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Capitolo 1 – Le Lingue dei Sordi

1.4. La lingua dei segni italiana (LIS)

1.4.2. Aspetti lessicali delle LS

Le lingue dei segni, a lungo confuse con la pantomima, conservano un rapporto fortemente iconico con il loro referente. Tuttavia, a prescindere dal livello di iconicità del segno, rimane arbitraria la scelta del tratto del referente da iconicizzare (Pizzuto, 1985). Il grado di riconoscibilità di un referente della LS viene definito trasparenza del segno (Breger, 1970; Klima & Bellugi, 1979). A seconda del livello di trasparenza e, di conseguenza, di iconicità che conservano, i segni possono essere classificati in opachi, trasparenti, traslucidi.

Un segno è definito come trasparente se il significato può essere individuato da osservatori udenti non segnanti esposti a segni singoli, come nel caso dei segni per “albero” e “dormire” in (5) e (6).

(5) (6)

ALBERO DORMIRE

Nei casi in cui i significati di un segno non siano chiari ad una prima lettura, ma lo diventino una volta che viene dato all’osservatore un suggerimento di interpretazione, i segni vengono definiti traslucidi (Klima & Bellugi, 1979). Il concetto di traslucido aiuta a

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capire come mai, in differenti lingue dei segni, possano esserci segni diversi per concetti simili, pur sussistendo comunque in tutti questi segni una qualche relazione iconica con il referente. Ad esempio, nel caso del segno per ‘caffè’ si hanno, come mostrato in Figura 8, cinque segni diversi per le rispettive cinque lingue dei segni citate: la lingua dei segni italiana (LIS), britannica (BSL), americana (ASL), giapponese (JSL), brasiliana (LIBRAS):

LIS BSL ASL JSL LIBRAS

FIGURA 8: CONFRONTO NEL MODO DI SEGNARE “CAFFÈ” IN 5 LINGUE DEI SEGNI.

Ad eccezione del segno usato dall’ASL, che risulta traslucido, i cinque segni qui riportati appaiono tutti molto iconici, pur mostrando una differenza nella scelta del referente da iconicizzare. Nel caso della LIS, BSL e LIBRAS il tratto prescelto è la presa del manico della tazzina, variando l’ampiezza del movimento e le CNM del volto. Nel caso della JSL i tratti selezionati sono due: da una parte la presa del manico del cucchiaino/paletta usato per girare il caffè, eseguito sulla mano dominante29, dall’altra la superficie del piattino, eseguita dalla mano non dominante in relazione alla mano dominante. Nel caso del segno per l’ASL, che abbiamo già definito traslucido, l’iconicità si svela nel momento in cui si descrive la variante qui riportata come l’azione di macinare i grani di caffè. Infine, i segni si definiscono opachi quando hanno perso qualsiasi contatto con il referente iniziale.

29 Nella costruzione dei segni manuali della LIS, la mano dominante, solitamente la destra, è la mano che svolge

l’azione mentre la mano non dominante assume una configurazione di supporto alla prima. Tralasciamo di dettagliare i ruoli linguistici delle due mani perché non necessarie ai fini di questa ricerca.

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La presenza di tratti iconici ha un ruolo rilevante anche nel caso della produzione di metafore nel discorso30. Alcune configurazioni della LIS conoscono un’estensione semantica per cui segni come PRENDERE e COMPRENDERE (7) condividono una stessa configurazione che, tuttavia, assume significati diversi, uno più letterale e l’altro metaforico (“afferrare con la testa/mente”).

(7) Segni per PRENDERE (a) e COMPRENDERE (b) tratti da Angelini (1991)

Le metafore discorsive delle lingue dei segni sono così definite da Russo Cardona & Volterra (2007):

nelle lingue dei segni, in particolare, la connessione metaforica tra due diversi campi semantici è resa più evidente dalla presenza dell’iconicità discorsiva che mostra un rapporto tra i due significati nella stessa struttura del significante. Le metafore iconiche segnate mettono in gioco, dunque, delle “immagini” iconiche che accompagnano la metafora e sembrano svolgere un ruolo nei processi di comprensione.

A sostegno delle loro posizioni, Russo Cardona e Volterra (2007, p. 91) riportano la sequenza di immagini riportata in (8) e tradotta in questo modo: “quando vedo una parola scritta su un foglio è come se scattassi una fotografia mentale che riproduce nella

30 La metafora, definita dal paradigma cognitivo come la rappresentazione concettuale di un dominio

cognitivo attraverso l’indicazione dei componenti più frequentemente associati con un altro dominio (Taylor, 2003, p. 198), è anche la manifestazione di un’altra importante proprietà delle lingue: l’indeterminatezza semantica. Con tale definizione, introdotta da De Mauro (1982), si fa riferimento alla possibilità che il significato di una parola cambi nel tempo, nello spazio e a seconda degli usi dei parlanti. L’oscillazione del significato di una parola può dar luogo al fenomeno della metafora, ovvero il caso in cui una parola estende il suo ambito d’uso ad altri in cui di solito non viene adoperata o che richiedono solitamente l’uso di termini diversi. Altre riflessioni sulla formazione di metafore e metonimie sono contenute in Simone (2000).

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mia mente la parola”. La frase segnata descrive il meccanismo attraverso il quale il bambino sordo impara a leggere: non avendo movimenti articolatori o suoni a cui associare la parola stampata, il bambino stampa nella mente la parola intera, come se fosse un’immagine. Di conseguenza, in lingua dei segni questo processo viene descritto come lo scatto di una fotografia della parola (8c) che, di conseguenza, rimane stampata sulla fronte (8e), intesa come il luogo della memoria.

(8)

Esistono numerosi altri esempi di metafore discorsive che, nelle LS, assumono una interpretazione semantica legata alla specifica modalità a cui fanno riferimento. Oltre a

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quello già mostrato in (8) si può ricordare l’uso della sequenza di segni “SEGNI IN- TASCA”. Il significato da attribuire a questa sequenza di segni è, a seconda delle CNM (o tratti sovra segmentali) associate, l’imperativo di ‘tacere’ o ‘rimanere in silenzio’. Il significato da attribuire a questo enunciato è comprensibile solo partendo dal punto di vista che la lingua dei segni si esprime attraverso il movimento, soprattutto delle mani e delle braccia. L’atto di mettere le mani in tasca e, dunque, di fermare il movimento indica, di conseguenza, l’immobilità e la sospensione di qualsiasi attività di comunicazione.