? 4) scelta dei processi operativi che ci possono fornire informazion
LEGISLAZIONE NAZIONALE
5.3 La determinazione delle potenzialità dei miglioramenti tecnologic
6.2.5 La definizione degli Archetipi e degli abachi delle strutture
6.2.5.3 Gli attributi degli Archetip
Di seguito si esporranno gli attributi che definiscono gli archetipi, specificandone il formato che il dato avrà nel data base, la fonte e l’uso all’interno della procedura del calcolo
Archetype ID (string): una stringa che identifica univocamente l’archetype (chiave) nell’area oggetto di studio, potrà essere ad esempio un numero o una sigla. Tale chiave verrà spesso usata nei tools per richiamare di volta in volta i dati per il calcolo contenuti nel data base.
Periodo di costruzione (string): si tratta del periodo in cui con estrema probabilità l’edifico è stato costruito o fortemente ristrutturato, il dato sarà utilizzato per combinare le informazioni presenti negli abachi delle strutture edilizie con quelle degli archetipi al fine di effettuare il calcolo.
Tali periodi sono articolati combinando la suddivisione che viene proposta all’interno dei dati ISTAT del Censimento della Popolazione e delle Abitazioni con le date di entrata in vigore delle leggi italiane riguardo le prestazioni termiche degli edifici. Il riferimento al Censimento è funzionale a rendere confrontabili i risultati della metodologia proposta con i dati ISTAT ed è particolarmente efficace per classificare gli edifici costruiti prima delle emissione delle leggi sul risparmio energetico. Tale articolazione viene inoltre richiamata anche negli abachi della norma per la determinazione delle caratteristiche fisiche degli elementi costruttivi nel calcolo “standard”. Il riferimento alla normativa è funzionale a definire, in assenza di informazioni specifiche, quali siano le prestazioni termiche minime degli elementi edilizi. Per il decennio 1972 e 1981 si preferito utilizzare la definizione ISTAT: le specifiche della 373 non erano particolarmente restrittive ed i materiali isolanti utilizzati allora attualmente hanno sicuramente perso buona parte delle loro caratteristiche fisiche, perciò gli edifici costruiti in quel decennio verranno considerati privi di isolamento termico come per gli anni precedenti. La legge 373, per quanto introducesse alcuni moderni concetti (il rendimento del sistema edificio-impianto, i gradi giorno, le zone climatiche) apponeva prescrizioni piuttosto blande da cui la sua efficacia, soprattutto nell’Italia del sud, fu molto limitata e variabile: perciò per definire il grado di isolamento delle strutture costruite tra il 1981 ed il 1991 sarà necessario basarsi sulla conoscenza esperta degli operatori locali del settore. La prima effettiva legge italiana sul risparmio energetico fu del 1991 e rimase in vigore fino al 2005, gli edifici costruiti in questi anni presentano strutture edilizie generalmente isolate, sono caratterizzati da buone caratteristiche di efficienza energetica costanti dipendenti essenzialmente dalla zona climatica in cui è ubicato. Dopo il 2005 i limiti di
trasmittanza dell’involucro e di efficienza energetica dell’edificio sono determinabili, con buona approssimazione seguendo le prescrizioni apposte dai decreti attuativi successivi.
Periodi Istat Normative italiane Periodi proposti Isolamento delle strutture
Prima del 1919 No regulation Prima del 1919 assente
tra il 1919 e il 1945 No regulation tra il 1919 e il 1945 assente tra il 1946 e il 1961 No regulation tra il 1946 e il 1961 assente Tra il 1962 e il 1971 No regulation Tra il 1962 e il 1971 assente Tra il 1972 e il 1981 Legge n°373/1976 Tra il 1972 e il 1981 assente tra il 1982 e il 1991 Legge n°373/1976 tra il 1982 e il 1991 Poco isolate dopo il 1991 Legge n°10/1991 tra 1991 e il 2005 Mediamente isolate
D. LGS. 192/2005 Dopo il 2005 Fortemente isolate
Tab n°6.3 intervalli temporali per la determinazione delle prestazioni delle strutture
Descrizione (string): sintetica descrizione del tipo di edificio a cui l’archetipo si riferisce; a questo attributo potrebbero anche essere aggiunti nel data base foto o schemi grafici esemplificativi dell’archetipo. Tale attributo non ha una funzione specifica nel calcolo ma è utile alla descrizione ed alla rappresentazione dell’informazione riguardo al contesto.
Altezza media dell’interpiano (Dbl): Altezza media dell’interpiano [m] considerando anche lo spessore del solaio; l’attributo verrà utilizzato, insieme all’input del numero di piani, per calcolare l’altezza dell’edificio da cui deriveranno le superfici disperdenti ed i volumi. Questo dato è anche un parametro di input per il software semplificato DOCET
Main glazing ratio (DBl): il rapporto tra la superficie finestrata (tutto il vano) e la superficie della facciata in considerazione; per facciata principale si intende una superficie verticale che delimita l’edificio a contatto con l’esterno per tutta l’altezza (facciate sulle strade o sui retro degli edifici).
Secondary glazing ratio(Dbl): il rapporto tra la superficie finestrata (tutto il vano) e la superficie della facciata in considerazione; per facciata secondaria si intende una superficie verticale che delimita l’edificio che per una parte della sua l’altezza non è esterna (le facciate laterali degli edifici).
Questi valori sono stati determinati in maniera speditiva tramite la raccolta di dati desumibili da una serie di fotografie scattate durante il sopralluogo nell’area di studio; uno studio approfondito delle tipologie edilizie può migliorare notevolmente l’accuratezza e la verosimiglianza del dato. Si è scelto di definire due rapporti perché in ambito urbano sovente le facciate degli edifici a contatto con gli altri immobili non presentano finestratura o ne presentano una quantità molto minore rispetto alla facciata su strada ed a quella sul retro. Naturalmente in base a questo valore verranno determinate le superfici finestrate degli
edifici da cui largamente dipende il guadagno solare e la perdita di calore per trasmissione; anche DOCET permette di determinare la superficie finestrata inserendo un rapporto al posto dell’ effettiva dimensione della finestra.
Stairs L: la lunghezza [m] del perimetro del vano scala a contatto con il volume riscaldato
Stairs bx: è il fattore di correzione per lo scambio termico verso ambienti non riscaldati (prospetto 5, UNI 11300-1).
Si possono legare le forme dei vani scala alla tipologia edilizia ed all’anno di costruzione ma per effettuare questo studio si dovrebbe accedere ad una sufficiente quantità di planimetrie interne degli edifici al fine di definire una regola. Nell’esempio sviluppato il perimetro è stato valutato in maniera standard per ogni edificio che avesse un vano scala, mentre il coefficiente bx è stato ipotizzato dall’osservazione delle facciate degli edifici, che spesso fanno intuire la presenza del vano scala, in base ai sopralluoghi effettuati e prendendo spunto da alcune distribuzioni planimetriche tipiche recuperate in letteratura.
Il Software DOCET, nella sua modalità di certificazione per edificio, effettua ipotesi circa le dimensioni del vano scala; il parametro ha una influenza non trascurabile nel calcolo in quanto, oltre che influire sulle superfici disperdenti, pesa notevolmente sulla superficie utile dell’edificio che determina in larga parte la prestazione unitaria al mq dell’immobile soprattutto negli edifici con una dimensione planimetrica limitata.
Fov angle (Dbl): angolo di ostruzione per aggetti orizzontali, così come definito dalla norma (fig. n°6.4 a) Ffin angle (Dbl): angolo di ostruzione per aggetti verticali, così come definito dalla norma (fig. n°6.4 b) Tali angoli permettono sono il valori di input per utilizzare i prospetti semplificati della norma (prospetti D2 e D2, UNI 11300-1) per la valutazione del fattore di ombreggiatura utile al calcolo dell’Irraggiamento solare nelle superfici verticali trasparenti ed opache (Punti 5.3 e 14 della UNI 11300-1). Questo dato di ingresso può essere affinato notevolmente con uno studio dettagliato delle tipologie, rispetto alla presenza e alla dimensione di balconate o schermature verticali. DOCET permette di inserire solo il parametro Fov che assumerà il valore standard di 10°.
Cm (short integer): si tratta della capacità termica per unità di superficie dell’involucro [kJ/(mq*K)]; tale valore, fondamentale per il calcolo della costante di tempo termica (punto 15.1 UNI 11300 e 12.2.1.3 UNI EN ISO 1379:2008) può essere riconosciuto speditivamente dal prospetto 16 della norma (fig. n°6.5). Nell’archetipo verrà inserito semplicemente un numero da 1 a 21 che individua le righe della tabella; l’assegnazione del valore in base al numero di piani verrà effettuata nel tool C51.
Fig. n° 6.4 angoli di ostruzione per aggetti verticali ed orizzontali (UNI 11300 parte 1)
Fig. n° 6.5 Prospetto 16 della UNI 11300 parte 1