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2 4 La lingua della scienza

3. Retorica e lettura: la situazione contemporanea

3.4 L'atto della lettura

Lo sviluppo ulteriore degli studi letterari è rappresentato da tutte quelle teorie

89 Emile Benveniste, Problemi di linguistica generale, cit. 90 Paul Ricoeur, La métephore vive, cit., pag. 11.

estetiche e letterarie che vanno sotto il nome di estetiche della ricezione o reader oriented theory, le quali si dedicano ad indagare il rapporto fra testo e lettore nelle dinamiche di determinazione del senso delle opere letterarie. Questa nuova sensibilità verso il ruolo attivo del lettore nell'operazione ermeneutica si può essere letta come la conclusione di una lunga ridefinizione degli studi di teoria letteraria, che ha occupato il XX secolo. L'analisi strutturale del testo poetico ha accentuato la discontinuità con l'ermeneutica storico-biografica sviluppatasi nel XIX secolo e, per attuare questo proposito, ha dato rilievo alla centralità del testo come struttura di segni da studiare e leggere autonomamente dal contesto storico in cui è nata e dell'evoluzione delle sue fortune critiche. Ciò che le teorie della ricezione estetica rinnovano è invece l'inserimento dell'opera letteraria in una dimensione relativa e mutevole di interpretazioni, sulla base delle possibilità che la critica strutturale offre in termini di studio e analisi dei rapporti interni al testo che possono aprirsi al confronto con l'effettiva ricezione. La scuola tedesca, rappresentata da studiosi quali Roman Ingarden, Hans Jauss e Wolfgang Iser non rinnegano la validità degli strumenti proposti dalle teorie formaliste e strutturaliste, bensì proseguono l'indagine testuale includendo in essa anche il ruolo e le prerogative del lettore o fruitore dell'opera così da giungere ad una visione complessiva delle opere letterarie, in quanto oggetti estetici inseriti in un processo comunicativo completo. Le diverse idee che guidano i tre autori ricordati si differenziano soprattutto per la diversità degli obbiettivi della loro intenzione critica e si evidenziano nella maggior attenzione storico-sociologica alla ricezione delle opere da parte del pubblico (Jauss) o per un interesse fenomenologico alle dinamiche fra testo e lettore nell'atto stesso della fruizione. In questo lavoro, l'interesse maggiore riguarda la ricerca prodotta da Wolfgang Iser, soprattutto per il rilievo che alcune sue indicazioni metodologiche possono avere negli approfondimenti rispetto ai rapporti fra lettore e forme di brevitas.

L'opera teorica di Iser va ricercata in due testi pubblicati a breve distanza: Il lettore implicito del 1972 e L'atto della lettura del 1974, fra i quali il secondo si presenta come un lavoro maggiormente sistematico e teorico, mentre il primo si basa su esempi basati su letture di opere di narrativa.

A differenza di un processo ermeneutico orientato dal testo al lettore, in cui il testo preordina e prepara il percorso che il lettore deve seguire per comprenderne il senso, e questa è un'idea principalmente presente nell'ipotesi di Ingarden, Iser «contrappone fin dal principio il modello di una relazione bivalente, per cui il processo scorre sempre nei due sensi come interazione dialettica, facendo del testo una guida e del lettore un produttore attivo di significato».91 Il testo letterario, secondo Iser, si caratterizza per la sua

indeterminatezza, riscontrabile sia sul piano semantico rispetto al rapporto di referenza fra segni linguistici e realtà esterna, sia sul piano esperienziale nel rapporto fra l'esistenza del soggetto e l'orizzonte di aspettative legate al testo. A fronte dell'indeterminatezza connaturata al testo letterario, si sviluppa l'interesse di Iser per una concezione dell'opera come processo dinamico in sviluppo, non come oggetto statico e inerte che il lettore deve attivare: il valore estetico dell'opera risiede nella virtualità del suo significato e nella distanza fra il senso potenziale e quello effettivamente attivato nell'atto di lettura. La teoria di Iser ha incontrato critiche soprattutto concentrate a sottolineare il rischio che l'eccessivo rilievo al ruolo del lettore portasse ad una deriva soggettivistica dell'operazione ermeneutica, in cui ogni lettura privata e soggettiva fosse giustificata e ritenuta valida. In realtà questo rischio non è ravvisabile, in quanto la figura del lettore, in Iser, non coincide mai con la persona fisica che effettivamente compie l'atto di lettura, bensì con quella del lettore implicito nel testo «un modello idealizzato, una somma di predisposizioni che consentono all'opera di esercitare i suoi effetti; e come tale, come rete di risposta-invito, offre ad ogni lettore concreto un ruolo prestrutturato che lo induce ad afferrare il testo, per un'interazione necessitante».92 Il lettore implicito è una funzione

insita nel testo che, essendo un evento comunicativo, si organizza intorno ai poli pragmatici dell'emittente, del ricevente e del messaggio: lo specifico del testo letterario scritto è la necessità di ipotizzare figure virtuali che incarnino aspettative e punti di vista degli attori del processo di comunicazione assenti al momento dell'attivazione dell'opera.

91 Federico Bertoni, Il testo a quattro mani, La Nuova Italia, Firenze,1996, pag. 76. 92 Federico Bertoni, ibid., pagg. 76-77

«It is generally recognized that literary texts take on their realitybby being read, and this in turn means that the text must already contain certain condition of actualization that will allow their meaning to be assembled in the responsive mind of the recipient. The concept of the implied reader is therefore a textual structure anticipating the presence of a recipient without necessarily defining him: this concept prestructures the role to be assumed by each recipient or actively exclude him».93

In questa relazione di figure virtuali il testo si presenta come l'oggetto concreto che stabilisce la connessione fra autore e lettore, anche se la concretezza materiale del testo non va confusa con la sua virtualità di significato, rappresentata appunto dall'indeterminatezza semantica ed esperienziale. Nel testo, secondo Iser, l'assenza di un contesto comunicativo comune fra autore e lettore, l'indeterminatezza rispetto alla referenza, la partecipazione attività del lettore alla ricostruzione del senso creano uno spazio vuoto (inteso metaforicamente come uno spazio mentale, di significato, di senso) che necessità di essere colmato. In questa operazione di collaborazione a colmare il vuoto, testo e lettore attuano la propria effettiva attività solidale: il testo fornendo un contesto, un repertorio lessicale e concettuale, una traccia di senso; il lettore richiamando la propria competenza sia immaginativa che esperienziale per fornire spessore di verità all'opera. Nella relazione bivalente fra testo e lettore vanno evidenziate le caratteristiche che pertengono all'una e all'altra entità che entrano in relazione, partendo dal presupposto che entrambe sono entità funzionali, che non vanno identificate con un oggetto o una persona fisica che le incarnano: il lettore implicito rappresenta la funzione testuale del mancante e dell'assente, ovvero tutto ciò che rompe i limiti fisici della pagina scritta per costruire il complesso dell'opera letteraria stessa; il testo letterario rappresenta le rete linguistica concreta dei possibili effetti virtuali che il lettore può attivare nel processo ermeneutico. Entrambe queste entità

93 Wolfgang Iser, The act of reading, John Hopkins University Press, Baltimore, 1978, pag. 34.

virtuali, lettore implicito e testo letterario, si concretizzano nel lettore concreto e nella pagina scritta ad ogni effettivo evento ermeneutico, attualizzando la virtualità della ricezione estetica in modi originali ed autonomi.

Il testo letterario non può mai essere percepito come oggetto unitario, poiché il processo di lettura si struttura attraverso un tempo e si accompagna con una attività mnemonica e immaginativa che si modula e si ristruttura durante lo svolgimento temporale dell'appropriazione percettiva del testo da parte del lettore. La teoria della ricezione estetica proposta da Iser introduce, per spiegare questa modalità percettiva specifica nella relazione fra testo e lettore il concetto di punto di vista errante:

«The relation between text and reader is therefore quite different from that between object and observer: instead of a subject-object relationship, there is a moving viewpoint wich travels along inside that wich it has to apprehend. This mode of grasping an object is unique to literature».94

il punto di vista errante significa che l'appropriazione del testo da parte del lettore avviene per fasi e che il testo, che presuppone fra le sue funzioni quella del lettore implicito, è costruito perché ognuna delle ricostruzioni parziali di cui si compone non esaurisca il suo senso complessivo, ma guidi ad una ricostruzione graduale della complessità del senso che intende veicolare. Questa dinamica fra i vincoli che il testo presenta e la libertà di ricostruzione a cui il lettore è invitato è l'elemento fondante del testo letterario. La progressione delle strutture linguistiche che compongono il testo prefigurano un orizzonte d'attesa che il lettore continuamente percepisce, struttura e ristruttura: questa dinamica determina la natura indeterminata, mobile e virtuale del testo letterario. Secondo Iser «there are [...] two basic structures of indeterminacy in the text – blanks, and negation. These are essential conditions for communication, for they set in motion the interaction that take place

94 Wolgang Iser, ibid., pag. 109.

between text and reader, and to a certain extent they also regulate it».95

Col termine blank (vuoto) Iser si riferisce a ciò che nella totalità del testo designa una mancanza, ad una funzione trasversale in tutto il testo letterario, che attiva la necessità della combinazione fra aspettative del lettore e formule testuali. Questo spazio semantico vuoto, che accompagna il testo in tutto il suo sviluppo, richiama la necessità di fornire all'atto comunicativo un contesto e attiva quindi le potenziali ricostruzioni del lettore affinché le strutture testuali siano ricombinate e possano essere percepite come coerenti. Il numero di blanks presenti all'interno del testo letterario fornisce il ritmo e la successione delle ristrutturazioni delle aspettative del lettore e produce un effetto di instabilità nella costruzione del senso di un opera letteraria, fornendo al lettore non solo una sensazione, bensì un'esperienza concreta (quindi pragmatica) della natura instabile e indeterminata del testo con cui si pone a confronto.

«Between segments and cuts there is an empty space, giving rise to a whole network of possible connections wich will endow each segment or picture with its determinate meaning. Whatever regulates this meaning cannot itself be determinate, for, as we have pointed out before, it is the relationship that gives significance to the segment – there is no tertium comparationis. Now, if blanks open up this network of possible connection, tehre must be an underlying structure regulating the way in wich segments determine each other».96

Da un punto di vista funzionale i blanks rendono possibile l'organizzazione di un sistema referenziale di proiezioni che interagiscono fra loro, nel testo poetico queste proiezioni sono solitamente espresse dai modi lessicali e ritmici della voce lirica, dal filo (più o meno tenue) della narrazione, dalle caratterizzazioni degli ambienti e delle figure che compaiono nel testo, ovvero di tutte quelle componenti contenutistiche che, nel testo poetico, acquistano significato e spessore dalla strutture formali semantizzate del testo. Inoltre, i

95 Wolfgang Iser, ibid., pag. 182. 96 Wolfgang Iser, ibid., pag. 196.

blanks guidano il punto di vista errante del lettore all'interno delle selezioni che il testo propone, fornendo una regola di appropriazione del testo che non fornisca la formula risolutiva della connessione da operare. In terza istanza, i blanks invitano il lettore a convertire la focalizzazione tematica che il testo suggerisce in una nuova prospettiva, dove il nucleo tematico precedente sfuma in posizione di orizzonte e la nuova realtà tematica emerge come elemento di una nuova formulazione di tutto il contesto che contribuisce a comprendere il testo nell'atto ermeneutico.

Se il blank è l'operatore testuale che organizza l'asse sintagmatico della lettura, perché gestisce la tessitura delle prospettive testuali e agisce durante lo svolgimento temporale del processo di lettura, esiste un secondo operatore che entra in azione sull'asse paradigmatico della lettura, gestendo lo slittamento delle focalizzazioni che strutturano dall'interno le prospettive testuali: la negazione. La negazione agisce sul repertorio di conoscenze e di norme che costituiscono la coscienza del mondo del lettore ed agiscono quindi nella relazione fra l'esperienza esperita nella vita e la vita contenuta nei testi. Nel caso del testo narrativo è più intuitivo comprendere come il rapporto di rottura delle norme sociali di riferimento e di deviazione dei comportamenti sia collegato al concetto di negazione. Nel testo poetico, che specialmente nel XX secolo, ha abbandonato, ristretto, deformato la portata narrativa al suo interno, la negazione sembrerebbe avere un ruolo secondario. In realtà qualsiasi testo poetico propone una propria lettura del mondo sociale e culturale entro il quale è stato prodotto e agisce sul lettore anche in rapporto all'intersezione fra le norme e i modelli che esso presenta e quelli di cui il lettore è portatore. Ciò che differisce, nel testo poetico, è la modalità in cui questo riferimento al repertorio socio culturale si estrinseca: non saranno le azioni dei personaggi, non saranno le sequenze descrittive o le digressioni narrative. Un'ipotesi da proporre (dopotutto Iser non si occupa di testi poetici) è quella di estendere anche in questo caso le caratteristiche generali del testo poetico al concetto di negazione proposto in The act of reading. Visto che la caratteristica specifica del testo poetico è stata individuata nella preminenza semantica del dato formale su quello contenutistico, si sosterrà che le negazioni, così come i blanks,

all'interno del testo poetico andranno ricercate in tutti quegli elementi formali che strutturano il testo, poiché è la forma testuale, in poesia, ha indirizzare e strutturare il senso del testo. Per questo motivo, nel capitolo successivo, un approfondimento su alcuni dei principali strumenti retorici che producono effetti di brevità si baserà sui processi retorici si soppressione, intesi come indizi formali di ricostruzioni semantiche da parte del lettore.