ANTON PAVLOVIČ ČECHOV
2.2 ANALISI DEL CORPUS: LE TRADUZIONI UNGHERESI DEI GRANDI CLASSICI RUSSI
2.2.1 IL RUOLO DELLA LINGUA TEDESCA NELLA RICEZIONE DELLE OPERE RUSSE IN UNGHERIA NEL XIX SECOLO
Le traduzioni, si sa, arricchiscono la cultura del Paese di ricezione. Tuttavia, un fatto inevitabile può essere la presenza di distorsioni nella traduzione della lingua di origine, dovute alle diverse esigenze espressive della cultura ricevente. In molti casi il dialogo tra i popoli di cui le traduzioni veicolano la cultura, necessita dell’intervento di una lingua intermediaria. E’ proprio questo il caso della Russia e dell’Ungheria.
L’Ungheria, a causa delle origini ugro-finniche della sua lingua e cultura, ha sempre costituito un’isola linguistica al centro dell’Europa, punto di incontro ma anche di collisione tra il mondo latino-germanico da una parte e quello slavo dall’altra. Endre Ady, poeta ungherese del XIX secolo, chiamò l’Ungheria kompország (nazione traghetto), che ripetutamente va e viene tra le sponde orientali e occidentali. E ancora, secondo l’opinione del politico riformatore e fondatore dell’Accademia ungherese delle Scienze István Széchenyi, gli ungheresi sono da considerarsi un popolo dell’Est che guarda verso Occidente41. Anche dal punto di vista religioso l’Ungheria è sempre stata scissa tra Est ed Ovest. Mille anni fa, grazie a Santo Stefano42, gli ungheresi aderirono alla cristianità occidentale e divennero “figli di Roma”. Tra i loro vicini di origine slava vi furono popoli che come essi si convertirono al cristianesimo di Roma ma anche coloro che assieme alla Russia optarono per la cristianità ortodossa e divennero così “figli di Bisanzio”43. Perciò l’Ungheria,
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З. ХАЙНАДИ, Страна-паром или страна-мост? Классическая русская литература в восприятии венгерской критики, Будапешт, «Вестник» № 24, Российский культурный центр, 2010, 119–127, p. 120.
42 Santo Stefano d’Ungheria, o Stefano I d’Ungheria (969 – 1038), fu il primo re e fondatore dello Stato e della Chiesa ungheresi. E’ venerato come santo dalla Chiesa cattolica e ortodossa, P. HANÁK, Storia dell’Ungheria, in Motta G. (a cura di), Milano, Franco Angeli, 1996, pp. 12-13.
43 З. ХАЙНАДИ, Страна-паром или страна-мост? Классическая русская литература в восприятии венгерской критики, cit., p. 120.
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con i suoi artisti e scrittori, ha sempre guardato contemporaneamente in due direzioni: verso Parigi e Vienna e allo stesso tempo anche verso Mosca, San Pietroburgo e Jasnaja Poljana. Questo è testimoniato anche dai nomi di due importanti riviste letterarie ungheresi: «Nyugat» (Occidente), pubblicata a Budapest tra il 1908 e 1941, e «Napkelet» (Oriente), fondata a Kolozsvár e pubblicata tra il 1920 e il 1922. Hajnády afferma:
Есть народы, которые в большей степени ощущают тождественность между воспринятой и собственной культурами. Таковыми являются, например, итальянцы и французы в их отношении к латинской культуре. Но есть и такие, кто постоянно вступает в спор и тяжбу с латино-германским наследием культуры, так же как и с русским влиянием, как например, венгры. История венгерской культуры – постоянный внутренний диалог и спор с европейской и русской культурами44.
Di conseguenza i rapporti culturali tra Ungheria e Russia furono sempre ambivalenti: di apertura reciproca ma talvolta anche di chiusura, per il timore dell’Ungheria di vedere annientata la propria esistenza nazionale e, con essa, la propria cultura. Hajnády cita l’accademico ungherese István Sőtér e scrive: «Влиянию русской литературы и интересу к русской культуре благоприятствовали и те исторические и общественные параллели, имеющиеся в прошлом веке между венгерским и русским народами. Этот параллелизм и родственность прогрессивных движений обоих народов, а также сходство в образе и стиле жизни пробудили в венгерских писателях глубокий и сочувственный интерес по отношению к русской литературе и русской культуре. […] Тургенев был истинным откровением для поколения Ревицки и для формирования современной венгерской новеллы дал больше, чем Мопассан. […] Можно бы продолжить и дальше перечисление параллелей в сходстве и различии. И право на их анализ дает то, что для обоих народов в определенный период одинаковыми были условия прогресса и обуржуазивания». Между венгерскими и русскими обществами и культурой – наряду со сходством – имеются, конечно, множество существенных различий. Приведем один только пример. Революционный подъем у нас был надломлен после подавления освободительной борьбы (1849)45.
44 Ivi, p. 121. “Ci sono popoli che in grande misura percepiscono la cultura assimilata e la propria come identiche. Tali popoli sono ad esempio gli italiani e i francesi rispetto alla cultura latina. Ma ci sono anche coloro che continuamente sono in disputa con il retaggio culturale latino-germanico e con l’influenza russa, come ad esempio gli ungheresi. La storia della cultura ungherese è un continuo dialogo interiore e una lotta con le culture europea e russa”. Tutte le traduzioni dal russo, ungherese e inglese presenti nel testo sono mie (MG).
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З. ХАЙНАДИ, Страна-паром или страна-мост? Классическая русская литература в восприятии венгерской критики, cit., p. 124. “«L’influenza della letteratura russa e l’interesse per la cultura russa hanno arricchito anche quei parallelismi storici e sociali, che esistevano nel secolo scorso tra i popoli ungherese e russo. Questo parallelismo e l’affinità nel movimento progressivo di entrambi i popoli, ma persino la somiglianza nella concezione e nello stile di vita, hanno risvegliato negli scrittori ungheresi un profondo e favorevole interesse nei confronti della letteratura e della cultura russe. […] Turgenev fu una vera rivelazione per la generazione di Reviczky e dette di più di Maupassant per la formazione della novella contemporanea ungherese. […] Si potrebbe continuare ulteriormente la lista dei parallelismi nelle somiglianze e differenze. E ragione a questa analisi la dà il fatto che per entrambi i popoli, in un determinato periodo, uguali furono le condizioni di progresso e di imborghesimento». Tra le società e le culture ungherese e russa - oltre alle somiglianze - ci sono ovviamente una gran quantità di differenze sostanziali. Riportiamo
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L’Ungheria nel 1526 subì la sconfitta di Mohács che causò la morte del suo re, Lajos (Luigi), e consentì all’impero ottomano di conquistare tutta l’area centrale del Paese fino alla stessa Budapest. A ciò fecero seguito quasi un secolo e mezzo di occupazione ottomana dell’Ungheria e lo smembramento della medesima che, nella sua parte a nord-ovest passò sotto il controllo della corte di Vienna. Solo la Transilvania, principato ungherese, conservò la propria indipendenza, pur dovendo al Sultano obbedienza formale, nonché il pagamento di una tassa che tuttavia garantiva una certa autonomia alla regione. In questo modo, la cultura ungherese si trovò a doversi esprimere nell’area asburgica anche attraverso la mediazione del tedesco, oltre che del latino. Nella parte centrale, che subiva l’occupazione turca, essa taceva; in Transilvania, invece, si esprimeva pienamente in lingua magiara. Nell’Ungheria del XIX secolo, e precisamente fino agli anni Settanta e Ottanta, solamente i cittadini tedeschi parlavano il russo ed è proprio per questo motivo che le prime opere russe vennero tradotte in molti casi dal tedesco. Talvolta fu utilizzata anche la mediazione del francese. Il tedesco ha avuto quindi una grande importanza nel consentire agli ungheresi di poter accedere, nonostante l’isolamento della loro lingua nazionale, alle opere degli scrittori russi.
All’interno dell’impero austro-ungarico, rafforzatosi dopo l’Ausgleich (in ungherese: Kiegyezés: accordo, compromesso) del 1867 che garantiva all’Ungheria una posizione rispetto agli altri popoli di primus inter pares, erano presenti diversi popoli slavi: croati, cechi, slovacchi, serbi. Nonostante la differenza sostanziale tra di loro e fra le loro letterature, il rapporto di questi popoli con la Russia era caratterizzato da alcuni tratti comuni: la славянское сознание (mentalità slava), la stima e l’amore per la vicina Russia, l’affinità linguistica, una maggiore possibilità di accedere alle opere russe originali rispetto a quelle delle letterature occidentali e, in alcuni casi, la conoscenza diretta con gli scrittori e i pensatori russi. Un centro significativo per lo sviluppo dell’idealizzazione della cultura russa era Praga, dove avevano luogo ferventi scambi con l’Est Europa.
Ciononostante in Ungheria, nel cui territorio – regno all’interno dell’impero asburgico - pure viveva la gran parte dei gruppi etnici summenzionati, cresceva il timore del panslavismo46, a causa
un solo esempio. L’entusiasmo rivoluzionario da noi si è incrinato dopo la repressione della lotta di liberazione (1849)”.
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Il panslavismo è un movimento culturale nato negli anni Trenta del XIX secolo negli ambienti colti slavi. Esso mirava alla presa di coscienza da parte dei popoli slavi dello loro radici comuni e persino della loro derivazione da un’unica antica lingua, chiamata dai linguisti moderni proto-slavo. Il panslavismo si poneva come obiettivo quello di creare un unico Stato nazionale, unendo tutti i popoli slavi sotto il potere dello zarismo russo, H. SETON-WATSON, Storia dell’impero russo (1801-1917), cit., pp. 408-409, Л. С. КОВТУН, Словарь современного русского литературного языка, Москва, Академия наук СССР, Институт русского языка, 1959.
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del sentimento ostile verso i russi che era stato diffuso dopo la repressione dei moti del 1848-1849 dai gruppi al potere. Specialmente negli anni Cinquanta e Sessanta del XIX secolo, nelle riviste ungheresi venivano sottolineati molti aspetti negativi dei russi (dispotismo e nichilismo, per citarne alcuni). In questo stesso periodo la letteratura nazionale ungherese e quella degli altri popoli slavi dell’Europa centrale, andava differenziandosi nettamente dalla letteratura russa. Queste letterature dovevano essere uno strumento per arricchire la cultura della loro nazione e rafforzare la coscienza nazionale. Pertanto in Ungheria, nel periodo di fioritura del romanzo realistico russo, la poesia continuava ad essere in primo piano e, per quanto riguarda la prosa, in essa dominava ancora il romanzo storico alla Walter Scott, in particolare grazie ai successi delle opere di Mór Jókai. Questo fu il motivo per cui gli scrittori e i critici ungheresi rivolsero prima di tutto la loro attenzione alle opere degli scrittori russi di epoca precedente: Puškin, Lermontov e Gogol’. Proprio sulla base delle loro opere essi cercarono di imprimere un cambiamento alla propria letteratura nazionale.
2.2.2 LA PRIMA TAPPA DELLA RICEZIONE DEI GRANDI CLASSICI RUSSI IN UNGHERIA (1820 –