• Non ci sono risultati.

Il problema dell’autonomia si ritrova sull’agenda delle sedute del Senato per più motivi. Da una parte alcune delle azioni del Ministero dell’Educazione277 che

trasgrediscono il principio dell’autonomia universitaria, anche dopo l’apparizione della nuova Costituzione del 1991, dove, con l’articolo 32.6, si stipola che l’autonomia universitaria è garantita.

Un altro motivo è legato alle decisioni che sono prese al livello dell’universit|, che spesso sono rimandate a causa delle assenze dei membri del Senato: «una serie di membri del Senato pensa che le nostre sedute non siano importanti, e da qui c’è solo un passo fino a dire che la democrazia universitaria non è importante. In pratica si pensa che il Senato non possa lavorare perché alcuni membri considerano che quest’attivit| non sia la più importante e se continuiamo in questa maniera, saremo di nuovo guidati da altri»278.

2.13.1 Rapporto con il Ministero dell’Istruzione

Il rapporto tra universit| e Ministero dell’Istruzione è spesso conflittuale e queste tensioni appaiono in relazione con le decisioni del ministero che spesso trasgrediscono il principio dell’autonomia universitaria. Uno dei primi esempi è nel settembre 1991, quando il ministero rifiuta l’approvazione di un secondo concorso di ammissione, pero i membri del Senato sono contro la sua decisione, considerando che «le facolt| non devono essere impedite a reclutare la propria gente»279 (docente

Senato).

276 I. Mihăilescu, Transition and reforms in Romania, Ars Docendi, Bucureşti, 2003, p. 111.

277 Sopratutto per quanto riguarda le approvazioni per rimanere nelle funzioni didattiche o la

creazione e la chiusura delle facolt|, in conformit| alla legislazione vigente.

278 Archivio dell’Universit| di Bucarest dossier 580/1991, fila 3, stenograma seduta del Senato del 28

settembre 1991.

84

Una delle primissime misure del governo del 13 gennaio 1990 include delle misure per l’istruzione superiore, quali il modo di organizzare i corsi, misura discussa nel Senato il 29 marzo 1990280.

Questa decisione stabilisce che «l’autonomia universitaria sar| il criterio fondamentale per l’organizzazione e il funzionamento dell’insegnamento superiore, nello spirito del programma del Frontului Salvării Naţionale riguardante la libert| dell’istruzione e la sua democratizzazione». Di seguito, il Ministero è incaricato a elaborare un progetto per la riforma dell’insegnamento, che poi sar| soggetto del dibattito pubblico. Allo stesso tempo, il ministero crea una commissione a carattere consultativo, formata da docenti e studenti «rappresentanti delle nuove direzioni, ellette in modo democratico» e che parteciperanno alla riorganizzazione dell’insegnamento. Questa decisione del governo comprende anche delle misure a carattere populista: «nella prossima legge dell’insegnamento che entrer| in vigore prima dell’inizio dell’esame di quest’anno di ammissione al liceo, saranno previste la riduzione del numero di ore di scuola per allievi e studenti, la diminuzione dell’incarico per insegnare dei docenti» (art. 9). In accordo con queste misure populiste il manifesto elettorale del FSN prevedeva che l’autonomia universitaria sia fondamentale per fare organizzare e funzionare l’insegnamento superiore, e il Ministero dell’Insegnamento elaborer| una bozza di regolamento che sar| sottoposta al dibattito pubblico.

Nel Senato del mese di marzo 1990 si costata che il Ministero non ha più realizzato un tale progetto e ha stabilito un certo tipo di autonomia a livello delle singole facolt|, senza consultarle. Un altro articolo che il Ministero non rispetta, l’articolo 2, prevedeva che il ministero organizzi una commissione consultativa, composta da docenti e studenti, avendo il ruolo di esaminare tutte le proposte che riguardano l’attivit| d’insegnamento. Uno studente rappresentante nel senato costata che una tale commissione non esiste, o «se esiste, la gente non ci partecipa agli incontri. Significa che la gente del ministero non sa quello che noi facciamo, e noi non che sappiamo che quello che ci lasciano sapere»281. Il presidente della Lega degli

studenti spiega che «quella decisione è stata presa sotto la pressione di un grande numero di persone. Si è formato un gruppo di lavoro con rappresentanti di facolt| e istituti del paese, che ha scritto quel testo. La commissione si è costituita avendo

280 D.G. n. 41 del 13 gennaio 1990, pubblicato in «Monitorul Oficial», parte I, n. 9 del 14 gennaio 1990. 281 Archivio dell’Universit| di Bucarest dossier 315/1990, fila 4/1, stenograma seduta del Senato del 29

85

quattro categorie di problemi da discutere, ma poi i rappresentanti non ci sono più andati»282. Marian Munteanu spiega l’assenza dagli incontri della commissione dal

fatto che gli studenti si sono occupati dei ‚grandi problemi del paese‛ e «le organizzazioni studentesche sono state coinvolte in questo periodo per altri problemi – la securitate, il comunismo, ecc. I loro sforzi si sono indirizzati verso i grandi problemi del paese e hanno perso contatto con i problemi del ministero, considerati non tanto urgenti. È molto più importante di fare finire con il comunismo e con la securitate, è molto più importante che i criminali siano puniti»283. Quest’affermazione

deve essere compresa nel contesto di quei anni, quando la lotta anticomunista era anche troppo oggetto di propaganda, manipolazione o pretesto per varie azioni. Nel 1992, il Ministero dell’insegnamento chiede all’universit| che un gruppo di docenti partecipi alla redazione del capitolo sull’autonomia universitaria del progetto della legge sull’educazione. Questo progetto doveva entrare sull’agenda della Commissione dell’insegnamento della Camera dei Deputati, però in quel periodo non si discuteva nulla dello Statuto dei docenti. I Senati delle Universit| di Bucarest e di Cluj chiedono che questa legge non sia più discussa nell’attuale Parlamento, per il motivo che: «noi non possiamo limitare la nostra competenza unicamente a un capitolo sull’autonomia universitaria. Noi dobbiamo dare il nostro punto di vista sull’intera legge» (preside Facolt| di storia)284.

I docenti della Facolt| di Giurisprudenza avevano gi| avuto un contributo a uno dei progetti per la legge sull’insegnamento «che non includeva l’autonomia e lo statuto. Abbiamo lavorato sei mesi (...) è un lavoro di scelta, di sistematizzazione di testi, non è un lavoro che chiunque possa fare» e poi si è costatato che la variante iniziale della legge era diversa da quella che era arrivata nel Parlamento285.

Per quanto riguarda l’autonomia universitaria esisteva gi| un progetto di legge immaginato da Marian Papahagi dell’Universit| Babeş-Bolyai, e un progetto per lo statuto dei docenti delle universit|. Di seguito, i docenti, scontenti del modo in cui la legge intendeva di trattare il problema dell’autonomia universitaria, chiedono il ritiro del progetto della legge per l’insegnamento, perché «non rappresenta l’istituzione di istruzione superiore, ma, al contrario, danneggia ai suoi interessi» e si chiede che il progetto sia sottoposto al dibattito pubblico per due ragioni: «da una parte, questa legge è contraria a quello che vuole promuovere: offriamo l’autonomia,

282 Ibidem. 283 Ibidem.

284 Ibidem, fila VII/2. 285 Ibidem, fila VII/3.

86

ma la cancelliamo subito. Il Parlamento romeno è stato un tipo di assemblea costituante che ha terminato la sua missione nel momento dell’adozione della Costituzione. Dall’altra parte, accordare questo tipo di prerogative a questo Parlamento significa rovinare il futuro, non solo dell’insegnamento, perché sar| molto difficile modificare una serie di leggi quando avremmo l’occasione. Noi non contestiamo la struttura e lo spirito di questa legge, perché gli interessi della comunit| universitaria sembrano lesati, ma perché essa è in contraddizione con la Costituzione, cosi com’è stata adottata (...) L’autonomia, di cui abbiamo parlato qui, non riguarda soltanto aspetti finanziari. Questo è falso, l’insegnamento non ha scopi lucrativi, non è una societ| commerciale, non è organizzato partendo dall’idea di privato, ma in tutti gli stati occidentali è sovvenzionato dallo stato, ma allo stesso tempo, lo stato riconosce l’autonomia. Non l’autonomia finanziaria, ma il diritto di utilizzare i soldi cosi come la comunit| accademica considera» (segretario scientifico del Senato) 286.

Un’altra fonte di conflitto è legata all’autorit| del ministero per quanto riguarda la creazione di nuove facolt|. In conformit| alla vecchia legge dell’istruzione, il ministero ha il diritto di creare nuove facolt|: «secondo la gerarchia, il governo può decidere di fondare nuove facolt|, e il ministero può creare dei dipartimenti»287. È così creata la Facolt| di Psicologia, «dall’ex dipartimento di

psicologia, della Facolt| di Sociologia, Psicologia, Pedagogia» e, della stessa maniera, è soppressa la Facolt| di Teologia Baptista, i cui studenti sono distribuiti in altre facolt|288. Il preside della Facolt| di Sociologia – Psicologia costata che di questa

maniera è cancellata l’autonomia di decisione del consiglio professorale della facolt| e del Senato dell’Universit|: «il ministero ha deciso di fare cambiamenti nella struttura della nostra facolt|, senza consultarci, ha creato un nuovo dipartimento e ci ha preso un dipartimento, che ora ha lo statuto di una facolt|. Esiste anche una cifra di scolarit| per questa facolt|»289. In maniera evidente si tratta di una trasgressione

grave dell’autonomia universitaria per due motivi. In primo luogo una facolt| è creata dentro l’universit| tramite una decisione del ministero, e in secondo luogo bisognerebbe considerare se sia opportuna la creazione di una tale facolt|: «un’istituzione, una facolt| è creata nell’Universit| di Bucarest senza discuterne, ma,

286 Ibidem, fila X/I.

287 Archivio dell’Universit| di Bucarest dossier 494, fila 11, stenograma seduta del Senato del 21

maggio 1992.

288 Ibidem, fila 10. 289 Ibidem.

87

aldil| di questi aspetti formali, che cos’è essenziale per l’autonomia universitaria? Quali sono le competenze per decidere se è meglio di creare una facolt| in quest’universit| o in altra parte? Il ministero può suggerire l’utilit| di questa decisione. Penso che dobbiamo essere contra una tale maniera di procedere»(professore di Filosofia)290.

Gli universitari protestano dunque in nome di un’autonomia che deve essere (ri)conquistata: «se il ministero decide di creare una facolt|, questa è in verit| una sua prerogativa. Però noi dobbiamo prendere posizione perché abbiamo autonomia universitaria e dobbiamo esercitarla» (professore di Giurisprudenza)291. In modo

evidente questo conflitto è alimentato dalla mancanza di una nuova legge dell’istruzione superiore: «il problema deve essere posto davanti al ministero, per ritirare questa decisione; noi non abbiamo nessuna legge dell’istruzione e ci lasciamo guidare da vecchie leggi. Nel nostro paese sono create tante universit|, senza che il ministero possa fermare questo fenomeno, o senza che il ministero abbia almeno l’intento di fermarlo. Da nessuna parte in Europa non esistono cosi tante universit| private che in Romania»(professore Lettere)292.

Per quanto riguarda la legge dell’istruzione sono esistiti due approcci: uno proposto dall’ex ministro dell’insegnamento Gheorghe Ştefan, ossia l’elaborazione di un progetto estremamente sintetico, e l’altro, più pragmatico, di fare osservazioni per il progetto di legge finalizzato dalla Commissione»293. Di conseguenza, il

problema che si poneva era se realizzare una legge quadro che sia completata ulteriormente da leggi settoriali, o se fare una legge unica. Si è arrivato a un consenso per elaborare un’unica legge, che sia completata con leggi settoriali, tra cui la legge per l’insegnamento superiore.

L’Universit| di Bucarest, insieme con le universit| di Cluj, Iaşi e Timişoara, formula un punto di vista comune per quanto riguarda la legge dell’insegnamento e che poi sar| comunicato al ministero: «noi abbiamo chiaramente espresso la posizione dell’Universit| rispetto alla Legge dell’insegnamento, negli incontri che abbiamo avuto con direttori del ministero e nelle note che abbiamo spedito al ministero. Abbiamo pensato che non sia il caso di comunicare con il ministero via articoli di pressa. La nostra posizione è chiara, noi consideriamo la legge come

290 Ibidem, fila 12. 291 Ibidem, fila 11. 292 Ibidem, fila 12.

293 Archivio dell’Universit| di Bucarest dossier 765/1993, fila I/2, stenograma seduta del Senato del 9

88

inadeguata, deve essere respinta e quelli che la realizzeranno devono avere un’immagine completa dell’intero sistema d’insegnamento» (prorettoreUB)294. Il

progetto di legge genera lunghissimi dibattiti, i professori dell’UB chiedono pure d’interrompere il processo legislativo.

In questo processo di elaborazione della nuova legge, l’universit| diventa voce nell’accezione di Albert Hirschman, perché «non esiste un forum più competente dell’universit|». Di conseguenza, nel momento delle elezioni per la nuova direzione dell’UB, il progetto di legge dell’insegnamento diventa un punto di riferimento per il senato: «dobbiamo utilizzare tutte le modalit|, non posso accettare che sar| fatta una legge in cui il punto di vista delle universit| non verr| preso in considerazione e il pubblico non ne sapr| nulla» (professore Filosofia)295. Nello stesso periodo la Lega

degli studenti della Romania manda una lettera al Parlamento per bloccare la legge dell’insegnamento. Questo documento è firmato anche dal sindacato Alma Mater e da Emil Constantinescu, dalla parte di Solidaritatea Universitara, e UB deve «esprimere la sua opposizione, votata nel senato e formulata in una lettera da spedire alle principali universit| della Romania»296. In più, il preside della Facolt| di Storia,

propone che «quest’opposizione sia mandata alle due camere del Parlamento e personalmente a tutti gli universitari del Senato romeno»297.

Sempre nello stesso periodo gli studenti fanno la greve e chiedono di ammendare la legge dell’insegnamento, formulando delle proposte di modifica dei articoli di legge, proposte che riguardano piuttosto i diritti degli studenti, le tasse e le facilit| durante il percorso universitario298.

2.13.2 Rapporto con il Parlamento

Il Parlamento è un’istituzione alla quale i membri del senato accademico fanno appello nei momenti quali l’arrivo dei minatori nel 1990 o per sostenere dei punti di vista rispetto alla legge dell’insegnamento.

L’universit| si trova in dialogo con il Parlamento, compreso a livello dei universitari, per l’intermedio del Consiglio Nazionale per la Riforma

294 Archivio dell’Universit| di Bucarest dossier 494, fila 3/3, stenograma seduta del Senato del 26

marzo 1992.

295 Ibidem, fila 5/1. 296 Ibidem.

297 Ibidem.

298 Archivio dell’Universit| di Bucarest dossier 803/1995, appendice alla stenograma seduta del Senato

89

dell’Insegnamento, dove erano presenti molti dei professori dell’UB. Uno dei ruoli di questo consiglio era di analizzare i rapporti elaborati dalle universit|, come quello di lavorare con il Parlamento per quanto riguarda l’elaborazione e l’ammendamento del progetto di legge dell’insegnamento299. Esistono posizioni degli universitari che

considerano che «la Romania deve innanzitutto educare i parlamentari, i ministri e quelli che dirigono il nostro paese»300.

Un ultimo aspetto del rapporto tra universit| e Parlamento è rappresentato a livello individuale, attraverso gli universitari dell’UB che sono membri nel Parlamento e che possono intervenire in momenti di crisi a favore dell’universit|: «penso che l’universit| debba fare qualcosa attraverso i suoi docenti che ricoprono delle funzioni parlamentare, che ci possano sostenere in qualche maniera»301.

Documenti correlati