primis da Isaac Newton, al calcolo della probabilità con la meccanica analitica, ad opera di Joseph-Louis Lagrange. L’intento profondo è ricostruire i processi d’apprendimento percettivo – motorio e simbolico – ricostruttivo, dove tutte le inferenze sono condotte per induzione, deduzione e riduzione. A differenza di induzione e deduzione, la riduzione si muove, avanti ed indietro, dal generale al particolare, come dalla teoria alla pratica e viceversa, ma su sottoinsiemi d’informazioni, meglio selezionate. Una possibile applicazione studia gli insediamenti e la mobilità di una popolazione, in relazione al suo reddito, e giunge a valutare coerenze regionali.

Basta sostituire ad una normativa stupida l’intelligenza della creazione (Marcel Proust 46).

Ogni ordinamento fondamentale è sempre un ordinamento spaziale. Infatti la parola greca: nomos (

νοµος

), letteralmente norma o regola, deriva dal verbo greco: nemein (

νεµειν

) che significa non solo prendere, ma anche dividere, derivando da una voce verbale più antica: pascolare. In questo caso, l’usufrutto del pascolo è insieme una presa di possesso, l’atto di stabilire una divisione, fissando i suoi confini, e l’accordo pattuito (cioè una norma o regola) sull’usufrutto stesso. Pertanto l’arbitrarietà del fissare i confini è un’operazione sociologica che diventa spaziale, con le misure necessarie (e non viceversa). Una prova provata è l’impossibilità di esportare la democrazia, a partire dall’organizzazione di libere elezioni, mentre le elezioni sono il punto d’arrivo di una lunga crescita culturale, intesa come scuola di democrazia. Altri possibili esempi sono dati dalla progressiva formazione di macroregioni, in Europa, come pure da differenti appartenenze comuni, di lontana ascendenza o derivazione alto-medioevale, come in alcuni ordinamenti feudali 47.

Non esistono confini tra gli uomini sofferenti, si patisce sempre da una parte e dall’altra, e si deve pregare per tutti (da una bella raccomandazione di protestanti olandesi per i loro connazionali ebrei, duramente perseguitati e messi a morte, durante la lunga occupazione tedesca, nella seconda guerra mondiale).

Un esempio modernissimo è dato dal concetto di rete stretta 48 che vuole superare le contraddizioni della globalizzazione, dopo i fallimenti mostrati dalle crisi 2008-2010. Infatti l’ideologia neoliberista, affermando la libertà assoluta dell’individuo e stabilendo il primato del mercato, quale unico strumento regolatore, finisce con affermare la sua incompatibilità con l’equilibrio sostenibile e la democrazia reale (ed anche formale). Un veloce excursus storico individua alcune tappe fondamentali. Passati i suoi albori nell’’800, l’economia classica della libera concorrenza termina, già all’inizio del ‘900, con l’economia monopolista fordista. Dopodichè nonostante l’adozione di politiche d’intervento keynesiane, tra gli anni ’30 e gli anni ’50 e ’60 del ‘900, la scuola neoclassica, con le sue raffinate analisi marginaliste, sembra surclassare ogni altra visione. Infatti a partire dagli anni ’80 e ’90, la rivoluzione scientifico-tecnologica porta ad un’economia oligopolista globalizzata, apparentemente scientifica e vincente, ma incapace, nella realtà, di dominare le crisi odierne.

46 Per esteso, Valentin Louis Georges Eugène Marcel Proust. 47

Altre informazioni in: Tracciare i confini – Realtà e metafore della distinzione, di Gian Primo Cella (Il Mulino, Bologna, 2006).

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Il concetto di rete stretta è legato a quello di un nuovo socialismo di mercato. Essa è certamente lontanissima dalla pianificazione di tipo sovietico, ma anche diversa dalle cogestioni socialdemocratiche e laburiste che si sono sviluppate, parallelamente alle politiche neo-keynesiane, in un mondo e/o contesto, produttivo ed economico, ormai quasi completamente superato. Attualmente è una sfida

In tale condizione (cioè in presenza d’una regione, città ed economia malavitosa), non è possibile alcuna industria, perché il suo frutto è incerto. Dominano la continua paura ed il pericolo di una morte violenta, e la vita dell’uomo è corta, solitaria, sordida e bestiale (Thomas Hobbes, Leviatano).

Un atteggiamento etico, grande ed alto, non sopporta impostori e sciocchi, avendo invece, come passione dominante, la ricerca del semplice, dell’ordinato e, se possibile, del simmetrico. Lo stesso atteggiamento porta a riconoscere, come ciascuno aggiunga, dopo l’apprendimento, poco del suo, in quanto gli avanzamenti sono della comunità umana, nel suo insieme, piuttosto che di singoli individui. Pertanto è meglio lasciare che gli intoppi vengano alla luce, e non dedicare un tempo sterminato a prevenirne la presenza, essendo linee di ricerca interessanti e/o buone ed utili direzioni d’azione suggerite non solo da fatti provati, ma anche da fortuite congetture. Di conseguenza, gli uomini perbene devono anzitutto fare appello alla loro coscienza e solo dopo alla società, pur sapendo di non avere così posti d’onore in un comunità ben ordinata. Parole dure, significanti che uomini come Mill, Shaw, Russell, Hardy, Keynes, Orwell e lo stesso Turing (che le scrive 49) potrebbero essere messi e stare in prigione.

Nel documento Compagni !! tutti insieme cresciamo. (pagine 48-50)