Applicazione criterio SAFE
3.1 Applicazione criterio SAFE al Motore Asincrono
Determinata dalla simulazione FEM, in πππ₯π€πππ, la frequenza della forzante e vo- lendo utilizzare un approccio analitico per capire se i carichi agenti sono, in prima approssimazione, tali da generare una composizione costruttiva con la forma modale, Γ¨ necessario studiare lo sviluppo in serie di Fourier della singola forzante. Tale svi- luppo avrΓ unβespressione analoga per tutti i denti statorici, in quanto tutti i denti sono uguali tra loro e lβinterazione con il campo magnetico si ripeterΓ su ogni dente con le stesse modalitΓ .
Gli effetti delle due forzanti, ad alta e bassa frequenza, sono presi in considerazione allβinterno del modello sfruttando la linearitΓ del sistema ed il principio di sovrappo- sizione degli effetti. Lβunica differenza, fissata la tipologia di carico in relazione alla frequenza fondamentale, tra una sollecitazione e lβaltra consiste nello sfasamento che la forza sul dente i-esimo ha rispetto alle forze sugli altri denti.
Di seguito verranno esplicitati alcuni passaggi del modello analitico, adottati in [6] per le ruote palettate, ed estesi ai motori elettrici.
Per sfruttare lβanalogia con le formule adottate per le turbomacchine, si decide di determinare le forzanti in funzione della frequenza di rotazione πΊ, per le quali Γ¨ valida la relazione (1.7). Le forzanti, quindi possono essere scritte a partire dalla (2.11a e 2.11b) nella seguente maniera:
π = 2π (1 β π ) = 2ππΊ (3.1)
π =π (1 β π ) β π
47 Data la natura ciclica del carico, lo sviluppo in serie di Fourier della forza agente sullβ i-esimo dente assume, per la forzante a bassa (3.3) e ad alta frequenza (3.4), la forma:
π_ = πΉ_ + πΉ _ πππ (2ππ(πΊπ‘ + πβπ) + π _ ) (3.3)
π_ = πΉ_ + πΉ _ πππ (ππ (πΊπ‘ + πβπ) + π _ ) (3.4)
dove π Γ¨ il numero dβordine dellβarmonica in esame mentre πΉ e π sono rispettiva- mente lβampiezza e la fase dellβn-esima armonica dello sviluppo in serie, in genere diversi per la forzante ad alta e a bassa frequenza.
La risposta oscillatoria del dente statorico sarΓ esprimibile come sovrapposizione mo- dale, per cui lo spostamento π₯ dellβi-esimo dente sarΓ del tipo:
π₯ = π + π πππ (π π‘ + π ) πππ (π βππ + π ) (3.5)
dove π , π e π rappresentano rispettivamente lβampiezza, la frequenza e lo sfasamento temporale del modo proprio m-esimo, mentre con π e π si sono in- dicati rispettivamente lo sfasamento angolare e il numero di diametri nodali.
Il diametro nodale Γ¨ chiaramente un concetto specifico di questa trattazione e rap- presenta il luogo dei punti disposti lungo un diametro dello statore soggetti a sposta- mento radiale nullo in riferimento al modo proprio in esame.
Il numero di diametri nodali Γ¨ un numero naturale positivo soggetto a una limitazione superiore data da:
π _ = π π π Γ¨ ππππ (3.6)
π _ = π π π Γ¨ πππ ππππ (3.7)
48 Le espressioni 3.6 e 3.7 possono essere racchiuse in unβunica relazione usando la fun- zione ββfloorββ (indicata dalle parentesi βπ₯β) che fornisce come risultato un numero intero; questa funzione approssima lβargomento π₯ allβintero minore, qualora questβultimo non sia un numero intero, mentre lo lascia invariato qualora lo sia. Le due relazioni vengono quindi rispettate dalla 3.9.
π _ = π
2 (3.9)
Nonostante le simulazioni FEM forniscano in output le forzanti applicate ai singoli denti, essendo questβultimo appartenente ad un determinato settore angolare, la trattazione presente non fa riferimento ai denti statorici, ma ai settori angolari che, ripetuti lungo una circonferenza per un numero di volte pari al numero di denti sta- torici π generano la geometria dello statore (Figura 39).
Figura 39. Settore geometrico di ripetizione
In tal modo vengono trascurati tutti i modi propri (e le relative frequenze) legati alle deformazioni dei singoli denti o non coerenti con il concetto di diametro nodale. Abusando quindi del termine ββdente statoricoββ, in questa trattazione si farΓ riferi- mento quindi al settore angolare che contiene un singolo dente, come mostrato in Figura 39.
Derivando rispetto al tempo la relazione 3.5, Γ¨ possibile ricavare unβespressione della velocitΓ di vibrazione del singolo modo proprio e, sovrapponendo la velocitΓ di vibra- zione cosΓ¬ ottenute per tutti i modi propri in esame, ottenere lβespressione della ve- locitΓ di vibrazione (π£ ) del dente i-esimo.
49 Il lavoro complessivamente immagazzinato nello statore, ottenibile come somma dei lavori compiuti dal carico sui denti, assume pertanto la seguente forma:
ππ = π β π£ (3.10)
π = π β π£ ππ (3.11)
π = π (3.12)
Tali espressioni risultano valide indipendentemente dal tipo di forzante coinvolto, a patto di modificare di conseguenza lβespressione della forzante utilizzata.
Dallβespressione (3.12), Γ¨ possibile notare che il termine costante πΉ_ o πΉ_ pro-
duce un lavoro fluttuante con media nulla, che quindi non si accumula nel tempo. Lo stesso vale per qualsiasi coppia di n-esima armonica ed m-esimo modo proprio aventi frequenza diverse. Inoltre, al fine di avere un contributo di lavoro positivo su tutti i denti (composizione costruttiva), Γ¨ necessario che coincidano i termini di dipendenza angolare su tutti i denti.
Le seguenti relazioni esprimono, rispettivamente, la coincidenza delle frequenze e dei termini di dipendenza angolare per il carico a bassa frequenza:
2πππΊ = π (3.13)
2ππβππ = π βππ + π(2π) (3.14)
2ππβππ = βπ βππ + π(2π) (3.15)
e per il carico ad alta frequenza:
50
ππ βππ = π βππ + π(2π) (3.17)
ππ βππ = βπ βππ + π(2π) (3.18)
Le condizioni sulle frequenze (3.13 e 3.16) corrispondono esattamente al criterio adottato per costruire il diagramma di Campbell. Lβapproccio del diagramma SAFE infatti non si contrappone alle considerazioni tratte dal metodo di Campbell, ma af- fianca ad esse unβulteriore condizione riguardante il segno del lavoro introdotto nel sistema dalle forzanti nei vari punti.
Per quanto riguarda le ulteriori condizioni 3.14, 3.15, 3.17 e 3.18 Γ¨ da notare che la dipendenza dallβindice di dente π Γ¨ solo fittizia, in quanto se lβespressione viene veri- ficata per un determinato valore π , risulta verificata per qualunque altro indice π (ba- sterΓ moltiplicare per π lβintero π che rendeva vera lβespressione per quel determi- nato valore di π ).
Alla luce di queste considerazioni e ricordando che βπ = 2π πβ Γ¨ possibile scrivere la seconda delle condizioni che determinano la composizione costruttiva di forzante a bassa frequenza e modo proprio nella forma:
2ππ Β± π
π = πππ‘πππ (πππ ππ‘ππ£π, πππππ‘ππ£π π ππ’πππ) (3.19)
Mentre per la forzante ad alta frequenza, la stessa condizione consiste in: ππ Β± π
π = πππ‘πππ (πππ ππ‘ππ£π, πππππ‘ππ£π π ππ’πππ) (3.20)
Provando a manipolare le relazioni 3.19 e 3.20 e sfruttando le considerazioni effet- tuate in [6], Γ¨ possibile ricondursi ad una relazione in cui, fissati i parametri costruttivi del sistema, viene calcolato il numero di diametri nodali che il modo proprio alla fre- quenza propria considerata (3.12 e 3.16) deve avere per generare una risonanza co- struttiva.
51 Per la forzante a bassa frequenza questa relazione Γ¨ esprimibile come:
π = |2ππ β π β(2ππ + βπ β β π2 β )β| (3.21) Per la forzante ad alta frequenza, la stessa relazione viene scritta come:
π = |ππ β π β(ππ + βπ β β) π2 β β| (3.22)