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3.6 La società civile in Marocco

3.6.1 L’associazionismo in Marocco

Le azioni della società civile marocchina volte all’aiuto e all’integrazione dei migranti sono tra i settori di più recente creazione, poiché le istanze che li interessano sono entrate più di recente a far parte del panorama marocchino. Cercheremo dunque di capire come, e in che grado, le attività volte all’integrazione dei migranti siano state incluse tra le attività delle associazioni marocchine. Lungi dal poter fare un discorso esauriente sull’associazionismo in Marocco, ci accontenteremo di registrare le mutazioni che esso ha subito nel campo della difesa dei diritti umani.

Le prime forme associative interessate alla salvaguardia di tali diritti nascono attorno agli anni ’70 e sono una derivazione di alcuni partititi politici, dai quali ancora dipendono notevolmente. In un secondo tempo esse si svincolano dai partiti e assumono una posizione di opposizione allo stato, per poi professionalizzarsi e

126 rendersi totalmente indipendenti dalle Istituzioni con le quali, al più, collaborano nella definizione della politica pubblica307. Questa ultima forma di associazionismo,

che si inizia ad individuare attorno agli anni ’90, deve la sua apparizione alla liberalizzazione del campo politico, nonché ad altri fattori quali l’accumulazione di conoscenza, le nuove problematiche con le quali le associazioni devono confrontarsi e, non da ultimo, l’influenza degli organismi internazionali che finanziano progetti in Marocco308.

Le attuali forme di associazionismo si rivelano sempre più specializzate in determinati settori, adottando il linguaggio del panorama internazionale dei diritti umani, altamente tecnico e formale. L’influenza esterna, in alcune di esse, è molto evidente non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello del tipo di attività intraprese, che si conformano sempre più alle modalità della progettazione europea. È importante ricordare che, parallelamente a queste associazioni così altamente gerarchizzate e burocratizzate, esiste ancora un fitto reticolato di associazioni minori, molte delle quali religiose o nate attorno ad una rete familiare o clanica, che sono estremamente radicate all’ambiente specifico nel quale sono sorte e non godono di alcun tipo di finanziamento. Esse non saranno oggetto di questa ricerca poiché, da un lato sono interessate solo in minima parte alla questione degli immigrati subsahariani e dall’altra perché, per loro natura, non intessono relazioni a livello internazionale. Ciò detto, resta comunque importante tenere presente la loro esistenza, nonché il dibattito sempre vivo che le riguarda poiché spesso sfuggono alla definizione più largamente condivisa di società civile, così

307 Cfr. Feliu, L. El jardín secreto: los defensores de los derechos humanos en Marruecos, op.cit.

p. 226.

127 come è intesa in Occidente309.

Un altro importante punto da affrontare è lo statuto dell’associazionismo in Marocco e come esso viene regolamentato. Il dahir del 15 novembre 1958 definisce come associazione l’accordo attraverso il quale due o più persone mettono in comune, in modo permanete, le loro conoscenze ed attività per uno scopo altro rispetto alla condivisione del profitto. La legge 00-75 elenca i passaggi indispensabili a che un’associazione possa definirsi tale e cioè la redazione di un contratto d’associazione, la stesura della lista dei membri fondatori, la fissazione dell’assemblea generale costitutiva ed infine, al termine dell’assemblea, il deposito dello statuto, il report e il formulario della dichiarazione presso le autorità locali del luogo nel quale viene fondata la sede della suddetta associazione. Esistono, secondo la legge marocchina, cinque tipi di associazione:

- le associazioni dichiarate: cioè che posseggono personalità morale e hanno

capacità giuridiche. Esse possono esercitare azioni giuridiche, ricevere donazioni, amministrare dei beni e redigere contratti;

- le associazioni di pubblica utilità: vengono così definite le associazioni

dotate di una capacità giuridica maggiore rispetto alle associazioni dichiarate, e che in più sono sottomesse al controllo dei poteri pubblici. Esse potranno pertanto ricevere donazioni, beneficiare di agevolazioni fiscali ed esercitare un’attività commerciale, purchè questa sia legata agli obiettivi dell’associazione e che i profitti che ne scaturiscono non vengano redistribuiti tra i soci;

309 Per maggiori approfondimenti vedi: Günay, C. La sociedad civil hoy. Relaciones

euromediterráneas: por qué la Unión Europea ha de considerar diferentes formas y conceptos más allá de los órdenes normativos occidentales establecidos, In: Quaderns de la mediterrània n°22, IeMed 2015, pp. 233-238.

128 - le associazioni straniere: sono le associazioni con sede all’estero o con sede

in Marocco ma i cui dirigenti sono stranieri, o ancora le associazioni i cui amministratori sono stranieri, come anche la metà dei membri. Queste associazioni, per poter svolgere le proprie attività, devono dichiararsi secondo quanto previsto dalla legge ed aspettare tre mesi dopo tale dichiarazione;

- le associazioni a statuto speciale: tra queste rientrano le associazioni

sportive, quelle professionali, quelle che fanno micro-credito etc… Esse sono obbligate a dotarsi di uno statuto costitutivo speciale e a dichiarare le proprie particolarità strutturali, organizzative e funzionali;

- le unioni, federazioni e confederazioni: sono sottomesse allo stesso

regolamento delle associazioni singole, ma essendo il risultato di un aggruppamento di più associazioni possono prendere la dicitura di unioni, federazioni o confederazioni a seconda dello statuto interno310.

L’associazionismo sembra dunque godere di un ruolo centrale in Marocco, riconosciuto dal Governo anche attraverso la graduale inclusione di quest’ultimo nel processo decisionale, come nel caso del Processo di Regolarizzazione avviato nel 2013311. Questo riconoscimento è sicuramente dovuto, almeno in parte, alla

volontà del Governo marocchino di captare il maggior numero possibile di aiuti stranieri, molti dei quali esigono che almeno una parte dei finanziamenti sia destinata ai progetti delle ONG in loco312.

Detto questo, va ricordato che nel Regno, nonostante la Costituzioni affermi il diritto d’associazione, molti sono stati i casi di violazione di tale diritto. Rifiuto del

310 Cfr. Cabinet Seddik, Le guide marocain des associations, Rabat 2007, pp. 10-11. 311 Cfr. infra p. 100.

129 riconoscimento legale o scioglimento è la sorte che, in tempi recentissimi, è toccata ad associazioni come “Mémoire et droit d’Ifni” e altre associazioni i cui membri fondatori erano parte dell’opposizione politica all’attuale governo; mentre ad alcune missioni di ricerca di Amnesty International e Human Right Watch è stata imposta un’interdizione nel 2015313. In questo complesso e, ancora una volta

ambiguo panorama - dove il riconoscimento avvenuto sulla carta dei diritti fondamentali si scontra con la repressività di fatto di alcune manifestazioni di tali diritti - le associazioni non sembrano cedere e, anzi, si fanno sempre più presenti sulla scena pubblica marocchina, tanto in appoggio quanto in aperta opposizione alle politiche nazionali.