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PARTE SECONDA

2. Architettura nomotropica

Il fenomeno del nomotropismo —dal greco nomos (νομος, “legge”) e tropos (τρόπος, “direzione”)— come descritto dal filosofo italiano Amedeo Giovanni Conte nel suo saggio “Nomotropismo: agire in funzione di regole”, consiste in un comportamento originato dall’esistenza della regola ma che, allo stesso tempo, non implica il rispetto della regola stessa.

Un comportamento che implichi il rispetto della regola può essere nomotropico, ma non tutti i comportamenti nomotropici implicano il rispetto della regola. Si può rispettare la regola senza dare luogo a un comportamento nomotropico, se questa viene rispettata senza prenderla in considerazione. Questo può avvenire perché l’agente può, ad esempio, non conoscere la regola, pur non attuando dei compor- tamenti che la infrangano. Può anche succedere che l’agente non abbia bisogno della regola per comportarsi in un dato modo prescritto dalla regola stessa: non tutte le nostre azioni sono originate da regole. Al contrario, i comportamenti che implichino l’infrazione alla regola stessa possono essere nomotropici, ad esempio quando un agente nasconde le prove della sua infrazione. Come ha osservato Max Weber “is in light of a rule to which he does not adhere that the burglar hides the stolen goods”35. L’atto di nascondere la refurtiva non implica una aderenza alla

regola “non rubare”, e nemmeno ne implica l’infrazione: esso è infatti neutrale rispetto ad essa. Ciononostante esso è generato da questa, e senza la regola l’atto di nascondere la refurtiva non ha alcun senso.

La stessa notazione è utilizzata da Chiodelli e Moroni (2014) per descrivere alcuni fenomeni che riguardano gli insediamenti abusivi. I due autori si riferiscono ai Gecekondular (Fig.27), una parola turca che significa “costruiti di notte”, e che si riferisce a degli edifici costruiti senza autorizzazione, tipici della suburbia turca. In questo caso, “the penalties for illicit building depend on whether the building has

35 Conte (2000: 23). Conte sostiene di avere adottato questo esempio direttamente da Weber. Lo stesso esempio è usato in Di Lucia (2002: 88).

been completed or is still under construction”36, e se l’edificio è stato completato

nel suo involucro, l’eventualità che l’edificio venga demolito è più improbabile. Nella violazione delle regole urbanistiche, i costruttori lavorano consapevolmente nel min tempo possibile per evitare la demolizione. La pratica di costruire durante la notte non implica nessuna forma di rispetto della norma: essa è infatti indiffe- rente rispetto ad essa. Ciononostante, “Those who complete their building in a short space of time act in light of rules of possible demolition”37.

Le due operazione descritte nel paragrafo precedente mostrano come le azioni del progettista possano essere influenzate dalle norme. Le forme risultanti non sono prescritte da esse, ciononostante sono un loro prodotto. La norma genera delle forme, in altre parole è morfogenetica. Inoltre, i progettisti che consapevolmente sacrificano uno spazio a doppia altezza in favore di una stanza aggiuntiva non at- tuano un comportamento di semplice rispetto della norma, ma piuttosto producono delle forme che hanno una loro convenienza alla luce delle regole. Essi rispettano le norme, ma la produzione delle forme specifiche —le fette orizzontali— non risponde ad alcuna raccomandazione della norma. Allo stesso modo un proget- tista che decida di progettare, in un edificio residenziale, una loggia su due lati per ‘risparmiare volumetria’ che può sfruttare per costruire, ad esempio, un piano aggiuntivo, non sta agendo in osservanza di una regola che prescriva quel risultato formale. Ciononostante la loggia aperta su due lati è specificamente progettata per evitare il consumo di spazio edificabile ed è quindi un prodotto di quel ‘set norma- tivo’, e non ha quindi molto senso al di fuori di esso.

Abbiamo quindi due tipi diversi di prodotto del ‘set normativo’. Il primo prodotto corrisponde con i desiderata del nomoteta, ed è, nel nostro caso, una certa quantità di spazio costruito che corrisponde ad una certa densità abitativa ritenuta deside- rabile. Nelle operazioni condotto precedentemente il ‘set normativo’ considerato non prescrive nessuna forma specifica, e all’interno di quella quantità di ‘metri cubi al metro quadro’ lascia la più ampia libertà ai progettisti. Il secondo prodotto

36 Chiodelli and Moroni 2014: 164.

della norma è derivato dalla strategia del progettista per, in questo caso, massimiz- zare la quantità di costruito. Mentre la prima efficacia è desiderabile e corrisponde al télos della norma, la seconda è un sottoprodotto della prima. Non solo questo secondo tipo di efficacia è neutrale rispetto alla prima —infatti non cambia l’obbli- go a rispettare un determinato LUI— ma essa può essere considerata un potenziale ostacolo rispetto allo sviluppo del processo progettuale. In altre parole si tratta di un effetto perverso della norma. Questi due tipi di efficacia della norma sono stati già identificati: Chiodelli e Moroni li hanno distinti in “efficacia Y”, che tiene con- to delle azioni eseguite per conformarsi alle prescrizioni della norma, ed “efficacia X” che si verifica quando l’azione è eseguita alla luce delle regole ma è, come nell’esempio precedente, neutrale rispetto ad essa. Chiodelli e Moroni argomen- tano la rilevanza del concetto di nomotropismo nella descrizione della relazione tra gli insediamenti abusivi e le politiche urbane. Ciononostante, i fenomeni no- motropici in architettura non riguardano solamente questi. Più specificamente, il loro esempio riguarda un tipo specifico di nomotropismo: il nomotropismo senza rispetto della norma. Nei casi descritti nel paragrafo precedente, il rispetto della norma (efficacia Y) è combinato con altri fenomeni non correlati al télos della norma ma piuttosto alla sua implementazione. Inoltre, la non-compliancy può esi- stere anche senza essere necessariamente affetta da alcun fenomeno nomotropico, ad esempio quando una regola è semplicemente ignorata, come in alcuni casi di abusivismo nel contesto italiano descritti da Elisabetta Rosa38 come “The Brazen

Offender”: ovvero quelli che costruiscono dove è semplicemente proibito e igno- rano totalmente il divieto.

Abbiamo quindi quattro categorie teoriche di efficacia di una norma rispetto a un atto, che risultano dalla semplice interpolazione tra efficacia X e efficacia Y: (i) nella quale un atto è eseguito in violazione della norma e presenta effetti nomotro- pici, come nel caso dei Gecekondular; (ii) nella quale un atto è eseguito nel rispet- to della norma e vi è la presenza di questi effetti, come negli esempi presentati in

questo lavoro; (iii) nella quale l’atto viola la norma e non vi è presenza di effetti nomotropici, come nel caso del Brazen Offender; (iv) nel quale l’atto è compiuto nel rispetto della norma, e non vi sono effetti collaterali osservabili.

L’espressione ‘nomotropismo conforme’ è perciò intesa a definire una situazione in cui le azioni dei destinatari delle norme sono conformi con esse, ma vi è un ulteriore componente del comportamento, in aggiunta alla semplice conformità, che è originato dall’esistenza della norma, e che non può essere interpretato corret- tamente se non si conosce la norma stessa, ma, allo stesso tempo, non è prescritto da essa. PRESENZA DI FENO- MENI NOMOTROPICI (X) ASSENZA DI FENO- MENI NOMOTROPICI (-X) LA NORMA NON È RISPETTATA (-Y) Gecekondular (Chiodelli & Moroni 2014)

The Brazen Offender (Rosa 2016)

LA NORMA È RISPETTATA (Y)

Regole morfogenetiche Semplice rispetto della norma