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Asce scalpello in tufo e tufite

Tra i reperti studiati figurano solo tre strumenti di questo tipo, uno da Spodnje mostišče e due dalla Ljubljanica, fabbricati con tufi o tufiti e tutti riferibili al IV millennio a.C.. Le asce scalpello provenienti da quest’ultima località sono accomunate da dimensioni e morfologia si-mili. Hanno infatti un corpo subtrapezoidale massiccio che, partendo da un tallone di forma squadrata, si restringe verso il tagliente, breve e di forma rettilinea o leggermente curva. La sezione trasversale è ovale o piano-convessa. Le superfici distali sono ben levigate mentre tracce di picchiettatura coprono le altre parti dei manufatti. È interessante notare che il tallone di uno dei reperti ha un aspetto particolarmente liscio e lucente, dovuto probabilmente allo sfregamento dello stesso all’interno dell’immanicatura o, meno probabilmente, ad un suo par-ticolare utilizzo. Lo scalpello da Spodnje mostišče ha invece un corpo subrettangolare con sezione ovale, tallone squadrato e tagliente arcuato interrotto da piccole fratture da usura.

Questi strumenti differiscono dagli scalpelli a cuneo da calzolaio di probabile provenienza danubiano-balcanica descritti precedentemente e appaiono piuttosto come una variante particolare delle grandi lame d’ascia di forma rettangolare adottata per svolgere lavori di precisione grazie alle dimensioni ridotte del tagliente.

Asce forate

Il confronto dei rapporti più significativi degli indici numerici (L1/L, D/L, D/l, D/H, l/L, H/L e H/l; Appendice 1d, Tab 1.5-1.7) indica, tranne alcune eccezioni, una sostanziale omogeneità, probabilmente legata alla funzionalità degli strumenti, che poteva essere garantita ri-spettando determinate misure di larghezza, lunghezza, posizione del foro ecc., come è già stato osservato da Peloi (1996-1997, 123-124). Il confronto, invece, tra il rapporto dei rapporti di indici numerici ( L1/L / H/L vs L1/L/ H/l oppure L1/L / H/L vs D/L / D/H) ha consentito in alcuni casi di confermare l’esistenza di veri e propri gruppi tipologici, caratte-rizzati da parametri morfologici e dimensionali peculiari.

Asce forate in serpentinite

Reperti costituiti da questa roccia sono molto numerosi in Friuli - Ve-nezia Giulia e nel Ljubljansko barje mentre il loro numero diminuisce

procedendo verso sud nella penisola istriana (per un elenco preciso dei manufatti appartenenti a questo gruppo si rimanda alla Tab. 1.5, Appendice 1d). Allo stato attuale non è ancora possibile riconoscere una tipologia vera e propria che consenta di individuare forme pecu-liari di momenti diversi della preistoria e il loro areale di distribuzione: possono essere formulate, quindi, solo alcune osservazioni generali, da verificare nell’ambito delle future ricerche.

La forma più ricorrente in prospettiva frontale è triangolare (A, con 12 reperti), seguita da quella irregolare (D, 6 reperti), biconvessa (B, con 5 reperti) e romboidale (C, con 2 reperti). Tuttavia questi raggruppa-menti non rispecchiano una reale distinzione tipologica visto che gli al-tri elementi morfologici sono estremamente variabili. Tale eterogeneità emerge anche se vengono confrontati in un grafico L1/L/ H/L vs L1/L / H/l e L1/L / H/L vs D/L / D/H: i valori ottenuti non sono raggruppabili in concentrazioni significative (Fig. 6.6).

I manufatti della Ljubljanica forniscono forse alcuni indizi sullo svi-luppo morfo-tipologico delle asce forate in serpentinite nel IV millen-nio a.C.. Tra i quattro manufatti in questa litologia scoperti nelle acque della Ljubljanica, i reperti L9 e L12 presentano una forma stretta e bi-convessa in prospettiva frontale, subrettangolare in quella laterale con la perforazione in posizione prossimale (hanno infatti i più alti valori del rapporto H/L di tutte le asce forate: rispettivamente 1.65 e 1.77; Fig. 6.6), non confrontabile con le collezioni dell’Italia nord-orientale (D’Amico et al 1996; Peloi 1996-1997). I reperti in questione sono invece molto simili ad un’ascia rinvenuta a Töplitsch in Carinzia (Pic-cottini 1977, 291; Vahlkampf 1979, 7-8, Fig. 1; von Uslar 1991, 251). Anche se i dati a disposizione sono insufficienti per fornire indicazioni sicure, questi elementi potrebbero forse indicare che nella prima metà del IV millennio a.C. il Ljubljansko barje, pur aprendosi agli influs-si provenienti dall’Italia, influs-sia legato ai territori dell’Austria centrale in

Fig. 6.6 Grafico L1/L / H/L vs L1/L / H/l re-lativo alle asce forate in serpentinite: si nota che i punti non sono raggruppabili in concen-trazioni significative (il quadrato corrisponde all’ascia L9).

modo più stretto e che le numerose asce in serpentinite scoperte in superficie nella pianura friulana siano in gran parte riferibili a una fase più recente.

Forme più generiche vagamente sub-triangolari, fortemente condi-zionate dalla natura del supporto da cui sono state prodotte e quindi difficilmente raggruppabili in una tipologia, sono infatti largamente attestate tra le asce forate provenienti dalle palafitte di Deschmann (Peloi 1996-1997; Korošec, Korošec 1969, Tav. 78, 5, Tav. 76, 7, 12, Tav. 77, 8, 13-14, Tav. 78, 8) e tra quelle rinvenute in Friuli - Venezia Giulia. Rappresenta un’eccezione il frammento distale dell’ascia B56, proveniente sempre dalle palafitte di Deschmann (Korošec, Korošec 1969, Tav. 78, 4), decorato con tre evidenti scanalature longitudinali su una superficie frontale, una centrale e due marginali, convergenti verso il tagliente. Lo spazio definito da questi solchi presenta una deco-razione incisa a reticolo non particolarmente curata. Le superfici sono finemente levigate, in prospettiva frontale le superfici laterali sono leg-germente curve, in quella laterale le superfici frontali sono orizzontali e parallele mentre il tagliente è arcuato, la sezione trasversale è ret-tangolare con un altezza di 36 mm (Fig. 6.7). Questa forma trova un riscontro puntuale in un’ascia frammentaria e in parte rilavorata da Opicina nel Carso triestino (entrambi i reperti sono tra i pochi ad avere una sezione trasversale perfettamente rettangolare - 2a -; Marchesetti 1903, Tav. 11, 5; Fig. 6.8). È inoltre opportuno segnalare tra i materiali della stessa località slovena la presenza di un frammento distale di ascia - B54 - che in prospettiva laterale mostra un profilo leggermente ar-cuato per la curvatura dell’asse longitudinale con un tagliente espanso (Korošec, Korošec 1969, Tav. 78, 11). Forme di questo tipo, fabbricate anche con altre litologie, potrebbero essere interpretabili come una tra-sposizione in pietra di prototipi metallici (vedi oltre).

Asce forate in metaultramafite

Sono dodici manufatti in questa litologia studiati fino a oggi (per un elenco si rimanda alla Tab. 1.6, Appendice 1d). Sono diffuse soprat-tutto nel Carso triestino e nel Ljubljansko barje mentre sono rare in Friuli e nella penisola istriana. Tutti i manufatti sono di colore grigio scuro-nero e più raramente marrone e, sebbene siano stati sottoposti a levigatura, mantengono un aspetto granuloso e scabro, probabilmente dovuto alle proprietà tecniche della materia prima. La gran parte dei reperti sono inoltre accomunati da alcune caratteristiche morfologiche ricorrenti. L’ascia intera da Stare gmajne, quella frammentaria da No-tranje Gorice (Schmid 1910, Fig. 9, 9; Korošec, Korošec 1969, Tav. 78, 6), l’ascia siglata B61 dalle palafitte di Deschmann (Korošec, Korošec 1969, Tav. 78, 9), una serie di manufatti dalle grotte del Carso (da una

Fig. 6.7 Ascia forata in serpentinite provenien-te dalle Palafitprovenien-te di Deschmann.

Fig. 6.8 Ascia forata in serpentinite da Opicina.

cavità nei pressi di Slivia - dato inedito -, dalla caverna Cotariova e da quella dei Ciclami - D’Amico et al 1996, Fig. 155, 5-6) e un’ascia da Pola (Marchesetti 1903,Tav. 11, 6; Alberti et al 2007) hanno la se-zione trasversale biconcava (sese-zione trasversale 3). Questa morfologia, fino ad ora mai riscontrata in associazione con altre litologie, potrebbe essere connessa a un particolare sistema di immanicatura. La forma in prospettiva frontale, quando è riconoscibile, è sempre triangolare (A) con un tallone in genere squadrato con angoli smussati o arrotondato (1a e 3). Inoltre, nei pochi esemplari integri, il tagliente si presenta molto spesso arcuato-inclinato in prospettiva laterale (2b: vedi le asce da Stare gmajne - SGN-04-12/24 -e Pola).

Anche il confronto dei rapporti di alcuni degli indici numerici indica che si tratta di un gruppo tipologico a se stante; i punti ottenuti nei grafici L1/L/ H/L vs L1/L/ H/l e L1/L / H/L vs D/L / D/H cadono a poca di-stanza l’uno dall’altro, soprattutto se vengono confrontati con i valori delle asce in serpentinite (Fig. 6.9).

Grazie ai manufatti analizzati venuti alla luce nel Ljubljansko barje è possibile definire la cronologia e tentare di delineare in via preliminare lo sviluppo tipologico di questo gruppo di manufatti. L’ascia integra da Stare gmajne e il frammento mediano da Notranje gorice trovano con-fronti tipologici precisi in altri manufatti scoperti in quest’ultimo sito (Schmid 1910, Fig. 9, 3). Tale gruppo di asce, tutte riferibili alla se-conda metà del IV millennio a.C., sono sostanzialmente identiche dal punto di vista tipologico: hanno un corpo subtriangolare allungato,

Fig. 6.9 Grafici L1/L / H/L vs L1/L / H/l e D/l / D/H vs L1/L / H/l: i valori relativi alle asce in metaultramafite - triangoli - cadono vicini tra loro a differenza di quelli delle asce in ser-pentinite - rombi e quadrato (ascia L9) -.

Fig. 6.10 Ascia forata SGN-04-12/24in metaultramafite di tipoA da Stare gmajne.

massiccio e slanciato nello stesso tempo, con un tallone arrotondato e superfici frontali concave; in prospettiva laterale presentano una forma subrettangolare con un tagliente arcuato inclinato. I margini formati dall’unione delle superfici frontali con quelle laterali sono sempre arro-tondati. Infine il foro è posto in posizione prossimale.

Questa particolare tipologia non è stata fino ad oggi riconosciuta in contesti estranei al Ljubljansko barje. Infatti le altre asce forate in metaultramafite a sezione biconcava rinvenute nel Carso triestino e in Istria hanno sempre un corpo più tozzo e irregolare con un tallo-ne maggiormente squadrato (Marchesetti 1903, Tav. 11, 6; Korošec, Korošec 1969, Tav. 78, 9; D’Amico et al 1996, Fig. 155, 5-6; Peloi 1996-1997, 241-245). Purtroppo la gran parte dei manufatti proviene da superficie o è priva di precisi dati stratigrafici. Tuttavia, la presenza di un’ascia di questo tipo tra i materiali scoperti nelle palafitte di De-schmann (ascia B61), riferibile con ogni probabilità alla prima metà del III millennio a.C. (Velušček 2004b), induce a ipotizzare che le asce in metaultramafite si siano sviluppate dal punto di vista tipologico da forme triangolari allungate con tallone arrotondato e foro in posizione prossimale (tipoA, Fig. 6.10) a manufatti più tozzi e meno slanciati (tipoB, Fig. 6.11 ). Bisogna tuttavia sottolineare che tra le asce forate da Stare gmajne (Schmid 1910, Fig. 9) vi sono alcune forme di piccole dimensioni, probabilmente derivate dal riutilizzo di asce più grandi, che ricordano quelle di tipoB.

Asce forate in basalto doleritico

Il numero ridotto di reperti - vedi Tab. 1.7, Appendice 1.d - e il pessimo stato di conservazione - sono tutti frammentari - consentono esclusiva-mente di rilevare alcuni caratteri morfologici ricorrenti. La gran parte presenta una sezione trasversale rettangolare, superfici frontali piatte e parallele e un tagliente arcuato (Lozice, P3022; Spaha, Sp2 e Sp6; Moncodogno/Monkodonja, I-Mon; Nesazio/Visače, I-Nes; Palafitte di Deschmann, B57). Alcuni frammenti prossimali (Veruda/Veruda, I-P1075 e I-P26810) hanno un tallone con sezione ovale.

Asce forate in altre litologie

Gli altri manufatti studiati, costituiti da varie litologie, presentano for-me troppo generiche o difficilfor-mente definibili a causa del framfor-menta- frammenta-rio stato di conservazione per essere indicative di un particolare gruppo tipologico. Un’eccezione è data da una mazza forata, costituita da una metaultramafite, diversa da quelle impiegate per il gruppo preso in considerazione poco sopra. Aveva probabilmente una forma

circola-Fig. 6.11 Ascia forata in me-taultramafite di tipoB da Pola.

re con foro centrale. In Friuli - Venezia Giulia (Lubšina-Tušek 1993, Tav. 11, 7, Tav. 12, 18) e Slovenia centrale non sono noti manufatti di questo tipo, mentre sono attestati in Slovenia orientale e in Croazia settentrionale (Šimek et al 2002).

Vanno inoltre segnalati alcuni strumenti caratterizzati da un’asse lon-gitudinale incurvato, due in vulcanite dalle Palafitte di Deschmann (Korošec, Korošec 1969, Tav. 77, 10, Tav. 78, 1; Fig. 6.12) e uno da Roveredo di Varmo in andesite (D’Amico et al 1996, Fig. 152, 2). I primi due reperti presentano inoltre un rigonfiamento del corpo in corrispondenza del foro. Queste caratteristiche morfologiche richia-mano manufatti forati metallici e in particolare le asce ad occhio tipi-che della tarda età del Rame (Moretti 1983, 70).

Fig. 6.12 Frammento distale di ascia forata dalle Palafitte di Deschmann con asse longitudinale incurvato e rigonfiamento in corrispondenza dell’occhio (a sinistra) e ascia ad occhio in rame dal territorio di Aquileia (a destra).