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L’approccio all’efficienza

Nel documento L'EFFICIENZA NELLE BANCHE (pagine 85-87)

IL CASO BANCA DELLA MARCA

4.3 L’approccio all’efficienza

Lo sviluppo della Banca è stato favorito soprattutto dal boom economico-produttivo attraversato dalla Marca Trevigiana a partire da inizio anni ’80, periodo che ha visto il fiorire di moltissime aziende artigiane/industriali di piccola-media dimensione, senza dimenticare quelle a vocazione agricola-alimentare che per secoli hanno caratterizzato l’attività principale del Nord-Est. La Banca ha cavalcato l’onda del successo di gran parte di queste realtà imprenditoriali, sostenendo le numerose start up attraverso la concessione del credito174 e generando in tal modo un circolo virtuoso che si è autoalimentato nel tempo.

Tra le condizioni che hanno permesso alla Banca di crescere rapidamente nell’ultimo ventennio è possibile distinguere i fattori esogeni di contesto da quelli endogeni. Tra i primi possiamo annoverare i seguenti aspetti:

Innanzitutto la già ricordata liberalizzazione dell’attività bancaria a livello normativo, che ha eliminato una serie di vincoli assai limitanti e ha permesso alle banche di espandere la propria rete commerciale nel territorio;

In secondo luogo lo stato generale di benessere del Paese, dovuto alla situazione economica positiva attraversata dall’Italia e alle rosee prospettive future, le quali hanno rappresentato la base fondamentale per lo sviluppo della Banca, sia in termini dimensionali che reddituali175.

Infine l’ambiente economico sano in cui si trovava ad operare la Banca, caratterizzato da un tessuto produttivo in forte ascesa e con ulteriori possibilità di sviluppo.

Tra i fattori di origine endogena, invece, è stato possibile risalire ai seguenti elementi:

Un buon livello dello spread tra tassi attivi e tassi passivi, nell’ordine del 5%. Nonostante le maggiori banche nazionali vantassero differenziali tra i tassi superiori di uno o due punti percentuali, le condizioni per i clienti della Banca restavano comunque alquanto vantaggiose e hanno consentito di incrementare notevolmente le masse intermediate e di conseguire elevati livelli di redditività.

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La Banca, così come la gran parte delle banche italiane nel periodo a cavallo tra il vecchio ed il nuovo millennio, si è dimostrata particolarmente generosa nella concessione del credito, erogando finanziamenti a imprese e privati senza un’adeguata valutazione dei meriti basati sulle disponibilità economiche e sulle reali capacità/possibilità di solvibilità da parte dei soggetti richiedenti. La facilità con cui venivano erogati i prestiti è dovuta essenzialmente a due ragioni: la prima fa riferimento agli scopi di natura sociale della Banca quali il sostegno e lo sviluppo della popolazione e del territorio, elementi ai quali una banca di credito cooperativo non si può sottrarre; la seconda si riferisce invece alla leggerezza del management il quale, basandosi sulle positive aspettative future in termini economici per il Paese, era fiducioso di recuperare tutto il denaro prestato.

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Questa condizione ha sicuramente consentito lo sviluppo dell’intero sistema bancario nazionale e non solamente della banca oggetto del nostro case-study.

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Lo sviluppo di prodotti innovativi nell’ambito della concessione del credito. La Banca ha creduto fortemente nello strumento del mutuo176. In particolare, i mutui proposti prevedevano una serie di condizioni assai favorevoli per i clienti che intendevano richiedere un prestito quali tipologie diversificate a seconda del soggetto richiedente (corporate o privato), elevata flessibilità, possibilità di estinzione anticipata a tassi d’interesse pressoché nulli e possibilità di decurtazioni parziali del mutuo una tantum senza alcun onere aggiuntivo da versare alla banca. Le condizioni offerte hanno rappresentato in quei tempi un unicum nel suo genere, consentendo alla Banca di mantenere fino ad inizio anni 2000 un notevole vantaggio competitivo nei confronti dei diretti concorrenti177, grazie anche al potente effetto trainante generato dal passaparola positivo di banca orientata al sostegno del territorio.

Il raggiungimento di ottimi risultati in termini di redditività ha però distolto l’attenzione dei vertici aziendali sull’importanza dell’aspetto relativo all’efficienza di gestione per diversi anni. E’ questa la principale ragione che ha permesso alla Banca di trascurare le inefficienze dovute ad un utilizzo non ottimale delle risorse a disposizione e a coprire eventuali crediti anomali derivanti da posizioni insolventi.

La posizione di vantaggio competitivo acquisita sui diretti concorrenti nel territorio di competenza è durata fino ai primi anni del nuovo millennio, poiché nel frattempo la concorrenza ha gradualmente recuperato il gap accumulato in precedenza. L’assottigliamento del margine di vantaggio creato sui concorrenti, accompagnato dall’ingresso dell’Italia nell’Eurozona avvenuto nello stesso periodo che ha di fatto comportato una forte riduzione della forbice tra i tassi di interesse, hanno generato un notevole calo della redditività per BdM, così come per tutte le banche del sistema bancario italiano.

È proprio in questo periodo che il management si è trovato ad affrontare per la prima volta il tema dell’efficienza nella gestione della Banca. Per ridare slancio alla redditività dell’azienda la Banca ha compiuto da un lato alcune scelte importanti in merito alla composizione del proprio portafoglio attività, dall’altro ha preso in considerazione la necessità di operare con decisione sui costi di gestione, riducendoli.

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Per comprendere il peso determinante di questo prodotto nel computo complessivo delle attività della banca, è sufficiente pensare che la voce “mutui” ha rappresentato nel corso della seconda metà degli anni ’90 circa il 50% del totale degli impieghi della Banca.

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Intendiamo con tale termine quei concorrenti che operano nella stessa area di competenza di Bdm, includendo quindi sia altre banche di credito cooperativo a vocazione territoriale, sia quelle di maggiori dimensioni e i gruppi bancari.

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Per quanto riguarda il primo aspetto, i vertici di BdM hanno deciso di puntare in maniera risoluta sui prodotti di bancassicurazione e sul risparmio gestito, in grado di garantire discreti margini di guadagno. In particolare, l’intenzione della Banca era quella di modificare la composizione della raccolta, cercando di reindirizzare parte della raccolta diretta (più costosa) verso la componente indiretta, nella quale rientra appunto il risparmio gestito.

In relazione invece al secondo aspetto, la Banca ha iniziato ad analizzare attentamente le aree in cui erano presenti delle inefficienze di costo e ha attuato una serie di interventi finalizzati alla riduzione degli stessi. Prestare maggiore attenzione ai costi consente alle banche di evitare lo spreco di risorse a disposizione in azienda, le quali, come ben noto, sono limitate. “Questa cura è spesso più efficace, per la salvaguardia dell’equilibrio economico, del tentativo di sostenere i ricavi in un momento congiunturale particolarmente sfavorevole. Il miglioramento dell’efficienza è una leva di razionalizzazione e risparmio ma può diventare la strada per recuperare competitività”178. Questo nuovo approccio alla gestione operativa basato su una più accorta gestione dei costi ha incontrato forti resistenze all’interno della Banca. Queste difficoltà sono principalmente imputabili a due fattori, estendibili all’intero sistema bancario italiano:

Da un lato la scarsa cultura aziendale sugli aspetti squisitamente gestionali;

Dall’altro, il fatto che le banche hanno goduto per anni di una condizione di elevata redditività, immuni dalle situazioni di crisi e ampiamente tutelate dalle istituzioni, senza intervenire sui costi.

È doveroso evidenziare che, a conseguenza di quanto detto, il cambiamento di mentalità non è stato per niente facile ed ha impiegato diverso tempo per essere assimilato.

Mentre in un primo periodo la azioni finalizzate al miglioramento dell’efficienza - principalmente orientate alla riduzione dei costi operativi - si sono tradotte in interventi sporadici, spesso disgiunti tra loro e in un’ottica di breve termine (azioni di cost cutting), negli ultimi anni la Banca si è contraddistinta per un approccio maggiormente programmatico ed efficace, con un orizzonte di più ampio respiro.

Nel documento L'EFFICIENZA NELLE BANCHE (pagine 85-87)