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Baby parky

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GLOSSARIO DELL’EMERGENZA EDUCATIVA 43 1. Abuso

6. Baby parky

Il termine, nella sua traduzione in italiano corrisponde grosso modo al nostro asilo nido, ludoteca, un luogo cioè dove si possa ritrovare un ambiente educativo familiare ed accogliente. Da quando, conseguenza della globalizzazione, è ritornato di grande attualità il tema della edu-cazione permanente degli adulti, così come si afferma autorevolmen-te anche nel Libro Bianco di Lisbona, il problema del “baby parky” si presenta per quelle scuole, sia secondarie di primo che di secondo gra-do, che si sono assunte il compito di accogliere gli adulti per reinserirli

nel processo formativo. Oltre agli stranieri che hanno bisogno di in-trodursi anche culturalmente nel paese ospite, ci sono poi tutti quegli adulti che, terminate le scuole medie, si sono immessi direttamente nel mondo del lavoro senza più entrare in contatto con i libri e neppure con i giornali e per i quali si parla di analfabetismo di ritorno. Molto spesso la causa principale che impedisce il loro accesso o ritorno nelle aule scolastiche, normalmente fuori del tempo lavorativo e quindi di sera, è la presenza di figli piccoli per i quali non esistono, in quegli ora-ri, strutture per il loro affidamento. In assenza di queste, l’unico modo per ovviare a questa difficoltà può essere il ricorso al volontariato che, se opportunamente coinvolto in un progetto di alleanza educativa, è disponibile ad offrire anche servizi di “baby parky”.

7. Castigo

“Punizione, pena inflitta a chi ha commesso una colpa al fine di indur-lo a non commetterla” Da S. Battaglia Grande Dizionario della Lingua Italiana, UTET, Torino. È un metodo educativo molto usato in passa-to, ma anche oggi da genitori, insegnanti e da tutte quelle persone che abitualmente contribuiscono alla formazione del bambino. Esso nasce dalla convinzione, ora molto controversa, che sia l’unico modo per in-durre il bambino a reprimere le sue tendenze naturali o a correggersi.

Gli studi più recenti sottolineano, invece, gli scarsi effetti prodotti dal-le punizioni, soprattutto se sono di tipo fisico.

8. Ciberbullismo

Cioè bullismo online. È una novità nel campo educativo in quanto è comparso solo recentemente con la diffusione degli strumenti elettro-nici quali il computer e il telefonino. Consiste in una vera forma di molestia o in veri e propri atti di bullismo praticati attraverso e-mail, messaggi elettronici, blog, chiamate senza risposta ai telefonini, diffu-sione di immagini non gradite, che incidono pesantemente nella vita delle persone.

9. Crisi

Distinguiamo anzitutto due tipi di crisi, quella adolescenziale e quella

psicologica, considerando che la prima può sfociare anche nella secon-da. La crisi adolescenziale è un fenomeno caratterizzante tutti i ragaz-zi nel passaggio dall’infanragaz-zia all’adolescenza, meglio conosciuto come pubertà. Si manifesta in un periodo piuttosto lungo durante il quale sottostà ad una serie di trasformazioni somatiche e psicologiche fino al raggiungimento dell’età della maturità. È un periodo difficile nel-la vita delnel-la persona in quanto il mutamento e nel-la stabilizzazione delle strutture psico-fisiche si manifesta in genere con atteggiamenti spesso contraddittori. La prima caratteristica che si può notare è il passaggio dall’egocentrismo infantile allo sviluppo della socialità. Tale crisi si su-pera in genere senza traumi con il passare del tempo, purché l’adulto che è vicino all’adolescente, si comporti sempre e solo da adulto. C’è poi una crisi di tipo psicologico che può avere origine da diverse cause (gelosia, non sentirsi accettato, incapacità ad inserirsi in un gruppo).

Questi fenomeni devono essere osservati e governati con molta atten-zione e, quando si manifestassero in forma ossessiva, sarebbe opportu-no l’intervento di persone specializzate.

10. Crudeltà

Termine che sta ad indicare il desiderio di infliggere sofferenza agli al-tri, soprattutto alle persone più deboli, attraverso forme di violenza di fronte alle quali si resta insensibili. La crudeltà può essere rivolta anche verso gli animali nei confronti dei quali l’uomo può vantare una stato di supremazia.

11. Delusione

La delusione riguarda tanto gli insuccessi scolastici quanto quelli af-fettivi. Provoca nel ragazzo una sensazione di malessere e di tristezza e può manifestarsi talvolta anche con disturbi emotivi di vario genere o col rifiuto del cibo. Bisogna pertanto aiutare il ragazzo a considerare gli effetti negativi riguardo alla sua salute e ad uscirne, puntando deci-samente sul concetto di autostima.

12. Depressione

È provocata dalla concomitanza di fattori diversi, di tipo affettivo,

comportamentale e somatico, che porta, con intensità diversa da caso a caso, ad un particolare stato di chiusura e può pregiudicare il com-portamento e l’inserimento nel gruppo. Spesso è accompagnata anche da scarsa capacità di concentrazione e di attenzione, causa principale di uno scarso rendimento in tutte le attività e specificatamente in quel-le scolastiche.

13. Difficoltà

È un fenomeno costituito da una serie di ostacoli o complicazioni che influisce spesso pesantemente nel processo di formazione di un ragaz-zo, condizionandone la crescita armonica e il successo scolastico. Si manifesta fin dalla scuola dell’infanzia (in questo caso è bene parlare di mancato raggiungimento nella preparazione generale) come difficoltà sia nell’apprendimento che nell’adattamento scolastico.

14. Dipendenza

Una delle manie più comuni, molto diffusa tra i ragazzi, è l’uso ecces-sivo di televisione, computer, internet che in molti finisce per trasfor-marsi in dipendenza, quando questi strumenti vengono percepiti come occasione di trasgressione. L’attenzione rivolta dagli educatori all’uso di questi mezzi è importante per le conseguenze quali abbassamento della vista, dolori alle articolazioni ed obesità, dovuta alle lunghe ore di inattività. Un altro modo di trasgredire, tipico dell’adolescente, è sem-pre stato l’uso del tabacco. Da alcuni anni all’uso del tabacco, e spesso in concomitanza, si è aggiunto anche quello dell’alcool e delle sostanze stupefacenti. Questo uso è stato in parte determinato dall’aumentata propensione al rischio e all’esaltazione di comportamenti che possono arrivare fino all’azzardo. Da ciò che inizialmente poteva apparire solo un gioco, è nata poi la dipendenza vera e propria, ossia il desiderio in-contenibile, dal punto di vista psicologico e fisico, di continuare a far uso di determinate sostanze. Le conseguenze della dipendenza sono sempre di notevole rilievo sia con riferimento alla persona che assume determinate sostanze che all’ambiente sociale frequentato. La ricerca e l’uso di dette sostanze, soprattutto quelle stupefacenti, creano, in chi ne fa uso, dapprima uno stato di ansia poi una mancanza di controllo

nei comportamenti e nei rapporti con le persone, cambi repentini di umore, atteggiamenti aggressivi e una progressiva perdita di capacità di memoria, concentrazione e attenzione.

15. Disagio

Il fenomeno del disagio, ormai largamente diffuso anche tra i giovanis-simi, si manifesta spesso con un senso di noia, molestia, facilità all’ir-ritazione, imbarazzo, impaccio. È una condizione di malessere sentita dal ragazzo all’interno dell’ambiente scuola che può sfociare talvolta nella patologia (anoressia, bulimia, depressione) e portarlo a insucces-si nell’affrontare il proprio processo formativo fino alla bocciatura o all’abbandono e alla dispersione.

La presenza di psicologi o counselor si è rilevata estremamente utile nella realizzazione del progetto “Laboratorio di cittadinanza”, perché ha permesso ai docenti, senza sovrapporsi all’attività delle nuove figure introdotte, di stimolare negli allievi il desiderio di partecipazione atti-va, favorire la capacità di recupero della stima di sé e far capire quanto sia importante il personale apporto nella costruzione del proprio pro-getto di vita.

16. Disinteresse

Da molto tempo la Pedagogia, ora più comunemente chiamata Scien-za dell’educazione, non si interessa più soltanto ai soli momenti del processo formativo che vanno dalle scelte dei metodi ai risultati, ma guarda anche a tutto ciò che, nell’età evolutiva, può avere influenza, talvolta notevole, nel benessere dei ragazzi. Uno di questi aspetti (lega-to a delusioni, depressioni, disagio, crisi), è il disinteresse, che ha spes-so risvolti negativi nel profitto scolastico. Sarà importante quindi cer-care di individuare le cause che provocano il fenomeno per aiutare il ragazzo a non sottovalutare le sue reali capacità.