Fruitori di forme di assistenza alle famiglie per cittadinanza, anno 2015.
2.7 La comunità marocchina ed i matrimoni misti.
92 Ivi, p.62. 93 Ibidem.
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L’incidenza sempre più frequente dei matrimoni misti è con tutta probabilità uno dei segnali più emblematicamente tangibili del processo di cambiamento e di profonda trasformazione che sta investendo e che continua ad investire il nostro paese. E a tal proposito non ci si può a mio avviso non interrogare, indulgendo alla filosofia e all’antropologia per così dire, su come ed in quale misura l’incidenza di un simile fenomeno, oggi più come non mai, possa mettere in discussione il nostro senso di appartenenza collettivo, valoriale e sociale e su come questo stesso possa cangiare in relazione al rapporto più o meno stretto, più o meno ravvicinato che ognuno di noi intreccia e intrattiene con l’alterità. Perché a mio avviso il limite dei dati aggregati e delle cifre, per quanto esaustivi e per certi versi chiarificatori, è quello di non riuscire a sondare le profonde ramificazioni di un fenomeno come quello delle coppie miste e dei significativi cambiamenti e riassestamenti che può innescare in seno alla società italiana, per ciò che concerne la percezione identitaria individuale e collettiva. Parlando della comunità marocchina, interessante sarebbe anche solo fare una riflessione, per quanto sintetica, sulle profonde divergenze, ma anche sui punti di contatto che le due comunità, ovvero quella italiana e quella marocchina esprimono in relazione alla percezione collettiva e sociale delle coppie miste, pur con tutte le differenze che possono darsi nei singoli casi. Una riflessione interessante si potrebbe fare per esempio sul fatto che il diritto islamico, per come è tradizionalmente codificato ed interpretato, non consente la reciprocità nella possibilità di contrarre per la donna musulmana un’unione interreligiosa. Diversa è ancora poi una certa concezione della morale sessuale, che probabilmente rende le due comunità eticamente distanti, oltre alla percezione del ruolo della donna all’interno della famiglia in veste di moglie e madre e il ruolo centrale che la filiazione esercita in funzione del consolidamento e della perpetuazione del nucleo familiare. Le divergenze sulla bioetica poi e sul differente ruolo attribuito al matrimonio come istituto perpetuatore della tradizione religiosa e del conseguente ordine sociale che questa sottende, sarebbero spunti sufficienti a rendere la discussione e la conseguente riflessione pregnante e meno sterile, diversamente dal fatto che se fosse trattata solo alla luce di numeri e statistiche. Per non parlare poi magari della percezione sociale riservata magari alle coppie omosessuali, in un contesto come quello italiano tra l’altro, in cui c’è un’intera seconda generazione di giovani, che si sente sì marocchina e musulmana, per nascita ed eredità culturale, ma che vede allo stesso tempo sé stessa come italiana e laica negli ideali e nello spirito, per adozione culturale ed imprinting dell’ambiente sociale, scolastico e lavorativo circostante. Questi ed altri spunti di riflessione, lungi dal poter essere utilizzati a guisa di dati statistici, potrebbero invece essere introdotti nella nostra riflessione come indicatore della generale percezione sociale che la comunità marocchina ha del fenomeno. Impossibile a livello pratico sarebbe nondimeno chiedere ad ogni singolo componente della
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comunità marocchina cosa ne pensa in merito ed in tal senso appunto il massimo che possiamo fare è provare ad avvalerci di qualche contributo per sondare quella che è l’opinione generale in merito e quanto il fenomeno abbia eco e risonanza all’interno della comunità stessa. Teniamo in considerazione però poi che le opinioni di seguito espresse non hanno la pretesa di avere valore generale, ma solo di fornire una vaga indicazione di quelle che sono le diverse sensibilità che caratterizzano la comunità stessa e di come spesso siano le differenze generazionali a creare attriti e incomprensioni. Bouchra nata e tuttora residente a Conegliano, 25 anni: “Se sposassi un uomo non
marocchino oppure italiano come la prenderebbero i miei? Beh, innanzitutto c’è da dire che c’è una sostanziale differenza tra come la prenderebbe mia madre e come la prenderebbe mio padre. Per mia madre sostanzialmente non è importante l’origine etnico-nazionale del mio potenziale futuro sposo, bensì l’appartenenza religiosa musulmana, quindi credo che se le dicessi che voglio sposare un cittadino italiano non convertito molto probabilmente storcerebbe il naso, ma non me lo impedirebbe di certo. Pakistano, indiano, senegalese, americano, non le cambierebbe nulla, le basterebbe che fosse musulmano. Per quanto riguarda mio padre, sarebbe interdetto sia nel caso trovassi un partner musulmano ma non marocchino o comunque non arabo, sia che trovassi un italiano cristiano, ecco. In famiglia, soprattutto tra gli uomini, magari si vocifererebbe sul fatto che ho scelto un italiano, per interessi per i documenti o che altro. In ultima sintesi sono però dell’idea che entrambi mi darebbero il loro benestare dopo un’inziale riluttanza e contrarietà, probabilmente andrebbero a testare le acque per capire se è un partner solido o meno, e questo indipendentemente dalla sua appartenenza religiosa. Mia madre probabilmente dopo un’inziale delusione perché l’ho trovato non musulmano si arrenderebbe all’evidenza e mi darebbe la sua benedizione come si suol dire, anche se non sono certa di come riuscirebbe a gestire le pressioni sociali dell’ambiente circostante, degli altri marocchini insomma. Se fossi omosessuale? Per fortuna non si dà il caso e non lo dico per offesa verso la comunità lgbt, che anzi supporto, perché perlomeno per quello che ho potuto vedere io finora, nella comunità marocchina comporterebbe nel 99% dei casi l’ostracismo familiare e di conseguenza la morte sociale. La percezione verso le coppie miste sta gradualmente mutando e sempre più famiglie marocchine si dimostrano aperte in tal senso, un po’ più di riluttanza ho notato persiste ancora verso le donne che optano per contrarre un’unione interreligiosa ed in questo caso mi rendo conto che tanto dipende dall’estrazione socio-culturale delle famiglie, da quanto sono integrate con la restante popolazione italiana, da quanto forte è il legame che hanno con la comunità ed il paese d’origine, ma le coppie gay? No scherzi, lo stigma che aleggia nella comunità marocchina è ancora fortissimo e penso ci siano veramente pochi genitori o ambienti familiari disposti ad accettare un figlio o una figlia così,
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dichiararsi gay per molti miei coetanei ora come ora equivarrebbe ad alienarsi ed inimicarsi le famiglie, i parenti e le conoscenze, per lo meno tra le prime generazioni, non tra le seconde che in questo senso mi sembrano abbastanza più aperte rispetto ai genitori. Questo in sintesi quello che riesco a dirti in base all’esperienza di vita che ho avuto finora, poi chi lo sa, il futuro appartiene a Dio e non so cosa mi riserverà”.
Tab.35
Cittadinanza sposo italiano e sposa non comunitaria
sposo non comunitario e sposa italiana
sposi entrambi non comunitari*
Almeno uno sposo non comunitario
v.a. v.% v.a. v.% v.a. v.% v.a. v.%
Marocco 451 5,1% 520 18,1% 229 7,7% 1.200 8,2% Albania 722 8,1% 316 11,0% 257 8,7% 1.295 8,8% Cina 226 2,6% 46 1,6% 243 8,2% 515 3,5% Ucraina 1.464 16,5% 38 1,3% 229 7,7% 1.731 11,8% Filippine 104 1,2% 10 0,3% 35 1,2% 149 1,0% India 15 0,2% 37 1,3% 6 0,2% 58 0,4% Moldova 723 8,2% 37 1,3% 273 9,2% 1.033 7,0% Egitto 5 0,1% 165 5,8% 0 0,0% 170 1,2% Banglades h 5 0,1% 16 0,6% 11 0,4% 32 0,2% Tunisia 81 0,9% 243 8,5% 12 0,4% 336 2,3% Perù 316 3,6% 37 1,3% 160 5,4% 513 3,5% Serbia 85 1,0% 28 1,0% 42 1,4% 155 1,1% Pakistan 2 0,0% 55 1,9% 23 0,8% 80 0,5% Sri Lanka 16 0,2% 16 0,6% 13 0,4% 45 0,3% Senegal 38 0,4% 96 3,3% 22 0,7% 156 1,1% Ecuador 272 3,1% 58 2,0% 121 4,1% 451 3,1% Altri Paesi 4.334 48,9% 1.149 40,1% 1.295 43,6% 6.778 46,1% Totale Paesi non comunitari 8.859 100,0% 2.867 100,0% 2.971 100,0% 14.697 100,0%
Fonte: Elaborazione Area Immigrazione Italia Lavoro su dati ISTAT.
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Come si può evincere immediatamente dalla lettura della tabella sopra i marocchini figurano come una delle prime nazionalità non comunitarie per numero di “unioni miste” contratte, questo almeno per l’anno preso in considerazione, ovvero il 2014. Nella fattispecie la comunità marocchina si piazza per così dire terza, dopo quella ucraina ed albanese, per incidenza di matrimoni con un coniuge italiano, con un numero che si è attestato alle 1200 unioni contratte. Prevale statisticamente all’interno della comunità marocchina il pattern sposo non comunitario-sposa italiana, piuttosto che il contrario, e ciò è probabilmente spiegabile alla luce del fatto che la comunità marocchina ha, per quanto gli squilibri demografici e di genere si siano assestati negli ultimi anni, una componente maschile numericamente più considerevole di quella femminile, seppur di poco. Interessante notare come poi i pattern si invertano a seconda di quale comunità si va a guardare, e ciò può essere sempre spiegato alla luce delle diverse caratteristiche demografiche e di genere delle medesime. Per ciò che concerne invece la comunità marocchina per il 2014, quasi la metà delle unioni celebrate riguardavano uno sposo non comunitario e una donna italiana, il restante 38% interessava invece una sposa non comunitaria e uno sposo italiano94. Complessivamente invece tenendo quindi anche
conto delle unioni celebrate tra due sposi marocchini, la casistica uomo marocchino-donna italiana rappresentava in tutto il 18% delle unioni officiate95. Questo apparentemente di converso con la
casistica più statisticamente inflazionata che vede, nella maggior parte dei casi, uomini italiani unirsi a donne di paesi Terzi.