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UN BASSORILIEVO DI AGOSTINO DI DUCCIO A lJON TREMOLI

Sul terzo a lta re a sinistra «li ehi e n tra nella c h ie s a «li S. F ran-

••esco ili Pont remoli si ammira u n ’o pera «li s c u l t u r a «li r a r a bel­

lezza, elie rapi»resenta la M adonna eoi B am bino. Si com pone «li ilue pezzi : «li un bassorilievo, in m arm o b ia n c o , d e lla V ergine, in mezza figura, seduta su «li uno scanno «lei «piale si vede il ricco bracciale «li sin istra ; e «li una figura, p u re in m a rin o , «lei B am ­ bino, nudo, adagiato- su alcuni euseini, sc o lp ito in t u t t o tondo, pezzo posto orizzontalmente alla base del p rim o , s u lla m en so la d el­

la nicchia, alla quale si trova u n ito con arp io n i «li ra m e .

I«a Madonna» è delicatam ente m odellata, con f a c il it à ed eleganza, rilevata, con grande pastosità, levigata e lu s tra , su u n fo n d o verde scuro «li Prati». Mirabile la testa, un po’ in c lin a ta a d e s t r a , co p erta ilei manto e «li un lieve velo, ric a d e n ti in m o rb id e p ie g h e , che la ­ sciano scoperti i capelli, s p a rtiti sulla fro n te e le g g ia d ra m e n te o n ­ dulati. Il viso giovanile, «li un ovale «li p u ris s im a lin e a , s q u is ita ­ mente lavorato, è pieno di graziai serena. Le m a n i e le g a n ti, dalle dita lunghe, tini, curvate, si staccan o in t u t t i r i l ie v o : la d r itta stringe al petto 1111 libro ch iu so : l ’a ltr a , d is te s a , s ta in a tto «li accennare al flambino, al quale pu re paiono r iv o l ti g li occhi 1111

poco abl»i ssa ti.

I na cornice, term inata a c en tin a, contornai P iiu m a g in e , e su «li essa si ammira una serie «li m irab ili testin e «li a n g e li , con le ali ripiegate a serto, che aggiungono, con la v arietà d e lle p o s iz io n i, d e l­

le fìsonomic, «lei so rrisi, nuova grazia al P a tto g e n tile d e lla V ergine.

II Bambino, invece, anche p e r la di versai q u a l i t à del m arm o, pare quasi nn’aggiunta d 'a ltra m ano, d 'ese cu z io n e im p a c c ia ta , «li

1111 realismo ingenuo nei p a rtic o la ri, o sse rv a ti, c e r to , con m olta delicatezza, ma espressi senza a g ilità e«l e leg a n z a.

La pregevole opera «Parte, per q u a n to a p p r e z z a ta , 1 1 0 1 1 aveva nel passato, a ttirato , come m eritava, l’a tten zio n e d e g li s tu d io s i.

Non ricordata» dai cronisti, fu tra s c u r a ta n o n s o lo d a g li s c r it­

tori «li erudizione locale come X. M. Bologna, K e p e tti , S fo rza e.

U N B A S S O R I L I E V O D I A G O S T I N O D I D U C C I O A P O N T R E M O L I 1 6 7

recentem ente, P . Ferrari, ma dagli stessi cultori di studi d'arte quali il G a r g io lli e il Campori : anche Pietro Bologna, nel suo am oroso volu m e dedicato alle cose d’arte pontremolesi, non scrive altro di q u esto marmo se non che è un’opera pregevolissima d’igno­

to scu lto re del -sec. XV (*).

L ’a ttr ib u z io n e del marino allo scultore fiorentino Agostino di A n ton io di D u c cio (1418 + tra il 1481 e 98) si deve al cav. Guido Carocci, il q u ale come Ispettore dei Monumenti, lo descrisse nella scheda d e ll’ufficio regionale per la Conservazione dei Monumenti, com p ilata il 15 luglio del 1895, e ne mise in evidenza il notevole valore a r tis tic o e la rarità, e, successivamente, nel 1897. curò che ne fosse rin fo rz a ta la muratura (a).

N è T att ri Unzione fu più discussa, ricordando i tratti più ori­

gin ali d ella scu ltu ra alcuni dei ben noti caratteri dell’arte di Duc­

cio, q u ali le curve delle pièghe delle vesti, le forme eleganti delle m ani, g li attg g ia m en ti delle testine degli angeli, ecc. La stessa ap p aren te sconcordanza tra lo stile del bassorilievo e quello della statu a del B am b in o ne può, anzi, essere una conferma, perchè, se­

condo ha d im o stra to il V enturi, nel tutto tondo Agostino perdeva la sp igliatezza e l ’eleganza che gli erano così facili nel bassorilievo, com e si p u ò, p. es., osservare nella statua del S. Geminiano di Mo­

dena, dove, sp ecie nel viso, è evidente l ’impaccio dell’esecuzione, e nelle s ta tu e d ei santi delle edicole nella facciata di S. Bernardino di P er u g ia (*).

Ma sebbene in tal modo il marmo venisse messo in luce come una d elle più b elle opere di quel singolarissimo artista che ha lasciato le su e s c u ltu r e più caratteristiche nella chiesa di S. Bernardino di P erugia e sp ecialm en te nel tempio malatestiano di Rimini, e delle p och issim e ch e si possono ammirare fuori di quelle due città tu t­

tavia c o n tin u ò a rimanere così poco conosciuto eia non essere nep­

pure rico rd a to , 11 anni dopo la compilazione della scheda, nel VI volum e d ella s t o r i a d e ll’a rte di Adolfo Venturi, dove, nel cap. IV ded icato ai d o n a tellia n i, tante belle pagine trattano, con spirito di riv en d ica zio n e, della vita e delle opere di Agostino di Duccio.

Tali d im en tica n ze venivano messe in evidenza da Giovanni

Pog-( ! i Pie t r o Bo i/ Kì n a,

Artisti e cose d'arto e di storia pontremolesi

, Firenze, 1898, p. 56. P e r la b ib lio g ra fìa d e g li altri au tori citati si rim anda, per bre­

v ità , a l l ’im p o r t a n t e voi. di Pie t r o Fe r r a r i,

La chiesa e il Convento di

S.

Francesco di Pontremoli

, P o n tr e m o li, 1926,

passim

, sp ecialm en te n elle note.

(2) I n to r n o a d \p o s t in o di A n to n io di D uccio cfr. Ad o lfo Ve n t u r i,

la scul­

tura del quattrocento,

M ilano. 1908, pp. 388406. 11 .Carocci com pilò la scheda d e s c r it t iv a d e l b o s s . q u a le Π. Isp ettore d ei M onumenti e Scavi d ella S o v rin ­ te n d e n z a d i F ir e n z e , il 15 lu g lio 1895, sch ed a che si trova ora presso la « R.

S o v r in t e n d e n z a a i m o n u m e n ti «li P isa .

(3 C fr. Ve n t u r i,

op. cit.,

pp. 301-2 e 402; e G. Be r t o n i,

Atlante Storico arti­

stico del lumino di Modena

, M od en a, 1921, p. XXI. n. 3.

1 7 0 M A N F R E D O G I U L I A N I

della sua casa, oggetti d ’arte, lib ri, q u a d ri e s c u lt u r e : n o n v i s a ­ rebbe perciò nulla di inverosim ile n el su p p o rr e ch e e g l i a b b ia o r d i ­ nata o acquistata la Madonna a F ir e n z e , o d u r a n te o d o p o l a c o ­ struzione della cappella. Per le sue m a n sio n i di d i p l o m a t i c o , a v e v a frequenti necessità di ferm arsi a F ir e n z e , ch e era u n o d e i p iù i m ­ portanti centri p olitici italian i, dove a p p u n to a v e v a f a t t o a c q u i s t o di una casa, e dove si ha notizia che si tr o v a s s e n el 1 4 4 6 - 5 0 , n e l -5 3 , nel ’54 e nel ’55-70 (8).

Ma tale ipotesi, se può trovare q u a lch e fo n d a m e n to d i v e r o s i m i ­ glianza nelle ricordate circostanze e, sp e c ie , n el r i n c o n t r o d i c e r t e date, non può dall'altra parte essere r in c a lz a ta d a p r o v e s p e c if i c h e , dirette o anche indirette, perchè, com e si è d e tto , m a n c a o g n i s o r t a di ricordi, remoti o recenti, rela tivi a l m arm o, a lle s u e v i c e n d e e alle ragioni della sua presente situ a z io n e (9).

Con maggiore sicurezza, invece, s i p u ò te n ta r e u n a p i ù a c c u r a t a determinazione della attribuzione d ella s c u ltu r a , m e d i a n t e l ’e s a m e e la valutazione accurata di ogni ele m e n to ch e p o s s a c o n c o r r e r e a fissare, se non proprio la data, a lm en o il p erio d o p r e s u m i b i l e d e lla sua esecuzione.

Il Poggi, nello scritto citato, r itie n e ch e il b a s s o r ilie v o s i p o s s a assegnare al periodo giovanile d e ll’a r te d i A g o s tin o , a n t e r i o r e a l l a sua andata a Bologna, dove, come è n o to , lo s c u lt o r e f i o r e n t i n o s i recò nel 1463 per eseguirvi il m odello d ella fa c c ia ta d i S . P e t r o n i o .

Ma è una indicazione un p o’ tr o p p o in d e t e r m in a t a , e b is o g n a risalire anche al di là del 1447, e, c io è , a p rim a dei l a v o r i n e l t e m ­ pio malatestiano di R im ini, che fu d e c isiv o , p er l ’in f lu e n z e s u b i t e e Fesperienze tentate, allo sviluppo d i c e r te c a r a t t e r is t ic h e d e l l ’a r t e di Agostino, e ritornare al periodo v e r a m e n te g io v a n ile , f io r e n t i n o , se non si vuole rim ettere in d iscu ssio n e l ’a ttr ib u z io n e .

Infatti se il bassorilievo di P o n tr e m o li rico rd a a l c u n i e l e m e n t i stilistici delle sculture di Rimini e di P e r u g ia , m a n c a p o i d e i lo r o tratti più caratteristici, e, cioè, di q u e llo s p ir ito c l a s s i c o , d i q u e l ­ l'estro di paganità, di quella v iv a c ità (li in flu en ze n e o a t t i c h e , c h e rendon inconfondibili le figure di R im in i, n e lle q u a li i m o v im e n t i dei veli e le agitate curve delle lin e e h a n n o f a t t o p e n s a r e , c o m e o s ­ servò acutamente il V enturi, ad u n a a n tic ip a z io n e d i e s u b e r a n z e secentesche, che trovarono lim iti e fr e n i nel g u s to d e l r i n a s c i m e n t o .

Ma poiché la scultura di P o n trem oli è g ià lo n ta n a d a l l e s c u l t u r e di Modena (1438-35), si può perciò p e n sa r e a c o llo c a r n e l ’e s e c u z i o n e

8) Cfr. P. Fe r r a r i, Inventari di oggetti a p p a r t e n e n t i a N. T r i n c a d i n i y n e l (nom ale Storico della L u n ig ian a », A. V I, s p e c ia lm e n te a p p . 106-8-11 e p a s s i m .

(9) Si accenna al m arm o, come e siste n te a l l ’a l t a r e d e lla V i s i t a z i o n e , d o v e tu tt’ora si trova, in u n in v en tario della C h ie s a , d el 1716, c o n q u e s t e p a r o l e :

Quadro con la Vergine e il B am bino G esù di rilie v o » (C fr. B o l o g n a, o p . cit., p. 59;.

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U N B A S S O R I L I E V O D I A G O S T I N O D I D U C C I O A P O N T R E M O L I 1 7 1

tra questa data e quella dei lavori di R im ini, 1447, tra i 25 e i 30 anni della vita di Agostino, periodo che comprende il tem po del soggiorno di Firenze e della fuga a Venezia, dove si recò nel 1440, quando lu cacciato col fratello Cosimo dalla città nativa.

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