MUSICA E TECNOLOGIA NELLA SCUOLA ITALIANA:
2. GLI ATTORI
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Relativamente alle scuole che hanno completato l’indagine su base regionale il dato maggiormente significativo di presenze rimane quello della Lombardia con il 12%, seguono la Basilicata e l’Emilia Romagna con 11,4% di presenze e poi ancora la Puglia con l’11,3%, Veneto l’11%, Calabria 10,8%, Liguria e Marche 10,6%. Nel resto delle regioni tranne che in Campania (4,2%) le percentuali si attestano intorno alla media nazionale [Figura 2.1].
▼ Figura 2.1 • Scuole che hanno laboratori e/o realizzano attività con le TD
COPERTURA INDAGINE
tot scuole scuole con laboratori % di scuole con lab. sul tot non iniziato incompleto terminato % di scuole che hanno risposto sul tot
ABRUZZO 288 26 9,0% 0 0 26 100,0% 9,0%
BASILICATA 167 19 11,4% 0 0 19 100,0% 11,4%
CALABRIA 554 82 14,8% 18 4 60 73,2% 10,8%
CAMPANIA 1.368 105 7,7% 43 5 57 54,3% 4,2%
EMILIA ROMAGNA 568 73 12,9% 7 1 65 89,0% 11,4%
FRIULI-VENEZIA GIULIA 203 20 9,9% 0 0 20 100,0% 9,9%
LAZIO 936 98 10,5% 18 4 76 77,6% 8,1%
LIGURIA 218 23 10,6% 0 0 23 100,0% 10,6%
LOMBARDIA 1.307 204 15,6% 41 6 157 77,0% 12,0%
MARCHE 274 37 13,5% 7 1 29 78,4% 10,6%
MOLISE 99 10 10,1% 0 0 10 100,0% 10,1%
PIEMONTE 687 97 14,1% 28 1 68 70,1% 9,9%
PUGLIA 934 106 11,3% 0 0 106 100,0% 11,3%
SARDEGNA 401 35 8,7% 7 3 25 71,4% 6,2%
SICILIA 1.197 137 11,4% 32 8 97 70,8% 8,1%
TOSCANA 552 66 12,0% 12 0 54 81,8% 9,8%
UMBRIA 178 17 9,6% 0 0 17 100,0% 9,6%
VENETO 724 80 11,0% 0 0 80 100,0% 11,0%
TOTALE 10.655 1.235 11,6% 213 33 989 80,1% 9,3%
INTER
Altri dati meritevoli di attenzione sono quelli relativi alla distribuzione della presenza, di laboratori e/o esperienze d’insegnamento musicale attraverso l’uso di TD In questo stesso ambito altri dati meritevoli di attenzione sono quelli relativi alla
distribuzione della presenza, di laboratori e/o esperienze d’insegnamento musi-cale attraverso l’uso di TD, per tipologia e per ciclo d’istruzione.
▼ Figura 2.2 • Scuole che hanno laboratori e/o realizzano attività con le TD suddivise per ciclo (in valori assoluti e %)
I ciclo II ciclo tutte I ciclo II ciclo
ABRUZZO 19 7 26 73% 27%
BASILICATA 13 6 19 68% 32%
CALABRIA 46 14 60 77% 23%
CAMPANIA 44 13 57 77% 23%
EMILIA ROMAGNA 56 9 65 86% 14%
FRIULI-VENEZIA GIULIA 16 4 20 80% 20%
LAZIO 56 20 76 74% 26%
LIGURIA 19 4 23 83% 17%
LOMBARDIA 134 23 157 85% 15%
MARCHE 25 4 29 86% 14%
MOLISE 8 2 10 80% 20%
PIEMONTE 56 12 68 82% 18%
PUGLIA 75 31 106 71% 29%
SARDEGNA 17 8 25 68% 32%
SICILIA 76 21 97 78% 22%
TOSCANA 44 10 54 81% 19%
UMBRIA 14 3 17 82% 18%
VENETO 67 13 80 84% 16%
785 204 989 79% 21%
Come evidenziato nella tabella presente nella Figura 2.2 la concentrazione di que-ste esperienze è preminente nel I ciclo d’istruzione data la presenza curriculare dell’insegnamento musicale (79% delle scuole che hanno preso parte all’indagi-ne) e, comunque, significativa anche se con una percentuale meno consistente nel II ciclo d’istruzione (21%). Proprio nel II ciclo, infatti, troviamo 204 istitu-ti e in paristitu-ticolare 55 isistitu-tituistitu-ti superiori, ben 84 licei, 45 isistitu-tituistitu-ti tecnici, 14 isistitu-tituistitu-ti professionali e sei tra istituti d’arte e licei artistici [Figure 2.3; 2.4 ] che, pur in
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Scuole che hanno laboratori e/o realizzano attività con le TD suddivise per ciclo e per tipologia
2. A esclusione degli istituti a indirizzo Socio-psico-pedagogico e dei dieci licei musicali sperimen-tali autorizzati con DM del MIUR presenti nella scuola pubblica a livello nazionale al momento della rilevazione.
assenza di una presenza ordinamentale dell’insegnamento della musica, hanno dato vita e sperimentato attività di utilizzo della TD a supporto dell’espressio-ne creativa musicale.
▼ Figura 2.3 • Scuole che hanno laboratori e/o realizzano attività con le TD suddivise per ciclo e per tipologia (in valori assoluti e %)
Istituti per tipologia
I ciclo II ciclo Totale %
Istit. Comprensivi 455 455 46,0% 79,4%
Comp. Didattici 111 111 11,2%
Second. di I grado 219 219 22,1%
Istit. Superiori 55 55 5,6% 20,6%
Licei 84 84 8,5%
Istit.Tecnici 45 45 4,6%
Istit.Professionali 14 14 1,4%
Istituti d’Arte 4 4 0,4%
Licei Artistici 2 2 0,2%
785 204 989 100%
▼ Figura 2.4 • % di scuole che hanno laboratori e/o realizzano attività con le TD suddivise per ciclo e per tipologia
46,0%
I. Comprensivi C. Didattici Sec. Di I°
I. Superiori Licei I. Tecnici I. Professionali Istituti d’Arte Licei Artistici
11,2%
22,1%
5,6%
8,5%
4,6%
1,4% 0,4%
0,2%
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Gli studenti come tipologia di attori della nostra indagine costituiscono una categoria varia
e di non univoca definizione.
Il loro arco di età va dai 3 a 19 anni
3. Dati di riferimento sulle motivazioni presentati nel grafico Figura 4.1 del capitolo 4 Le Attività.
4. Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, Art. 4.
Di fronte a questi dati che assumono rilevanza numerica non assoluta ma, in quanto chiara espressione di una esigenza di innovare l’educazione musicale, tan-to sentita dalle scuole da essere agita in completa autan-tonomia (senza cioè linee guida operative o specifiche indicazioni e/o azioni di sperimentazione messe in campo dal MIUR), risulta di un certo interesse conoscere le principali motiva-zioni fornite delle stesse scuole all’avvio di tali attività.
L’esame delle motivazioni rilevate attraverso l’indagine descrive un atteggiamen-to che non cambia nei due cicli d’istruzione e che racconta di una decisa aspira-zione delle scuole: a) a innovare la didattica musicale (83%); b) a mettere a di-sposizione degli studenti una gamma più ampia di possibilità formative in am-bito musicale (83 %); c) a innovare l’offerta formativa nell’amam-bito dell’autono-mia scolastica (64%); d) a valorizzare il potenziale pedagogico delle TD (54%);
e) a rispondere alla richiesta degli utenti (51%)3. A questi risultati cui ora faccia-mo solo cenno dedicherefaccia-mo in seguito maggiore spazio ma, relativamente alle scuole come attori del processo, ci preme sottolineare che la spinta all’avvio del-le esperienze indagate si rivela non essere stata né casuadel-le, né tanto meno una ri-sposta a sollecitazioni e richieste esterne. È stata, invece, un autentico tentativo di vivere ed esplorare la propria vocazione, ovvero, la possibilità di promuovere attraverso l’innovazione didattica e metodologica «il diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, pro-muovono le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiun-gimento del successo formativo» 4.
È questa una scommessa di rilevanza strategica e destinata ad avere sempre mag-giore spazio in contesti educativi deputati a interagire e supportare vertigino-se trasformazioni tecnologiche e modelli di crescita economica e sociale centra-ti sulla presenza di risorse umane capaci di vivere e interpretare creacentra-tivamente e costruttivamente il presente e il futuro possibili.
GLI STUDENTI
Gli studenti come tipologia di attori della nostra indagine costituiscono una ca-tegoria varia e di non univoca definizione. Il loro arco di età va dai 3 a 19 an-ni e abbraccia un percorso scolare che parte dalla scuola dell’infanzia e arriva a quello della secondaria di II grado. Le loro caratteristiche psicofisiche, cognitive, socio-affettive, creative sono estremamente diversificate, così come sono diver-sificati i loro bisogni, interessi, vocazioni, aspettative e il loro più intimo e per-sonale rapporto con l’esperienza musicale. Compito del contesto educativo
for-INTER
malizzato è quello di condividere e di far maturare tutte queste potenzialità nel-le successive fasi scolari.
Un ruolo centrale nel percorso di avvicinamento progressivo a «pratiche» e «sa-peri» è svolto dagli insegnanti chiamati a dare risposta ai bisogni formativi dei loro studenti e a modulare l’azione didattica e le proposte di interventi educativi accogliendo le loro più autentiche vocazioni e potenzialità, creando spazi dedi-cati al loro autogoverno creativo e rispettando il grado di sviluppo dei loro pro-cessi di apprendimento.
In questa relazione intima e costruttiva tra docenti e studenti, proprio nel cam-po dell’insegnamento musicale non cam-poteva non entrare in gioco, finendo per de-terminarne la direzione, il legame «inscindibile» delle giovani generazioni con le tecnologie digitali e la rete.
Il legame dei ragazzi con la musica e la tecnologia è, infatti, in questa fase mol-to profondo. È legamol-to alla metropoli dalla comunicazione, è qualcosa di mate-riale e immatemate-riale al tempo stesso e che si lega perfettamente alla loro esistenza.
Ogni ragazzo ha esperienza dei ritmi, delle pulsazioni, dei prolungamenti del sé e delle alterazioni collegati al rapporto con la tecnologia. Immersi in un universo dominato dai media, riescono a rispondere a stimoli differenti, hanno una sen-sibilità più accentuata, attenta alle differenze timbriche, soniche e anche visive, ai frammenti e ai più piccoli dettagli che compongono un’immagine completa.
Per i ragazzi di oggi l’idea dei processi multipli e dei metodi decentrati e del tut-to naturale. La musica conserva una sua centralità ma il tessutut-to che tiene insie-me il tutto non è «collettivo», coinsie-me in passato, bensì «connettivo».
La dimensione della soggettività è ibrida, basata su interstizi temporalmente de-finiti. Non esiste oggi un evento che modifichi l’identità, ma piccoli frammenti che producono un’identità mobile e viaggiante. Si assiste inoltre a una progres-siva riduzione dello spazio musicale (la musica creata anche nella propria came-ra) che prosegue di pari passo con la virtualizzazione degli strumenti; ma men-tre lo spazio fisico tende ad annullarsi, quello creativo, al contrario, diventa infi-nito, interminabile, assolutamente privo di frontiere e limiti. Con il computer, i software e la vasta gamma dei prolungamenti digitali musicali (playlist persona-li all’interno di iPod, iPad, telefoni cellulari, ecc.) lo spazio della musica invade lo spazio della vita, il suono esce dai luoghi deputati per la produzione ed entra nel loro quotidiano.
Trasformazioni, quelle appena descritte, così significative che la scuola, e in parti-colare gli insegnanti di musica, non potevano non tentare di raccogliere, valorizza-re e valorizza-re-indirizzavalorizza-re, organizzando l’esperienza educativa collegata all’insegnamento della musica in forme più coerenti alle esigenze espressive dei loro studenti e al potenziale dello sviluppo tecnologico di questa epoca. E a nostro avviso è, soprat-tutto, per questa ragione, per rispondere a esigenze creative ed espressive nuove e non più eludibili, che, proprio in questa frontiera dell’innovazione rappresen-tata dal binomio musica e tecnologia, sono proliferate, negli ultimi anni, le
mol-INTER
Proprio i dati del II ciclo più di altri possono essere considerati utili indicatori di una
potenzialità di queste pratiche di ricevere l’attenzione degli studenti
5. I licei musicali e i licei delle scienze sociali sono stati avviati solo nell’anno scolastico 2010-2011, una volta ultimata l’attività di rilevazione collegata all’indagine.
teplici sperimentazioni in campo educativo rilevate attraverso la nostra indagine.
I dati rilevati evidenziano che dei 736.206 alunni presenti nelle 989 scuole che hanno partecipato all’indagine ben 185.525 [Figure 2.5; 2.6; 2.7] hanno speri-mentato l’uso delle TD e della rete nell’educazione musicale.
Questo dato corrisponde con esattezza al 25%, in media, degli studenti presenti in queste istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, un dato di sicuro interes-se e rilevante interes-se visto ancora una volta nell’ordine di attività realizzate sperimen-talmente e nella prospettiva di crescita destinata a caratterizzarlo.
Altri dati di estremo interesse relativi agli studenti sono quelli collegati alla loro distribuzione per tipologia di istituti. Con molta sorpresa scopriamo una vasta presenza di studenti che hanno sperimentato queste pratiche nella scuola dell’in-fanzia con 9.239 piccoli allievi, il 11% dei bambini presenti nelle scuole coinvolte nell’indagine e con 40.645 nella scuola primaria, pari al 18% degli alunni presenti in questa tipologia di istituzione educative che hanno preso parte alla rilevazione.
Non meno interessante è il dato della scuola secondaria di I grado dove i 111.148 studenti che hanno sperimentato il rapporto musica e TD costituiscono il 44%
dei 250.916 studenti presenti nelle stesse scuole.
I dati rilevati nel II ciclo si presentano come non meno rilevanti. In questo ciclo d’istruzione dove la musica era materia curriculare solo negli istituti a indirizzo Socio-psico-pedagogico e nei dieci licei musicali sperimentali autorizzati con DM del MIUR presenti a livello nazionale5, troviamo che nei licei ben 18.196 studen-ti (e cioè il 17% di tutstuden-ti gli studenstuden-ti presenstuden-ti nelle corrispetstuden-tive scuole coinvolte nell’indagine) hanno preso parte ad attività di insegnamento della musica attra-verso le TD. Troviamo ancora 4.938 studenti degli ITI, pari al 9% della presen-za di studenti di questa seconda tipologia di scuole del II ciclo, che hanno parte-cipato alla rilevazione; infine, troviamo il 5% degli alunni presenti negli istituti professionali e l’8% di quelli presenti negli istituti d’arte.
La consistenza percentuale di alunni tra i 13 e i 18 anni che hanno sperimen-tato le pratiche oggetto d’indagine si rivela pertanto rilevante e del tutto ina-spettata [Figure 2.5; 2.6; 2.7]. Gli stessi dati possono essere considerati indica-tori di una tendenza a un approccio alla dimensione creativa, musicale e non, mediata dalle tecnologie digitali soprattutto in quella fascia d’età caratterizza-ta da studenti che sono scaratterizza-tati esposti in tutto il loro ciclo di crescicaratterizza-ta a una stret-ta relazione con la strumenstret-tazione digistret-tale e con le forme di comunicazione proprie dei nuovi media. Una esperienza prolungata che ha ricadute sugli as-setti cognitivi, sulle forme di accesso alla conoscenza e non ultimo sul rappor-to con l’esperienza creativa. Proprio i dati del II ciclo, perciò, più di altri pos-sono essere considerati utili indicatori di una potenzialità di queste pratiche di
INTER
ricevere l’attenzione degli studenti e di poter essere occasione/strumento per l’acquisizione di un «sapere tecnologico» più coerente e adeguato alle richie-ste/necessità dalla società della conoscenza.
▼ Figura 2.5 • Numero di alunni e docenti presenti negli istituti che hanno laboratori e/o attività
Inf. Pri. Sec. I Lic. Tec. Pro. Art. TOT
1) alunni 83.078 219.741 250.916 104.100 54.839 18.223 5.309 736.206
2) docenti 6.779 19.335 20.117 7.568 5.345 1.662 556 61.362
▼ Figura 2.6 • Numero di soggetti coinvolti in attività di educazione musicale svolta con l’ausilio di Tecnologie Digitali in orario obbligatorio e non attività
Inf. Pri. Sec. I Lic. Tec. Pro. Art. TOT
1) alunni 9.239 40.645 111.148 18.196 4.938 921 438 185.525
2) docenti 681 2.571 2.627 693 487 77 16 7.152
3) altro personale 46 121 260 161 176 22 6 792
▼ Figura 2.7 • % di alunni e docenti coinvolti in attività di educazione musicale svolta con l’ausilio di Tecnologie Digitali in orario obbligatorio e non (valori % ottenuti dal confronto tra le figure 2.6 e 2.5)
Inf. Pri. Sec.I Lic. Tec. Pro. Art. TOT
1) alunni 11% 18% 44% 17% 9% 5% 8% 25%
2) docenti 10% 13% 13% 9% 9% 5% 3% 12%
I DOCENTI
L’impegno dei docenti per l’entrata nella scuola italiana di questa ventata inno-vativa è stato determinante e come per ogni autentico tentativo di trasformazio-ne, delle pratiche e dei processi di insegnamento, realizzato nella scuola a par-tire dagli insegnanti non sarà facile, né scontato, descriverne l’effettiva portata.
Partendo dai dati rilevati sono 7.152, il 12% dei 61.362 docenti presenti nel-le scuonel-le che hanno partecipato all’indagine, quelli che hanno promosso, atti-vato e concretamente dato vita ad attività di insegnamento della musica attra-verso l’uso di tecnologie digitali e della rete [Figure 2.5; 2.6; 2.7]. Un piccolo ma determinato esercito di sperimentatori in campo tecnologico, caratteriz-zati tutti da una grande passione per la musica e per le tecnologie, da interes-se autentico per l’innovazione, da esperienze di formazione di bainteres-se molto
dif-INTER
ferenziate e da un desiderio di aggiornarsi e di saper gestire con competenza eautonomia i processi attivati.
La concentrazione della loro presenza è, come rivelano i dati, massima nella scuo-la primaria e secondaria di I grado (13%) ma, non meno significativa, negli isti-tuti tecnici e nei licei dove l’insegnamento della musica non è in ordinamento e pure la loro presenza è pari al 9% [Figure 2.7; 2.8].
▼ Figura 2.8 • % di alunni e docenti coinvolti in attività di educazione musicale svolta con l’ausilio di Tecnologie Digitali in orario obbligatorio e non (valori % ottenuti dal confronto tra le figure 2.6 e 2.5)
Alunni e docenti coinvolti
L’analisi dei dati relativi al profilo professionale degli insegnanti che svolgono le attività di insegnamento della musica attraverso le TD conferma il ritratto appe-na tracciato e rivela a sua volta non poche sorprese.
Scopriamo infatti che mentre nel I ciclo il 90% delle scuole che hanno pre-so parte all’indagine dichiara che questi insegnati pre-sono insegnanti di musica, nel II ciclo la percentuale di scuole che vede impegnati nelle stesse attività in-segnanti di musica si riduce drasticamente al 45%. Essendo inoltre la specifi-ca domanda presente nella scheda d’indagine (3.11 ) soggetta a risposte mul-tiple, il risultato evidenziatosi è che sempre nel II ciclo il 31% di «sperimen-tatori» risultano essere insegnanti di altre discipline ma esperti di informatica musicale, il 14% direttamente insegnati di informatica ed un altro indistin-to 37% risultano essere invece docenti di istituindistin-to che collaborano con esperti esterni [Figure 2.9; 2.10].
È evidente che una articolazione del profilo professionale dei docenti, collegati a queste esperienze, quale quella emersa nel II ciclo descrive, chiaramente, una tendenza e racconta di un universo nascente di docenti appassionati di
tecno-INTER
logie musicali che, in maniera trasversale ai diversi ambiti disciplinari, ne spe-rimenta l’uso a supporto di varie tipologie di progetti educativi.
Un uso di non semplice codifica, dove il binomio musica e tecnologia sembra costituire piuttosto il mezzo che non il fine e che rinvia all’esigenza, sempre più sentita nella scuola, di un incontro con nuovi linguaggi, nuove dimen-sioni cognitive e operative e di un impiego delle tecnologie digitali e della rete pianamente attivo e funzionale a questi bisogni.
Un rapporto che rimane, perciò, caratterizzato da approcci didattici non an-cora leggibili in un coerente quadro pedagogico di riferimento, ma, comun-que, apprezzabili per la spinta alla trasformazione dei processi educativi nella scuola e per questo meritevoli di una maggiore attenzione da parte del sistema.
▼ Figura 2.9 • Profilo professionale degli insegnanti che svolgono attività di insegnamento della musica mediante le TD nei due cicli d’istruzione (valori assoluti e % rispetto al numero di scuole rispondenti ad almeno un item)
I ciclo II ciclo tutte I ciclo II ciclo tutte A) da docenti dell’istituto insegnanti di musica 680 89 769 90% 45% 81%
B) da docenti dell’istituto insegnanti di
informatica 75 28 103 10% 14% 11%
C) da docenti dell’istituto insegnanti di altre discipline, ma esperti di informatica musicale
83 60 143 11% 31% 15%
D) da docenti dell’istituto in collaborazione con
esperti o docenti esterni 138 72 210 18% 37% 22%
E) solo da esperti o docenti esterni 29 44 73 4% 22% 8%
▼ Figura 2.10 • Profilo professionale degli insegnanti che svolgono attività di insegnamento della musica mediante le TD nei due cicli d’istruzione (valori assoluti e % rispetto al numero di scuole rispondenti ad almeno un item)
90%
10%
11%
18%
4%
45%
14%
31%
37%
22%
81%
11%
15%
22%
8%
A
B
C
D
E
I ciclo II ciclo tutte
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
INTER
Nel profilo formativo di questi docenti troviamo una forte presenza di autodidatti con una percentuale che raggiunge il 41,9%
A completamento del quadro sin qui delineato rimane la restituzione e l’analisi dei dati relativi ai percorsi di studio seguiti dai docenti che usano le TD nell’edu-cazione musicale e/o nella realizzazione di progetti educativi collegati alla musica.
Nel profilo formativo di questi docenti troviamo una forte presenza di autodidat-ti con una percentuale che raggiunge il 41,9%. Il 26,6% degli stessi insegnanautodidat-ti ha partecipato a corsi di formazione /aggiornamento promossi /organizzati da istituzioni scolastiche, il 15,8% ha, invece, conseguito un diploma di musica elettronica, il 10% possiede un Diploma o una Laurea con significativa presen-za nel piano di studi di insegnamenti per la conoscenpresen-za e l’uso delle TD musi-cali, il 2,9% ha una Laurea triennale e/o specialistica conseguita presso l’Univer-sità (informatica musicale, scienza del suono, e affini) e un rimanente l’1,6% è in possesso di un Master in ingegneria del suono, sound design e affini (di primo e/o secondo livello). Per un significativo e complessivo 14,1%, gli insegnati sono in possesso di attesati rilasciati da Enti e /o istituzioni private e il 3% della for-mazione risulta essere, invece, attestata da corsi promossi da Enti e/o istituzioni private, Regioni, Comuni e Province [Figura 2.11].
Ancora una volta si presenta un quadro sospeso tra la competenza acquisita in percorsi di studio codificati e dedicati e quella, invece, acquisita in un rapporto quotidiano attivo e dinamico con le pratiche e i saperi tecnologici. Si tratta di un rapporto costruito a partire dal desiderio e dalla necessità, in quanto educatori, di poter essere consapevoli e autorevoli attori nel rapporto con le TD e più in
ge-nei due cicli d’istruzione (valori assoluti e % sul totale delle scuole che hanno risposto all’indagine) Numero
risposte % opzioni disponibili I ciclo II ciclo I ciclo II ciclo
754 76,2% l) come autodidatta… 612 142 78,0% 69,6%
414 41,9% … di cui solo autodidatta (*) 331 83 42,2% 40,7%
263 26,6%
h) Attestato di partecipazione a corsi / aggiornamento promossi / organizzati da istituzioni scolastiche
231 32 29,4% 15,7%
156 15,8%
a) Diploma in musica elettronica, o affini, conseguito presso il Conservatorio (vecchio ordinamento / primo e secondo livello nuovo ordinamento)
117 39 14,9% 19,1%
142 14,4%
i) Attestato di partecipazione a corsi / aggiornamento promossi / organizzati dal MIUR
123 19 15,7% 9,3%
99 10,0%
c) altri Diplomi e Lauree con significativa presenza nel piano di studi di insegnamenti per la conoscenza e l’uso delle TD musicali
74 25 9,4% 12,3%
73 7,4%
g) Attestato di formazione professionale rilasciato da altri Enti e/o Istituzioni private (associazioni disciplinari, accademie, centri di formazione permanente, ecc.)
63 10 8,0% 4,9%
66 6,7%
f) Attestato di formazione professionale rilasciato da istituzioni private (aziende, scuole di musica, ecc.)
48 18 6,1% 8,8%
33 3,3% e) Attestato di formazione professionale
rilasciato da Regioni / Province e/o Comuni 26 7 3,3% 3,4%
29 2,9%
b) Laurea conseguita presso l’Università (informatica musicale, scienza del suono, e affini) (triennale e/o specialistica)
20 9 2,5% 4,4%
16 1,6% d) Master in ingegneria del suono, sound
designing e affini (di primo e/o secondo livello) 10 6 1,3% 2,9%
* Una parte dei 754 che hanno selezionato la voce «l) come autodidatta» hanno selezionato anche altre opzioni. Nella riga suc-cessiva vengono conteggiati solamente quanti hanno selezionato «l)» come unica opzione
INTER
Vanno sottolineati l’interesse, la motivazione e l’impegno, alla
autoformazione e all’aggiornamento messi in campo dagli insegnanti, il più delle volte agiti
e sperimentati individualmente e in assenza di un progetto più ampio nerale con i linguaggi proposti dai nuovi media, in un mondo che ne è pervaso.
Il resto della formazione di base è quella infine acquisita attraverso corsi di aggior-namento e formazione promossi da vari soggetti pubblici e privati, come natura-le compnatura-letamento di percorsi individuali già intrapresi di crescita professionanatura-le e culturale. Anche in questo ambito vanno sottolineati l’interesse, la motivazione e l’impegno, all’autoformazione e all’aggiornamento messi in campo dagli inse-gnanti, il più delle volte agiti e sperimentati individualmente e in assenza di un progetto più ampio, organico e funzionale proposto dal sistema a sostegno della effettiva possibilità/capacità dell’azione formativa di innovare la didattica della musica e incidere, concretamente, sulla qualità dei risultati educativi conseguiti quotidianamente dagli studenti.