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CAPITOLO III BRASILE E BIOCARBURANTI: IMPLICAZIONI ECONOMICHE E

2. LA POLITICA ENERGETICA DEL BRASILE

2.1 BIOCOMUSTIBILI: IL PROGRAMMA PROÁLCOOL

I biocombustibili in Brasile sono una realtà da anni grazie a progetti e riforme che hanno sviluppato una vera e propria politica energetica green del paese, facendolo diventare uno dei produttori maggiori, se non il primo, a livello mondiale.

Già gli anni ’20 segnarono l’inizio della ricerca energetica alternativa brasiliana con gli studi effettuati dall’Istituto Nazionale di Tecnologia che testava combustibili diversi dal petrolio, derivati da palme, cotone e arachidi ricchi di olio.232

La vera innovazione fu l’introduzione della canna da zucchero che è la biomassa principale utilizzata dal Brasile per generare biocarburanti, infatti nel 1934, quando la dipendenza economica e geopolitica dal petrolio del paese iniziò a diventare insostenibile, la soluzione che si creò fu un una miscela sì di greggio, ma con una percentuale aggiunta di bioetanolo creata dalla trasformazione di questa pianta.

Il 1973 segnò la vera svolta nell’utilizzo di combustibili green, in concomitanza, come già citato, della prima crisi petrolifera che ha improvvisamente interrotto il flusso di approvvigionamento del greggio e relativo embargo dei paesi facenti parte dell’OPEC, causando una vera e propria crisi su scala globale e facendo sbalzare i prezzi del petrolio alle stelle con un aumento stimato intorno al 70%.

Per il Brasile, la cui richiesta energetica si basava quasi interamente sull’importazione dell’oro nero e che fino a quel momento risultava ancora vantaggiosa se comparata

231 LA PIA, F. (25 febbraio 2011) Il “nuovo Brasile” di Dilma Rousseff: la politica estera carioca tra

America Latina e G-20. Meridiani Relazioni Internazionali. In:

www.meridianionline.org/2011/02/25/brasile-rousseff-politica-estera-america-latina-g20/

232

GOES, T., DE ARAÚJO, M., MARRA, R. (11 gennaio 2010) Biodiesel e sua sustentabilidade. In: www.embrapa.br/imprensa/artigos/2010/Trabalho_biodiesel_11_de_janeiro_de_2010-versao_final.pdf

106 alle spese produttive necessarie per generare altre risorse energetiche alternative, la crisi petrolifera ha segnato il vero punto d’inizio nella produzione di biocarburanti.233

Con questa prospettiva nel 1975 l’allora Presidente del Brasile, Ernesto Geisel, promosse l’introduzione del Programa Nacional do Álcool (PROÁLCOOL) il giorno 14 novembre tramite il decreto n°76.593 che incentivava la produzione massiccia di bioetanolo attraverso la trasformazione di canna da zucchero con il supporto di politiche pubbliche mirate a sostenere il progetto a livello finanziario, fiscale e tecnologico e che concretizzava l’uso di autoveicoli alimentati esclusivamente ad etanolo grazie agli studi effettuati dall’Università Federale di Ceará che riuscì ad avere il brevetto per il biodiesel.234

In base al decreto questa lavorazione chimica doveva essere favorita dall’aumento della produzione agricola, accompagnata da un processo di modernizzazione e ampliamento delle fabbriche e strutture produttive di zucchero già esistenti, con l’aggiunta di distillerie che avrebbero fornito, una volta effettuata la lavorazione della pianta, il cuore pulsante della generazione di biocarburanti.

La scelta della canna da zucchero non è casuale, difatti questo tipo di coltura ha il tasso di ritorno produttivo e perciò economico maggiore se equiparato ad altri tipi di coltivazioni, garantendo una grande competitività a livello internazionale. La produzione grazie al ProÁalcool ebbe una crescita enorme, tanto che la generazione di bioetanolo si stima fosse cresciuta nel primo anno di 600 milioni di litri fino ad arrivare a 3,4 miliardi di litro nella stagione 1979-1980.235

Nel periodo successivo del programma (1979-1985) l’innovazione più importante risultò l’accordo instauratosi tra il governo e l’industria automobilistica del 1979 che decretava lo sfruttamento della produzione di bioetanolo per renderlo una realtà alla portata di tutti. Anche se era passato sotto settore privato, il governò intervenne con forza per incentivare la costruzione di distillerie autonome in zone ancora non

233 ISENBURG T. (2006) Brasile: una geografia politica. Roma: Carrocci. Pagg. 75-76. 234 GODOI J. M. A., OLIVEIRA JUNIOR S., MATAI P., H. (2012) Dimensões Geopolíticas e

Ambientais dos Biocombustíbeis no Brasil. Interfacehs. Revista de Saúde, Meio Ambiente e Sustentabilidade. Vol. 7, n°1.

235

ProÁlcool. Programa Brasileiro de Álcool. In: www.biodieselbr.com/proalcool/pro- alcool/programa-etanol.htm

107 sviluppate del Paese e perché il biocombustibile fosse prodotto su larga scala e utilizzato a livello nazionale per non dover subire i risvolti della seconda crisi petrolifera di quell’anno.

Purtroppo gli anni ’80, come visto in precedenza, furono anni molto critici a livello economico e politico, in cui il Brasile, a causa di scelte errate del governo, si trovò a fronteggiare il grave problema dell’inflazione legato all’indebitamento estero, tanto che nel 1984 gli investimenti pubblici e i sussidi al programma furono tagliati, anche se il successo della riforma era innegabile; il 94,4% di vetture in quel momento era alimentato a bioetanolo.236

L’inizio degli anni Novanta segna la vera escalation dei biocombustibili dato che proprio in questo periodo si inizia seriamente ad affrontare il problema dell’inquinamento globale causato dalle emissioni di gas serra e della tutela delle biodiversità, cercando di creare uno sviluppo sostenibile per l’uomo, gli esseri viventi e il pianeta stesso; è proprio alla base di queste argomentazioni che a Rio de Janeiro nel 1992 si svolse la Conferenza su Ambiente e Sviluppo. Su questo sfondo la produzione di combustibili green si è risollevata, processo aiutato anche dalla decisione governativa di aggiungere bioetanolo a tutta la benzina in commercio nel Brasile, in una percentuale del 22% per favorire e incrementare la produzione di motori cosiddetti flex-fuel237, ma fino all’inizio del nuovo millennio il settore ha subito un’ulteriore diminuzione causata dal bisogno di sostituire la canna da zucchero con altre culture, e dalla scoperta di nuovi giacimenti petroliferi off-shore,

anche se comunque il livello di produzione rimane alto sia a livello nazionale che equiparato con i livelli di sfruttamento di energie rinnovabili mondiali. Di seguito due grafici che riportano uno la gradazione di usufrutto di energie rinnovabili e non in Brasile e l’altro la percentuale di energie rinnovabili sfruttate nel paese verde-oro, nel Mondo e nei Paesi industrializzati, OECD.

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CORTEZ, L.A.B., ROSILLO-CALLE, F. (1998) Towards ProAlcool II- A review of the brazilian bioethanol programme. Biomass and Bioenergy. Vol. 14, n°2.

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Mix energetico brasiliano (2011)

Fonte: Brazil’s Diverse Energy Matrix. In: http://sugarcane.org/the-brazilian-experience/brazils-diverse- energy-matrix

Percentuale di sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili e non. Brasile, Mondo e paesi OECD (2011) Fonte: Brazil’s Diverse Energy Matrix. In: http://sugarcane.org/the-brazilian-experience/brazils-diverse-

energy-matrix