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LA SECONDA RACCOLTA DEL 1962

CAPITOLO QUARTO

4.5 LA SECONDA RACCOLTA DEL 1962

Negli anni Sessanta l’egemonia di Hidas risultava ulteriormente indebolita e in quegli anni egli sosteneva di aver sempre attribuito grande significato alla poesia di Attila József e di aver investito tutte le sue forze per la pubblicazione dei versi del poeta in lingua russa e nella traduzione dei più grandi poeti. Nel marzo 1961 arrivò in Unione Sovietica una delegazione dell’Unione degli scrittori ungheresi con alla testa il suo presidente József Darvas. Essi si accordarono con i loro colleghi sovietici sulla redazione di una nuova raccolta di opere scelte di Attila József per l’inizio del 1962. Alla guida dello scrittore Konstantin Simonov, una speciale

187 Ivi. “Uno dei più importanti su scala mondiale, se non il più importante, poeta del proletariato”.

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A. ЙОЖЕФ, Стихотворения, Пер. с венг, Предисл. А. Гершковича, Москва, Гослитиздат, 1958.

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А. БАБУШ, О восприятии поэзии Аттилы Йожефа в СССР в 1945 - 1962 годах, in ХХ век. Русская литература глазами венгров, венгерская литература глазами русских, ред. Ю. П. Гусев, cit., p. 271. “Essa ha i suoi difetti, ma lo cosa più importante è che è iniziata la divulgazione di József in Unione Sovietica”.

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commissione decise che la prefazione fosse affidata a lui, la stampa alla casa editrice Гослитиздат e che nella redazione dell’opera, come diretta esperta di letteratura ungherese, vi dovesse far parte anche Anna Krasnova. In questo modo, la seconda raccolta su Attila József era già sotto l’influenza di Hidas ancor prima di essere iniziata. Gerškovič si levò subito in una decisa e vivace invettiva indirizzata a Hidas e alla casa editrice Гослитиздат, la quale dal 1946 pubblicava le sue opere e traduzioni e quelle della moglie. Lo accusò apertamente di essere l’unico responsabile del fatto che i russi ancora non sapessero chi fosse Attila József e ancor meno conoscessero la sua poesia190. Nel frattempo, per la prima volta, l’undici aprile 1961, nel giorno della nascita di József, fu organizzata dall’Unione degli scrittori una serata in onore del poeta. Vi parteciparono le stesse personalità che sei anni prima, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua nascita, ritennero inopportuno qualsiasi festeggiamento.

Frattanto Gerškovič non si era rassegnato alla decisione presa dagli scrittori di affidare la nuova antologia a Hidas. Naturalmente Gerškovič non aveva nessuna possibilità di lavorare per la Гослитиздат, pertanto, seguendo la sua proposta, nel maggio 1961 il consigliere dell’ambasciata ungherese a Mosca József Oláh propose di organizzare una nuova raccolta di versi di Attila József, da pubblicare nella traduzione di Evgenij Evtušenko nella popolare collana di libri della rivista «Огонёк» (La fiammella). Questa rivista avrebbe dovuto pubblicare nel libro trenta traduzioni già uscite in precedenza nell’antologia del 1958 sotto la diretta redazione di Gerškovič. Di conseguenza il progetto non fu accolto con grande entusiasmo né a Mosca né in Ungheria. Inevitabilmente iniziò una lotta tra Гослитиздат e «Огонёк». Nel tentativo di scendere a trattative, la rivista lasciava la precedenza a Гослитиздат, a patto che la casa editrice concedesse ad «Огонёк» delle nuove traduzioni di Attila József. Questa clausola risultava irrealizzabile poiché le leggi editoriali sovietiche di allora garantivano a Гослитиздат il diritto esclusivo sulle proprie traduzioni per quattro anni. Anna Krasnova veniva ammessa come redattrice anche della raccolta della rivista «Огонёк» ma Gerškovič sarebbe dovuto comparire come curatore ed entrambe le edizioni sarebbero dovute uscire in contemporanea. La Krasnova fu intransigente fino al punto di ottenere che l’edizione di «Огонёк» fosse posteriore a quella di Гослитиздат e che le nuove traduzioni fossero concesse alla rivista solamente nel caso in cui la redazione del libro fosse stata affidata a lei. Intervenne persino l’ambasciata ungherese e, per non compromettere i suoi rapporti con l’Associazione di amicizia sovietico-ungherese, la cui sezione letteraria aveva il patrocinio della

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raccolta e il cui segretario era lo stesso Gerškovič, si impegnò per l’elaborazione di un compromesso. Anche secondo l’opinione del consigliere dell’ambasciata ungherese a Mosca, József Oláh, l’antologia di «Огонёк» doveva contenere le migliori traduzioni di Attila József ed esse erano da prendersi dalla nuova pubblicazione di Гослитиздат. La rivista accettò questi termini e decise dunque di pubblicare il libro dopo la pubblicazione di Гослитиздат. Il posto di redattrice fu affidato ad Anna Krasnova e quello di curatore a Gerškovič.

A Budapest nel frattempo l’Istituto ungherese per i rapporti culturali rese pubblica ammissione di colpa riguardo l’eccessiva importanza affidata negli ultimi anni ad Ágnes Kun, altrimenti detta Anna Krasnova. L’ente ungherese di politica estera ammise l’errore, poco confacente alla sua immagine diplomatica, di aver costretto l’ambasciata ungherese ad accogliere le richieste delle case editrici sovietiche di collaborazione con Anna Krasnova, la quale: “хотя она очень много сделала и делает для распространения венгерской культуты в Советском Союзе, своей упомянутой выше позицией она нанесла делу немало вреда”191. Ciononostante, la tanto attesa nuova raccolta russa di versi di Attila József, Стихи192 (Versi), venne pubblicata il quindici

novembre 1962 a Mosca, dalla casa editrice Гослитиздат. La raccolta ebbe una tiratura di cinquemila copie. Gran parte del lavoro fu merito di Leonid Martynov, che tradusse quasi la metà delle poesie presenti nell’antologia. Le altre furono tradotte dalla redattrice Anna Krasnova, mentre la compilazione del libro e la redazione della bibliografia furono opera di Miklós Szabolcs. Poiché nel 1962 la valutazione della poesia di Attila József si era fatta più positiva ed aperta, nella nuova antologia furono incluse anche alcune poesie più tarde e pessimistiche. L’opera fu accolta con benevolenza dalla critica che la ritenne: “самой полной, дающей наиболее достоверное представление о творчестве поэта”193. Lo stesso anno Martynov fu insignito di una medaglia commemorativa dal PEN Club ungherese194, per aver ricoperto un ruolo significativo nella divulgazione dell’opera di Attila József.

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Ivi, p. 276. “Nonostante abbia fatto molto e molto faccia per la divulgazione della cultura ungherese nell’Unione Sovietica, la sua posizione menzionata sopra, ha arrecato non poco danno”.

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А. ЙОЖЕФ, Стихи, Пер. с венгер. Сост. и краткая летопись жизни и творчества А. Йожефа. М. Саболчи, Вступ. статья Д. Самойлова, Москва, Гослитиздат, 1962.

193 А. БАБУШ, О восприятии поэзии Аттилы Йожефа в СССР в 1945 - 1962 годах, in ХХ век. Русская литература глазами венгров, венгерская литература глазами русских, ред. Ю. П. Гусев, cit., p. 276. “La più completa, che dà la rappresentazione più attendibile dell’opera del poeta”.

194 Il PEN Club è la più antica organizzazione internazionale di letterati. Esso fu fondato a Londra nel 1921 da John Galsworthy, che ne divenne poi il primo Presidente, allo scopo di promuovere l’amicizia e gli scambi intellettuali fra gli scrittori di tutto il mondo. Tra i suoi primi membri il PEN Club incluse Joseph Conrad, Elizabeth Craig e George Bernard Shaw. L’acronimo PEN, oltre a richiamare la parola “penna” inglese, è l’abbreviazione di Poets, Essaysts, Novelists (Poeti, Saggisti, Romanzieri), ovvero le tre categorie di intellettuali alle quali si rivolgeva originariamente

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Immediatamente dopo l’uscita della nuova pubblicazione, Antal Hidas pubblicò un articolo sulla ricezione dell’opera di Attila József in Unione Sovietica195. Egli diede un’immagine del tutto alterata del suo ruolo, ingigantendo la sua opera di divulgazione dei versi del grande poeta: a suo dire, era stato proprio lui che nel 1946 aveva pubblicato la prima poesia di Attila József in lingua russa nella rivista «Огонёк» e che nel 1949 aveva scritto la prefazione alla prima raccolta di versi del poeta in lingua ucraina196. In questa prefazione egli aveva però sminuito il significato dell’opera del poeta, accusandolo di eccessivo formalismo e pessimismo, e ostacolando le pubblicazioni di Gerškovič in Ucraina. Ciononostante, dopo il 1962 non si ebbero altri ostacoli alla diffusione delle poesie di Attila József in Unione Sovietica ed esso ormai godeva della giusta considerazione. Nel 1963, un anno dopo l’uscita della raccolta di Гослитиздат, uscì quella della rivista «Огонёк», contenente ventitré poesie, con una tiratura di centododicimilaquattrocento copie. Il redattore fu P. Kravčenko, mentre il nome di Gerškovič non fu mai menzionato. Come stabilito nel 1961, tutte le traduzioni furono tratte dalla precedente edizione della casa editrice Гослитиздат.

Nel 1973, nella terza edizione della Большая Советская Энциклопедия, fu finalmente pubblicata una voce riguardante Attila József, libera da esagerazioni ideologiche e scritta con grande competenza da Oleg Konstantinovič Rossijanov. Nel 1980, per il settantacinquesimo anniversario della nascita del poeta, Gerškovič aveva pianificato di redigere un nuovo libro nel quale includere non solo i versi del poeta, ma anche i suoi testi in prosa. Inizialmente la casa editrice di Budapest Corvina lo illuse accettando la proposta, che però in seguito rifiutò. Anna Krasnova si impose di nuovo, facendo uscire quell’anno Био-библиографические материалы, посвященные

75-летию со дня рождения известного венгерского пролетарского поэта Аттилы Йожефа (Materiali bio-bibliografici, dedicati al settantacinquesimo della nascita del celebre poeta proletario ungherese Attila József), una variante ridotta e in alcuni casi aggiustata della raccolta di

versi del 1962.

l’associazione. Attualmente il PEN Club ammette ogni forma di comunicazione scritta, accettando anche storici, giornalisti e traduttori. L’associazione ha relazioni consultive formali con l’UNESCO ed uno speciale status consultivo presso il Concilio Economico e Sociale delle Nazioni Unite. Il PEN Club ha tuttora sede a Londra ed è composto di centoquarantacinque succursali autonome diffuse in centoquattro Paesi del mondo. L’obiettivo dell’associazione è sottolineare il ruolo della letteratura e della scrittura nello sviluppo di una reciproca comprensione fra culture diverse e difendere con tutti i mezzi la libertà di espressione di scrittori e giornalisti perseguitati o minacciati per le loro idee. Il PEN club gestisce infatti un apposito Writer in Prison Committee (Comitato per gli scrittori imprigionati) che si occupa di difendere intellettuali di tutto il mondo, imprigionati, torturati, uccisi o minacciati a causa della pratica della loro professione, <http://www.pen-international.org/>, data di ultima consultazione 20/08/2015.

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A. HIDAS, József Attila a Szovjetunióban, Tiszatáj, 1962, N°12, P. 2.

196 А. БАБУШ, О восприятии поэзии Аттилы Йожефа в СССР в 1945 - 1962 годах, in ХХ век. Русская литература глазами венгров, венгерская литература глазами русских, ред. Ю. П. Гусев, cit., pp. 276-277.

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Come è già stato sottolineato nel capitolo precedente, nel 2005 uscirono altre tre raccolte197 dedicate ai versi di Attila József, ma, ciononostante, come sostiene Antal Babus, il passato oggi non risulta ancora del tutto superato. Egli infatti afferma che nell’edizione del 2003 della

Большая энциклопедия Кирилла и Мефодия198 (Grande enciclopedia di Cirillo e Metodio) è

emersa una nuova discordanza tra lo spazio dedicato ad Attila József e quello destinato a Hidas. Al primo sarebbero state dedicate tre righe e mezza, mentre il commento sul secondo ne occuperebbe sei199. 197 А. ЙОЖЕФ, "Образ в зеркале" и другие стихи, сборник, пер. с венг. Ласло Миллер, Москва, Радуга, 2005. А. ЙОЖЕФ, Край заброшенных наделов: избр. эссе и ст., пер. с венг. Елены Шакировой, Москва, Три квадрата издатель Сергей Митурич, 2005. А. ЙОЖЕФ, На ветке пустоты: стихи, письма, док. : пер. с венг., предисл. Акош Силади, послесл. Дёрдь Твердота, Москва, Три квадрата, 2005. 198 Большая энциклопедия Кирилла и Мефодия 2003, Электронный ресурс, современная универсальная российская энциклопедия, Москва, Кирилл и Мефодий, 2003. 199 А. БАБУШ, О восприятии поэзии Аттилы Йожефа в СССР в 1945 - 1962 годах, in ХХ век. Русская литература глазами венгров, венгерская литература глазами русских, ред. Ю. П. Гусев, cit., p. 278.

171 APPENDICE