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Asce forate in serpentinite Distribuzione

Fig 5.2 Asce forate in serpentinite nell’area del Caput Adriae; triangoli grigio scuro: materiali da superficie; triangoli grigio chiaro: materiali da contesto.

1: S. Tomè (PN, Venezia Giulia), n. AQ9514; 2: Meduno (PN, Friuli-Venezia Giulia), n. AQ250607; 3: Gradisca di Provesano (PN, Friuli-Friuli-Venezia Giulia), n. AQ221855; 4: S. Eliseo di Caporiacco (UD, Friuli-Venezia Giu-lia), n. AQ223078; 5-20: Sammardenchia (UD, Friuli-Venezia GiuGiu-lia), nn. AQ225152, AQ223082; AQ225170, SAM6, SAM90, SAM143, SAM148,

Con l’eccezione di alcune lame d’ascia neolitiche da Sammardenchia, la cui zona di provenienza corrisponderebbe a quella dei manufatti in giada, eclogite e altre HP metaofioliti (vedi sopra), e di tre lame d’ascia eneolitiche, due delle quali provenienti dalla Ljubljanica e una dalle Palafitte di Deschmann, la serpentinite è largamente sfruttata per la produzione di asce forate, nella quasi totalità dei casi riferibili all’età del Rame.

I reperti costituiti da questa roccia sono molto numerosi in Friuli - Ve-nezia Giulia e nel Ljubljansko barje mentre il loro numero diminuisce procedendo verso sud nella penisola istriana (Fig 5.2), area in cui il basalto doleritico è la litologia più comune delle asce forate (D’Ami-co et al 2001; Alberti et al 2007; Bernardini et al 2008). Inoltre, i dati archeometrici a disposizione indicano che nella Croazia orientale e settentrionale le asce in serpentinite non sono tanto frequenti quanto quelle ottenute da altre rocce, magmatiche o metamorfiche (Balen et al 2002; Šimek et al 2002). Questi dati sembrerebbero dunque indicare una provenienza alpino-orientale di questa materia prima.

Provenienza

Su 48 asce forate in serpentinite la quasi totalità è stata analizzata tramite XRD (47), 33 sono state studiate anche tramite microscopia

SAM211–SAM213, SAM216, SAM301, SAM306, SAM315; Pozzuolo del Friuli (UD, Friuli-Venezia Giulia) nn. AQ116005, AQ223080; 21: Pavia di Udine (UD, Friuli-Venezia Giulia), n. AQ225151; 22: Castions di Strada (UD, Friuli-Venezia Giulia), n. AQ232515; 23: S. Stefano Aquileiese (UD, Friuli-Venezia Giulia), n. AQ455715; 24: Novacco (UD, Friuli-Venezia Giu-lia), n. AQ331243; 25-26: Mossa (GO, Friuli-Venezia GiuGiu-lia), n. 1325, senza numero; 27: Nova Gorica (Slovenia occidentale), senza numero; 28: Opicina (TS, Friuli-Venezia Giulia), senza numero; 29: Montedoro (TS, Friuli-Vene-zia Giulia), n. TS2280; 30: Grotta Sottomonte (TS, Friuli-VeneFriuli-Vene-zia Giulia), n. TS25785; 31: S. Ivan pod Sterne (Istria, Croazia), n. P-194; 32: Sandaya (Istria, Croazia), P-15059; 33-34: Istria (Croazia), nn. P-12, P-14; 35-38: Ljubljanica (Ljubljansko barje, Slovenia), nn. 8, 9, 11, 12; 39-48: Palafitte di Deschmann (Ljubljansko barje, Slovenia), nn. B45, B46, B48, B50, B52, B54, B56, B59, B60, B62.

Bibliografia: Castions di Strada, Grotta Sottomonte, Meduno, Montedoro, Pavia

di Udine, Pozzuolo del Friuli n. AQ116005, Sammardenchia n. AQ225152, S. Eliseo di Caporiacco, S. Stefano Aquileiese, S. Tomè (D’Amico et al 1996); Sam-mardenchia tutti i campioni siglati SAM (D’Amico et al 1997; Pessina, D’Amico 1999) eccetto SAM315 (determinazione macroscopica); Gradisca di Provesa-no, Novacco, Mossa, Pozzuolo del Friuli n. AQ223080, Sammardenchia nn. AQ223082; AQ225170 (D’Amico dati inediti); Palafitte di Deschmann (Peloi 1996-1997); Istria, Nova Gorica, Opicina, Sandaya, S. Ivan pod Sterne (Alberti et al 2007).

ottica. I campioni analizzati presentano caratteristiche mineralogiche e petrografiche comuni. Hanno in genere tessiture non pseudomorfe - iterlocking e interpenetrating - composte da serpentino antigoritico a grana da media a fine, una quantità variabile di magnetite distribuita in piccoli aggregati - ameboidi - e in maglie sempre localizzate e frequenti relitti pirossenici. Ben 29 manufatti su 33, osservati in sezione sottile, e cinque su 14, studiati esclusivamente ai raggi X, si caratterizzano infatti per la presenza di relitti di clinopirosseno, talvolta organizzati in piccoli granuli dall’aspetto fresco. In questo caso è probabile si trat-ti di pirosseni metamorfici, ovvero fasi riequlibratesi complentamente durante il metamorfismo fino ad acquisire una morfologia nuova. In altri, sono presenti clinopirosseni che rappresentano vere e proprie fasi relitte. Inoltre in alcuni campioni sono visibili vestigia di fasi ormai quasi completamente/o del tutto scomparse, forse ortopirosseni, sotto-lineatie da lunghe e strette fasce di clinopirosseno. In alcuni campioni si riconosce la presenza di clorite contigua alle fasi opache con colori di interferenza da marrone a bluastro.

Tra le asce studiate in passato, non è stato possibile prendere visione diretta delle sezioni sottili pertinenti ai materiali di Sammardenchia, per i quali sono stati riportati esclusivamente i dati bibliografici. Sulla base della distribuzione delle asce forate in questa litologia, più numerose in Friuli e nel Ljubljansko barje rispetto alle zone meridio-nali del Caput Adriae, e seguendo un approccio comparativo adottato anche da altri studiosi per le stesse problematiche (Majerowicz et al 2000; Skoczylas et al 2000), le ricerche per l’individuazione della zona di provenienza si sono concentrate nelle Alpi Orientali, come descritto in dettaglio nel Capitolo 4. Sono stati campionati i principali affio-ramenti di rocce serpentinose in quest’area: il complesso ultramafico di Slovenska Bistrica (Pohorje, Slovenia nord orientale; Vrabec et al 2007), le serpentiniti affioranti in Burgenland (Austria orientale, poco distante dal confine con l’Ungheria; Evren 1972; Koller 1985), in Sti-ria e negli Alti Tauri (AustSti-ria centrale; Melcher et al 2002; Melcher, Meisel 2004).

Le metaultrabasiti del complesso ultramafico di Slovenska Bistrica, considerate l’unica possibile fonte di approvvigionamento in territorio sloveno, costituiscono un piccolo corpo di circa 5x1 km formato da harzburgiti serpentinizzate lizarditiche, con lenti locali di lherzoliti a granato (Janak et al 2004, 2006; Sassi et al 2004; Vrabec et al 2007; De Hoog 2008). Tali caratteristiche petrografiche escludono quindi Pohorje come possibile zona sorgente.

Anche le rocce serpentinose affiornati nella finestra tettonica de Rech-nitz (Burgenland) presntano caratteristiche mineralogiche e tessiturali nettamente diverse da quelle riscontrate nei manufatti: si tratta di ser-pentiniti lizarditiche a tessitura pseudomorfa, e di campioni antigoriti-ci - raccolti nella cava di Rumpensdorf e e in quella di Badersdorf - in

cui tessiture e paragenesi mineralogica non corrispondono a quelle dei campioni archeologici.

In Stiria rocce ultrafemiche affiorano in tre località dello Speik

Com-plex, strettamente associate ad anfiboliti e/o eclogiti. Harzburgiti

ser-pentinizzate, caratterizzate da una tessitura pseudomaorfa, affiorano a Kraubath e Pernegg. Tali rocce conservano abbondanti relitti di olivina, ortopirosseno e spinello cromifero. La paragenesi metamorfica consiste di serpentino (lizardite + crisotilo + rara antigorite), abbondante tre-molite, clorite, talco e magnesite (Melcher et al 2002; Melcher, Meisel 2004). Gli opachi (probabile magnetite) sono concentrati in cristalli idioblastici. Tessiture e fasi mineralogiche sono anche in questo caso nettamente diverse da quelle delle asce forate del Caput Adriae. Le rocce ultrabasiche dell’Hochgrössen, località posta in posizione più oc-cidentale, sono serpentiniti antigoritiche caratterizzate da una tessitura

interpenetrating di olivina metamorfica ed antigorite, con relitti di

cli-nopirosseno trasformati in diopside metamorfico e minerali opachi or-ganizzati in piccole chiazze orientate di dimensioni variabili (Melcher et al 2002; Melcher, Meisel 2004). Si tratta di rocce molto più simili a quelle dei manufatti studiati, per la natura antigoritica del serpentino e il tipo di tessitura, ma l’abbondante presenza di olivina non trova riscontro nelle asce analizzate.

Lo studio petrografico preliminare delle rocce serpentinose raccolte nelle altre località delle Alpi Orientali e i dati bibliografici a disposizio-ne indicano che i manufatti rinvenuti disposizio-nel Caput Adriae sono confron-tabili con le rocce campionate negli Alti Tauri e in particolare con le serpentiniti affioranti nell’alta valle del fiume Möll, immediatamente a sud di Heiligenblut (Carinzia). Sia nei reperti che nelle rocce prove-nienti dalla località sopra citata si riconoscono le seguenti caratteristi-che comuni:

- si tratta di serpentiniti antigoritiche a grana media-fine con tessiture non pseudomorfe di tipo interpenetrating e interlocking talvolta asso-ciate.

- gli opachi (probabile magnetite) sono concentrati in granuli ameboi-di e/o in maglie localizzate (Fig. 5.3-5.10).

- i granuli di opachi sono talvolta bordati da orli di reazione cloritici con colori di interferenza bluastri e marroni (Fig. 5.9-5.10).

- presenza di relitti di clinopirosseno in alcuni casi completamente trasformati durante il metamorfismo. Talvolta sono compenetrati da lamelle di probabile serpentino (Fig. 5.3-5.6).

- vestigia deformate di probabili ortopirosseni, riconoscibili grazie alla presenza di clinopirosseni molto stretti e allungati, forse corrisponden-ti a smistamencorrisponden-ti percorrisponden-tinencorrisponden-ti alla fase mineralogica scomparsa (Fig. 5.7-5.8).

Per verificare queste indicazioni di provenienza sono programmate a breve analisi in microsonda (sulle fasi relitte, opachi e clorite) e analisi geochimiche, mentre sono in corso di studio i risultati di analisi recente-mente effettuate presso Elettra Sincrotrone Trieste tramite FTIR (propo-sal 2008104: FTIR Spectroscopy and serpentinite prehistoric stone axes).

Fig 5.3 Ascia forata AQ250607 da Meduno: relitti di Cpx compenetrati da lamelle di sepentino; a sinistra a solo polarizzato-re, a destra a nicols incro-ciati.

Fig 5.4 Campione natura-le T6f dalla valnatura-le di Möll: relitti di Cpx compenetrati da lamelle di sepentino; a sinistra a solo polarizzato-re, a destra a nicols incro-ciati.

Fig 5.5 Ascia forata L12 dalla Ljubljanica: relittio di Cpx compenetrato da lamelle di sepentino; a si-nistra a solo polarizzatore, a destra a nicols incrociati.

Fig 5.6 Campione natura-le T6a dalla valnatura-le di Möll: relitto di Cpx compenetra-to da lamelle di sepentino; a sinistra a solo polarizza-tore, a destra a nicols incro-ciati.

Fig 5.7 Ascia forata AQ223078 da S. Eliseo di Caporiacco: vestigia di Opx sottolineate da sottili smistamenti di Cpx; a sini-stra a solo polarizzatore, a destra a nicols incrociati.

Fig 5.8 Campione natura-le T6e dalla valnatura-le di Möll: vestigia di Opx sottolineate da sottili smistamenti di Cpx; a sinistra a solo pola-rizzatore, a destra a nicols incrociati.

Fig 5.9 Ascia forata AQ455715 da S. Stefano Aquileiese: opachi ame-boidi con orli di reazione cloritici; a sinistra a solo polarizzatore, a destra a nicols incrociati.

Fig 5.10 Campione na-turale T6i dalla valle di Möll: opachi ameboidi con orli di reazione cloritici; a sinistra a solo polarizzato-re, a destra a nicols incro-ciati.

Asce forate in metaultramafite