• Non ci sono risultati.

ATTILA JÓZSEF NELL’ANTOLOGIA DELLA POESIA UNGHERESE DEL 1952

CAPITOLO QUARTO

4.1 ATTILA JÓZSEF NELL’ANTOLOGIA DELLA POESIA UNGHERESE DEL 1952

Negli anni Quaranta e Cinquanta la poesia di Attila József era sostanzialmente sconosciuta in Russia. Quando si decise di tradurre le sue opere, l’MKP, il Partito Comunista Ungherese, decise di

173 И. КИШ, Два десятилетия венгерской литературы в русских переводах 1988-2008гг. Аннотированная библиография, cit., p. 33.

159

affidare questo progetto al talento del poeta proletario ungherese trasferitosi a Mosca Antal Hidas e alla moglie Anna Krasnova174. Hidas aveva una carriera brillante in Russia, alla quale aveva contribuito anche il matrimonio con Ágnes Kun, figlia del politico comunista ungherese Béla Kun che, sconfitto dai rumeni nel 1919, era stato costretto a lasciare il potere al Partito Socialdemocratico. Per questo motivo Ágnes era stata costretta per molto tempo ad usare lo pseudonimo di Anna Krasnova, con il quale è maggiormente conosciuta. Nel 1925 Antal Hidas e la moglie si trasferirono a Mosca, dove si adoperarono per la divulgazione della letteratura ungherese nell’Unione Sovietica. Per prima cosa, come già sottolineato nel precedente capitolo, nell’ottobre 1952 essi pubblicarono a Mosca la prima grande antologia della poesia ungherese,

Антология венгерской поэзии (Antologia della poesia ungherese), nella quale veniva presentata

la poesia magiara fin dalle sue origini. Anna Krasnova fu la curatrice del libro e la responsabile delle traduzioni, mentre Hidas collaborò alla redazione e ne scrisse la prefazione. L’antologia fu subito accolta con successo dal pubblico di lettori russi, ignari tuttavia dello scandalo che l’aveva vista protagonista ancor prima della sua pubblicazione. La curatrice aveva infatti opposto resistenza nell’inserirvi le poesie del famoso poeta ungherese Attila József. Fin dall’inizio le principali organizzazioni letterarie ungheresi avevano appoggiato energicamente l’iniziativa della coppia, ma fu per loro un fatto inaspettato la mancata richiesta da parte dei redattori delle raccolte del poeta Attila József e degli studi sulla sua opera. In una lettera del 13 gennaio 1950 a Hidas, il MID VNR, l’Istituto ungherese per i rapporti culturali, segnalava:

Хотя среди поэтов совершенно справедливо выделены такие авторы, как Шандор Петефи, Эндре Ади, Дюла Ийеш, совершенно отсутствует Аттила Йожеф, который в такой обширной поэтической антологии непременно должен занять достойное его творчества место175.

Hidas aveva apertamente deciso di ignorare uno dei poeti riconosciuti ufficialmente dal partito comunista sovietico. L’ambasciata ungherese in URSS prese le difese di Hidas e nella sua risposta all’Istituto ungherese affermò che: “материалов, касающихся Аттилы Йожефа, в Москве

174 А. БАБУШ, О восприятии поэзии Аттилы Йожефа в СССР в 1945 - 1962 годах, in ХХ век. Русская литература глазами венгров, венгерская литература глазами русских, ред. Ю. П. Гусев, Москва, Российская академия наук Институт славяноведения - Венгерская академия наук Институт литературоведения, 2007, pp. 248-282: 249. 175

Ivi, p. 250. “Sebbene fra i poeti siano segnalati del tutto giustamente autori come Sándor Petőfi, Endre Ady e Gyula Illyés, manca del tutto Attila József, che in una antologia poetica tanto ampia dovrebbe occupare senz’altro un posto degno della sua opera”.

160

достаточно, поэтому они не были включены в перечень”176. Alla fine Hidas scese a un compromesso e nell’antologia furono inserite quattordici poesie di Attila József, per un totale di dodici pagine dedicate al poeta proletario. Lo spazio destinatogli risulta piuttosto modesto se si considerano le sessantatré poesie di Petőfi in cinquantaquattro pagine e le cinquantatré di Ady in ventotto pagine complessive. Hidas spiegò che i principi e la proporzione della scelta erano stati dettati dal fatto che nel 1952 il significato della poesia di József non risultava ancora radicato nella coscienza della letteratura ungherese tanto quanto il valore degli altri due classici a lui precedenti. Secondo lui Attila József era considerato ancora troppo contemporaneo per poter rappresentare la poesia magiara e per essere inserito in un’antologia. Ciononostante Hidas inserì venticinque sue proprie poesie e le collocò in undici pagine dell’antologia; cadeva così la giustificazione della vicinanza temporale.

Nelle parole usate per introdurre il poeta, Hidas cercò di attenuare l’avversione nei suoi confronti, ma lo presentò comunque come un poeta dei bassifondi che aveva tentato di avvicinarsi alla visione rivoluzionaria del mondo del proletariato ma che non era riuscito ad assicurarsi il pieno appoggio del movimento rivoluzionario dei lavoratori. Il suo cammino letterario era iniziato sotto il segno di aspirazioni formalistiche ma con il tempo il poeta era diventato preda della disperazione e del pessimismo, che si riflettevano anche nei suoi componimenti177. Nell’antologia Hidas tacque su una raccolta fondamentale di Attila József, quella del 1931 intitolata Döntsd a tőkét, ne

siránkozz (Abbatti il tronco, non piagnucolare), che, assieme alla raccolta Külvárosi éj (Notte di

periferia), in Ungheria a quel tempo era considerata il più alto merito del poeta. Hidas volutamente non ne fece cenno per non attirare l’attenzione in Unione Sovietica verso un titolo che sarebbe risultato così caro alle orecchie dei comunisti. Secondo l’opinione più diffusa, il principale motivo di una tale malevolenza da parte di Hidas nei confronti di Attila József, sarebbe stato il fatto che egli non riusciva a perdonare al poeta di aver sposato civilmente negli anni Trenta la sua ex moglie Judit Szántó, circostanza che lo aveva ferito nel suo amor proprio. Questa poteva essere una mera supposizione, eppure nel 1931 Hidas fu tra coloro che sottoscrissero il famigerato

Проект платформы венгерской пролетарской литературы (Progetto di piattaforma della letteratura proletaria ungherese), pubblicato nella rivista «Sarló és Kalapács» (Falce e martello),

che venne stampato in lingua ungherese a Mosca. In questo testo Attila József veniva annoverato

176

Ivi. “I materiali riguardanti Attila József che sono a Mosca sono abbastanza, perciò non sono stati inseriti nell’elenco”.

177

161

tra le schiere dei fascisti, motivo per il quale sarebbero stati poi interrotti i legami del poeta con il movimento comunista clandestino. Sebbene Hidas non sia intervenuto nella redazione conclusiva del testo, egli tuttavia collaborò alla sua elaborazione. Al culmine della sua gloria letteraria, è poco probabile che gli interessasse preservare il destino del poeta ungherese, con il quale, dal periodo del suo trasferimento a Mosca, aveva evitato qualsiasi incontro personale.