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Capitolo 6 – L’italiano mediato in VLOG-Sordi

6.3. Fenomeni di natura lessicale

Tra i fenomeni lessicali osservati, e rilevati attraverso il sistema di analisi automatica Corrige!, appaiono esempi tipici della scrittura online ma anche esempi citati nel capitolo 3 come esempi di semplificazione linguistica tipica dell’italiano popolare.

Per quel che riguarda la scrittura online, si segnalano errori nell’accentazione di parole come perché; già; più che vedono l’uso di un accento diverso da quello richiesto o di un apostrofo laddove sia richiesto un accento (o viceversa). Negli esempi raccolti a seguire, (36) e (37), riportiamo alcuni stralci di frasi estratte dal corpus e contenenti

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errori nell’accentazione di parole che richiedono l’accento acuto piuttosto che grave (perché piuttosto che perchè) e l’apostrofo al posto dell’accento (po’anziché pò):

(36) Perche o perchè anziché perché

a. seguo VLOGSORDI e mi piace davvero tanto perchè dai spazio a tutti. b. Comunque continua così perchè il tuo è davvero un bel lavoro c. Allora perchÈ non ti candidi tu alle prossime elezioni?

d. linda, spiegami perche è un po' negativo per te?? invece davide, perche pensi che ho ragione?

e. SIAMO IN ITALIA, NON IN AMERICA. PENSATECI. PERCHè CRITICARE QUELLO INVECE DI GUARDARE TUTTO

f. noi dobbiamo unita sordi italia perche ora molti deboli futuro politici (37) pò anziché po’

a. almeno io non posso essere un pò creativo?

b. Dai, impari un pò ad essere meno rigida, un pò flessibile

c. Beh una cosa può essere un pò faticosa: è bello avere video-commenti d. informarsi un pò meglio prima di scrivere cose non vere

In molti casi, errori come quelli descritti sono provocati dalla fretta e dalla posizione delle lettere accentate sui tasti. Nel caso della e di perché, infatti, la lettera con accento grave è la prima accessibile premendo il tasto relativo alle e accentate (figura 31). L’attivazione della relativa lettera con accento acuto richiede la pressione contemporanea del tasto maiuscolo, che, in un contesto di scrittura veloce come quello per la rete, può risultare dispendioso. Nel caso di po’, l’accesso alla lettera accentata è più agevole nel caso di ò piuttosto che andare a ricercare l’apostrofo dopo la lettera o. In alcuni casi, la sostituzione dell’accento con l’apostrofo è un artificio per ovviare alla mancanza sulla tastiera di un tasto dedicato alla lettera accentata che occorre. Esempi di sostituzione dell’accentazione delle parole con l’apostrofo si riscontrano nell’accentazione della a in parole come già (Sono gia' andato ma non sapevo significato), dovrà (non dovra' aspettare tanto per la pubblicazione), libertà e identità (liberta' d' identita' sordo); nell’accentazione della u in parole come più o gesù; nell’accentazione della e verbale (Forse e' il primo che ha avuto piu' commenti degli altri!).

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FIGURA 26: ESEMPIO DI TASTIERA DEL COMPUTER, COMPLETA DI TASTI CON LE LETTERE ACCENTATE

Oltre ai già osservati fenomeni lessicali derivanti da un uso delle maiuscole in funzione enfatica e dal prolungamento di vocali o altre lettere (§6.3), tra i fenomeni tipici della scrittura della rete osservabili anche nel corpus sotto esame notiamo anche la presenza di numerosi errori di battitura. Questi ultimi possono essere distinti da usi volontariamente non-standard delle parole attraverso il riferimento alla tastiera quando le lettere si trovino in posizioni tra loro vicine.

In (38)-(40) riportiamo alcuni esempi tratti dal corpus per le parole ‘accordo’, ‘dobbiamo’ e ‘bella’ in cui risultano evidenti gli errori di scrittura. Nel caso della parola ‘accordo’ l’errore di battitura diventa evidente notando la vicinanza della o con la p, fatto che può giustificare la digitazione della parola, inesistente in italiano, accprdo (38). Altri errori di questo genere riguardano l’inversione dei caratteri di una parola (delgi anziché ‘degli’) o l’anticipazione di lettere della parola immediatamente successiva a quella che si sta scrivendo (bellai in (40)).

(38) solo io lo vedo che non sarei molto d'accprdo per diversi motivi (39) noi dibbiamo insieme associazioni e ens un po modificare (40) ha bellai idea giusta per l aventure

L’uso esteso di acronimi e abbreviazioni è un altro fenomeno nato con la diffusione della funzione sms dei cellulari, dove il numero di caratteri limitato ha suggerito e favorito lo sviluppo di abbreviazioni destinate a trasmettere il contenuto del messaggio

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senza “sprecare” spazio. È il caso delle parole anke; cmq e xkè che sostituiscono le italiane ‘anche’; ‘comunque’ e ‘perché’ (41)-(43):

(41) poi aggiornerò anke io un piccolo filmato (42) Cmq lo stesso complimenti ai ragazzi

(43) Da FSSI xkè ormai lui gia' aumentato pieno debiti

Tra gli acronimi, sono stati individuati alcuni esempi di abbreviazioni di parole inglesi: in (44), l’acronimo imho sta per ‘in my honest opinion’, traducibile in italiano con “a mio parere”.

(44) Il caos/lo shock in questo caso, imho, non porterebbe a risultati positivi

L’uso di acronimi dall’inglese sottolinea, ancora una volta, la diffusione di anglicismi, presenti anche nel corpus in esame (45)-(48):

(45) uomini deaf-friendly come Bell

(46) Facci un esempio concreto, va bene? Open mind

(47) io e miei amici gays vengono a Roma per EuroPride strada

(48) mi piacerebbe parlare video sul discorso privacy preferisco scrivere

Nell’esempio in (48) la parola privacy è un anglicismo ormai diffuso per fare riferimento alle informazioni che riguardano l’identità personale, in (44) la stessa parola shock è un anglicismo usato per definire uno stato di smarrimento psicologico temporaneo dovuto a una notizia improvvisa. Molto diffuso è l’uso di “ok” – abbreviazione della parola okay, presente in una trentina di commenti - usato per concludere la frase (49)o creare delle pause (50):

(49) guardate una spiegazione non è un vergogna ma situazione questo ok

(50) Accetto ho sbagliato. Non sempre nessuno perfetto ok.. Sto dicendo ognuni le persone sono la ragiona molto diversi...

Vale la pena di notare, tuttavia, che i casi di interferenza con l’inglese sono abbastanza rari rispetto alla media (si contano meno di una decina di casi) mentre si osserva l’uso di quello che potrebbe essere definito un “gergo” della sordità e dello strumento utilizzato. Sono frequenti, infatti, i casi in cui ci si riferisce alla LIS (o lis, con caratteri minuscoli) o all’ ENS (Ente Nazionale Sordi, in (51)) come a una informazione

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data, così come sono presenti parole come oralista97 (52) o interprete (53) che fanno riferimento a figure ben note nell’ambito della sordità ma definite diversamente, o non definite, nei dizionari comuni98: è il caso del termine oralista che, in gergo, indica una persona sorda educata senza l’intermediazione di una lingua dei segni.

(51) dibbiamo insieme associazioni e ens un po modificare (52) ricordati che ci sono i sordi segnanti, oralisti, sordastri

(53) IL PRESIDENTE PARLA A VOCE ALMENO PRESENTE INTERPETE INVECE NULLA

Si segnalano, inoltre, tecnicismi definiti dal mezzo stesso di comunicazione in parole come video-messaggio, video-chiacchierata (54) o video-commenti (abbreviati spesso in video), vlogista (55) (utente del sito VLOG-Sordi) o il riferimento ad altri sistemi per la conversazione in tempo reale in forma video come camfrog (56):

(54) tipo una video-chiacchierata fino aquando l’argomento non è chiaro (55) Tu hai due vestiti, UNO il vlogista l'altro Lorenzo

(56) se vuoi conttatarmi camfrog

Questo genere di scelte lessicali rafforza l’idea di una utenza che si identifica con un gruppo di scriventi definito dalla comune conoscenza della sordità, della lingua dei segni e degli strumenti disponibili online per la comunicazione in LIS attraverso il video.