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L’Argent: compresenze e ambiguità

3 VOCABOLARIO ECONOMICO-FINANZIARIO DI FINE ‘800

3.6 L’Argent: compresenze e ambiguità

L’Argent vede la compresenza di motivi e filoni diversi. E’ al tempo

stesso un “romanzo finanziario”, un “romanzo naturalista” e un romanzo di formazione (Bildungsroman). E’ un romanzo fuori serie che, in alcuni casi sovverte i principi strutturali propugnati nel Roman Expérimental (1881), in altri convive e interagisce con questi. Di qui il fascino di un romanzo difficilmente catalogabile e ambiguo, di rottura, eversivo, anche rispetto allo stesso universo dei Rougon-Macquart. “Dinamico”, complesso, contraddittorio, stratificato, l’Argent è in equilibrio o in bilico fra tendenze stilistiche, narrative e ideologiche divergenti o addirittura incompatibili.

Esaminiamo più da vicino le tendenze stilistiche e strutturali dei vari ambiti in questione:

Il Romanzo Naturalista viene ricondotto alla seguente ortodossia

programmatica (cahier des charges naturalista):

- descrizione e ricostruzione imparziale di un milieu

- specializzazione del milieu da descrivere (uno solo) e predominio

di questo sul personaggio

- riduzione della trama a sfondo (contrazione dello spazio

narrativo)

- scelta di “documenti umani” (non personaggi) medi, non

integrati, passivi, inetti, privi di vocazione e qualità

- assenza di linearità cronologica, frammentazione degli episodi

Nel Romanzo tradizionale primottocentesco troviamo:

- trama, intrigo

- linearità cronologica, costruzione parabolica del racconto che

prevede un’ascesa, un culmine, un declino, una catastrofe63

(Balzac)

- suspense

- centralità di un eroe

Nel Romanzo finanziario troviamo:

- tematiche finanziarie

- ideologia moralizzatrice e condanna dell’attività speculativa

- netta distinzione fra bene e male

63 Becker, C., «Préface à l’Argent», in Bouquins, V, p. 302: «L’Argent se développe

comme une tragédie: Saccard arrive au faîte de la puissance au huitième chapitre pour s’écrouler dans les quatre autres. Zola retrouve surtout les grands archétypes du récit : le héros se battant seul contre tous est finalement vaincu, mais, on le sent, pas de manière définitive».

L’Argent contiene caratteristiche stilistiche appartenenti alle tre poetiche.

Si discosta dal pensiero naturalista per il rifiuto del pessimismo

Schopenhaueriano64. Con l’accettazione ottimistica della modernità

64 Cfr. Colin, R.P. Schopenauer en France: un mythe naturaliste, Lyon, Presses

universitaires de Lyon, 1979. ROMANZO FINANZIARIO Censura Polemica Opp.bene→male ROMANZO NATURALISTA Descrizione Milieu › eroe Ironia ROMANZO TRADIZIONALE Trama Eroe Suspense Trama Eroe › milieu Ottimismo Linearità racconto Circolarità azioni L’ARGENT

capitalistica Zola si schiera, su questo punto, con i detrattori del naturalismo ed abbraccia in un certo senso l’idealismo romantico:

c’è una sorta di ottimismo cupo e stupido nell’Argent, l’ottimismo animale.

L’Argent appare meno segnato da intenti polemici e satirici come Zola

stesso scrive nell’Ebauche:

C’est construit dans le genre de Pot-Bouille: beaucoup d’épisodes, beaucoup de personnages; mais moins d’ironie, plus de passion, et un ensemble plus solide, je crois65.

Ciò che lo avvicina inoltre al romanzo tradizionale è la rinuncia ai procedimenti descrittivi con la rivincita della trama che assume, insieme all’eroe, un ruolo di primo piano ed ha la meglio sulla descrizione del milieu (tranne che per l’incipit naturalista del romanzo). La struttura diegetica semplice e lineare e la parabolicità della costruzione del racconto, insieme alla centralità di un eroe che sollecita l’identificazione del pubblico, creano suspense.

Nelle liste di frequenza compilate da Etienne Brunet66, le occorrenze lessicali riconducibili alla radice di héros sono, nell’Argent, superiori al resto dei testi dei Rougon-Macquart.

L’eroe zoliano, come riporta P. Hamon67, non risponde al cahier de charges naturalista di un “personale” romanzesco senza qualità e senza

65 Zola, E. Les Rougon-Macquart. Histoire naturelle et sociale d’une famille sous le

second Empire, Paris, Laffont, coll. Bouquins, V, 1991, p.1492.

66 Cfr. Brunet, E. Le Vocabulaire de Zola, op.cit.

67 Cfr. Hamon, P. Le personnel du roman. Le système des personnages dans les

vocazione, il cui anonimato si oppone all’unicità e alla vocazione degli eroi primottocenteschi del romanzo di formazione. Lo speculatore parvenu zoliano, privo di scrupoli e di ideali, sempre pronto a lanciarsi in nuove lucrose avventure appare come un semi-eroe alla piccola borghesia “senza qualità” che non crede più al trinomio lavoro-fatica-merito. Saccard sollecita in qualche modo l’ambigua identificazione del lettore perché rappresenta il sogno di una rapida ascesa sociale, ma nello stesso tempo spaventa quella stessa borghesia in bilico fra desiderio e censura, aspirazione e condanna, ribellismo e conservazione. Saccard e Gundermann rappresentano due figure tipiche della letteratura finanziaria: l’avventuriero e il grande banchiere. Il primo, sempre pronto a lanciarsi in ardite speculazioni e dedito al rischio, non raggiungerà mai una fortuna consolidata, ma ricadrà sempre in piedi e anche quando tutto sembrerà perduto sarà pronto a ricominciare. Questa circolarità e ripetitività delle azioni del protagonista ricorda l’apertura del romanzo picaresco.

Saccard sollecita, con la sua ambigua passione del rischio e la sua idealità motivazionale a non arrendersi, la partecipazione emotiva del lettore, ambigua anche essa perché impegnata a distinguere in Saccard l’eroe dal malfattore, il vincitore dal vinto. Anche per Gundermann, grande banchiere ebreo, lo stesso destino di ambiguità di descrizione e ricezione oscillante fra l’ammirazione e la gelosia.

Ammirazione per le capacità commerciali68:

[...] il (Saccard) leur enviait leurs prodigieuses facultés financières, cette science innée des chiffres, cette aisance

naturelle dans les opérations les plus compliquées, ce flair et cette chance qui assurent le triomphe de tout ce qu’ils entreprennent.

e gelosia, che si tinge di antisemitismo69, verso colui che gioca al ribasso riuscendo ad amministrare e consolidare una fortuna:

[...] il (Saccard) dressait le réquisitoire contre la race, cette race maudite qui n’a plus de patrie, plus de prince, qui vit en parasite chez les nations…..n’obéissant qu’à son Dieu de vol, de sang et de colère…..comme l’araignée au centre de sa toile, pour guetter sa proie, sucer le sang de tous, s’engraisser de la vie des autres.

Dal punto di vista stilistico e strutturale regna, nell’Argent, l’Ambiguo.

Il romanzo si apre a generi letterari e ad ideologie in genere banditi

dall’universo realista come il romanzesco, il melodramma, la poesia. Nel 1890, anno della stesura del romanzo, c’è una particolare situazione storico-letteraria che investe il romanzo (M. Raimond parla di crisi del romanzo) e Zola è impegnato a riconsiderare i principi del naturalismo nella sua opera. E’ questo il momento in cui i fedeli del naturalismo, fra cui Felice Cameroni70, si sentono traditi da Zola e si mostrano ancora più fedeli al naturalismo dello stesso maestro di Médan.

L’Argent è quindi testimone di un passaggio, per cui non è un romanzo strettamene naturalista e conforme alle prospettive della poetica zoliana.

69 Idem.

70 Cfr. Tortonese, P., Cameroni e Zola. Lettere, Paris-Genève, Champion-Slatkine,

La sua originalità non risiede tanto in forme strutturali e ideologie innovative, ma nella espansione quantitativa di tratti antinaturalisti ed il loro accostamento.

Infatti vediamo come la tematica economica ed il rifiuto del pessimismo fossero già presenti in Au bonheur des Dames e di come in Pot-Bouille prevalesse il récit sulla descrizione: “(L’Argent) C’est construit dans le

genre de Pot-Bouille: beaucoup d’épisodes, beaucoup de personnages”71.

L’Argent rimane invece conforme al precetto naturalista per la

specializzazione dell’ambiente da descrivere, che è quello borsistico, e la logica storico documentaria tipica del naturalismo. Quì lo specialismo del milieu risulta ancora maggiore che in La Curée, l’altro romanzo della speculazione (edilizia) e di Saccard.

La logica della “prosa naturalista” convive, nell’Argent, con la “poesia del romanzesco”. Saccard è il “poète du million” e la speculazione stessa diventa poesia, magia, eroismo, sogno.

Auguste Dezalay parla di “aspetti magico-fiabeschi” presenti nell’Argent:

le roman de Zola, sous des apparences réalistes, cache bien une féerie72.

La speculazione assume dei connotati di riscatto e astrazione, di un processo vitale che va aldilà della mera accumulazione e desiderio, ma genera energia vitale, progresso:

71 E. Zola, Les Rougon-Macquart. Histoire naturelle et sociale d’une famille sous le

second Empire, op.cit., p.1492.

72 Dezalay, A., «Les mystères de Zola», in Revue de Sciences humaines, XL, 1975, 160

Antonia Fonyi, nel suo articolo su Zola “Ambivalences financières et leurs modèles inconscients dans L’Argent”, parla dell’ambivalenza che l’Argent ha in Zola:

L'argent des opérations boursières est porteur, chez Zola, de valeurs contrastées : il est condamné comme source de malheurs et d'infamies mais c'est en même temps « le levier du monde », indispensable pour réaliser de grands travaux civilisateurs. Cette ambivalence, exceptionnelle à une époque où les intellectuels méprisent l'argent [...]».

L’economia politica moderna ha attribuito alla speculazione un significato quasi trascendente (la mano invisibile, le forze del mercato, le leggi dell’economia), che prevede anche una vittima sacrificale sull’ “autel de l’échange”. L’acquisizione dell’uno comporta l’inappagamento dei desideri dell’altro.

L’onnipresenza del denaro incoraggia a calcolare tutto. Tutto diventa paragonabile, scambiabile, dunque privo di interesse (mancanza di vocazione e idealità vera di Saccard e indifferenza ad intraprendere questa o quella impresa speculativa).