? 4) scelta dei processi operativi che ci possono fornire informazion
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFIC
4 II contesto teorico della ricerca
4.1 Definizione degli obiettivi della ricerca
4.2.2 I contenuti dei Piani Energetici Comunali (PEC)
Riportando a sommi capi quanto specificato dalle suddette guide, Il Piano Energetico Comunale (PEC) o, nella accezione più usata attualmente per sottolineare la rinnovata valenza ambientale dello strumento, il Piano Energetico Ambientale Comunale (PEAC) si struttura in una parte di analisi ed in una parte propositiva, relazionandosi con gli strumenti di pianificazione energetica sovra ordinati, regionale e provinciale, sia per quanto riguarda le linee guida programmatiche, che per la stretta interrelazione con i piani di settore come, ad esempio, i piani dei trasporti e dei rifiuti (GERUNDO 2009, ASDRUBALI, 2003). Perciò un PEAC sarà costituito da una prima parte di analisi, molto corposa, dove si cercherà sia di esplicitare la struttura ed i processi caratteristici del sistema energetico-ambientale-territoriale (per vettori, per settori, per usi finali, per aree territoriali, …) che di prevedere possibili scenari futuri su cui progettare gli interventi.
La seconda parte, più propositiva del piano, sviluppa misure concrete attivabili nei diversi settori di intervento per definire un Piano d’Azione.
In linea generale gli obiettivi di un PEAC possono essere così riassunti (ENEA, ACEA/CISPEL 1997): • razionalizzazione dei consumi;
• diversificazione delle fonti tradizionali e sostituzione delle fonti convenzionali con fonti rinnovabili; • utilizzazione di disponibilità energetiche locali, di servizi energetici locali, di tecnologie energetiche prodotte localmente, di competenze energetiche locali;
• limitazione di infrastrutture energetiche, inquinamento ambientale, usi energetici non compatibili con la politica di gestione del territorio;
• sostegno alla creazione di servizi energetici locali, di nuova occupazione o conversione di occupazione preesistente, alle politiche energetiche regionali, nazionali e comunitarie, ad altra pianificazione comunale, alla domanda di altri servizi collegati agli usi energetici.
A questi obiettivi spesso, in un’ottica di integrazione con i vari strumenti di gestione del territorio in chiave sostenibile, si aggiungono obiettivi di natura più tipicamente ambientale ma relazionati con lo sviluppo delle fonti rinnovabili o il risparmio energetico quali: il contenimento del consumo del suolo, per limitare la domanda di trasporto; il mantenimento della permeabilità dei suoli e della copertura vegetazione, per limitare il fenomeno dell’isola del calore, la tutela dei paesaggi e dei beni culturali, per dare una regolamentazione alla realizzazione degli impianti di produzione da FER.
L’attività di analisi consiste nella definizione di un Bilancio Energetico Comunale (BEC) che rappresenta un quadro di sintesi del sistema energetico riferito ad un determinato periodo di tempo (uno o due anni) dal quale è possibile dedurre la quantità e la tipologia di energia prodotta, reperita, trasformata e consumata nel territorio comunale (ASDRUBALI, 2003). Esso definirà in maniera processuale lo stato del sistema energetico (consumi, risorse, flussi, rischi) fornendo indicazioni sulla sua evoluzione storica il suo stato attuale e i sui possibili sviluppi futuri a breve e medio termine. Sulla base di ciò si potranno individuare i settori strategici definendone le tendenze e le relative priorità di intervento con particolare riferimento alle energie rinnovabili per le quali dovrà esserne analizzato il potenziale tecnico (COIANTE, 2006).
Le varie metodologie sviluppate da ENEA , ACEA/CISPEL ed altri Istituti di ricerca nazionali propongono alcuni indicatori per la quantificazione dei flussi che possono essere raggruppati in grandi categorie:
o indicatori di consumo/domanda finale di energia, es. consumi pro-capite, totali e per fonte;
o indicatori di carattere settoriale, consumi totali e per fonte, in un determinato settore, divisi per il numero di addetti, il valore aggiunto, le superfici impegnate;
o indicatori di prestazione delle tecnologie energetiche: esprimono l'efficienza delle tecnologie di trasformazione impiegate: rendimenti termodinamici delle tecnologie di trasformazione;
o indicatori di efficienza del sistema energetico: esprimono il livello complessivo di efficienza energetica del sistema urbano articolato nei suoi settori: energia consumata per il trasporto: per passeggero, per km, ecc.;
o indicatori di prestazione economico–finanziaria: vengono impiegati nella valutazione economica e finanziaria degli interventi ipotizzati.
Il cuore del BEC consiste nello studio della domanda energetica per vettore e per settore e nell’analisi della produzione energetica locale, ovvero dell’offerta, in base ai quali successivamente si potranno quantificare
gli impatti sul clima attraverso la definizione del bilancio complessivo delle emissioni di CO2. La definizione di tali bilanci in realtà consisterà principalmente nell’impostare correttamente le attività per l’acquisizione dei dati secondo precise fasi (CARDINALETTI , 2009): mappatura dei dati necessari in funzione dei settori strategici individuati; individuazione dei depositari dei dati nel panorama particolarmente frammentato dei piccoli sistemi informativi delle agenzie di servizi comunali o dei grandi data base nazionali; messa a punto di questionari, o altri sistemi di raccolta dei dati, a completamento o sostituzione di quanto già disponibile a livello territoriale; elaborazione ed analisi dei dati raccolti al fine di evidenziare i punti di forza di debolezza e le potenziali risorse e minacce dei vari settori. In caso però alcuni dati non siano disponibili direttamente, in quanto non conservati in nessun data base e non conoscibili facilmente dalla cittadinanza, come per esempio i fabbisogni netti degli edifici, si potranno utilizzare metodi per acquisire dati indiretti, dove il dato di interesse è in realtà derivato dagli altri disponibili (fig. n°4.3). Integrando le due metodologie di acquisizione dei dati (fig. n°3) si potrà strutturare conveniente il BEC al fine costruire la conoscenza necessaria alla definizione delle proposte del piano, ossia del Piano d’Azione.
Procedura diretta:
acquisizione dei dati direttamente dalla fonte
Procedura indiretta:
dati ricavati dalla manipolazione di altri disponibili
Acquisizione flusso dei consumi attraverso compagnie che forniscono i servizi energetici ed idrici.
Acquisizione dati sui consumi energetici direttamente delle bollette delle utenze.
Sopralluoghi e ispezioni visive per acquisire dati relativi agli edifici e agli impianti.
Somministrazione di questionari mirati agli utenti per raccogliere informazioni sui dati termici ed elettrici delle utenze, sul periodo di funzionamento degli impianti e sull’epoca di costruzione dei vari edifici e/o impianti. Metodi innovativi per l’acquisizione dei dati: city sensing, LIDAR, ..
Utilizzo del GIS (Geographical Information System) per ottenere informazioni sulle caratteristiche spaziali del territorio e sulle caratteristiche geometriche degli edifici, sulla loro ubicazione nel territorio e sulla loro destinazione d’uso.
Utilizzo di dati catastali, da cui si può ricavare sia la destinazione d’uso dell’area e/o altre informazioni importanti relative all’edificato.
Utilizzo software di simulazione e modelli matematici per sopperire alla mancanza dei dati di consumo.
….
Fig. n° 4.3, alcuni metodi di acquisizione diretta ed indiretta dei dati (adattato da Manuale EASY, 2009)
Fig. n°4.4, Processo di raccolta dei dati energetici (Manuale EASY, 2009)
In generale, l’analisi di un BEC si basa sull’acquisizione di dati e informazioni relativi ai consumi di energia fornita all’utenza da reti urbane (energia elettrica, teleriscaldamento e gas) e ai consumi di fonti non da rete (prodotti petroliferi e combustibili solidi). I primi sono normalmente ottenibili dai tabulati delle concessionarie del pubblico servizio o delle aziende municipalizzate o speciali che forniscono il servizio; i
secondi dall’Ufficio Tecnico di Finanza dipendente dal Ministero delle Finanze, dai distributori di carburante, dai depositi urbani e provinciali delle società petrolifere e dai grossisti.
Queste informazioni di solito sono ripartite con il seguente criterio:
per vettori: energia elettrica; combustibili per autotrazione; gas naturale; gasolio; GPL e olio combustibile; per settori: civile (terziario, domestico, Pubblica Amministrazione); trasporti; industria e agricoltura.
In generale, quindi, le informazione relative ai consumi del patrimonio edificato sono prive di riferimento spaziale e a volte sono disponibili solo per gli edifici e le utenze di competenza comunale (scuole, uffici, illuminazione, rifiuti). Tra i PEC analizzati per questo studio solo quello di Modena riesce a dare una specificazione spaziale ai consumi rilevati nel territorio comunale impostando uno strumento GIS che utilizza il numero civico come riferimento (fig. n°4.5).
Comune data piano
metodologia per la determinazione del
fabbisogno energetico degli edifici Dimensione spaziale
Melegnano* 2004 dati relativi solo agli edifici ed alle utenze
comunali Monza Massa Forlì Brescia Collesalvetti Massa Piacenza Salerno 2006 2008 2006 2002 2004 2008 2008 2009
dati disaggregati per tipo di vettore energetico e settore, ricavati dalle vendite di metano, gas, elettricità e dai sistemi a gestione comunale come il
teleriscaldamento o le reti del GAS di città
dati aggregati a livello comunale
Modena 2007 dati disaggregati per tipo di vettore energetico per settore, ricavati dalle vendite di metano, gas, elettricità e dai sistemi a gestione comunale come il teleriscaldamento o le reti del GAS di città
dati georeferenziati con il numero civico
rappresentazione per lotto urbanistico
* Melegnano è un piccolo comune al di sotto di 50.000 abitanti
Fig. n°4.5, la dimensione spaziale nelle metodologie per la determinazione del fabbisogno energetico degli edifici in alcuni PEAC
Dopo aver definito sia lo Stato Attuale che i possibili scenari futuri senza interventi, si formulerà il Piano d'Azione che conterrà una combinazione di misure in grado di perseguire gli obiettivi del piano, dovrà integrarsi con le altre strategie di sviluppo e pianificazione urbana e di settore e, quando possibile, dovrà trovare attuazione anche attraverso strumenti di cui l’Amministrazione Comunale già dispone(ASDRUBALI 2004)4. Tuttavia ad oggi il sistema della pianificazione è del tutto privo di strumenti di recepimento di
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Per esempio la Normativa Urbanistica (Norme Tecniche di Attuazione del PRG, Regolamento Edilizio, Piani di Riqualificazione Urbana..) ed altri atti amministrativi di programmazione delle opere pubbliche o di fornitura dei servizi, (Capitolati Speciali di Oneri per le gare di appalto pubbliche per ristrutturazioni edilizie e servizi energetici, Convenzioni o Contratti di Servizio).
obiettivi di trasformazione insediativa con finalità di miglioramento energetico – ambientale (OMBUEN 2008).
Perciò il Piano d’Azione dovrà indicare le modalità di gestione della fase attuativa individuando con precisione tutti gli operatori coinvolti con le relative competenze, gli strumenti normativi, tecnici e finanziari necessari e i metodi per la valutazione ed il monitoraggio degli effetti del piano.
L’attuazione del PEAC si configura quindi come un processo particolarmente complesso per l’integrazione tra i vari strumenti di governo del territorio riferiti alla pluralità di settori strategici coinvolti, dove il contributo degli attori forti locali e della cittadinanza giocano un ruolo fondamentale. Questi infatti sono chiamati a partecipare al processo di formazione del piano fin dalle sue prime fasi, per fornire la conoscenza necessaria alla definizione del BEC. Le azioni stesse del piano non possono prescindere da una accurata mappatura degli stakeholder in quanto questi ne costituiscono i principali attuatori e destinatari. Perciò i contributi più recenti danno un forte spazio alla definizione di metodi e strategie per favorire il processo partecipativo che accompagna la redazione del piano e per individuare con precisione gli interessi e il grado di coinvolgimento degli stakeholder.
La guida del progetto EASY (2009) propone una mappatura degli stakeholder5 secondo alcune macro categorie (tab. n°3) per le quali sarà necessario identificare delle azioni specifiche di coinvolgimento in base al grado di influenza nella decisione e grado di interesse.
Macro categorie esemplificative
a. gli enti locali territoriali (Regioni, Province, Comuni, Comunità Montane, etc.)
b. le agenzie funzionali (Consorzi, Camere di commercio, Agenzie per il risparmio energetico, Centri di ricerca, etc.)
c. le organizzazioni private (imprese, fornitori di servizi energetici,etc.) d. le istituzioni formative (scuole, università, etc.)
e. i gruppi organizzati (associazioni di categoria, associazioni ambientali, consumatori, etc.) f. la comunità locale (organizzazioni di cittadini e singoli cittadini).
Fig. n°4.6. esempio di stakeholder (Manuale EASY, 2009)
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l’insieme dei soggetti interessati all’attivita di un ente, di un’organizzazione, di un territorio e in grado, direttamente o indirettamente, di influenzarne gli esiti e i risultati.