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? 4) scelta dei processi operativi che ci possono fornire informazion

LEGISLAZIONE NAZIONALE

5.3 La determinazione delle potenzialità dei miglioramenti tecnologic

6.2.4 La carta di base

La carta di base (baseMAP) dovrà rappresentare l’ambito urbano assumendo come sua unità minima l’edificio; si tratterà quindi di una mappa georeferenziata (formato SHP) dei perimetri degli edifici, dai quali, come si vedrà in seguito, si potranno ricavare le caratteristiche geometriche delle superfici disperdenti e dei volumi riscaldati. La baseMAP sarà anche il riferimento per la visualizzazione dei risultati dei calcoli e grazie al formato SHP potrà essere facilmente impiegata per letture incrociate con altri tematismi territoriali.

La cartografia topografica (aereofoto, ortofoto ..), per quanto dettagliata, può fornire informazioni solo sulla geometria e l’aspetto esterno degli edifici ma non possiede le informazioni relative alla proprietà degli edifici: ossia non fornisce informazioni circa il numero di unità immobiliari presenti, la loro destinazione d’uso ed i limiti fisici degli edifici che non siano visibili dall’esterno. Il censimento ISTAT contiene alcune

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Si fa riferimento alla presenza di un amministratore del condominio, figura incaricata a gestire le parti comuni dell’immobile obbligatoria per condomini di più di 3 proprietari (capo II del titolo VII del terzo libro del codice civile)

informazioni al riguardo, ma queste sono riferite a gruppi di edifici, perciò non hanno la precisione necessaria al nostro studio; mentre il data base catastale sembra possedere la scala utile alla metodologia in quanto fornisce informazioni sulla proprietà con il riferimento al singolo edificio.

La cartografia catastale (nella Mappa Urbana) contiene l’informazione spaziale del perimetro degli edifici e fornisce altri dati importanti per il calcolo quali la superficie utile, il numero di unità abitative, ed il tipo di attività presente. Come abbiamo discusso precedentemente, il data base catastale, seppur teoricamente molto preciso, può essere fonte di errori sia nei dati geometrici che negli attributi alfanumerici: sarà quindi sempre necessario costruire la “carta di base” verificando i dati da più fonti. Una precisa definizione delle metodologie per ricavare i dati geometrici di ingresso non può essere effettuata in questa sede perché la qualità della cartografia e dei dati disponibili differisce da città in città e perciò dipende fortemente dal contesto preso in esame. Si possono però definire le informazioni minime necessarie per impostare il calcolo in ambiente GIS, partendo da dati attualmente disponibili con copertura nazionale. Questa ipotesi di partenza ci permette di impostare una metodologia che possa funzionare anche nel “caso peggiore”, ossia nel caso non siano disponibili dati cartografici più raffinati. Nel caso siano disponibili dati più dettagliati, la precisa definizione dei dati minimi di input del calcolo e la struttura aperta dei toolset, garantita dallo sviluppo in ambiente ESRI Model Builder, permetteranno una semplice implementazione dei dati nella procedura di calcolo.

Assumendo quindi che l’unità di riferimento per il calcolo è l’edificio, sarà necessario che la carta di base contenga almeno le seguenti informazioni: il perimetro esterno dell’edificio, le quote di base ed alla gronda, il numero di unità immobiliari presenti ed un codice identificativo univoco per ogni edificio (tab. n°6.1). Il codice identificativo univoco dell’edificio è particolarmente importante perché sarà fondamentale per il funzionamento dei toolset proposti; naturalmente la metodologia potrebbe funzionare con un codice qualunque, ma si propone l’identificativo della particella catastale in modo da poterlo utilizzare per procedure di aggiornamento dei dati o per letture incrociate con altri data base territoriali.

Il perimetro dell’edificio è il parametro che definisce il riferimento spaziale, maggiore è la precisione con il quale questo viene fornito e maggiore sarà l’accuratezza dei risultati del calcolo. Utilizzando il perimetro e le quote di base e di gronda dell’edificio si otterranno le superfici disperdenti con i loro rispettivo orientamento, i volumi ed anche i parametri di ombreggiamento.

La quota di base, se non disponibile, potrà essere ottenuta dalla cartografia tecnica regionale tramite l’uso di alcuni algoritmi presenti in ambiente GIS8; mentre, salvo cartografie di dettaglio, la quota alla gronda, dovrà essere ottenuta inserendo manualmente il numero di piani dell’edificio e moltiplicando tale numero

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Prendendo ad esempio il software ArcGIS 10, i passaggi possono essere: trasformazione delle linee di livello in Raster (3D Analyst Tools /Raster interpolation/Topo to Raster); trasformazione del raster in uno SHP puntuale (3D Analyst Tools/ Conversion Tools/Raster to Point); Join spaziale tra lo SHP puntuale e l’identificativo di ogni edificio (Analysis Tools/Overlay/Spatial Join); Media di tutti i valori di quota afferenti ad ogni edificio (Analysis Tools/Statistics/Summary Statistics)

per l’altezza tipica dell’interpiano. Le cartografie tecniche regionali possiedono un dato di altezza alla gronda ma nel caso della Cartografia Tecnica della Regione Sardegna la scala (1:10.000) non ha il dettaglio necessario ad esplicitare le differenze tra i singoli edifici in un contesto urbano denso9.

Il numero di unità abitative di ogni edificio può essere ricavato dal Data Base Catastale: tale parametro sarà utile ad impostare il calcolo proposto dalla norma ed avrà una certa importanza anche nello studio degli scenari progettuali; inoltre gli usi delle unità immobiliari saranno utili a riconoscere gli edifici da eliminare dal calcolo.

Dal data base catastale è possibile estrarre, per le sole unità immobiliari dedicate alla residenza, anche il dato della Superficie Utile al netto della tramezzatura interna. Tale informazione, desunta dai dati inseriti durante le procedure di accatastamento degli immobili, viene utilizzata per un controllo incrociato sulle dichiarazioni rese per il pagamento della Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani (TARSU). Tale dato potrebbe essere utile per definire la superficie utile dell’edificio richiesta tra i parametri del calcolo, ma essendo fornita per le sole unità abitative spesso non è coerente con i volumi calcolati utilizzando i perimetri degli edifici, perciò, anche per effettuare il calcolo in modo che produca risultati confrontabili con quelli della norma, si è preferito utilizzare le procedure fornite dalla stessa norma per la stima della superficie utile ed i volumi riscaldati partendo da quelli lordi calcolabili dalla cartografia. La non coerenza dei dati relativi alla superfici utili (ed anche quelle lorde) riscontrabili nel data base catastale e quelli calcolati dai perimetri della Mappa Urbana evidenzia che tali perimetri non rispondono pienamente alla definizione di edificio da noi assunta: il perimetro è il limite esterno delle murature esterne o la mezzeria per quelle interne, ma da una parte non da informazioni qualora siano presenti unità abitative interrate o seminterrati e dall’altra spesso ricomprende in tale perimetro anche vani adibiti a funzioni non residenziali quali autorimesse o attività commerciali. Quindi, la metodologia effettua l’ulteriore assunzione di considerare come unità minima di calcolo il perimetro dell’edificio preso dalla Mappa Urbana del Catasto eventualmente raffinato con cartografia più dettagliata.

Lo studio approfondito dei dati di input ottimali per questo tipo di analisi è sicuramente uno dei campi di ricerca che questo lavoro mette in evidenza.

Il calcolo ha inoltre bisogno di un’altra mappa che rappresenti il contesto in cui si trova l’area di studio: ossia partendo dal presupposto che l’area di studio sia una parte di città, sarà necessario avere una cartografia più estesa con anche gli elementi che possono creare ombreggiature sugli edifici del margine dell’area. In altre parole sono necessari anche i poligoni georeferenziati dei corpi edilizi presenti nelle aree

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Tale affermazione è molto pessimistica perché quasi tutte le amministrazioni comunali possiedono della cartografia digitale di dettaglio del centro abitato (1:5000-1:2000) utilizzata generalmente per l’elaborazione dei Piani Regolatori Generali. Nel nostro lavoro si partirà dal livello minimo di accuratezza del dato in modo da utilizzare la metodologia nel “caso peggiore”: una miglior dettaglio dei dati di partenza porterà semplificazioni riguardo ai dati di input e stime più verosimili.

contigue all’area di studio. In questo caso però il dettaglio richiesto alla cartografia è più basso e di natura prettamente geometrica in quanto verrà utilizzato solo per il calcolo del grado di ombreggiamento delle superfici verticali degli edifici: si potrà, in linea generale, utilizzare la Cartografia Tecnica Regionale (scala 10.000 o 1:5.000) che possieda i dati delle altezze alla gronda (tab n° 6.2). La “context MAP” vera e propria che verrà utilizzata per il calcolo del fattore di ombreggiamento conterrà i dati geometrici degli edifici di margine e quelli della “base MAP”.

informazione Possibile fonte note

O b b li g a to ri

Perimetro georeferenziato del perimetro dell’edificio (formato vettoriale)

Mappa Urbana Catastale implementata da cartografie di maggiore precisione

Il poligono rappresenta i confini fisici e gestionali dell’edificio

Codice identificativo univoco dell’edificio

Un codice univoco, si propone l’uso dell’identificativo della particella catastale

Il codice univoco è fondamentale nelle operazioni di calcolo.

L’uso dell’identificativo catastale facilita la connessione tra dati di origine diversa Numero di Unità immobiliari

(residenziali e non) presenti nell’edificio.

Data Base catastale delle unità immobiliari riferibile agli edifici grazie all’identificativo della particella

Questo dato è un parametro utile sia in alcune fasi del calcolo della Norma che per la definizione delle ipotesi di progetto Quota sul livello del mare della

base dell’edificio

Carta Tecnica Regionale o altre più dettagliate

La precisione delle carte 1:10.000 è sufficiente per questo dato.

N o n O b b li g a to ri

Quota sul livello del mare alla

gronda dell’edificio (non

obbligatoria)

Cartografie di dettaglio maggiore della CTR se disponibili

La precisione delle carte 1:10.000 non è sufficiente per questo dato, nel caso manchi si otterrà moltiplicando l’altezza media dei piani per i numero degli stessi Usi delle unità immobiliari (non

obbligatorio)

Data Base catastale delle unità immobiliari riferibile agli edifici grazie all’identificativo della particella

Si tratta dei gruppi e delle categorie catastali

Superficie Utile residenziale (non obbligatoria)

Data Base catastale delle unità immobiliari riferibile agli edifici grazie all’identificativo della particella

Per le unità immobiliari dedicate a residenza è presente il dato di superficie utile dichiarato per il pagamento della TARSU

Superficie lorda (non obbligatoria) Data Base catastale delle unità immobiliari riferibile agli edifici grazie all’identificativo della particella Tab n°6.1 dati minimi che definiscono la baseMAP

informazione Possibile fonte note

o b b li g at o ri

Perimetro georeferenziato del volume che crea ombreggiamento (formato vettoriale)

Carta Tecnica Regionale o altre più dettagliate

In questo caso si tratta solo di caratteristiche geometriche Codice identificativo univoco del poligono Un codice univoco qualunque Il codice è funzionale alle

operazioni di calcolo del fattore di ombreggiamento

Quota sul livello del mare alla gronda dell’edificio Carta Tecnica Regionale o altre più dettagliate

La precisione delle carte 1:10.000 è sufficiente per questo dato.