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Analisi delle traduzioni italiane dell'Argent di Zola con l'ausilio di Taltac.

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(1)

DOTTORATO DI RICERCA

In Scienza della Traduzione

Ciclo XXII 10/H1 L-LIN/04

TITOLO TESI

Analisi delle traduzioni italiane dell’Argent di Émile Zola

con l’ausilio di TaLTaC

Presentata dalla:

Dott.ssa Flaviana Iantorno

Coordinatore Dottorato

Relatore

(2)

E INTERDISCIPLINARIETA’ ... 8

1.1 Trattamento automatico lessicale e testuale per l’analisi del contenuto di corpora letterari e paralleli ... 11

1.1.1 L'utilizzazione dei corpora elettronici negli studi letterari... 15

1.1.2 Matrici statiche e traduzione ... 20

1.1.3 Corpora Paralleli e traduzione ... 22

1.2 Analisi automatica dei dati e sintassi ... 24

1.2.1 La frase di Zola: punteggiatura e ritmo ... 24

1.3 Le categorie grammaticali ... 33

1.3.1 Sostantivi/verbi ... 33

1.3.2 Le forme verbali: tempi, modi e persone. ... 36

1.3.3 Aggettivi/Participi e parole grammaticali ... 38

2 LA RICEZIONE DELL’OPERA DI ZOLA ... 41

2.1 Zola e Critica italiana ... 41

2.2 Storia delle traduzioni italiane dell’opera dei Rougon-Macquart ... 51

3 VOCABOLARIO ECONOMICO-FINANZIARIO DI FINE ‘800 ... 59

3.1 L’Argent nel suo contesto storico-socio-economico ... 62

3.2 Terminologia e società ... 65

3.3 Terminologia della banca e della finanza nell’Argent di Zola: connotazioni positive, negative e simboliche ... 67

3.4 Il vocabolario specifico dell’Argent ... 70

3.5 Le operazioni finanziarie del romanzo realista: modelli e simboli ... 92

3.6 L’Argent: compresenze e ambiguità ... 96

(3)

3.8 La letteratura finanziaria italiana di fine ‘800 ... 107

4 SEMIOTICA NARRATIVA: INTERAZIONE DINAMICA FRA LE FORME DI SIGNIFICATION. ... 110

4.1 Linearità sintagmatica e intertestualità paradigmatica dell’Argent. ... 115

4.2 Vettori, spazio e funzioni della narrazione. ... 118

5 TRADUZIONE: RAPPORTI DI INTERDIPENDENZA FRA EDITORIA, GIORNALISMO E CRITICA ... 128

5.1 Editoria e diritti d’autore e di traduzione: radici storiche del quadro normativo attuale ... 128

5.2 Autori, traduttori ed editori nell’antichità ... 130

5.3 Fluidità del concetto di autore nel Medioevo. ... 136

5.4 La tipografia e la riscoperta dell’individualità creativa. ... 143

5.5 Lo Statuto di Anna: il modello delle normative sul diritto d’autore. ... 146

5.6 Zola e rapporti fra Editoria, giornalismo e Critica ... 156

5.7 Problemi del diritto d’autore nel contesto tecnologico-culturale attuale. ... 186

6 RELATIVISMO LINGUISTICO E TRADUZIONE ... 190

6.1 Ideologia e traduzione ... 196

6.2 Gramsci: traduzione e ideologia ... 202

6.3 Linguaggio, ideologia e universo romanzesco dell’Argent ... 213

7 CRITICA E TRADUZIONE ... 218

7.1 Critica e traduzione: rapporti di interdipendenza e complementarietà nell’espansione transtestuale ... 218

7.2 Critica della traduzione: proposta metodologica ... 223

7.2.1 Pre-analisi critica ... 224

7.2.2 Analisi critica: confrontation fondée ... 227

7.3 I procedimenti tecnici della traduzione. ... 231

7.4 Innovazione e traduzione ... 240

7.5 Gramsci: traduzione e innovazione ... 246

(4)

8.1 I procedimenti tecnici della traduzione: la trasposizione

delle parti del discorso ... 256 8.1.1 Trasposizione nome/verbo ... 256 8.1.2 Trasposizione nome/aggettivo e misure lessicometriche .. 260 8.1.3 Trasposizione nome /avverbio e information retrieval ... 282

8.2 I procedimenti tecnici della traduzione: la modulazione,

l’equivalenza e l’adattamento ... 288

8.3 Posizione traduttiva, progetto di traduzione e orizzonte

traduttivo ... 299 CONCLUSIONI ... 338 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ... 343

LE RISORSE IN RETE SU ANALISI DEI TESTI E RICERCA QUALITATIVA ... 353

(5)

Introduzione

Lingua e cultura si influenzano reciprocamente.

Inevitabilmente l’universo romanzesco dell’Argent appare, nell’uso del lessico, determinato dal sistema di valori e dall’ “ambiance sociale” a cui Zola apparteneva.

Così come la percezione e la produzione del linguaggio sono determinate da valori affettivi e socio-contestuali, anche la traduzione è influenzata da ideologie, convenzioni e modi estetici e letterari dell’epoca in cui vive il traduttore. Partendo dalle questioni di traducibilità e intraducibilità delle lingue legate al concetto di relativismo linguistico, esaminerò l’inquietudine della linguistica moderna e contemporanea che, fra le trappole delle strutture linguistiche, i “glissements de signification”, le difficoltà legate alla connotazione e agli ostacoli culturali, oscilla fra la rassegnazione del “niente si può tradurre” alla tracotanza del “tutto è traducibile”.

Nella traduzione di un testo passa, inevitabilmente, più o meno, attraverso le griglie percettive del traduttore, tutto il contesto psico-socio-culturale a cui egli appartiene.

La traduzione stessa deve tener conto di sollecitazioni ambientali, della multidimensionalità e globalità contemporanea e di una maggiore o quanto meno diversa consapevolezza linguistica acquisita anche attraverso l’integrazione e l’ausilio che le nuove tecnologie hanno apportato in campo linguistico. Le tecniche di analisi testuale

computerizzata consentono di analizzare, esplorare e interrogare

raccolte di testi anche molto vaste. Il problema del trattamento del linguaggio naturale è stato affrontato congiuntamente, partendo da

(6)

prospettive e scopi diversi, in differenti ambiti di ricerca. L’informatica, la statistica e la linguistica hanno fornito alcuni strumenti fondamentali per la gestione di grandi quantità di dati in modo automatico o semi-automatico.

La necessità di canalizzare le informazioni e di velocizzare i processi di acquisizione e interpretazione dei dati per poi analizzarli e sintetizzarli in maniera “scientifica” insieme a una differente interazione sociale e contestuale, hanno condotto all’uso di software nell’analisi linguistica e traduttiva per l’investigazione del linguaggio e delle sue categorie, per lo studio delle variazioni diacroniche e per nuove applicazioni in campo traduttologico.

L’uso delle nuove tecnologie in campo traduttivo risponde alle esigenze di velocità di reperimento di informazioni su frequenze, categorie grammaticali, concordanze e di acquisizione e trattamento di dati anche ingenti. Riflette inoltre la multidimensionalità del tradurre che agisce a più livelli: dall’associazione delle categorie grammaticali a forme grafiche (tagging grammaticale) alla lettura del testo (parsing) e al reperimento di forme grafiche, categorie grammaticali e lemmi (text-data mining). Tutti questi processi automatici riflettono i processi mentali che mettiamo in atto nel momento stesso in cui traduciamo. Il traduttore diventa ricercatore nella sua pratica metodologica, e attraverso essa ricaverà una visione globale e di insieme dei corpora esaminati parallelamente.

Dopo avere osservato la stretta connessione che intercorre fra ideologia e traduzione, mi soffermerò su quella fra critica e traduzione, intese come due momenti inscindibili. Nel suo rapporto di inter-dipendenza e complementarietà con la traduzione, la critica rappresenta, così come la

(7)

traduzione, un momento di espansione transtestuale, di potentialisation dell’opera originale.

Sebbene strettamente legata alla critica letteraria e alla traduttologia, la critica della traduzione richiede oggi una “scientification” teorica per potersi costituire come genere con un’identità propria.

L’approccio critico metodologico con cui mi avvicinerò all’analisi delle traduzioni italiane dell’Argent di Zola, prenderà in considerazione vari apporti della traduttologia francese, ma si focalizzerà principalmente sulla riflessione critica, metodologica e non etnocentrica di Antoine Berman.

Il confronto traduttivo sarà condotto sulle tre traduzioni italiane dell’Argent ovvero la traduzione anonima per i tipi della Treves pubblicata a Milano nel 1891 e riproposta nel 1903 e nel 1913, la traduzione di Edmondo Corradi per Voghera pubblicata a Roma nel 1904 e quella di Luisa Collodi per l’edizione Newton & Compton, Roma, 1996. Il testo francese sarà tratto dall’edizione Gallimard, Paris, 1980. Ai fini di un’adeguata ricostruzione dell’horizon de la traduction è stato necessario, in una prima parte della tesi, rivolgersi anche ad altri ambiti di studio (storia della traduzione, psico e socio-linguistica, terminologia, stilistica contrastiva, semiotica, linguistica) incrociati all’analisi testuale computerizzata. A tal proposito presenterò dei brevi compendi generali e alcuni risultati emersi nella loro applicazione allo studio del testo di Zola e della sua ricezione da parte del pubblico italiano di fine ‘800. Ancora mi soffermerò su come L’Argent abbia dato un notevole impulso alla cosiddetta letteratura finanziaria e di come rappresenti ancora un caposaldo da cui partire per lo studio della terminologia della Borsa e della finanza di fine ‘800. E’ innegabile come nel panorama della critica e della letteratura italiana, Zola abbia rappresentato un momento di

(8)

riflessione e di polemica, coinvolgendo i più grandi nomi della critica italiana e passando dalla cieca ammirazione di Cameroni alla critica in parte sfavorevole di D’Annunzio e Fogazzaro, e poi a quella più oggettiva di Croce. Sostenitore del determinismo assoluto, Zola sottomette i suoi personaggi all’influenza dell’ambiente sociale in cui vivono senza dimenticare di sottolineare l’influenza del denaro sull’ambiente stesso. Attraverso questo viaggio lungo il relativismo linguistico, traduttivo e contestuale, percorso con uno sguardo particolare rivolto all’innovazione metodologica e critica, mi sono riproposta, come rimarcò Sainte-Beuve, di prendere in considerazione, nell’approcciarmi a uno scrittore, la sua attitudine rispetto al denaro:

Tant qu’on ne s’est pas adressé sur un auteur un certain nombre de questions et qu’on n’y a pas répondu, on n’est pas sûr de le tenir tout entier...Que pensait-il en religion? Comment était-il affecté du spectacle de la nature? Comment se comportait-il sur le chapitre des femmes? Sur l’article d’argent? Etait-il riche, était-il pauvre? […] 1

(9)

1

ANALISI DEI DATI TESTUALI:

PROPOSTE METODOLOGICHE E

INTERDISCIPLINARIETA’

La gestione di grandi quantità di dati testuali in modo automatico o semi-automatico rappresenta un’attrattiva notevole per un linguista. Sintetizzare, dedurre, analizzare, trasformare un testo o un insieme di testi in un documento scientifico tramite un clic appare intrigante a chi ha fatto delle lingue il suo mestiere.

Queste nuove strategie di ricerca non sono però così automatiche, e forse è proprio quì l’interesse che può scaturirne per un ricercatore creativo. Esse, infatti, non solo richiedono il costante intervento umano che indirizzi la ricerca di informazioni e che riesca a decifrarne i risultati, ma presuppongono anche l’acquisizione di alcune competenze relative a un linguaggio che ingloba matrici statistiche a conoscenze di tipo informatico oltre che linguistiche.

L’informatica, la statistica e la linguistica hanno fornito alcuni strumenti fondamentali per la gestione di grandi quantità di dati in modo automatico o semi-automatico.

Le prime applicazioni della statistica allo studio della lingua, furono fatte alla fine degli anni ’50. Il Centro Studi del Vocabolario della lingua

Francese di Besançon intraprese la classificazione e la digitalizzazione

delle opere di Corneille, risorsa che venne poi sfruttata da C. Muller per effettuare le prime analisi lessicometriche con l’ausilio di strumenti statistici.

Ma il merito di avere prodotto le prime proposte metodologiche di

(10)

Analyse des données di Benzécri. In un’epoca dominata dalla linguistica

generativa, Benzécri superò le idee di Chomsky2 secondo cui le strutture

linguistiche non potevano essere determinate attraverso procedure di analisi sistematica di un insieme di dati. Per comprendere il funzionamento di una lingua, secondo Chomsky, non basta descrivere, analizzare e classificarne gli elementi, scoprendone la struttura superficiale. La struttura profonda è data dalla competenza innata del parlante di trasformare le frasi, invertendone le categorie, ma mantenendone il nucleo semantico (trasformazionalismo).

Con l’analisi dei dati testuali prende piede un’impostazione basata piuttosto su un’ipotesi di tipo strutturale3 e distribuzionale. I costituenti della frase vengono classificati e descritti in base alla loro distribuzione e in relazione a delle meta-informazioni di carattere linguistico-strutturale. L’analisi delle informazioni testuali riceve l’apporto integrato di diverse discipline e il suo sviluppo è legato all’interazione dei diversi ambiti coinvolti quali la linguistica, l’informatica e la statistica.

2 Chomsky, N., Le strutture della Sintassi, Bari, Laterza, 1970.

3 Idea Saussuriana della lingua come sistema in cui ogni elemento va studiato.

(11)

Con linguistica computazionale si intende, in generale, la disciplina riguardante l'utilizzo di strumenti informatici per l'elaborazione del linguaggio umano. Nasce negli Stati Uniti degli anni ’50 come semplice disciplina di traduzione automatica dei testi, per la necessità di avere traduzioni da altre lingue straniere verso l'Inglese, in particolare dai giornali scientifici Russi. Ma ben presto ci si accorse che i metodi di traduzione automatica allora sviluppati, risultavano carenti e riuscivano a fornire soltanto traduzioni molto grossolane. Fu allora che, da semplice disciplina di traduzione automatica dei testi, la Linguistica Computazionale si evolse in una disciplina di gestione automatica e analisi dei dati con l'ausilio di algoritmi e software “integrati” intervenendo a priori sul testo oggetto di analisi (per es. lemmatizzando, codificando ogni parola e registrandone le flessioni) e considerando a supporto delle meta-informazioni di carattere linguistico.

ANALISI DEI DATI TESTUALI

Linguistica Informatica Statistica

Linguistica Quantitativa Linguistica Computazionale Statistica Computazionale

(12)

1.1

Trattamento automatico lessicale e testuale per l’analisi

del contenuto di corpora letterari e paralleli

Le tecniche di analisi testuale consentono di analizzare, esplorare e interrogare raccolte di testi anche molto vaste.

A partire dagli anni Novanta si è verificata una crescente diffusione di

software per l'analisi dei testi che ha determinato una crescita

esponenziale di applicazioni e soluzioni in campo linguistico e traduttologico.

I metodi di analisi dei testi letterari offerti dalle nuove tecnologie diventano un interessantissimo oggetto di studio ed approfondimento. I software finalizzati alla gestione semi-automatica dei dati utilizzano tecniche statistiche e lessicali (i più noti sono Frantext, Hyperbase, SPAD, Sphinx, Alceste, Lexico, Wordmapper, Taltac e Tlab), che consentono l’analisi delle parole e delle loro relazioni all'interno del testo e sono particolarmente appropriati per testi di ampie dimensioni.

I logiciels de traitement de corpus su cui ho focalizzato la mia attenzione sono Hyperbase, Frantext,Taltac.

Questi si servono di leggi statistiche e tecniche lessicometriche per operare una serie di trattamenti su dei corpora di testo predefiniti o inseriti dall’utilizzatore. Nel caso di Frantext i testi sono predefiniti. La base Frantext è un corpus di testi costituito dall’INALF (Institut national de la langue française) dipendente dal CNRS. Questa contiene circa 3500 opere francesi dal XVI al XX secolo. Frantext è dunque allo stesso tempo un corpus di testi e un programma di interrogazione del corpus: calcolo delle frequenze, ricerca concordanze etc.

(13)

Hyperbase, concepito e sviluppato dal Prof. Etienne Brunet, si distingue

dai prodotti tradizionali per l’orientameno statistico dato al prodotto. La base di Hyperbase è stata realizzata a titolo d’esempio e da accesso ipertestuale alla Comédie Humaine di Balzac, all’opera di Proust, Rimbaud, Rabelais e per quello che più mi interessa all’integralità dei

Rougon-Macquart di Zola.

La base di Hyperbase risulta comunque ampliabile con l’inserimento di testi digitalizzati in fomato texte. L’utilizzatore può sbarazzarsi dei dati iniziali e inserire e trattare i propri. I testi della base subiscono una

comparaison interna che mette in relazione i testi fra loro e una esterna

fatta con il corpus del Trésor de la langue française. Il trattamento automatico dei testi genera quindi delle curve e delle analisi fattoriali che descrivono frequenze, ricchezza lessicale, distanza o connessione dei testi, evoluzione del vocabolario, tutto tramite queste comparaisons interne ed esterne effettuate con l’ausilio di funzioni statistiche.

Il programma Taltac ha la peculiarità di essere molto recente ed è, alla fine del 2006, presente in Italia in oltre 30 dipartimenti universitari, in diversi centri di ricerca e istituzioni di interesse nazionale, nonché in alcune università straniere.

TaLTaC2 utilizza risorse sia di tipo statistico, sia di tipo linguistico, altamente integrate fra loro e personalizzabili dall'utente ed è estremamente utile per un linguista e traduttore la sua predisposizione sia nell’input che nell’output per l'utilizzo di altri software di text analysis e text mining, in particolare quelli tipici dell'approccio lessicometrico, quali Alceste, Hyperbase, Lexico, Spad, Sphinx, T-Lab, Tropes.

Le funzioni statistiche di tali programmi consentono analisi differenziate sulla ricchezza lessicale, lo studio degli hapax, l'ampliamento lessicale, la

(14)

distanza (o connessione) lessicale, la correlazione cronologica e le specificità interne ed esterne.

Queste diverse analisi permettono non solo di studiare il vocabolario e lo stile di un autore, la scrittura di un'epoca ecc., ma anche di comparare diversi autori fra loro distinguendo i punti comuni e le divergenze al livello della struttura, dello stile e del contenuto.

Studiare il testo letterario con un approccio endogeno, a partire dal suo vocabolario e non a partire da una tematica prestabilita artificialmente può rivelarsi fruttuoso.

La lessicometria e il trattamento informatico dei testi permettono una descrizione controllata e numerata del vocabolario e della sintassi aprendo così la strada a un trattamento esatto e imparziale del corpus. L'aiuto del computer diventa indispensabile per catturare le sfumature, le strutture e le evoluzioni della lingua e del suo uso. Il computer e i programmi appropriati permettono una descrizione rigorosa e oggettiva del corpus aprendo la strada ad un'analisi qualitativa, a una riflessione sull'utilizzo delle parole, ad un lavoro di ricerca sul vocabolario e il linguaggio.

Cosa può fare un computer? Può identificare e comparare e può inferire delle ipotesi qualitative a partire da dati quantitativi.

Lo studio della struttura lessicale si interessa in generale alla

distribuzione delle frequenze, alle basse e alle alte frequenze e ai loro rapporti, allo studio degli hapax, alla ricchezza lessicale, alla ricerca delle concordanze, alla distanza lessicale (o connessione lessicale), allo studio dell' "intorno" o voisinage di una parola, all'evoluzione del vocabolario.

Questo studio del lessico di un autore si chiama la lessicometria o statistica lessicale, ramo di una scienza più ampia: la statistica linguistica.

(15)

Calcolo delle frequenze (conteggio del numero di occorrenze di una parola o di più parole date nel corpus):

La ricerca sulle frequenze e l'analisi dei rapporti che queste frequenze intessono tra loro può esplicitarsi come:

• frequenza sulle parole - forma

• frequenza sui lemmi

• frequenza sulle categorie

• frequenza di espressioni particolari

Hapax: gli hapax sono le parole che compaiono una sola volta nel corpus studiato. Essi hanno una bassa frequenza, 1. Più un autore ha un vocabolario ricco, più utilizza degli hapax. Gli hapax rappresentano dunque un segno della ricchezza lessicale di un testo.

Statistica linguistica

Linguistica

Statistica

(16)

Le concordanze rappresentano i contesti i cui appaiono i vari termini ricercati su un corpus scelto.

L'analisi delle concordanze (Key word in context) è una tecnica che consente di analizzare il contesto d'uso di una parola di interesse (o di gruppi di parole con la stessa radice) visualizzando le n parole precedenti e le n successive alla parola in analisi, tutte le volte che questa compare nel corpus. L'analisi delle concordanze è indispensabile sia per risolvere alcune delle ambiguità semantiche, sia per ricostruire per ogni parola i riferimenti tematici a cui questa rinvia.

La distanza lessicale calcola il vocabolario comune o esclusivo dei testi comparati in base al criterio della frequenza. La distanza cresce quando i due parametri genere e autore dei testi comparati cambiano.

Per voisinage di una parola si intende la ricerca di x-y frasi o un x-y numero di parole che precedono e succedono una parola-chiave scelta. Tramite il voisinage è possibile studiare il campo semantico della parola scelta.

1.1.1 L'utilizzazione dei corpora elettronici negli studi

letterari.

Già la linguistica computazionale aveva affrontato la ricerca di modelli significativi per la gestione di ingenti basi documentali (Text Mining)4. Lo scopo principale era quello di risolvere vari problemi quali la

4 Il contributo considerevole del Text Mining è stato quello di individuare e analizzare,

in modo automatico, testi di mole consistente. Il processo di Text Mining su un corpus può essere scomposto in quattro fasi: l’Information Retrieval (IR), l’Information Extraction (IE), l’Information Mining (IM) e la fase di interpretazione.

(17)

categorizzazione lessicale delle forme, anche le flesse e la

disambiguazione dei termini polisemici o delle parole composte.5

L’Analisi Testuale dei corpora letterari si basa sempre di più su metodologie statistiche ed informatiche per il trattamento delle unità linguistiche. Alla Scuola francese dell’Analyse des Données va il merito di aver determinato un notevole salto di qualità nell’analisi dei dati testuali, producendo le prime proposte metodologiche e computazionali. Oggi è possibile trovare corpora e raccolte disponibili in formato

elettronico che testimoniano come siamo diretti verso una

digitalizzazione generalizzata della letteratura mondiale.

I grandi organismi come il CNRS, la Bibliothèque Nationale de France e alcune strutture volontarie digitalizzano una grande quantità di testi. Il CNRS, per esempio, ha intrapreso da dieci anni la digitalizzazione generalizzata in modalità texte della letteratura in lingua francese dalla fine del medioevo fino ai nostri giorni. In opposizione a questa scelta la BNF digitalizza le sue 100 000 opere in modalità image sia per conservare l’impaginazione d’origine dei manoscritti sia come soluzione più rapida ed economica.

L’analisi dei dati mira a scoprire l’informazione essenziale contenuta in una raccolta di testi e può essere applicata in qualsiasi campo per il quale è possibile l’elaborazione dei dataset di tipo documentale.

5

Un problema nella misurazione del volume lessicale può essere, per esempio, quello delle parole composte: devono essere contate come una parola o due parole?

(18)

La base di dati oggetto di analisi è rappresentata da una raccolta coerente di materiale testuale detta corpus.

Un Corpus è una raccolta di dati linguistici selezionati e organizzati, mentre per Collection si intende un insieme di testi non necessariamnente organizzati.

Prima di poter analizzare un corpus testuale bisogna effettuare una serie di operazioni di pre-trattamento dei testi e di organizzazione della base di dati.

Il pre-trattamento ha lo scopo di trasformare l’informazione testuale in “dato” per individuare le categorie sintattiche e grammaticali delle parole. Nella fase di organizzazione i testi vengono organizzati codificati in matrici per permettere il successivo trattamento statistico.

Nell’operazione di pre-trattamento individuiamo la fase di

lessicalizzazione che, nell’accezione data da M. Reinert 6, è la selezione

6 Reinert, M., « Un logiciel d’analyse des données textuelles:Alceste », in E. Diday

(ed.), Data Analysis and Informatics, n°: 5, pp.513-523, 1988. ANALISI DI UN CORPUS

Pre-trattamento

Trasformazione in dato

Organizzazione

Codifica in matrici statistiche

Lessicalizzazione (isolare unità minime di senso)

Tagging grammaticale e Découpage logique (SGML, XML)

(19)

sistematica e l’isolamento delle unità minimali di senso all’interno del

corpus e serve a limitare le ambiguità7 delle forme omografe (omonimia)

e dei polisenso (polisemia) e in generale, nella fase di analisi, a minimizzare il “disturbo” dovuto a quelle forme che presentano un contenuto informativo ridotto o nullo.

L’operazione di tagging grammaticale consiste nel riconoscimento e

marcaggio delle parti del discorso8, grazie ad etichettatori di programmi

come Xerox. Attraverso il linguaggio SGML, che oggi è stato rimpiazzato da XML, è possibile effettuare un découpage logique introducendo nel testo, digitalizzato in modalità texte, delle “balises”9 o delimitatori che servono ad indicare la funzione della parola. Il balisage

logique serve ad informare il computer su “questo è un titolo, un poema,

un verso..ecc.”.

Una volta etichettate, le parole vengono lemmatizzate e cioè ricondotte al lemma di appartenenza. Per lemma si intende la “forma canonica” con cui una data voce è presente nel dizionario: si considera quindi l’infinito per i verbi, il singolare per i sostantivi, il singolare maschile per gli aggettivi. La lemmatizzazione serve a desambiguizzare individuando delle “invarianti semantiche” il cui senso non varia con la flessione.

7 Per ogni forma ambigua, indicata come pivot, si considera un dato insieme di forme

adiacenti, i contesti locali, in modo da migliorare la monosemia della stessa.

8

E’ possibile distinguere due tipi di parti del discorso: POS Lesscali (sostantivi, aggettivi, verbi) che sono categorie aperte per acquisizione e coniazione di neologismi, poi troviamo le POS funzionali (articoli, preposizioni, congiunzioni, pronomi, avverbi), categorie chiuse per il ruolo e utilizzo definito che hanno all’interno di una grammatica.

9 Per interpretare le balises SGML e XML utilizzano una metagrammatica: DTD

(Document Type Definition). C’è una DTD per le scienze umane, una per il teatro, per la poesia.. ecc.

(20)

Nella fase di organizzazione abbiamo detto che i testi vengono codificati in matrici statistiche per poter essere trattati ed analizzati. Lo schema maggiormente utilizzato per codificare corpora testuali è il

Bag-of-Words. I documenti vengono organizzati in una matrice T (forme x documenti) che sintetizza le occorrenze delle forme contenute da ogni

singolo documento. I documenti sono quindi codificati in vettori le cui componenti sono le frequenze di occorrenza delle forme.

Doc1 Doc2 Doc3 …… Doc q

Forma 1 1 0 0 …… 1

Forma 2 0 2 1 …… 0

Forma 3 1 0 1 ……. 1

…….. …… …… …… …...

Forma p 1 0 0 ……. 0

L’utilizzo di tecniche fattoriali di visualizzazione dei dati quali l’Analisi

delle Corrispondenze consente di visualizzare graficamente le relazioni

(21)

1.1.2 Matrici statiche e traduzione

Nello studio di alcuni fenomeni, e in particolare l’analisi di traduzioni, è possibile riferirsi a basi di dati testuali o corpora diversi derivanti però da una stessa base documentale (ad esempio due traduzioni di uno stesso testo), e valutarne le analogie tramite delle matrici di co-presenza.

Prendiamo in esame per esempio due diverse traduzioni (Y e Z) di una stessa base documentale (nel mio caso le due traduzioni italiane del 1913 e del 1996 di l’Argent di Zola)10 supponendo che il corpus codificato nella tabella Y sia antecedente al corpus codificato nella tabella Z.

Viene costruita una matrice di co-presenza (F) che ha in colonna le J forme della tabella Y ed in riga le I forme della tabella Z. Verrà valutata la presenza/assenza di ogni singola parola nei rispettivi corpora:

E’ quindi calcolato il prodotto F = Z′ Ỹ

10Zola, E., Il Denaro, Milano, Treves, 1913.

Zola, E., Il Denaro, traduzione di Luisa Collodi, Roma, Ed.economica Newton, 1996.

Ỹ Il Denaro Ed.1913 Z Il Denaro Ed.1996 1. . . J 1. . Fij fi . I

(22)

Le distribuzioni marginali di riga e di colonna di F rappresentano il numero di volte in cui ciascuna forma appartenente ad un corpus è presente simultaneamente alle forme dell’altro corpus.

Supponendo una relazione di antecedenza/conseguenza tra i due corpora (Y precedente di Z) si può ricorrere all’Analisi non simmetrica delle

Corrispondenze per visualizzare le forme caratteristiche dei due

vocabolari e per valutare, allo stesso tempo, il livello di predicibilità di un linguaggio rispetto all’altro.

L’utilizzo della matrice di co-presenza può essere ampliato all’analisi dei cosiddetti Corpora paralleli, nei quali vengono studiati simultaneamente traduzioni in lingua diversa di una stessa base documentale.

Analisi non

Simmetrica delle

Corrispondenze

Traduzione

precedente

Y

Traduzione

successiva

Z

MATRICE DI

CO-PRESENZA

F

Influenza del

vocabolario di Y su

Z

Predicibilità di un

linguaggio rispetto

all’altro

(23)

1.1.3 Corpora Paralleli e traduzione

Un corpus parallelo è una collezione di testi tradotti in una o più lingue diverse dall’originale. Il caso più semplice è quello Translation corpus in cui sono coinvolte solo due lingue: un corpus è l’esatta traduzione dell’altro. I corpora paralleli sono oggetto di interesse soprattutto in campo traduttologico poiché offrono la possibilità di allineare l’originale alla traduzione.

Nuovi metodi statistici11 di alignement di segmenti (paragrafi, frasi, sintagmi, parole) del testo originale (texte source) e della sua traduzione (texte cible) creano dei liens fra un gran numero di elementi dei due testi. E’ possibile allora mettere in corrispondenza dei testi bilingue, creare una varietà di strumenti d’analisi e mettere in evidenza certe regolarità di traduzione, sebbene, allo stato attuale, gli algoritmi sviluppati per calcolare automaticamente una rappresentazione bi-testuale a partire da un testo e dalla sua traduzione, non sono ancora capaci di rendere esplicite tutte le corrispondenze.

Nuovi software di traduzione probabilistica automatica fanno si che i corpora paralleli possano essere oggetto di studio e utili risorse per l’insegnamento, ricerche traduttive, lessicografia bilingue e linguistica. Per analizzare un translation corpus occorre uno speciale tipo di software: il Parallel Concordancer. Grazie a questo programma è possibile chiedere al computer di trovare parole o frasi in L1 parallelamente alle corrispondenti traduzioni in L2.

11 LSI (Latent Semantic Indexing), tecnica statistica capace di trovare similarità fra

documenti anche se non hanno termini in comune. LSI produce rappresentazioni matematiche che non dipendono su un singolo termine, ma identificano un contesto.

(24)

I software più usati sono ParaConc (Barlow) e Multiconcord (Johns). L’utilizzo dei dati di corpora paralleli consente anche di comparare i vocabolari e le grammatiche delle due lingue.

I Corpora paralleli rappresentano una risorsa di recente sviluppo, perciò traduttori e linguisti hanno appena cominciato a sfruttare il loro potenziale12.

Nel corso di questo lavoro, mi soffermerò in particolare sull’interazione tra metodi fattoriali (che rappresentano graficamente l’informazione filtrata e sintetizzata) e tecniche di classificazione (quali il tagging

grammaticale, semantico, lessicalizzazione, lemmatizzazione e

organizzazione). I due programmi su cui mi concentrerò e che, a mio avviso, attualmente meglio consentono di ottenere una discreta sistematizzazione delle informazioni sono Hyperbase e Taltac.

Di seguito riporterò alcuni dati ricavati dall’osservazione delle liste di frequenza e delle analisi fattoriali derivate dal trattamento dei dati con Hyperbase dell’intera opera dei Rougon-Macquart da parte del Prof. Brunet e della sua équipe di ricerca. Attraverso un successivo approfondimento di tutto l’horizon de la traduction de l’Argent che va dalla ricezione dell’opera di Zola e dell’Argent in particolare, allo studio della terminologia borsistica e della finanza di fine ‘800 passando attraverso i rapporti fra Critica, Traduzione e Ideologia, approderò, nell’ultimo capitolo, a servirmi di Taltac per confermare alcune deduzioni fatte tramite l’osservazione delle liste di frequenza di Hyperbase e per valutare la ricchezza del vocabolario e avverbiale e le occorrenze e connotazioni aggettivali delle tre traduzioni prese in esame.

12 Per avere un panorama più ampio sugli sviluppi della ricerca in questo ambito si

consulti Lawson (2001), Botley et al (2000), Salkie (2002), Ebeling (1998), Kenning (1998), Salkie and Oates (1999), e Aijmer & Altenberg (2002).

(25)

1.2

Analisi automatica dei dati e sintassi

In questa sezione analizzerò lo stile di Emile Zola attraverso lo studio delle tecniche narrative, descrittive e la sintassi.

Il corpus di riferimento sarà l’intera opera dei Rougon-Macquart con particolare riferimento all’Argent e mi servirò delle liste e curve di frequenza e delle analisi fattoriali preparate dal Prof. Etienne Brunet con l’ausilio del programma Hyperbase nel suo monumentale studio sul

Vocabulaire de Zola.

Focalizzerò la mia attenzione sulla struttura della frase nell’opera zoliana esaminando come essa varierà in termini di progressione e regressione. La disposizione scelta dal Prof. Brunet è sinottica: i venti testi dei

Rougon-Macquart sono stati allineati in ordine cronologico a partire da Thérèse Raquin fino al Docteur Pascal e ad ognuna delle venti colonne

specifiche di ogni testo della serie corrisponde un dato. Ogni riferimento è stato trattato in modo da poter essere classificato ed etichettato secondo i principi della statistica lessicale.

L’opera di Brunet è stata realizzata a Nizza, presso il laboratorio Etudes

Statistiques du Trésor littéraire dell’Institut National de la langue

française (C.N.R.S.). Il trattamento dei dati è stato eseguito dai centri di calcolo di Nizza e Montpellier.

1.2.1 La frase di Zola: punteggiatura e ritmo

Per quanto riguarda la punteggiatura, Zola partecipa alla semplificazione osservata a fine ‘800: si allontana dai segni minoritari come i due punti, il punto e virgola e il punto interrogativo, eccezion fatta per il punto

(26)

esclamativo di cui fa un ampio uso. I due segni principali sono il punto e la virgola.

Osserviamo nell’analisi fattoriale dei segni di punteggiatura di Etienne Brunet di come, a partire dal primo romanzo dei Rougon-Macquart, e cioè Thérèse Raquin, fino ad arrivare all’ultimo, Le Docteur Pascal, sia riscontrabile un declino del punto a favore della virgola e della

punteggiatura affettiva: esclamazione e interrogazione. Questo

corrisponde ad un allungamento della frase.

La curva dei segni di punteggiatura forti (come il punto), dei

Rougon-Macquart è prima ascendente fino a Une page d’amour che è il decimo

romanzo della serie, per diventare discendente fino all’Argent, per poi risalire lievemente negli ultimi due romanzi, La Débâcle e Le Docteur

Pascal. La curva dei segni di punteggiatura debole (come la virgola)

mostra un andamento di crescita pressocchè costante (eccetto per La Joie

de vivre).

Queste osservazioni rendono chiaro il doppio movimento di accorciamento e poi di allungamento della frase, l’abbandono del punto e virgola in favore della virgola e l’abbandono del punto in favore della punteggiatura affettiva: l’esclamazione e l’interrogazione.

Nell’Argent, che è il ventesimo romanzo della serie, si assiste dunque ad una crescita della virgola a discapito del punto, ad una crescita dell’esclamazione e, in minor misura, dell’interrogazione, ad una crescita dei punti sospensivi, ad un declino del punto e virgola. I due punti, dopo aver riportato una crescita nel corso dei primi quindici romanzi della serie, ritornano, nell’Argent, ad avere la stessa presenza che in Thérèse

(27)

-30 -20 -10 0 10 20 ARGENT

RAQUIN PASCAL

Ripartizione della punteggiatura

punti sosp. interrog. esclamaz. due punti punto e virg. virgola punto

Nella struttura del ciclo dei Rougon-Macquart possiamo distinguere tre fasi13 a cui corrispondono tecniche di narrazione peculiari.

13 Questa classificazione, proposta da Zola è citata da H. Mitterand nel tomo 5 della

Pléiade, pag. 1646.

Inoltre Alain Pagès propone una classificazione dei Rougon-Macquart simile, ma più articolata in Emile Zola, Bilan critique, Nathan Université, 1993. Pagès propone una distinzione del corpus in: trilogie populaire (L’Assommoir, Germinal, Le

Ventre de Paris), la série historique et politique (La Fortune des Rougon, Son Excellence Eugène Rougon, La Curée), La perversion érotique (La Bête Humaine, Nana, La Curée, La Faute de l’Abbé Mouret), La pureté amoureuse (Une page d’amour, Le Rêve, La joie de vivre), le processus de l’économie capitaliste (Au Bonheur des Dames, L’Argent, Pot-Bouille), la résonance philosophique (La joie de vivre, L’œuvre, le Docteur Pascal).

(28)

Questa distinzione non segue necessariamente un ordine cronologico di composizione dei romanzi, ma si ispira piuttosto ad una categorizzazione per argomenti.

Una prima fase che comprende i romanzi storico politici: Thérèse

Raquin, La Fortune des Rougon, Son Excellence Eugène Rougon (gli arrivisti del Secondo Impero), La Curée, La Conquête de Plassans.

Questa prima fase è caratterizzata da un quadro narrativo tradizionale, in cui il ritmo è rapido. Lo stesso vale per i romanzi psicologici e amorosi:

Une page d’amour, La Faute de l’Abbé Mouret, la Joie de vivre,

l’Oeuvre (riflessioni sull’arte), Le Rêve, Nana, La Bête humaine, le

Docteur Pascal (riflessioni sulla scienza). La narrazione qui è viva e

ricca di dialoghi (punti, punti interrogativi, punti sospensivi, trait d’union).

La terza fase comprende i romanzi sociologici come Le Ventre de Paris (descrizione della Parigi del commercio), l’Assommoir (gli operai),

Pot-Bouille, Au Bonheur des Dames, Germinal (i minatori), La Terre, L’Argent, la Débâcle.

Qui il tempo narrativo e descrittivo è caratterizzato da un ritmo largo in cui la virgola sostituisce il punto.

(29)

0 1 2 3 4 5 6 7 8

RIPARTIZIONE DELLE FASI NEI

ROUGON-MACQUART

3. SOCIOLOGICA 2. PSICOLOGICA 1. STORICA

(30)

0

1

2

3

raquin ventre faute page bonheur œuvre bête pascal

Ordine dei romanzi

per fasi

raquin férat fortune ventre curée conquête faute excellence assommoir page nana pot bonheur joie germinal œuvre terre rêve bête argent débâcle pascal

(31)

raquin fortune curée faute assommoir nana bonheur germinal terre bête débâcle 1867 1872 1877 1882 1887 1892

Ordine cronologico

raquin férat fortune ventre curée conquête faute excellence assommoir page nana pot bonheur joie germinal œuvre terre rêve bête argent débâcle pascal

(32)

Possiamo notare come nel grafico dell’ordine cronologico vi sia un andamento ascendente lineare non presente nel grafico dell’ordine per fasi.

Ciò dimostra che la legge cronologica non regna sovrana nell’individuazione del ritmo e della punteggiatura del discorso zoliano, che obbedisce piuttosto ad una volontà di alternanza.

Tuttavia, nell’individuazione del ritmo all’interno dei testi zoliani, dobbiamo tener conto del fatto che le sue variazioni, oltre che da una punteggiatura prevalente nel romanzo, dipendono anche da esigenze narrative che impongono all’inizio del romanzo una frase più lunga, perché più esplicativa e circostanziata (come avviene nell’incipit dell’Argent), mentre nei capitoli successivi il ritmo, più dinamico e drammatico, si accelera.

Il ritmo della frase zoliana non può quindi essere completamente isolato dalla tematica.

Come il ritmo varia da testo a testo, anche le singole parole si accorciano o si allungano in base alla tematica. Il ritmo quindi non va inteso solo ad un livello sopra-lessicale, ma anche ad un livello infra-lessicale.

Nell’Argent, per esempio, ed in altri romanzi del ciclo che mettono in scena i grandi interessi politici, commerciali e finanziari (Son Excellence,

Au Bonheur des Dames) le parole si allungano, per esprimere un

linguaggio speculativo, più ricercato, con la presenza di suffissi come –

tion, -ance, -able, -el, -teur, etc.

In romanzi provinciali (La Conquête, La Bête humaine, Le Docteur

Pascal) e popolari (L’Assommoir, La Terre), le parole sono corte, quindi

economiche e frequenti e poco informative. Le parole lunghe hanno un peso informativo maggiore; mentre il costo articolatorio cresce, la

(33)

frequenza si abbassa. Le parole lunghe sono meno frequenti. Le parole di

La Terre, L’Assommoir, le parole del popolo, non sono calibrate come

quelle della borghesia che frequenta les Tuileries o la Borsa in Son

Excellence o nell’Argent. Il popolo preferisce le parole più semplici e più

dense.

0

5

10

15

20

25

ra qu in cu e as som m oir bo nh eur ter re cle

Istogramma

lunghezza della parola

raquin férat fortune ventre curée conquête faute excellence assom m oir page nana pot bonheur joie germ inal œuvre terre rêve bête argent débâcle pascal

Osservando l’istogramma notiamo come nel punto più alto della scala della lunghezza della parola si trovi L’Argent, seguito da Au Bonheur des

Dames e da Son Excellence Eugène Rougon, mentre nel punto più basso

si trovi La Terre, seguito da L’Assommoir e da La Faute de l’Abbé

(34)

1.3

Le categorie grammaticali

1.3.1 Sostantivi/verbi

Lo stile di Zola si fa tentare, nei primi romanzi dei Rougon-Macquart, dalla ricerca per il “mot rare”, capace di rendere, fino nei suoi minimi dettagli, le impressioni suggerite dalla realtà, seguendo l’ideale di un’ “écriture artiste” definito dai de Goncourt e in seguito da Huysmans.

Le lecteur a rencontré sous la plume de Zola tant de substantifs rares, tant de noms de fleurs, de plantes, de bêtes, de poissons, tant de variétés de tissus, d’outils, de mets et de productions de toute sorte, que les

Rougon-Macquart peuvent apparaître comme l’illustration des

planches techniques de l’Encyclopédie de Diderot 14.

La frase di Zola ci appare, fino all’Assommoir, ricca di sostantivi (nomi comuni e nomi propri) eccezion fatta per Thérèse Raquin, Madeleine

Férat e La Conquête de Plassans (in quest’ ultimo solo riguardo ai nomi

comuni, visto che registra un picco di eccedenza per i nomi propri). Qui domina l’intenzione descrittiva, soprattutto nel periodo che va dalla

Curée all’Assommoir, ma anche in Au Bonheur des Dames, Germinal, l’Oeuvre, Le Rêve e La Débâcle.

Nei testi dove invece l’azione è più viva e il dialogo più abbondante si registra una diminuzione dei sostantivi ed un aumento dei verbi come in

(35)

La Conquête, Pot-Bouille, La Terre, La Bête humaine e Le Docteur Pascal.

La scrittura di Zola diventa man mano sempre più liscia, ampia, complessa con un abbondanza di subordinanti, relativi e indefiniti. Aumentano gli aggettivi e i participi e il verbo si presenta per lo più nei tempi composti o al congiuntivo. La frase di Zola, che in un primo tempo ci era apparsa più corta e semplice, si allunga e si complica, come avviene per il volume della parola. Ciò avviene soprattutto negli ultimi romanzi della serie come l’Argent, La Débâcle, Le Docteur Pascal ma anche nei romanzi inziali che raccontano la borghesia e dove il tono è più elevato come in Thérèse Raquin, Madeleine Férat, La Fortune des

(36)

0

50

100

150

200

250

ra quinfératfortu ne ve ntrcueeconq te fa uteexce lle nce as som m oir pa genanapotbonh eur jo iegerm in al œ uv re te rrerêvebêtearge nt cle pa sc al

Sostantivi

raquin férat fortune ventre curée conquête faute excellence assommoir page nana pot bonheur joie germinal œuvre terre rêve bête argent débâcle pascal

(37)

ra q u in ra t fo rt u n e v e n tr e c u e c o n q u ê te fa u te e x c e ll e n c e a s s o m m o ir p a g e n a n a p o t b o n h e u r jo ie g e rm in a l œ u v re te rr e v e b ê te a rg e n t d é b â c le p a s c a l 0 50 100 150 200 250 300 350

Verbi

raquin férat fortune ventre curée conquête faute excellence assom m oir page nana pot bonheur joie germ inal œuvre terre rêve bête argent débâcle pascal

1.3.2 Le forme verbali: tempi, modi e persone.

Per quanto riguarda i tempi, i modi e le persone, l’Argent predilige il presente indicativo (tempo adatto al dialogo e all’azione), il presente congiuntivo (che si sviluppa nelle subordinate) e il futuro (tempo dell’ottimismo). Come persone, predilige la 1° persona singolare e la seconda persona plurale.

All’interno dei Rougon-Macquart assistiamo ad un graduale abbandono della preziosità e dell’aspetto narrativo a favore della semplicità e della descrizione.

(38)

Il passé simple lascia gradualmente il posto all’imperfetto, tempo dal valore ripetitivo, suggestivo, duraturo, che si oppone alla secca ed istantanea nettezza di un passato definito. I testi in cui il passé simple è più frequente (La Fortune, La Conquête de Plassans, Son Excellence

Eugène Rougon, Pot-Bouille, La Terre), sono quelli in cui l’azione è più

presente ed il movimento è più rapido, in un quadro narrativo tradizionale. I testi in cui l’imperfetto è più presente (Une page d’amour,

l’Assommoir, Thérese Raquin, Madeleine Férat, Nana, La Joie de vivre, la Bête humaine) la descrizione ha dei tocchi larghi e sfumati, quasi come

un quadro impressionista, e si allontana dal disegno preciso in cui il passato definito affina i contorni.

Predominanza tempi e modi verbali nei

Rougon-Macquart

0

100

200

300

400

500

600

passé simple

imparfait subjonctif présent

raquin férat fortune ventre curée conquête faute excellence assommoir page nana pot bonheur joie germinal œuvre terre rêve bête argent débâcle pascal

(39)

1.3.3 Aggettivi/Participi e parole grammaticali

L’Argent registra un picco verso il basso per quanto riguarda il verbo. Il

romanzo cede piuttosto all’attrattiva degli aggettivo e dei participi (terminanti in -é, -u, -t) impiegati come aggettivi, più confacenti ad un ritmo più lento e descrittivo dell’Assommoir, di Germinal, La Curée, l’Oeuvre e Le Rêve.

Gli elementi che invece sono più sensibili al movimento cronologico e a quello argomentativo, sono i segni di punteggiatura, (regressione del punto e del punto e virgola, progressione della virgola e dei segni affettivi: interrogazione ed esclamazione), e le parole grammaticali (avverbi, preposizioni, relativi, subordinanti, coordinanti), di cui la maggior parte sono in aumento: indefiniti, interrogativi (“cela traduit la nuance exclamative des habitués des salons, ou l’expression du désarroi du héros qui est en quête de l’absolu et cherche vainement et obstinément les moyens d’y parvenir”15), relativi, subordinanti (comme, lorsque,

parce que, pourvu, puisque, quand, que, quoique, si), coordinanti (donc, et, mais, ni, or, ou) avverbi di luogo, negazioni, numerali (soprattutto

nell’Argent dove i numeri si associano alla misura del denaro), dimostrativi neutri etc.

La tendenza alla coordinazione e alla subordinazione che è presente soprattutto negli ultimi romanzi della serie fu percepita da alcuni critici come una mancanza di stile, una forma di assemblaggio semplice e comoda. L’opinione di Emile Hennequin ben rappresenta la posizione di tale critica:

(40)

M. Zola n'est pas un styliste, dans le sens très moderne de ce mot. Quand il lui faut décrire un objet ou un ensemble, noter un dialogue, exprimer une idée, il ne tente pas de choisir, entre les termes exacts possibles, ceux doués de qualités communes indépendantes de leur sens, la sonorité et la splendeur comme chez Flaubert, le mouvement et la grâce comme chez les de Goncourt, [...] ou la noblesse et le mystère de M. Villiers de l'Isle-Adam. Le vocabulaire de M. Zola n'a d'autre caractère spécifique que l'abondance,

qualité appartenant à tous ceux qui ont frayé avec les

romantiques, et, par endroits, un coloris fumeux. De même, la façon dont M. Zola assemble ses mots en phrases est extrêmement simple, commode, apte à tout. Il procède d'habitude par l'accolement, sans conjonction, de deux propositions à sens presque identique, qui redoublent l'idée, l'enfoncent en deux coups de maillet, et marchent puissamment dans un rythme balancé, jusqu'à ce que soit atteinte la fin du paragraphe, que M. Zola termine indifféremment par un retentissant accord, finale d'une gradation ascendante, ou par une phrase surajoutée et superflue qui laisse en suspens la voix du lecteur. En cette façon d'écrire aisée, maniable et large, propre à tout dire et appliquée par M. Zola à tous les usages, celui-ci polémique, expose, raconte, parle et décrit, énonce l'énorme masse de petits faits qui lui servent à poser ses lieux, ses personnages et ses ensembles16.

16

(41)

Bisognerà attendere la seconda metà del XX° secolo affinchè la critica si evolva nel considerare gli effetti compositivi ed i procedimenti di montaggio che caratterizzano i Rougon-Macquart.

L’evoluzione e l’alternanza delle scelte tematiche e stilistiche all’interno dei Rougon-Macquart è senza dubbio ispirata dall’attenzione rivolta al pubblico. Così Stephen Day scrive:

On trouve, dans la série de Rougon-Macquart, cette alternance de livres forts et de livres calmes, plutôt que forts et faibles17.

E’ un’alternanza che rispecchia oltre che gli umori del pubblico anche quelli di Zola stesso:

C’est une manière de construire les Rougon-Macquart sur des contrastes qui attestent la variété de son registre romanesque, et qui, surprenant le lecteur, maintiennent sa curiosité en éveil…c’est l’expression littéraire d’un rythme vital qui fait se succéder les périodes de tension nerveuse, d’anxiété, de malaise, et celles où renaissent la vigueur morale et l’optimisme18.

écrivains français, Perrin et Cie, 1890, pp. 70-71).

17 Les Cahiers Naturalistes, n.42, 1971, p.154.

18 Zola, E., L’Argent, Les Rougon-Macquart, Paris, Gallimard (Bibliothèque de la

(42)

2

LA RICEZIONE DELL’OPERA DI ZOLA

2.1

Zola e Critica italiana

E’ innegabile che, nel panorama della Critica e della letteratura italiana, l’opera di Zola abbia rappresentato un elemento di rinnovamento notevole, di riflessione e, alla stesso tempo, di polemica coinvolgendo i più grandi nomi della critica italiana.

La diffusione delle opere zoliane in Italia, anche grazie alle loro traduzioni, e il dibattito che si venne a creare intorno ad esse hanno reso possibile il superamento di certi schemi artistici che non bastavano più, e mi riferisco all’idealismo convenzionale. Zola rispose alle esigenze di onestà e serietà e anche la dimensione sociale dei suoi romanzi, la descrizione delle folle, fu percepito come un messaggio di immersione in una dimensione non più solo individuale.

Vediamo che, in Italia, nei trent’ anni che precedono la morte di Zola nel 1902, si succedono dibattiti e polemiche in cui intervengono i più grandi nomi della critica, e si passa dalla cieca ammirazione di Felice Cameroni alla critica sfavorevole di D’Annunzio e Fogazzaro.

Dopo la sua morte, le polemiche in cui Zola era diventato più che altro un pretesto per combattere o difendere certi ideali estetici e morali, cessarono. Solo dopo qualche anno intervenne una critica forse più oggettiva che esaminò l’opera di Zola sotto un aspetto puramente estetico: la critica di Benedetto Croce.

Il successo di Zola in Italia fu dovuto anche alle numerose traduzioni in italiano delle sue opere. Ma talvolta la fretta imposta ai traduttori dalle case editrici, talvolta l’uscita di edizioni che, per incrementare le vendite,

(43)

calcavano la mano su aspetti scandalosi dei testi, magari esagerandoli o aggiungendo illustrazioni oscene per alimentare la curiosità morbosa del lettore, prolungarono l’equivoco che forse, ancora oggi, impedisce un giudizio obiettivo sull’arte di Zola.

Analizzerò un po’ più da vicino, in questa sede, la ricezione dell’opera di Zola dalla critica italiana e compirò un excursus lungo la storia delle traduzioni italiane dell’opera dei Rougon-Macquart, considerando il momento storico in cui hanno operato i traduttori e le influenze esercitate su di essi dalla loro formazione e provenienza geografica e dalle case editrici stesse.

La febbre zoliana durò una trentina d’anni, finchè si imposero nuove forme d’arte ed esigenze spirituali: il decadentismo.

La sociètà italiana, nel momento della straordinaria diffusione delle opere di Zola, era appena uscita dalla lotta per l’Unità. Le estenuanti lotte per l’indipendenza, le evocazioni storiche e patriottiche e i conflitti intimi e spesso sterili dei protagonisti di un certo tipo di letteratura romantica, probabilmente non bastavano più ad un pubblico di lettori che, con la diffusione dell’istruzione primaria, non si sentiva rappresentato da una letteratura di stampo borghese, lontana dalla realtà e dai problemi dell’epoca. E’ per questo che il successo dell’Assommoir, che fu pubblicato nel 1877, fu immediato e segnò l’inizio di un nuovo capitolo di storia letteraria. L’interesse per questa storia di un popolo miserabile, vizioso, attanagliato nell’abbrutimento dall’alcol, suscitò polemiche e critiche favorevoli, fra cui quella del De Sanctis.

Secondo lui, l’abolizione dell’ideale, “diventato retorico” doveva preparare a l’avvento di “nuovi ideali” più conformi alla natura e fondati sulla scienza. Tuttavia il nostro critico, pur riconoscendo in Zola una

(44)

splendida fusione fra reale ed ideale, fra l’ideale poetico e la precisione scientifica, ne biasimava un eccesso di schematismo nello stile, una certa rigidità e freddezza che distaccavano l’autore dai suoi personaggi. La scienza, per De Sanctis, non veniva prima di tutto, la vita può offrire infinite eccezioni di cui Zola, con i suoi principi scientifici fissati a priori, non teneva conto.

Ricordiamo a tale proposito lo Studio sopra Emilio Zola, una serie di

articoli del De Sanctis apparsi nel giornale “Roma” di Napoli nel 187719

e Zola e l’“Assommoir”, conferenza tenuta al Circolo filologico di Napoli il 15 giugno 1879, pubblicata in volume lo stesso anno e con lo stesso titolo da Treves a Milano.

Zola apprezzò molto la critica del De Sanctis, sebbene il critico differisse talora, e ne lodò la profondità e la superiorità in una lettera del 5 agosto del 187920 che indirizzò al De Sanctis da Médan:

Médan, 5 août 1879, Monsieur,

[…] Je tiens à vous dire combien je suis touché et reconnaissant de ces longs travaux, si pleins de vues supérieures et qui ont donné à mes livres en Italie, une popularité sur laquelle je ne comptais guère […] Certes nous différons parfois. Je n’ai point toutes vos idées

19 Nell’ordine: 27 giugno, La corruzione politica; 20 luglio, La corruzione sociale; 11

agosto, La corruzione naturale; 27 agosto, Il processo ereditario; 13 settembre, L’idea

di Zola; 7 novembre, Il realismo di Zola; 7 dicembre, Le facoltà ideali di Zola; 9

dicembre, La Curée; 20 dicembre, Le Ventre de Paris.

20 Questa lettera si trova in append. in: De Sanctis, F., Zola e l’Assommoir, Milano,

(45)

être. Mais je n’ai encore rien lu sur moi de plus complet ni de plus profond. En France, toute critique est morte. Vous devez comprendre avec quel puissant intérêt je vous ai lu. Je trouvais là enfin des pages d’étude sincère et de vérité […].

Felice Cameroni, giornalista socialista milanese, invece mostra a Zola un’ammirazione reverenziale ed un entusiasmo senza limiti. Questo difensore accanito e “invasato”, come lo definì De Gubernatis nel suo

Dictionnaire international des écrivains du jour21, o “le plus plumitif à jet continu”, secondo Edmond de Goncourt, contribuì moltissimo alla diffusione della popolarità in Italia di Zola, il quale gliene fu riconoscente, come attestato da alcune lettere a lui indirizzate22:

Médan, 2 août 1878 Monsieur,

[…] J’ai pu voir combien vous mettez d’esprit et de vigueur à la défense du réalisme […].

Médan, janvier 1879. Mon cher confrère,

Je sais combien je dois vous avoir de gratitude. Déjà je vous ai témoigné ma vive reconnaissance pour les beaux plaidoyers que vous m’avez prodigué en ma faveur, presque dès mes débuts […].

21 De Gubernatis, A., Dictionnaire international des écrivains, Firenze, Niccolai, 1891. 22 Raccolte in Lettres de jeunesse et les lettre sur les arts, II. Vol. Paris,

(46)

Numerosissimi furono gli articoli che Cameroni consacrò a Zola e alla ricezione di ogni suo romanzo in giornali e riviste quali Il Sole (giornale di destra finanziario legato agli interessi della borghesia industriale lombarda), L’Arte drammatica, la Nuova Farfalla, per un periodo che va dal 1873 al 1902, anno della morte di Zola.

Fra i sostenitori di Zola troviamo anche Luigi Capuana che introdusse in Italia il concetto di romanzo sperimentale e lavorò, con il suo amico Giovanni Verga, all’adattamento del romanzo sperimentale al contesto nazionale e letterario italinano condividendo la sua idea di romanzo “verista” .

Gli articoli che Capuana consacra a Zola, nel Corriere della Sera23 e in riviste come Natura e Arte24, Il Marzocco, celebre rivista fiorentina,

L’Ora25, esprimono ammirazione per l’autore e rappresentano anche degli studi seri e strutturati delle opere zoliane. Capuana attacca i cosiddetti perbenisti che, in nome della morale, negano la rappresentazione esatta della realtà: “Qualunque indecenza, qualunque nudità della vita non è più indecente, né nuda quando giunge a penetrare nella sublime atmosfera dell’arte”.

Vittorio Pica, oltre a tessere dei parallelismi molto pertinenti fra naturalismo francese e verismo italiano (accostando i commercianti parigini ai personaggi di Verga, i primi vinti dalla concorrenza dei grandi magazzini e vittime dunque del progresso, i secondi vinti da forze

23 “L’Assommoir”, 11 marzo 1877; “Une page d’amour”, 20 giugno 1878; “Nana”,

1879; “Parigi”, 24 marzo 1898.

24

Capuana, L., «Emilio Zola romanziere», Natura e Arte, X, vol.II, 22, 15 ottobre 1902.

(47)

ineluttabili e misteriose e incapaci di reagire), mostra la sua ammirazione per Zola, ma senza la quasi cieca adorazione di Cameroni. I suoi articoli

comparsi in riviste come Fantasio26, La nuova rivista, Cronaca

Bizantina27, Napoli Letteraria, Il Pungolo della domenica, mostrano una

valutazione attenta e non senza riserve28 del fenomeno Zola, capace di intravedere i meriti anche più nascosti del romanziere francese.

Ricordiamo ancora, fra i giornalisti che sostennero Zola, Giuseppe Pipitone-Federico, direttore del periodico palermitano Il Momento che consacrò degli articoli a Zola in Cronaca Rossa e nella Gazzetta

Letteraria e Giuseppe Depanis che consacrò una quindicina di articoli su

Zola per La Gazzetta Letteraria 29 di Torino.

Sull’Argent fu scritto:

“L’Argent di Emile Zola” da Felice Cameroni nella rassegna

bibliografica di Il Sole, del 20 dicembre 1890, del 21 marzo 1891e dell’11 aprile 1891.

Depanis scrisse anch’egli “L’Argent di Emilio Zola” nella

Gazzetta Letteraria XV,13, del 28 marzo 1891, pp.97-99.

26 Pica, V., «Romanticismo, Realismo e Naturalismo», Fantasio, II, 1882, 10-15 luglio e

13-24 settembre.

27

Pica, V., «La joie de vivre», Cronaca Bizantina, IV, vol.6, 16 marzo 1884.

28 Nelle 67 lettere inedite che Pica indirizza a E. de Goncourt, Votre fidèle ami de

Naples, edite a cura di N. Ruggiero, Napoli, Guida, 2004, gli scrive, di aver manifestato,

nel suo primo intervento militante, “qualche lieve appunto allo Zola ed ai suoi accaniti seguaci ed esageratori”.

29 Depanis G., «L’Argent di Emilio Zola», Gazzetta Letteraria, XV, 13, 28 marzo 1891,

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