CAPITOLO II LE ENERGIE RINNOVABILI PER RIDURRE L’INQUINAMENTO
3. EXCURSUS DELLE ENERGIE RINNOVABILI
3.1 LA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Come già anticipato all’inizio di questo capitolo, ci stiamo avvicinando ad una nuova era incentrata sulle energie rinnovabili che l’economista americano Jeremy Rifkin definisce “Terza Rivoluzione Industriale”. L’idea dello studioso ipotizza la fine dei combustibili fossili per cedere il posto a una rivoluzione ecologica basata su collaborazioni tra industrie cosiddette verdi e composta da cinque pilastri fondamentali.
Il primo di questi si identifica con il necessario passaggio dai combustibili fossili alle fonti di energia rinnovabili e si è prefissato come obiettivo principale di ottenere il 20% dell’energia necessaria attraverso fonti green. Se i prezzi dei combustibili fossili continuano ad aumentare in maniera così vistosa, accompagnati da una sempre maggiore emissione nociva di anidride carbonica nell’atmosfera, lo stesso non si può dire per le energie rinnovabili, il cui prezzo, grazie alle tecnologie sempre più all’avanguardia, diminuisce sempre di più e si prospetta infatti che la spesa sostenuta per tecnologie fotovoltaiche si riduca dell’8% all’anno, il che implica una parità nella rete distributiva dei mercati europei nell’anno 2012. L’economista, riferendosi a
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CASERTANO, S. (2011) La guerra del clima: geopolitica delle energie rinnovabili. Milano: Francesco Brioschi Editore. Pagg. 161-162.
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70 questo primo pilastro, paragona la crescita delle energie rinnovabili al processo di sviluppo e distribuzione dei computer e della rete internet cui siamo stati protagonisti dall’ultimo decennio degli anni ’90 fino ad ora; nei primi dieci anni del 2000 gli utenti della rete sono più che raddoppiati e, a paragone, sembra la stessa situazione che si sta presentando alle installazioni di tecnologie green che raddoppiano ogni due anni.157 Il secondo pilastro della teoria è la trasformazione delle proprietà immobiliari già esistenti sparse intorno al mondo in impianti di micro generazione capaci di accumulare le energie direttamente nel posto in cui è necessario. Se all’inizio sembrava naturale costruire gli impianti dove i raggi solari erano più forti e dove per esempio il vento soffiava di più, dal 2006 c’è stato un cambiamento di rotta perché in effetti si stava seguendo l’esempio dei combustibili fossili, i cui giacimenti si trovano solo in alcune zone, ma ciò non implica la produzione di energia green, perché queste sono ovunque e il modo per sfruttarle appieno è di riconvertire il patrimonio immobiliare già esistente in impianti di generazione, che oltre a fornire energia, creerebbe attività economica e nuovi posti di lavoro. È questo l’obiettivo: trasformare gli edifici già esistenti di modo che abbiano una duplice funzione, sia di abitazione domestica, sia d’impianto di generazione di elettricità, il che potrebbe essere agevolato da finanziamenti detti mutui green, che sarebbero erogati dalle banche con tassi agevolati per aiutare l’impiego di nuove fonti rinnovabili per le imprese e le famiglie.158
Il terzo pilastro si sviluppa nella ricerca di metodologie d’innovazione atte a immagazzinare l’energia intermittente che è la peculiarità delle fonti rinnovabili, ciò implica che il sole non splende in modo continuo, così come il vento non soffia sempre alla stessa velocità. Perciò ci si è rivolti all’idrogeno che non contiene nemmeno in minima parte carbonio e che si trova in grandi quantità sulla Terra e per queste ragioni può determinare un accumulo energetico di lungo periodo e la sua conseguente conservazione. Nel caso delle fonti rinnovabili se l’energia non fosse utilizzata subito e rimanesse in eccesso, è possibile, attraverso un processo di
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RIFKIN, J. (2011) La Terza Rivoluzione Industriale. Milano: Oscar Mondadori. Pagg. 48-53.
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71 elettrolisi, incamerare l’idrogeno in una cosiddetta cella a combustione e trasformarlo nuovamente in energia nel momento di necessità.159
Il quarto pilastro affronta il tema del bisogno di diffusione dell’energia accumulata che rimane in eccesso e Rifkin ipotizza una rete “internet dell’energia”, ossia un canale di condivisione in cui tutti gli utenti consumatori di energia possano condividere con altri questo loro surplus grazie ad un contatore installato negli edifici. Con questo display si potrebbero controllare i prezzi dell’energia e individuare i momenti più proficui per utilizzarla a minor costo e nel frattempo vendere quella in eccesso nel momento di maggior richiesta a un prezzo più conveniente.160
Il quinto e ultimo pilastro della teoria dell’economista americano è rappresentato dai trasporti, conseguenza del precedente appena analizzato, e si prevede una produzione di veicoli elettrici alimentati dalla rete energetica attraverso stazioni di ricarica che sono già state installate in alcuni parcheggi di centri commerciali o in alcune aree di sosta lungo le autostrade. La speranza è che la diffusione di questi veicoli sia sempre maggiore e che sempre più utenti decidano di scegliere un auto alimentata con energia rinnovabile e con tasso di inquinamento basso al posto di vetture alimentate con combustibili fossili; nel prossimo futuro si ipotizza che queste colonnine di ricarica possano essere installate presso le abitazioni private con un investimento di circa un migliaio di dollari che darà la possibilità di rifornire i veicoli direttamente a casa.161 La teoria della Terza Rivoluzione Industriale e la sua attuazione potrebbero essere costruttivi nel raggiungimento dello sviluppo sostenibile e soprattutto nel progresso dei Paesi sviluppati, in cui la maggior parte della popolazione attualmente vive priva di energia elettrica e, esportando uno stile di vita basato sulle energie rinnovabili e dando loro delle basi per attuare una politica energetica green propria, potrebbero iniziare a migliorare il proprio tenore di vita salvaguardo il pianeta e per svilupparsi sia socialmente, sia economicamente che politicamente.162
159 Idem nota 157. Pagg.59-61. 160 Idem nota 157. Pagg.62-65. 161
Idem nota 157. Pagg. 72-74
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72 La teoria di Rifkin fu accolta con entusiasmo dall’Unione Europea che, a parere dello studioso, è l’unico soggetto internazionale che si sta davvero ponendo il quesito su cosa poter fare per garantire un futuro verde e sostenibile al pianeta e alle generazioni che verranno. Nel 2006 iniziò a collaborare con i vertici del Parlamento Europeo diventando consulente della Commissione Europea, in cui preparò un progetto basato sulla sua Terza Rivoluzione Industriale e il relativo sviluppo economico; basandosi sui cinque pilastri, nel 2007, il Parlamento Europeo comunicò che il piano presentato dall’economista americano sarebbe diventato la linea guida dell’Unione Europea.163
L’esempio della modernizzazione energetica europea è stato seguito anche dagli Stati Uniti, tanto che nel 2009 il presidente Barack Obama ha dichiarato che sarebbero stati stanziati 3,4 miliardi di dollari per la smart grid (così è chiamata la nuova rete elettrica intelligente) che rappresenta la più importante svolta energetica statunitense; hanno deciso di mutare il regime energetico vecchio basato sui combustibili fossili, per dare spazio a risorse e tecnologie più intelligenti e sicure. Infatti nel 2011, il presidente Obama, pur trovandosi nel mezzo della maggior crisi economica degli ultimi decenni, decise di stanziare 11 miliardi di dollari per modernizzare la rete elettrica americana e un miliardo e 200 mila dollari per la creazione di mini-centrali che sfruttino fonti energetiche alternative.164