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Altro materiale grafico-cartaceo raccolto o distribuitomi dalle persone di volta in volta intervistate.

ASSOCIAZIONE CULTURALE INTERNAZIONALE FESTIVAL ITALO MAROCCHINO

Via Dandolo, 2 - 31100 Treviso

Cell. 327 3636121 e-mail hilalcircolo@gmail.com

Fonte: per gentile concessione di Abdallah Kazraji. Fig.50 Foto tratta dalla settima edizione del festival italo-marocchino di Treviso (20 aprile 2019)

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Fonte:

https://www.facebook.com/247005122072116/photos/a.1951748174931127/1951750084930936/?type=3&theater

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Fonte:

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Fig.52. Foto del direttivo del festival italo-marocchino di Treviso nella cerimonia di conclusione (20 aprile 2019) con l’attore marocchino Aziz Dadas (3° da sinistra) ed il presidente del festival italo marocchino Abdallah Kazraji (5° da sinistra)

Fonte:

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Fonte: https://www.facebook.com/247005122072116/photos/a.581828471923111/1937156453056966/?type=3&theater

Fig.54 Brochure del festival “Terra Mia”. Ottobre 2018

Fonte:https://www.facebook.com/pieveterramia/photos/a.236168766909298/243359806190194/?type=3&theater

Fig.55 Incontro tra la cittadinanza pievigina e l’autore marocchino Idriss Amid nella cornice del festival “Terra Mia”, ottobre 2017.

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Fonte: https://www.facebook.com/pieveterramia/photos/a.236168766909298/243359806190194/?type=3&theater

Fig.56 Seminario di formazione mensile promosso dalla Federazione islamica veneta dal titolo “Giovani e responsabilità”.

Fonte: per gentile concessione di Lahoucine Ait Alla. Fig.58 Iftar in occasione del 2° di Ramadan presso il centro culturale islamico Badr di Follina (Tv).

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Una domanda che esula dall’argomento associazione …Secondo voi che problemi possono avere le seconde generazioni di musulmani? Con seconde generazioni si intende ragazzi/e di

origine musulmana che sono nati oppure cresciuti in Italia.

Said Lahlali: “Penso a mia figlia che è nata qua a Vittorio Veneto, lei è una musulmana praticante, però la sua mentalità è come la tua, non ha nulla di me o di sua madre, la sua mentalità è totalmente di qui. Ora che è in età da marito magari vorrebbe cominciare a frequentare dei ragazzi, ma questo non è permesso dalla nostra religione, che vieta i rapporti prematrimoniali. Ora che si è attivata per cercare un partito mi ha detto che lo vorrebbe sì musulmano ma che lo preferirebbe da qua, cioè italiano. Questo è proprio uno stacco dai nostri paesani diciamo. Lei in Marocco ci sta sì in occasione delle ferie ma non ci vivrebbe. I genitori questo tipo di difficoltà si trovano ad affrontare, se un giorno per esempio volessimo tornare al nostro paese quando saremo in pensione sappiamo già che i nostri figli non verranno con noi. Dovremmo tornare da soli insomma”. Abdullah Adouhane: “Bisogna pensare a crescere un bambino, un figlio musulmano “ Ijabii” qui in Italia, non bisogna pensare di portarlo altrove un giorno”.

Mohammed Aboulhane: “Bisogna educare i figli quando l’età di permette di farlo ma poi quando uno raggiunge la maggior età insomma è libero di fare le sue scelte. La religione ti dice questo è bianco e questo è rosso, tu sei libero di prendere la strada che vuoi ma sai allo stesso tempo che a seconda della strada che imbocchi avrai conseguenze diverse e con conseguenze intendo quelle nella vita ultraterrena, nella quale crediamo. I genitori dovrebbero educare i propri figli nella religione per far sì che imbocchino la strada giusta, sta poi al figlio però decidere che strada prendere”. Segue poi una piccola conversazione in arabo sul fatto di come in Marocco, le fedi minoritarie maggiormente significative, ovvero l’ebraismo e il cristianesimo siano tutelate dallo stato e come a loro volta i luoghi di culto ad esse dedicate, cioè sinagoghe e chiese siano sotto l’egida e quindi finanziate dalla monarchia marocchina stessa, che in caso di lavori di restauro etc provvede fornendo il necessario. Contro la narrativa comune, che vede nei musulmani in terra d’islam persone incapaci di convivere pacificamente con le religioni minoritarie e anzi che vede in essi un fattore di rischio che mina i diritti e la sopravvivenza di queste stesse comunità, mi si fa notare che c’è una mancanza di reciprocità, per ciò che concerne il diritto alla libertà d culto, almeno tra Marocco ed Italia. Mi si dice ancora che un recente decreto reale per tramite del ministero degli

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Fig.60. Foto tratta dal pellegrinaggio organizzato dalla diocesi di Belluno-Feltre e dalla Federazione Islamica Veneta a fine Aprile 2019, Mons.Marangoni ed il Professore Idriss Al Fassi Fihri preside della facoltà di teologia, nella biblioteca dell’università Qarawine di Fes. (da sinistra Mons.Marangoni e a destra il Prof. Idriss Al Fassi Fihri)

Fonte: http://www.chiesabellunofeltre.it/pellegrinaggio-di-dialogo-con-lislam/ Fig.61. Foto tratta dal pellegrinaggio organizzato dalla diocesi di Belluno-Feltre e dalla Federazione Islamica Veneta a

fine Aprile 2019, la comunità delle Suore Francescane di Maria di Ouarzazate (a destra l’interprete del pellegrinaggio, la professoressa Loriana Pison) vive nella parrocchia di santa Teresa.

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Fig.62 Volantino affisso dall’associazione “Noi Ci Siamo” di Pieve di Soligo (Tv) per pubblicizzare corsi di arabo per italiani a titolo gratuito.

Fonte: https://tribunatreviso.gelocal.it Fig.63.Iftar aperto alla cittadinanza presso l’area Fenderl di Vittorio Veneto.

Fonte: https://www.facebook.com/235604316587631/photos/a.533376110143782/875806509234072/?type=3&theater

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Fonte: https://www.facebook.com/235604316587631/photos/a.533376110143782/1235074546640598/?type=3&theater

Fig.65 Incontro formativo tenuto dal Prealpi Soccorso tenuto nella sede dell’associazione in data 21 aprile 2017.

Fonte: https://www.facebook.com/235604316587631/photos/a.849726878508702/849727125175344/?type=3&theater

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Fonte: https://www.facebook.com/AttawasolOfficiel/photos/ Fig.67. Momento di preghiera nella sede dell’associazione Attawasol.

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stessi arrivati con le mani in mano se ne sono ritornati con tutti i macchinari in vendita adibiti alla fabbricazione del gelato, e questo è solo un esempio pratico. Molti ragazzi stanno cominciando a mettere in piedi rapporti di scambio commerciale-informale, quindi il nostro obbiettivo l’abbiamo raggiunto visto che il messaggio è passato e molti canali d’amicizia si sono attivati e risultano tuttora attivi. Vogliamo insomma diventare attori dello sviluppo locale di questo ed altri paesi.

Voi della giunta in passato avete mai dovuto interfacciarvi con situazioni di particolare criticità legate alla presenza della comunità marocchina o di altre comunità straniere sul territorio?

Abbiamo dovuto affrontare delle criticità a livello nazionale, che però non riguardavano in via esclusiva la comunità marocchina, a cui né il provveditorato agli studi di Venezia, né il ministero della pubblica istruzione hanno saputo porre rimedio dando delle indicazioni specifiche. Due sono stati gli ordini di problemi, il primo era legato alla presenza di famiglie residenti sul territorio connotate da scarso livello culturale, molto ancorate alle tradizioni del proprio paese e che non hanno mai avuto il desiderio di aprirsi, il secondo invece era di tipo religioso. A mio avviso più forti erano le pressioni che arrivavano dall’esterno più, come abbiamo tra l’altro notato, queste famiglie tendevano a chiudersi per difendersi, palesando quindi atteggiamenti ostili all’integrazione. Il processo di integrazione stesso ha subito un forte rallentamento a causa di queste pressioni e quando parlo di pressioni parlo di quelle esercitate da noi italiani non da parte di altri membri della stessa comunità nazionale. Il terrorismo psicologico e gli slogan non hanno portato ad un miglioramento della situazione, tutt’altro, hanno portato ad una ancora maggiore chiusura di queste famiglie e di questi individui. Questa paura, questo isolamento sociale per così dire, hanno causato un ripiegamento verso la religione ed un maggiore attaccamento alle tradizioni, e noi in primis devo dire abbiamo posto le basi che hanno contribuito a questa chiusura. In sintesi, molti ragazzi stranieri di religione musulmana hanno cominciato a disertare per ordine dei genitori delle materie scolastiche per motivi religiosi o supposti tali, ovvero arte per la presenza dei nudi nei libri e nei laboratori, educazione fisica, perché le studentesse delle medie in pubertà cominciavano a palesare delle forme che in palestra si sarebbero viste attraverso la tuta da ginnastica, e musica. Le dirigenti scolastiche si sono quindi rivolte al provveditorato e al Miur ma non hanno ottenuto nessuna indicazione per la risoluzione di questa problematica. Ho deciso quindi di convocare gli imam locali assieme alle professoresse responsabili del progetto Rastra e alle dirigenti scolastiche e ho chiesto ai medesimi le loro motivazioni, spiegando loro che le stesse dovevano essere più forti della legge e della Costituzione. Ho parlato loro con tranquillità in nome del rapporto d’amicizia e fratellanza che

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