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2.2 Il finanziamento pubblico

2.2.2 Attuali politiche cultural

Il 3 ottobre 2013 è stato approvato definitivamente dalla Camera il decreto-legge 91/2013, meglio noto come decreto Valore-Cultura, e la legge di conversione (L.112/2013) è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale l'8 ottobre 2013.

Tale decreto dispone provvedimenti per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale nazionale, con particolare riferimento a Pompei e alla sua area archeologica, quella di Ercolano e di Torre Annunziata. Regola disposizioni per il rilancio del cinema, delle attività musicali e dello spettacolo dal vivo. In particolar modo prevede la conferma del tax credit per il cinema e la musica, e piani di risanamento per le fondazioni lirico-sinfoniche. Inoltre, contempla interventi per assicurare risorse al sistema dei beni e delle attività culturali.

Gli interventi di maggior rilievo sono quelli relativi a autorizzazioni di spesa. Esse riguardano principalmente i lavori relativi ai Nuovi Uffizi di Firenze, al Museo Nazionale dell'ebraismo e della Shoah di Ferrara, al restauro del Mausoleo di Augusto in Roma; la tutela dei siti inseriti nel patrimonio UNESCO in provincia di Ragusa e di tutti i beni culturali che si trovano in situazioni

di pericolo; il funzionamento del Museo tattile statale Omero di Ancona e della Fondazione MAXXI di Roma.

È poi previsto un programma straordinario per la digitalizzazione del patrimonio culturale italiano ed è stata annunciata un'autorizzazione di spesa per il Centro Pio Rajna di Roma, per sostenere l'informatizzazione della Bibliografia generale della lingua e della letteratura italiana. I giovani sono al centro di questo programma: il MiBACT avvierà un concorso per la selezione di 500 giovani che opereranno per la digitalizzazione del patrimonio. Altri ne verranno impiegati per il piano strategico di sviluppo delle aree di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, nonché nelle due Soprintendenze che verranno a crearsi, grazie al fondo Mille giovani per la cultura.

Infine, il decreto legge prevede l'assegnazione di immobili di proprietà statale a giovani artisti italiani e stranieri che potranno così ricavarvi degli studi personali. Tale proposito è volto ad alimentare un costante confronto culturale e la realizzazione di spazi volti alla produzione di arte contemporanea.

Importanti risvolti si hanno, inoltre, nello Spettacolo dal vivo, in particolare per ciò che riguarda le fondazioni lirico-sinfoniche. É infatti previsto un piano di emergenza per quelle che versano in particolari situazioni di difficoltà economico-patrimoniale. Verrà nominato un commissario straordinario del Governo cui le fondazioni dovranno presentare il proprio piano di risanamento. Il decreto prevede anche la possibilità di concedere finanziamenti a valere su un fondo di rotazione, appositamente istituito, con una dotazione iniziale di 75 milioni di euro per il 2014 e anticipazioni finanziarie, già per il 2013, per quelle fondazioni con una situazione finanziaria tale da comprometterne addirittura la normale gestione ordinaria. È, infatti, da tempo nota la particolare situazione di ristrettezza economica in cui si trovano molte fondazioni. Tuttavia, a volte accade che in situazioni di questo genere si abbiano idee brillanti in grado di contribuire al risanamento dell’ente. Questo è il caso, ad esempio, della fondazione dell’Orchestra Giuseppe Verdi di Milano. La fondazione è controllata da enti pubblici e privati, è finanziata da fondi pubblici e, fortunatamente, gli introiti provenienti da attività di autofinanziamento sono in crescita. Inoltre, la fondazione possiede il 100% di una società immobiliare a sua volta proprietaria dell’Auditorium dove si tengono i concerti. Essendo il bilancio della fondazione ancora in perdita, i due dirigenti hanno pensato di privatizzare la società immobiliare. Il 49%

delle azioni verrà posto in vendita a lotti di 150 azioni per un prezzo di 900 euro. Chi diventerà socio riceverà dei benefit, tra cui biglietti omaggio per la prossima stagione concertistica per un valore di 420 euro. Sicuramente non è un affare in termini di profitto e speculazioni, ma chi sceglierà di comprare azioni lo farà perché crede nello scopo sociale di tale investimento e per l’amore per la musica, solo in secondo luogo con la speranza di un qualche ritorno economico futuro.45

Saranno, inoltre, semplificate le procedure per acquisire donazioni private fino a 10.000 euro e saranno individuate forme di coinvolgimento dei privati nella valorizzazione e gestione dei beni culturali.46 Quest'ultimo aspetto potrebbe avere risvolti positivi e incentivare maggiormente i privati a sottoscrivere erogazioni liberali, cosa che finora non sta avvenendo (le donazioni alla cultura riguardano solo lo 0,02% del totale dei contribuenti) a causa dei relativi intoppi burocratici che rendono più conveniente – dal punto di vista del ritorno di immagine, della gestione e della scelta dell'iniziativa da finanziare – le sponsorizzazioni, pur avendo queste ultime l'IVA al 22%.

Il bando 500 giovani per la cultura

Inizialmente il bando 500 giovani per la cultura, uscito in data 7 dicembre 2013, non era assolutamente ben strutturato. Innanzitutto, era aperto ad un numero sproporzionato di classi di laurea e, ciononostante, alcuni titoli a mio avviso inerenti erano stati scartati. Ad esempio, mentre si richiedeva il possesso obbligatorio di una certificazione internazionale di lingua inglese di livello b2, tra i titoli di studio non appariva la laurea in Lingue e Letterature Straniere. Inoltre, la votazione minima richiesta per poter candidarsi era di 110 su 110, un parametro troppo restrittivo visti i metodi di valutazione non perfettamente sovrapponibili delle diverse università italiane, sia a causa del metro personale di giudizio di ogni singolo docente, sia a causa delle regole attinenti il raggiungimento del voto finale di laurea.

Infine, risultava inadeguata la retribuzione prevista. Per un impegno annuale di circa 30 ore settimanali, tenendo in considerazione anche il fatto che si richiedevano persone con un’ottima

45 A. De Nicola, Verdi salvato da due comunisti, in L’Espresso n. 3 anno XL, 23 gennaio 2014.

46 Cfr. http://www.camera.it/leg17/465?tema=914&Il+decreto-

preparazione e laureate, si predisponeva un contratto di tirocinio e si prevedeva solamente un’indennità di partecipazione di 5 mila euro lordi.

Tali disposizioni sono state fortemente criticate sia dagli studenti sia dai lavoratori del settore, e, fortunatamente, in data 18 dicembre 2013, sono state apportate le dovute modifiche:

- Il bando rimane sempre aperto a numerose classi di laurea, ma almeno è stata aggiunta anche la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere.

- La certificazione internazionale di lingua inglese non è più obbligatoria, ma garantisce un punteggio più elevato nella graduatoria. Si ricorda che i compiti cui dovranno far fronte i tirocinanti riguardano la digitalizzazione e inventariazione del patrimonio culturale, per cui sembrava un po’ eccessiva l’obbligatorietà di una certificazione internazionale di lingua inglese.

- La votazione finale richiesta non è più di 110/110, ma si è scesi a 100/110. Naturalmente, anche in questo caso, un voto di laurea più alto garantisce un maggior punteggio ai fini del calcolo finale della graduatoria.

- Per quanto riguarda il contratto di tirocinio e l’indennità di partecipazione, il Ministro Massimo Bray ha tenuto a precisare che attualmente il Ministero non può assumere personale, per cui il contratto di tirocinio è l’unico che si possa utilizzare. Mentre, per quanto concerne l’indennità di partecipazione, essa rimane di 5 mila euro lordi, ma sono state apportate sostanziali modifiche al monte ore complessivo. I tirocinanti non dovranno più effettuare 30 ore settimanali, bensì è stato definito un limite massimo pari a 600 ore annuali.