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Base storico sociale

Nel documento DI RINNOVAMENTO (pagine 29-32)

B. I DIVERSI SEGNI DEI TEMPI

16. Base storico sociale

L'uomo dinamico e rivolto verso il futuro, sostentato dai cambiamenti infrastrutturali che hanno reso possibile l'accelera-zione della storia, può reggere a questo suo nuovo compito solo in società· con gli altri uomini. La complessità dei problemi,. dei compiti, delle applicazioni dei mezzi impone una crescente spe-cializzazione che sbocca necessariamente in una crescente inter-dipendenza. Il· mondo di oggi moltiplica quindi i vincoli e le relazioni umane di ogni tipo.

17. Segni

a) Si moltiplicano i gruppi, le associazioni di ogni tipo, ricrea-tivo, politico e sindacale, econon:iico, culturale, e cosi via. Il fenomeno più rilevante è il costituirsi della gioventù quasi come una classe nuova a se stante. ·

b) Aumenta nell'uomo di oggi il senso della solidarietà con i pro-blemi, i desideri, le gioie,. le speranze e le sofferenze degli altri uomini. Esiste una maggiore interdipendenza in ogni cam-po, il desiderio di una maggiore corresponsabilità nelle deci-sioni, e la volontà che le realizzazioni avvengano sotto il segno della collegialità.

e) Si sente sempre più l'esigenza del dialogo, visto innanzitutto come procedimento che raffronta le diverse po~izioni allo scopo di crescere nella verità e nella efficienza dell'azione. Esso viene applicato a tutti i settori, da quello scientifico, che punta al-l'ideale di un linguaggio unico, rigorosamente oggettivo e ve-rificabile, a quello politico

ed

a quello religioso le cui espres-sioni più ràgguardevoli e · recenti sono il movimento ecume-nico e ·l'incontro tra· credenti· e non credenti.

14 J. FOLLIET, L'uomo sociale, Roma, ~- Paolo, 1963; G. HoLZHBIUt, L'uomo nella comunità, in Mysterium Salutis, voi. 4, Brescia, Queriniana, 1970, pp. 465-511; G. GIRARDI, Solidarietà marxista e solidarietà cristiana, in Marxismo e Cristianesimo, Assisi, Cittadella Ed., 1966, pp. 163-198.

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d) Questa nuova situazione ha· contribuito a rendere possibili fe-nomeni significativi quali lo sviluppo dei popoli, con la fine di gran parte dei colonialismi; l'incorporazione nell'unità mon-diale dei popoli del Terzo Mondo, con ripercussioni rilevan-tissime sull'economia, sulla vita sociale e sulla fede stessa; la funzione sempre più· importante dello Stato come gestore del bene comu11e; e lo sviluppo della informazione, legato al suo potere di superare le distanze di tempo, spazio e mentalità.

e) Esiste pure una partecipazione maggiore del mondo operaio, attraverso i sindacati, alla direzione della vita economica, in vista di una promozione politica e dello sviluppo della giu-stizia sociale.

18. Significato storico sociologico globale

Questo insieme di segni, legati intimamente a quelli presi in considerazione nel primo gruppo, fa intravedere l'aspirazione del-l'umanità ad una grande unità mondiale, in cui l'uomo sia citta-dino del mondo. Esso esprime ed alimenta il senso vivo della fratellanza universale, che organizza l'attività in unità per il ser-vizio di tutti. Con terminologia desunta dalla Mater et Magistra,15 e fatta propria dalla GS 16 il suo significato può denominarsi so-cializzazione.

19. Pericoli e deviazioni

Il gruppo dei segni della socializzazione è accompagnato da notevoli dati negativi:

• Il più grave è la massificazione spersonalizzante, che converte l'uomo in un numero, in un oggetto, preda faci,le della tecnica della società dei consumi e degli interessi di partito o di gruppo.

• Notevole è il pericolo di una statolatria che rende lo Stato onnipresente ed onnipotente, annullando iniziativa ed originalità dei gruppi e dei singoli.

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15 Mater et Magistra, mi.. 45-54.

16 GS n. 6.

• Il cammino verso l'unità mondiale è intralciato da tensioni· e lotte continue a tutti i livelli, legate, ad esempio, alla posizione dominante dell'Occidente, all'atteggiamento neocolonialistico dei rapporti dei paesi sviluppati con quelli del Terzo Mondo, ed alla concentrazione dei poteri.

• I movimenti di protesta contro le violazioni della libertà, e l'impegno contro la fame o l'ignoranza portano alcuni evangeliz-zatori a perdere la propria identità reale~ spingendoli a porre la loro fiducia in iniziative di tipo direttamente politico od anche a ricorrere alla violenza.

• Il dialogo può sempre diventare, quando viene visto soltanto come una tecnica od un metodo, non un confronto ma un cedi-mento su cose essenziali.

• Il diluviare delle informazioni· favorisce non di rado una com-pleta incapacità critica a valutare il vero discernendolo dal falso.

• La promozione della gioventù come unità sociale con valore proprio può suscitare il mito del giovanilismo, che assume le esi-genze, le sensibilità, e le rivendicazioni, dei giovani come critero della verità di una dottrina o di

una

prassi. Mentre in realtà le aspirazioni positive del mondo dei giovani sono sovente frammi-ste ad atteggiamenti di preoccupante immaturità, a mancanza di vero impegno personale nelle opzioni fatte, ad indifferentismo ed edonismo. Esiste inoltre il pericolo di forme di sottocultura gio-vanile (hippies) con norme proprie.

20. Incidenze sui Salesiani

La socializzazione ha avuto sui confratelli alcuni riflessi po-sitivi, come l'esigenza della comunitarietà nelle azioni, nelle deci-sioni, negli orientamenti e nelle responsabilità.

Ed anche riflessi negativi, come l'irrigidimento delle diverse tendenze in gruppi contrapposti impermeabili a vicenda, e l'emar-ginazione delle opere e delle attività non inserite in questo pro-cesso storico.

Essa ha alimentato alcuni problemi oggi molto vivi, come quello del rapporto dell'amicizia con la vita comune o del rapporto della comunità con l'autorità, o quello, ancora, del vero senso del dialogo e del valore dei gruppi. La non educazione al dialogo 29

porta alla demagogia dei più abili. con emarginazione degli altri.

E il gioco intemo dei gruppi ostacola non di rado la matura-zione personale dei singoli portandoli ad un deprimente ed acri~

tico conformismo alla meccanica dei gruppi stessi ..

Nel documento DI RINNOVAMENTO (pagine 29-32)