Fin dall’introduzione dell’autonomia appariva chiaro che la scuola avrebbe potuto svolgere a pieno il suo ruolo, se tutte le altre compo-nenti della città avessero preso coscienza che la formazione dei giovani era un problema di tutta la società. C’era tuttavia da rompere quel cli-ma di diffidenza in parte causato dall’imcli-magine di autoreferenzialità spesso mostrato dalla scuola, ma anche, come si era visto con l’attua-zione degli Organi Collegiali, dal desiderio del mondo esterno di met-tere le mani dentro l’istituzione. Era quindi necessario trovare il giusto equilibrio tra queste due forze contrapposte, per penetrare armonica-mente nel mondo del ragazzo e aiutarlo a crescere.
Si poté subito constatare la fattibilità di una tale operazione poiché nella società c’erano tante persone pronte a mettere la propria profes-sionalità, le proprie conoscenze e le proprie competenze a disposizione della scuola.
Il paese aveva una consolidata tradizione calcistica ed era stato la culla di numerosi atleti, alcuni ancora in attività, che avevano gioca-to ai massimi livelli della propria categoria fino alla partecipazione ai campionati mondiali.
Dai primi contatti con un’associazione sportiva nacque l’idea di raccogliere e documentare le testimonianze di quei calciatori, che cer-tamente avrebbero avuto molto da raccontare ai giovani, per mezzo di una videocamera. Fu l’occasione per l’acquisto, col contributo di pri-vati, di tutta la strumentazione necessaria per la realizzazione delle in-terviste.
Avrebbero dovuto essere i ragazzi a realizzare tutto ciò, pertanto fu necessario anzitutto organizzare un corso di fotografia e cinematogra-fia. Questa fu la prima occasione per sperimentare la collaborazione di
personale esterno senza invasioni di campo. Moltissimi allievi rispo-sero con interesse allo stimolo offerto loro e si poté sperimentare con successo l’importanza di un’azione realizzata in sinergia tra scuola ed extrascuola. Quando essi furono pronti per l’uso delle nuove tecnolo-gie, fu inviata una lettera a tutti i calciatori, alcuni dei quali risiedeva-no in diverse città d’Italia, per spiegare loro il progetto e chiederne la disponibilità per un’intervista. La proposta fu raccolta da tutti e anche quelli che risiedevano fuori, tornarono al paese natio per dialogare con i “giornalisti in erba”. Una volta ultimato, il lavoro fu presentato in un’assemblea pubblica, alla presenza delle massime autorità della pro-vincia. Il video piacque, tanto che i responsabili della Federazione re-gionale gioco calcio e del CONI ne chiesero una copia, avvertendo che l’avrebbero utilizzata nei loro incontri.
Il riconoscimento più importante fu l’invito a partecipare con 25 alunni (una classe estratta a sorte), in rappresentanza della propria Re-gione, all’inaugurazione dell’anno scolastico che si sarebbe tenuto al Vittoriano il 20 settembre, anniversario della proclamazione di Roma capitale d’Italia, in presenza e con l’intervento del Presidente delle Re-pubblica Carlo Azeglio Ciampi e del Ministro dell’Istruzione Letizia Moratti.
Nei giorni precedenti l’evento si erano verificati alcuni fatti impor-tanti che furono tutti oggetto dell’attenzione del Presidente. Il primo fatto ricordato fu l’attacco alla scuola di Beslan13 , nel Caucaso, pro-prio il giorno in cui i ragazzi festeggiavano l’inizio del nuovo anno sco-lastico; un evento che segnò per tanti bambini l’interruzione tragica
13 A ricordo della strage di Beslan, perché ne rimanesse viva nei giovani la memoria, è stata piantata nel giardino della scuola, alla presenza del Sindaco, della comunità islamica e di tantissimi genitori, una magnolia ai cui piedi è stato posto un sasso con una targa in cui sono riportati alcuni versi di una poesia di Evghenij Evtushenko. [
…oh Dio dai tanti nomi, abbracciaci tutti!/ che davvero dovremo seppellire senza gloria/ accanto ai bambini di ogni credo/ noi stessi nel cimitero di Beslan?/ … Nessuno di noi è eroe da solo,/ ma dinanzi alla nuda verità tutti noi siamo nudi./
Io sto insieme ai bambini bruciati./ Sono anch’io uno di loro…Uno della scuola di Beslan.]
del proprio futuro e in ricordo del quale fu chiesto un minuto di si-lenzio. L’apertura delle Olimpiadi di Atene, avvenuta qualche giorno prima, fu l’occasione per presentare alcuni atleti che avevano ottenuto risultati positivi e che furono additati come esempi da seguire.
Proseguendo il discorso, il Presidente Ciampi ebbe a dire parole molto importanti che divennero un po’ la bussola verso cui guardare con attenzione. “La scuola ha saputo unire tutti gli Italiani, educarli all’amor di patria e alla democrazia […] oggi a essa è affidato un ulte-riore compito, cioè di integrare i figli dei lavoratori stranieri che stu-diano nelle nostre aule fianco a fianco con i nostri ragazzi, affinché essi creino per sé e per le proprie famiglie le fondamenta di una futura cit-tadinanza.” Ricordava inoltre quanto la conoscenza di un’altra lingua, l’approfondimento della cultura classica e lo studio fossero importanti per il nostro futuro. Poi, rivolgendosi a tutti, ma in particolare ai ge-nitori, ammoniva “Educhiamoli con l’esempio all’onestà, alla dignità e al rispetto” e perciò “non lasciamo i nostri figli soli davanti alla tele-visione o al computer, ma condividiamo con loro questi potenti mezzi di comunicazione”.
Se il progetto predisposto dalla scuola aveva già fatto propri questi principi, il discorso del Presidente fu la conferma della necessità di da-re ancora più forza a quella linea.
A margine dell’inaugurazione furono realizzate tante figurazioni, una per ogni delegazione, che avevano lo scopo di illustrare un aspetto particolare del proprio territorio. La RAI, dopo averle riprese tutte, ne scelse tre, tra cui quella realizzata dalla nostra scuola, trasmettendole sulle reti nazionali. L’aspetto qualificante della raffigurazione era l’illu-strazione di un’antica tradizione locale interpretata da alunni di nazio-nalità diverse, visibilmente riconoscibili per i differenti tratti somatici di ognuno.
La partecipazione alla manifestazione a Roma fu anche l’occasione per verificare quanto i nostri ragazzi fossero in grado di esprimere oral-mente il loro pensiero e per di più con buona proprietà di linguaggio.
Durante lo svolgimento del programma i giornalisti RAI intervistaro-no molti studenti sul valore e il significato di quella partecipazione. Fu
significativo che furono scelte e trasmesse per l’intera giornata in tutti e tre i TG RAI quasi esclusivamente quelle rilasciate dagli alunni dell’
I.C. “E. Medi”.
Alla manifestazione a Roma era invitato ufficialmente anche il Sin-daco Glauco Fabbracci che ebbe modo di toccare con mano il lavoro fatto dalla scuola in sinergia con varie realtà del paese e di conseguenza si sentì particolarmente coinvolto in quell’alleanza educativa che anda-va prendendo sempre più corpo.