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Chi è ASA e come nasce?

IV L'esperienza di ASA

6.1 Chi è ASA e come nasce?

ASA è un collettivo artistico che nasce nel 2013 a Castelfranco Veneto, composto da Daniele Costa, Stefano Durighel, Letizia Liguori, Catia Schievano e Lisa Simonetto.

Ogni componente del gruppo nella propria vita, svolge diverse attività che non sempre sono legate al campo artistico, ma non per questo non si prodigano a comunicare la loro personale ricerca artistica volta al continuo confronto con l'altro, fatto di relazioni e azioni.

Il progetto artistico del gruppo si fonda sulla concezione dello spazio inteso come luogo fisico e come ambiente relazionale e ciò è visibile nella cura che gli artisti impiegano nella progettazione e nell'allestimento del posto in cui si svolge l'azione performativa: ogni oggetto, tessuto, elemento

presente sulla scena, viene estirpato dal proprio contesto quotidiano diventando portavoce di molteplici e ignoti significati che si rileveranno agli occhi del partecipante e degli artisti stessi nei diversi atti della performance. Tra gli obiettivi principali di ASA vi è quello di creare una relazione tra individuo e spazio in cui l'azione performativa coinvolge tanto l'artista quanto il fruitore. Ogni azione si plasma sullo spazio scelto e assume forme sempre diverse, richiede attenzione e partecipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti, attivando una serie di conseguenze: lo spazio ingenera l'azione, l'artista struttura le modalità di percezione e relazione, il fruitore attiva la performance attraverso la propria capacità di volizione. Si genera così un rapporto di interdipendenza in cui spazio, artista e fruitore divengono soggetti e oggetti di una scambievole prassi manipolativa. Ogni performance viene costruita in base ad un concetto performativo ed uno musicale, ed entrambi collaborano in parallelo alla progettazione artistica.

La formazione ASA, come ci racconta Daniele Costa (uno degli artisti), nasce da una situazione quasi casuale a Castelfranco V. durante l'allestimento di una mostra all'interno del locale ON AIR. In quell'occasione ci sono stati i primi confronti tra i diversi membri del gruppo che al tempo si conoscevano di vista ma non si erano mai trovati a collaborare artisticamente. Spinti dalla voglia di superare i propri limiti artistici decidono di dar vita al collettivo.

I ragazzi mi spiegano come inizialmente non avessero un'idea ben chiara di quello che avrebbero potuto creare insieme, ma sapevano perfettamente che lo scopo era generare situazioni “dinamiche” e non statiche come quelle da cui si sentivano circondati. La necessità del nuovo e di un coinvolgimento più diretto attraverso l'arte diventa il loro motore di ricerca.

“Io studio all'Accademia di Belle Arti a Venezia, dipingo, e questo tipo di esperienza, nonostante si staccasse dalla pittura, mi serviva per “allacciare” tutto. Volevo creare qualcosa che andasse oltre ad una semplice mostra. Avevo bisogno di mettermi in gioco e sbloccare dei limiti. Non volevo fermarmi ad un'arte bidimensionale, volevo andare oltre.” (C. Schievano)

Sicuramente, uno dei punti di forza di ASA sono il mix delle singole competenze dei diversi membri che lo compongono: essi possiedono background artistici differenti che spaziano dalla musica alle arti pittoriche, fino a giungere al video. Questa interdisciplinarità costituisce un elemento base per la produzione dei loro progetti, presentando al fruitore un'esperienza artistica fatta di diversi stimoli percettivi e sensoriali.

Il primo vero luogo d'azione del collettivo, dopo le premature esperienze dentro ON AIR, diventa la casa di Catia Schievano, al tempo disabitata, in cui il gruppo ha la possibilità di strutturare e destrutturare lo spazio a disposizione, in base alle esigenze del momento.

I primi “esperimenti” artistici ricordano le serate Futuriste152: si creano svariate situazioni dove le

diverse personalità di ASA esprimono direttamente le proprie attitudini artistiche attraverso la pittura, la musica e la lettura di diversi testi poetici, con l'obiettivo di creare un coinvolgimento nelle persone presenti inducendole all'azione. Queste sperimentazioni, nel tempo, suggeriscono al collettivo il tipo di direzione e di ricerca da percorrere, ogni situazione creata permette loro di migliorare, conoscere il loro stesso scopo ed il modo in cui questo deve essere trasmesso.

Un elemento fondamentale risulta essere la musica, che induce i partecipanti ad essere più sciolti e predisposti a “collaborare” in modo attivo a questo nuovo modo di interagire con l'arte, la quale non prevede più l'osservazione statica di un oggetto o un'azione, ma ricerca l'azione e spera nel coinvolgimento, non solo fisico ma anche mentale del fruitore che diviene medium e centro dell'azione stessa.

“nel momento in cui ci siamo ritrovati con gli elementi che ricercavamo e che potessero essere vissuti in un'unica situazione dai partecipanti, abbiamo iniziato a produrre e a costruire il luogo con una diversa intenzione. Abbiamo fatto diverse prove rispetto ai diversi elementi d'interazione che avevamo scelto di inserire, per esempio ci eravamo accorti che la pittura di Catia non suscitava un'azione nei confronti dei partecipanti, ma veniva vissuta in modo passivo, facendo si che rimanesse un dato esterno. Abbiamo notato, come la musica di Stefano rendesse le persone all'interno dello spazio da noi proposto, più a loro agio e disponibili all'azione, erano diventati parte attiva del tutto, chi scriveva, chi suonava. Da quel momento, abbiamo deciso di prendere spunto da ciò che era accaduto in quel luogo e creare delle situazioni di interazione vera e propria, dove il “pubblico” diventava la parte centrale della performance. ” (D. Costa).

Ad oggi ASA ha prodotto quindici performance (tutte numerate) di cui le prime sei vengono definite dagli stessi artisti “situazioni”, proprio perché rappresentano la fase embrionale della loro ricerca.