I barter di ZR, cioè gli utenti del portale oggetto di analisi, sono principalmente donne e soprattutto mamme. In questo paragrafo si vuole valutare la figura del barter per comprendere il suo rapporto e approccio con la filosofia Zerorelativo.
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Il “barter tipo” è una persona che segue uno stile di vita responsabile orientato al downshifting3. La proposta è quella di dividere i frequentatori della piattaforma in due categorie, utilitaristi ed ortodossi. Coloro che appartengono alla prima categoria barattano in modo sporadico e non lo considerano uno stile di vita ma piuttosto un modo per risparmiare occasionalmente od ottenere un oggetto particolarmente desiderato. La logica degli utilitaristi li porta a scambiare oggetti che per loro non hanno più valore e quindi tendono a pensare solo al proprio tornaconto personale e ad utilizzare più piattaforme di baratto o anche siti di compravendita.
Coloro che invece sono definiti ortodossi, barattano perché rifiutano l’idea di utilizzare il circuito mercantile classico legato all’utilizzo di moneta corrente e quindi optano per un consumo critico ed uno stile di vita in linea con questo, sono portati a legarsi alla filosofia di zerorelativo e vedere nello stesso una community. Inoltre sono molto legati ai beni che mettono a disposizione dello scambio nella community e molto spesso gli stessi beni sono artigianali, cioè prodotti autoprodotti dal barter (Dalli Fortezza 2013).
Le interviste svolte nell’ambito di una ricerca accademica coordinata dai docenti Dalli e Fortezza, il cui metodo di elaborazione sarà esplicato più nel dettaglio nello spazio dell’elaborato inerente alla metodologia (Capitolo 5), sono state rivolte principalmente alla categoria degli “ortodossi” o comunque di coloro che, secondo lo staff, hanno un determinato approccio verso il baratto.
Soffermandosi ora solo sulla parte che lega i barter alla filosofia ZR si cercherà di spiegare come questi supportino la piattaforma e i suoi principi, anche con l’aiuto di alcuni estratti delle interviste, per approfondire il supporto dei barter all’idea di baratto promossa dai fondatori.
3 “emblematico il caso degli utenti che hanno deciso di trasferirsi in campagna e di vivere in abitazioni
ristrutturate in modo ecocompatibile e arredate con oggetti anche acquisiti su zerorelativo.it” (Dalli Fortezza 2013)
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Una domanda posta a tutti i barter intervistati e ritenuta rilevante per questo genere di analisi, è sicuramente quella che chiede di approfondire il rapporto che hanno gli stessi nei confronti di shopping e consumi.
Questo perché, come visto in precedenza, la filosofia ZR si accompagna anche ad un determinato stile di vita.
Alcuni anni fa ho letto un libro di Gesualdi sul consumo critico e mi ha colpita molto, anche se conoscevo già molte situazioni di multinazionali scorrette. Da quel giorno, però, ho convinto tutti a boicottare alcune marche. Sul tema dei consumi mi ritengo comunque equilibrata e cerco di essere morbida. Al mio compagno, ad esempio, concedo le fette biscottate della Buitoni. Mi piace comprare oggetti usati […] Quanto ai generi alimentari, compriamo diverse cose, mentre alcuni li produciamo noi, visto che abbiamo del terreno.
(31 anni, infermiera, barter #17).
Non mi piace il consumismo. Ho qualcosa di firmato in armadio, ma solo perché devo avere qualche vestito più carino per il lavoro. Non amo molto fare shopping, se non di cose per la casa […] Non mi chiuderei mai in un centro commerciale per trascorrere il mio tempo libero. Consumo quello che mi serve (non mi piace avere doppioni e accumulare) e lo compro quando mi serve. Non mi piace la pubblicità e di certo non compro un dato prodotto perché l’ho visto reclamizzato in una pubblicità accattivante.
(34 anni, impiegata, barter #13).
Questi estratti ci aiutano a capire come molti dei legami dei barter con la filosofia ZR sono dati anche dal fatto di auto produrre, non solo per un concetto di risparmio, ma anche perché l’autoproduzione, soprattutto di generi alimentari è associata ad una determinata cultura del consumo, più attenta all’ambiente.
La tendenza generale, all’interno della piattaforma è comunque quella di fare ragionamenti basandosi su convinzioni prettamente legate
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all’economia e al risparmio inteso in senso monetario, ma ci sono diversi barter che associano tutto ciò ad un determinato stile di vita.
Si ritiene opportuno non dissociare i barter dalla filosofia promossa da Zerorelativo, anche se alcuni risultano essere più in sintonia con la stessa rispetto ad altri, per il semplice fatto che, di base, barattare non è definibile una “cosa da tutti”.
I barter parlano chiaramente di istituire dei piani che gli aiutino ad affrontare il periodo di crisi, oppure delle regole da impartire a tutta la famiglia e che siano strettamente legate alla salute o a dei consumi solidali. Quindi si scrive spesso di acquisti di prodotti biologici o di boicottare alcune marche. Cosi come ci si concentra su valutazioni di tipo economico, non legate unicamente al valore dei singoli beni, ma più in generale al bilancio familiare.4
Quanto ai consumi, negli ultimi anni ho attuato piano un lavoro di revisione delle mie scelte, cercando di orientarmi – quando possibile – su commercio equo, biologico, sostenibilità. Ad esempio, per quanto riguarda la birra compriamo quella di avena di un’azienda locale. Certo, costa di più ma è buonissima, sostenibile e fa campare un’azienda del posto.
(39 anni, farmacista, barter #44).
Quando devo proprio ricorrere a un negozio, mi piacciono quelli attenti a produzione, ai rapporti con fornitori, tendenzialmente quelli più piccoli, mentre non mi attira la grande distribuzione (al massimo, se proprio devo, scelgo Coop). Mi piace l’equo e solidale. Ah, apprezzo anche quei supermercati che propongono prodotti ai limiti della scadenza. Leggo bene le etichette, mi informo […] Non compro necessariamente il prodotto che costa meno, ma il mondo delle
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Bisogna tenere in considerazione diverse esternazioni effettuate in modo generico su tutta la piattaforma che riguardano varie raccolte punti o il costante riferimento a varie offerte promosse dalla grande distribuzione. «In generale, sono piena di volantini, per andare a caccia dell’offerta … Cerco di sfruttare queste occasioni e mi diverte farlo». (26 anni, casalinga, barter #80).
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marche non mi interessa, non voglio pagare la pubblicità e voglio compiere scelte indipendenti.
(40 anni, informatica, barter #23).
L’attenzione dei barter sembra quindi essere rivolta non solo verso i consumi ma, si sta attenti anche ai distributori e a chi produce i beni e, soprattutto a come li produce. Con uno sguardo rivolto non solo verso le materie prime, ma anche alle condizioni dei lavoratori.
In questi casi arriva anche un certo distacco dal risparmio inteso in senso monetario, anzi per seguire determinate idee ed avvalorare certi principi, soprattutto in campo alimentare, si è disposti a spendere qualcosa in più.
Oltre ai concetti sopracitati ed avvalorati dalle affermazioni dei barter, bisogna considerare che, ovviamente, ci sono persone più affini all’idea data dalla filosofia ZR, alcuni casi si potrebbero anche definire di ortodossia pura, per quanto riguarda il legame con gli acquisti ed i consumi.
Non entro in un negozio da 20 anni […] Se capita, raccolgo anche per strada un oggetto che mi possa sembrare utile o a cui poter ridare vita. Per questo, porto sempre con me il guanto e la bustina di plastica del supermercato, che chiaramente non vanno buttati, perché possono tornare utili. Una volta arrivata a casa, gli oggetti trovati in giro vengono catalogati, per poi capire come riutilizzarli, all’occorrenza. Non acquisto quasi niente. Solo benzina.
(53 anni, consulente per le vendite, barter #62).
Ogni acquisto è una tortura. Sono abbonata a una fattoria biologica che consegna i suoi prodotti a casa una volta a settimana, sia perché mi piace l'idea dei Km 0 e dei prodotti bio, sia per pigrizia, devo ammetterlo. Nell’ideale connessione fra maximisers e satisfiers, io rientro senz'altro nei secondi. È uno dei motivi per cui mi piace ZR. Non mi secca affatto l'assenza di scelta fra mille modelli o mille colori, ad esempio di un capo di abbigliamento […] L'unica cosa che sopporto di comprare sono i regali per gli altri, specialmente per i
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bambini. Intendo i bambini degli altri, perché i miei sono risucchiati nelle mie teorie anticonsumo. L'anno scorso e quello prima sono riuscita a fare quasi tutti i regali di Natale (e ne faccio tantissimi) tramite ZR, cosa che mi ha dato molta soddisfazione.
(36 anni, ricercatrice, barter #58).
Rispetto ai casi sopracitati, che si rivolgevano al concetto di valore dei in modo indiretto, bisognerà anche considerare il significato monetario e non, che viene affibbiato agli stessi dai barter.
La filosofia ZR è improntata a dissociarsi dal valore economico e quindi ad attribuire valore ai beni non secondo il loro prezzo di mercato ma in base all’utilità che ogni barter potrebbe trarne. Lo stesso concetto vale anche quando si decide di mettere un bene a disposizione dello scambio sulla community, il tutto dovrebbe essere svolto in ragione del fatto che questo non serve più e lo scambio dunque non dovrebbe essere portato a seguire leggi di mercato (escludendo ovviamente casi estremi).
Secondo questo ultimo concetto sono diversi i barter che tendono a dissociarsi dallo scambio visto solo in rapporto al valore economico dei beni scambiati e non alla loro effettiva utilità.
«Do valore per quello che mi occorre. Il valore lo decide la mia utilità».
(54 anni, disoccupata, barter #34).
I barter che fanno fatica a separarsi dai loro oggetti sono quelli che vogliono a tutti i costi una contropartita di un certo valore. Questo mi dà molto fastidio. Secondo me, anche la penna d’oro che non serve più va data via. Io mi libero di ciò che non mi serve e cerco quello che serve, anche se si trattasse, per capirci, di oro vs spago.
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Un’altra domanda posta durante le interviste, e fondamentale per poter associare la filosofia dei barter alla filosofia ZR, è quella che riguarda i motivi per cui gli intervistati hanno deciso di barattare.
Infatti attraverso l’analisi di alcune risposte dei barter si può capire come diversi di loro siano legati alle tre motivazioni proposte come base per promuovere il baratto, cioè quella economica, quella ambientale e quella sociale.
« La logica che mi guidava […] era molto funzionale. Poi, però, ho anche conosciuto molte persone con cui ora mi sento spesso, anche non per scambiare, ma magari anche solo per un saluto o per gli auguri».
(22 anni, commessa, barter #32).
Innanzitutto perché non mi piace lo spreco, in ogni sua forma. Quando dispongo di oggetti ancora utilizzabili, mi fa piacere se qualcuno possa trarne utilità, magari ottenendo in cambio qualcosa che mi sia utile […] Devo dire che spesso, in alternativa o in aggiunta a Zr, conferisco oggetti alla Caritas, ma anche in famiglia facciamo circolare molte cose, in primis vestiti (con le mie cugine). La discarica per me non ha senso. (31 anni, infermiera, barter #17).
Un termine ricorrente è quello che riguarda il “ridare vita” agli oggetti, questo concetto non è solo legato allo spreco ma anche al piacere che gli oggetti stessi prendano vita nelle case dei barter che fanno parte della stessa community, principalmente se sono barter che hanno già avuto modo di scambiare o che si conoscono da tempo anche in modo esclusivamente virtuale.
In questa fase si può iniziare ad introdurre informazioni riguardo l’esistenza di sottogruppi all’interno della community e il concetto di sharing comunitario, che spesso non è visto nei confronti di tutta la comunità e quindi in un senso che potremo definire “puro”, ma, è uno sharing molto sviluppato nei confronti del proprio gruppo di barter amici.
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«Con le persone con cui mi relaziono di più su Zr e alle quali sono più affezionata, quando non hanno nulla che mi serva da darmi in cambio, oppure quando non sto cercando niente di particolare, se ho oggetti che possono essergli utili e farli felici non ho nessun problema a regalarglieli».
(34 anni, impiegata, barter #13).
Considera che, ad esempio, su Zr ho praticamente vestito i bimbi. Anche se potrei permettermi di comprare quei capi, mi piace l’idea del baratto, come strumento per dare nuova vita agli oggetti […] Quando vedo per casa o mi vedo addosso (come oggi) oggetti e capi acquisiti in scambio mi sento felice, soddisfatta. Hanno un valore aggiunto che è collegato anche al tipo di persona che me li ha mandati. Penso agli scambi fatti con […], che è una persona meravigliosa […] I rapporti che si creano sono davvero belli.
(39 anni, farmacista, barter #44).
Questi estratti aiutano ad associare la filosofia ZR ai barter intervistati, certe idee erano comuni a molti intervistati ma per evitare di essere eccessivamente ripetitivi non sono state riportate tutte le esternazion i significanti.
Da notare il significativo richiamo alle ipotesi già più volte citate nel Capitolo 1 e anche in questo Capitolo sui motivi per cui questo modello di consumo sia ritornato: abbiamo infatti l’attenzione verso l’ambiente e le considerazioni economiche a causa della crisi, oltre che una maggiore voglia di socialità e il cambiamento attribuito al valore dei beni.
Il risultato generale è comunque a favore di una condivisione, da parte di alcuni barter intervistati, dei principi proposti da ZR riguardanti il senso della community e il consumo critico.
Una barter afferma di essere molto attenta agli imballi e all’impatto ambientale, acquista solo ciò che serve e vorrebbe farlo presso negozi che hanno macchinari “alla spina”, la stessa parla con nostalgia dei piccoli negozietti. La voglia di un ritorno al passato è abbastanza diffusa.
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Sono diversi coloro che organizzano o promuovono mercatini di baratto locali, la filosofia ZR infatti invoglia questo genere di iniziative ma è contraria all’utilizzo di altre piattaforme online di baratto, o, ancora peggio, compravendita, in quanto verrebbe meno il senso della comunità che si cerca di mantenere saldo.
Ciao augurissimi anche a te, domani tutto il pomeriggio dalle 14.30 sarò a SUZZARA (MN),circa 35 km da reggio emilia... ci incontriamo con delle barter mantovane per un superbaratto- mercatino dal vivo presso il bioemporio "il farro" Via A.Volta 3/A Se vi va di unirvi a noi, anche con un tavolo-vetrina, chiamami pure sul cellulare, se vi va di fare un giro a vedere come procede ci fate tanto piacere....Chiamatemi sul cell...baci!.
(Post datato Dicembre 2013. Scritto dal barter #21 nella sua pagina personale nella sezione dedicata ai messaggi)
Qualche barter usa siti per la “condivisione della casa” nel senso che mette la casa a disposizione, anche di persone conosciute su ZR, per brevi soggiorni e vacanze.
«La mia casa è un porto di mare, è aperta. Mi fa piacere condividere».
(40 anni, insegnante, barter #27).
Si parla spesso anche di scambi a mano. Vi sono utenti che prediligono questo genere di scambio per il contatto umano e per poter conoscere o anche solo guardare negli occhi le persone con le quali barattano. Da tenere in considerazione, però, che molti affermano di voler scambiare a mano unicamente per poter evitare le spese di spedizione, problema molto sentito e che verrà affrontato in seguito nel Capitolo 3.
Il “barter modello”, perfettamente in linea con la filosofia ZR, dice di volersi impegnare attivamente per cambiare le cose. Una barter afferma che per lungo tempo si è sentita ghettizzata (più che su Zr, all’interno del suo contesto sociale di radicamento) per il suo stile di vita e di consumi. Si
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sentiva etichettata come persona strana, ma ora che ci si trova in periodo di crisi economica e molti abbracciano l’idea del consumo critico, si sente più integrata.
Una componente fondamentale per la filosofia ZR è anche la creatività. Il fatto di cercare di essere più creativi possibile molti lo associano alla situazione economica ma anche al fastidio provato nei confronti dello spreco.
«perché buttare via una bottiglia quando posso ricavarne una collana o altro?».
(54 anni, disoccupata, barter #34).
Un chiaro esempio di “ortodossia” è dato da una barter che, durante l’intervista racconta di come tutti in famiglia siano vegetariani, lei il marito ed i figli, questi ultimi dalla nascita, di non possedere l’automobile e nemmeno la TV.
Sempre durante l’intervista, la maggior parte dei barter contattati, sembra dare grande appoggio morale a ZR e tenere alle sorti del sito. Una barter, addirittura, afferma chiaramente di detestare chi non vuole pagare la quota.
Molti comportamenti dei barter, affini alla filosofia ZR si evincono anche dall’analisi netnografica.
Gli estratti riportati in questo paragrafo erano tutti derivanti dalle interviste, per merito delle quali è più facile associare la filosofia dei barter a quella ZR (tranne quello dove è stato chiaramente precisato che si trattava di un post pubblicato online).